Escher, al Palazzo Blu di Pisa la rassegna di tutti gli spiazzanti capolavori del grande olandese

M.C.Escher, Altro Mondo, 1947, Xilografia, 31,8 x 26,1 cm, Collezione Gemeentemuseum Den Haag, All M.C. Escher works © the M.C. Escher Company B.V.-Baarn- the Netherlands, All rights reserved. www.mcescher.com

Dal 13 ottobre 2017 fino al 28 gennaio, una mostra a cura del professor Stefano Zuffi, un’occasione per ripercorrere le tappe della creatività dell’artista, soffermandosi in particolare sui lunghi e decisivi soggiorni in Italia

PISA –  L’organizzazione di una mostra di M.C.Escher a Pisa non è del tutto casuale. Considerando infatti che l’Università pisana è da secoli un punto di riferimento internazionale nelle ricerche matematiche e scientifiche, la rassegna diventa anche un’occasione per interrogarsi sulle possibili fonti d’ispirazione della creatività dell’artista olandese. 

La mostra  “Escher. Oltre il possibile”ospitata fino al 18 gennaio 2018 a Palazzo Blu, organizzata da MondoMostre in collaborazione con la Fondazione Pisa, il Gemeentemuseum Den Haag, Arthemisia e M.C. Escher Foundation di L’Aja, presentauna completa rassegna di tutti gli ipnotici, sorprendenti e spiazzanti capolavori del grande maestro olandese. Articolata in nove sezioni: Volti, Animali, Oggetti e riflessi, Geometrie e ritmi, Paesaggi, L’artista, Architetture fantastiche, Nature, Autoritratti, la rassegna offre al pubblico una selezione di più di cento opere, oltre ad alcune testimonianze dei secoli precedenti, in larga parte provenienti da Pisa stessa, tra cui frammenti marmorei con decorazioni in stile cosmatesco, tarsie lignee con la rappresentazione di solidi geometrici, le incisioni di G.B. Piranesi con architetture fantastiche e prospettive suggestive.

A rendere ancora più coinvolgente la mostra contribuiscono anche alcune curiose soluzioni espositive progettate dall’architetto Cesare Mari, oltre all’uso delle tecnologie e della multimedialità, una delle caratteristiche che contraddistinguono le esposizioni organizzate a Palazzo Blu.

L’interesse di Escher per l’arte matematica-razionale in particolare della tradizione ebraica e islamica, si sviluppa in gioventù, quando studente a Delft e ad Haarlem, storiche città d’arte dell’Olanda, viene introdotto a questa disciplina dal suo maestro Samuel Jessurun de Mesquita, un incisore ebreo sefardita, che incontrerà un triste destino ad Auschwitz.

Tra gli anni Venti e Trenta Escher intraprende numerosi viaggi in Italia, in particolare visita diverse città della Toscana.

La mostra rappresenta anche un’occasione per ripercorrere le tappe e i luoghi decisivi che segnarono la creatività e lo stile di Escher e l’Italia è sicuramente tra questi. 

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Vademecum

Dal 13 Ottobre 2017 al 28 Gennaio 2018
PISA, BLU | Palazzo d’arte e cultura
Tel: +39 050 220 46 50
Info: info@palazzoblu.it
http://palazzoblu.it

 

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Cuneo. La Fondazione CRC inaugura il nuovo Spazio Innov@zione con Piet Mondrian Universale

Piet Mondrian Uniersale - credits: Alessandro Marrazzo

Una esperienza immersiva ed interattiva nella prima galleria virtuale al mondo, un lungo percorso alla scoperta dell’arte e dell’universo di Mondrian. Una meticolosa ricostruzione 3D a misura reale permetterà di entrare fisicamente nello studio dell’artista

CUNEO – In occasione dei 25 anni dalla sua nascita, la Fondazione CRC inaugura il nuovo Spazio Innov@zione, area espositiva multimediale dotata di tecnologie di avanguardia, con un progetto espositivo con la regia e la direzione artistica di Alessandro Marrazzo e la consulenza scientifica di Ilaria Porotto e Andrea Lerda. Dal 21 ottobre sino a domenica 1 aprile 2017 la mostra dal titolo Piet Mondrian Universale – Immersive interactive experience sarà aperta al pubblico gratuitamente.

Il concept, ideato dal regista, è un lungo percorso in cui lo spettatore viene condotto alla scoperta dell’arte e dell’universo di Piet Mondrian. Il primo è un viaggio nel tempo: grazie ad una meticolosa ricostruzione 3D a misura reale, attraversando la soglia della prima sala, si entrerà fisicamente nello studio di Mondrian. Una realtà virtuale attraverso la quale lo spettatore sarà proiettato nei primi anni del secolo scorso. Attraverso l’uso di videoproiezioni ad alta deIinizione, a 360° e interattive, l’esperienza immersiva sarà totale.

La comprensione dell’universo artistico di Piet Mondrian prosegue con un secondo viaggio, questa volta attraverso i luoghi che hanno segnato la vita e la carriera di Piet Mondrian. Da Amsterdam a Parigi, da Londra a New York, ogni luogo rappresenta una distinta fase nello sviluppo della sua arte, dalla pittura realista di fine ottocento, alle sperimentazioni post-impressioniste dei primi anni del XX secolo, dal suo coinvolgimento nel movimento De Stijl e le sue famose pitture a griglia Iino ad arrivare al dinamismo del suo lavoro tardivo negli Stati Uniti, ispirato dai ritmi del jazz e dalla vita frenetica della metropoli.

Il viaggio successivo, profondo e immateriale, è un viaggio nell’ispirazione. Appassionato ballerino e cultore della nuova musica che in quegli anni stava esplodendo, Pietr Mondrian vedeva nel jazz l’inizio di un processo di rottura della musica con il passato, l’abbandono del bello, della narrazione e dell’emozione, per un’evoluzione verso il ritmo puro, quindi, come nella sua pittura, verso una composizione totalmente astratta. I colori primari, le rette perpendicolari come note musicali. Come per le note musicali, così nella pittura si possono ottenere innumerevoli possibilità cambiando la dimensione o la collocazione spaziale dei rettangoli dai colori primari, tasselli compositivi elementari e sintetici per armonie dalle infinite combinazioni, capaci di rappresentare qualunque cosa: la vita, il tutto, l’Universale.

Vademecum

Piet Mondrian Universale – Immersive interactive experience
Fondazione CRC
sabato 21 ottobre – domenica 1° aprile 2018
inaugurazione: venerdì 20 ottobre ore 17 
Spazio Innov@zione –  Via Roma 17 – Cuneo 
 

 

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“Nero Plastica” di Alberto Burri all’asta da Sotheby’s New York

Alberto Burri, Nero Plastica L.A., 1963. © 2017 Estate of Alberto Burri/ Artists Rights Society (ARS), New York, NY.

Considerata una delle plastiche più importanti ed emblematica dell’astrazione negli anni ’60 del maestro umbro, l’opera sarà presentata con una stima a richiesta, ma a detta della stampa specializzata potrebbe arrivare a 10 milioni di dollari

NEW YORK – Il 16 novembre andrà all’incanto, da Sotheby’s New York,  uno dei rari esemplari della Serie Nero Plastica di Alberto Burri del 1963. Altri sei esemplari di grandi dimensioni fanno parte di musei internazionali, come la Galleria Nazionale d’Arte di Roma, la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello e il Museum of Modern Art di New York. 

L’opera, che andrà all’asta durante la Contemporary Art Evening Auction, è stata precedentemente esposta alla retrospettiva del 2015-2016 al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, dal titolo “Alberto Burri: The Trauma of Painting”. 

Spiega Grégoire Billault, direttore del dipartimento di Arte contemporanea di Sotheby’s New York: “Chi ha visto la retrospettiva di Burri al Guggenheim ha apprezzato l’energia esplosiva del monumentale Nero Plastica L.A, una delle espressioni più alte ed audaci dell’astrazione degli anni Sessanta, oggi potente e rivoluzionaria come quando fu svelata al mondo quasi 55 anni fa”.

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Artissima 2017. Nasce il nuovo premio per la sezione Disegni

LUCIA NOGUEIRA, Untitled, n.dwatercolour on paper 27.5x36.5 cm Anthony Reynolds Gallery

La fiera ha annunciato una nuova collaborazione con l’azienda Irinox Spa, tramite l’istituzione del premio “Refresh Premio Irinox”

TORINO – Il nuovo premio nasce dalla sinergia tra Artissima e Irinox, azienda trevigiana nata nel 1989, specializzata nella produzione di abbattitori rapidi di temperatura e caratterizzata da una guida sensibile alla contemporaneità, all’estetica e alla contaminazione. L’azienda ha scelto di entrare nel mondo dell’arte con un innovativo Premio, del valore di 5.000 euro, dedicato all’artista che attraverso il disegno “reinventa conservando”, riesce ovvero a esaltare in chiave contemporanea l’immediatezza espressiva di un mezzo che da sempre rappresenta la via più semplice alla trasformazione del pensiero in forma visiva.

Il vincitore sarà selezionato tra i 26 artisti della sezione curata da Luís Silva e João Mourão direttori della Kunsthalle Lissabon di Lisbona, rappresentati da 26 gallerie, tra cui 10 italiane e 16 straniere.

La giuria internazionale per la prima edizione del Refresh Premio Irinox è composta da Claire Gilman, curatrice presso The Drawing Center di New York, Katharine Stout, vice direttrice dell’Institute of Contemporary Arts di Londra e Irina Zucca Alessandrelli, curatrice presso la Collezione Ramo di Milano.

Disegni 2017 – Artisti e Gallerie

CHARLES AVERY + CLAUDIA WIESER, STUDIO SALES DI NORBERTO RUGGERI, Roma; VANESSA BEECROFT, LIA RUMMA, Milano, Napoli; ULLA VON BRANDENBURG, PRODUZENTENGALERIE HAMBURG, Hamburg; GUGLIELMO CASTELLI, FRANCESCA ANTONINI, Roma; MARIANA CASTILLO DEBALL, PINKSUMMER, Genova; CÉLINE CONDORELLI, VERA CORTÊS, Lisbon; TOMASO DE LUCA, MONITOR, Roma, Lisbon; PATRIZIO DI MASSIMO, T293, Roma; MARK DION, IN SITU – FABIENNE LECLERC, Paris; JAN FABRE, MARIO MAURONER, Vienna, Salzburg; ROKNI HAERIZADEH, ISABELLE VAN DEN EYNDE, Dubai; DAVID HAINES, UPSTREAM, Amsterdam; GARY KUEHN, HÄUSLER, Zurich, Munich; LUCIA NOGUEIRA, ANTHONY REYNOLDS, London; DANIEL OTERO TORRES, SKETCH, Bogotá; TONY OURSLER, IN ARCO, Torino; SEB PATANE, FONTI, Napoli; FERDINAND PENKER, DANIEL MARZONA, Berlin + NÄCHST ST. STEPHAN ROSEMARIE SCHWARZWÄLDER, Vienna; WILFREDO PRIETO, NOGUERAS BLANCHARD, Barcelona, Madrid; JORGE QUEIROZ, 3+1, Lisbon; CAMILO RESTREPO, STEVE TURNER, Los Angeles; NICOLAS ROBBIO, VERMELHO, Sao Paulo; ANDREA ROMANO, VISTAMARE, Pescara; SUSANNE S.D. THEMLITZ, ÁNGELES BAÑOS, Badajoz; JULIÃO SARMENTO, GIORGIO PERSANO, Torino

Vademecum

ARTISSIMA 2017 Internazionale d’Arte Contemporanea  
3-4-5 novembre 2017
OVAL – Lingotto Fiere
T +39 011 19744106
www.artissima.it | info@artissima.it
 Facebook: Artissima Fair
Twitter: @ArtissimaFair
Instagram: ARTISSIMAFAIR
Pinterest: Artissima
Youtube: Artissima Fair

  

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MANN di Napoli, “obiettivo un milione di visitatori entro il 2019”

MANN di Napoli,

Ad affermarlo Paolo Giulierini, direttore del Museo archeologico nazionale, protagonista di un’evidente rinascita anche in termini di ingressi negli ultimi anni. Previsti nuovi servizi per migliorare la fruizione della struttura 

NAPOLI – Si prospettano una serie di novità per il Museo archeologico di via Foria, il cui obiettivo è chiaro e cioè aumentare cospicuamente il numero dei visitatori. “Un milione entro la fine del mio mandato” dice il direttore Paolo Giulierini. 

Per raggiungere lo scopo è quindi necessario offrire ai visitatori anche una serie di nuovi servizi. Sono quindi previsti entro il 2019 due ristoranti (di cui uno gourmet), un bar e  un auditorium da 290 posti. Il Museo punta al raddoppio con la realizzazione di 5 nuove aree su 4 piani di 1100 mq. 

Giulierini, tornato alla guida del Mann dopo la sospensione legata alla sentenza del Tar che ne aveva annullato la nomina, spiega: “in un contesto di accesa competizione tra musei non può essere disattesa la parte dei servizi.  Questi miglioreranno la fruizione del museo. Al momento chi viene al Mann – sottolinea il direttore – può godere delle opere d’arte, ma l’unico servizio disponibile è rappresentato dalle sedute e dalla caffetteria che apriremo ad aprile. Così invece sarà possibile trascorrere intere giornate al museo, perché si potranno vedere film di archeologia, sostare per la lettura nei giardini o al bar, addirittura venire la sera al di fuori dell’orario del museo per gustare piatti tipici napoletani al ristorante. Un museo con non solo opere d’arte ma anche servizi è più attrattivo di un museo con la sola galleria”. 

Quest’anno intanto si prevede un superamento dei 500mila visitatori, quindi in 2 anni  è plausibile che il numero delle presenze possa essere  raddoppiato. Attualmente secondo Giulierini il museo è in grado di gestire 10mila visitatori al giorno, numero che consentirebbe appunto di arrivare al milione in due anni. D’altra parte il Mann è risultato nella Top 10 dei musei più amati d’Italia, secondo TripAdvisor, ottenendo 4.5 stelle di media recensioni e un “Certificato di eccellenza”.

 

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Palazzo Madama di Torino. Gianfranco Ferré “sotto un’altra luce”, in mostra gioielli e ornamenti. Foto

 Gianfranco Ferré, Bracciale pappagallo

Dal 12 ottobre 2017 al 19 febbraio 2018 duecento oggetti-gioiello ripercorrono per intero la vicenda creativa del celebre stilista italiano 

TORINO – “Nel gioiello, un mondo. O meglio il mondo. Da sempre oggetto di incommensurabile valenza simbolica, per me il gioiello concretizza un’infinità di riferimenti, di rimandi, di sguardi alle realtà più disparate, tanto reali quanto oniriche da cui traggo ispirazione. In ciò non sento la minima differenza tra ‘sognare’ un abito o un gioiello. Perché è del tutto simile l’impulso a ritrovare stimoli e suggestioni in un orizzonte infinitamente eterogeneo, privo di confini temporali non meno che spaziali”. Così Gianfranco Ferré descriveva il suo approccio nei confronti del gioiello.

Palazzo Madama di Torino, nell’aulica Sala del Senato, presenta Gianfranco Ferré. Sotto  un’altra  luce:  Gioielli  e Ornamenti, una mostra a cura di Francesca Alfano Miglietti, che offre l’opportunità di ammirare le incredibili creazione del celebre stilista, evidenziando come l’ornamento sia stato per lui una grande passione legata in modo inscindibile alle collezioni moda.

Spiega la curatrice: “Ferré costruisce una zona franca all’interno di un proprio mondo di riferimento, elaborando ogni oggetto sulla scia di un sistema di classificazione generale di concetti che diventano oggetti. E così pietre lucenti, metalli smaltati, conchiglie levigate, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche retrò, cristalli Swarovski, e ancora legno e cuoio e ferro e rame e bronzo, nel susseguirsi di un incantato orizzonte di spille, collane, cinture, anelli, bracciali, monili. Per Ferré l’ornamento non è il figlio minore di un prezioso, ma un concetto di eternità che deve rappresentare l’immanenza del presente”.

In esposizione oltre 200 oggetti, realizzati per sfilate dal 1980 al 2007, sono raccontati come complemento dell’abito e suo accessorio ma vengono esposti insieme ad alcuni capi in cui è proprio la materia-gioiello a inventare e costruire l’abito, diventandone sostanza e anima. Anche in questo caso l’attenzione di Gianfranco Ferré ai materiali è determinante, come parte essenziale della sua ricerca. 

La mostra, visitabile fino al 19 febbraio 2018, è organizzata e prodotta da Fondazione Gianfranco Ferré e Fondazione Torino Musei. Il progetto espositivo è stato realizzato dall’architetto Franco Raggi. 

La mostra è organizzata nell’ambito di “Torino Design of the City”, settimana di incontri, esposizioni e workshop dedicati al design promossa dalla Città di Torino.

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Vademecum

Palazzo Madama
Piazza Castello – 10122 Torino
Dal 12 Ottobre 2017 al 19 Febbraio 2018
Orari
da Lunedì a Domenica 10.00-18.00
Martedì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima
Orari Festività
Mercoledì 1 novembre: 10.00-18.00
Venerdì 8 dicembre: 10.00-18.00
Domenica 24 dicembre: 10.00-14.00
Lunedì 25 dicembre: chiuso
Martedì 26 dicembre: 10.00-18.00
Domenica 31 dicembre: 10.00-14.00
Lunedì 1 gennaio: 14.00-18.00
Sabato 6 gennaio: 10.00-18.00
Prezzi dei Biglietti Museo/Mostra
• Intero € 12,00
• Ridotto € 10,00
• Gruppi adulti € 10,00
Ingresso libero con Abbonamento Musei, Torino Piemonte e Torino + Piemonte Card.
Prenotazioni: 0115211788 prenotazioniftm@arteintorino.com

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Florence Biennale 2017. Premio alla carriera all’architetto Arata Isozaki

Arata Isozaki

Il Premio Lorenzo il Magnifico alla carriera viene conferito al grande architetto quale tributo  a  riconoscimento del suo straordinario operato e dei meriti conseguiti nell’ambito della cultura, dell’architettura in particolare

FIRENZE – Nella mattina di giovedì 12 ottobre viene  annunciato  il  conferimento  del  Premio  “Lorenzo  il  Magnifico”  alla carriera a Arata Isozaki. 

La Florence Biennale conferisce il Premio Lorenzo il Magnifico alla carriera ad Arata Isozaki  quale  tributo  a  riconoscimento  del  suo  straordinario  operato  e  dei  meriti conseguiti nell’ambito della cultura, dell’architettura in particolare. Progettando complessi architettonici che uniscono in sé l’eredità culturale orientale e occidentale, rafforzano il legame armonioso con il creato, e soddisfano perfettamente i bisogni degli artisti visivi e performativi oltre che del loro pubblico, egli ha dato forma a una meravigliosa visione di futuro sostenibile in armonia con la natura

Impossibilitato a esser presente a Firenze per ritirare il premio, l’architetto giapponese ha indirizzato questo messaggio ai responsabili di Florence Biennale:

“Per oltre dodici anni ho studiato la basilica di San Lorenzo, e nel 1992 ho pubblicato in giapponese il libro La magnificenza della Famiglia Medici poiché guardo con rispetto due architetti coinvolti nella progettazione di quell’architettura, Brunelleschi e Michelangelo, che considero i più talentuosi architetti nella storia dell’oriente e dell’occidente.

Ho disegnato due progetti per la città di Firenze immaginando come Brunelleschi e Michelangelo avrebbero potuto fare se fossero vissuti oggi, nella società contemporanea con la sua tecnologia e il suo sentire, totalmente diverso da quello del Rinascimento. Con la più recente tecnologia ho cercato di applicare la struttura cubica di Brunelleschi alla loggia degli Uffizi e la massa “corporea” di Michelangelo alla Stazione di Firenze.

Ho declinato ogni sorta di riconoscimenti e onorificenze offerte da varie istituzioni nel mondo. Tuttavia, il Premio “Lorenzo il Magnifico” è una eccezione dovuta alle ragioni testé menzionate. Grazie. Non ho altro da aggiungere”. 

Questo il testo della curatrice di Florence Biennale, Melanie Zefferino, redatto per l’occasione.

Nato  il  23  luglio  1931  a  Ōita,  Kyushu  (Giappone),  Arata  Isozaki  studia  architettura all’Università di Tokyo. Dopo la laurea diventa assistente di Tange Kenzō (1913-2005) e nei nove anni trascorsi lavorando sotto la sua guida collabora anche con il gruppo Urtec (Urbanisti e Architetti).

Nel 1963 apre il proprio studio di progettazione architettonica. Agli inizi degli anni 1970 prende le distanze dalle strutture di influenza Metabolista dei suoi primi lavori e inizia a considerare una serie di soluzioni “non orientali” per progettare costruzioni innovative quali il Museo d’Arte Moderna di Gunma e il Museo Civico d’Arte Kitakyushu di Fukuoka, entrambi completati nel 1974 – l’anno che lo ha visto ricevere il Premio di Architetto dell’anno dall’Istituto di Architettura del Giappone.

Gli anni Ottanta rappresentano un periodo di intenso lavoro per Isozaki, impegnato su diversi fronti a livello internazionale. Progetta, fra l’altro, il Museo d’Arte Grafica di Okanoyama fra il 1982 e il 1984. In quella finestra temporale vince il Premio Mainichi per l’arte. Progetta poi il Los Angeles Museum of Contemporary Art (MOCA) nel 1986. In quello stesso anno riceve la Royal Gold Medal dal Royal Institute of British Architects (RIBA), alla quale si aggiungono a breve altri riconoscimenti – il Premio internazionale “Architecture in Stone” nel 1987 e l’Arnold W. Brunner Memorial Prize dall’American Academy and Institute of Arts and Letters nel 1988.

Nel 1990 completa un altro complesso pionieristico destinato ad accogliere le arti, la Art Tower Mito  (ATM) a  Ibaraki (Giappone).  Quell’anno,  dopo  essere  entrato  a  far  parte  del  team  di architetti a contratto con la Disney in Florida, riceve il Chicago Architecture Award, a cui fa seguito il Honor Award dall’American Institute of Architects nel 1992. Nel 1994 diventa Honorary Fellow della RIBA, e si distingue ancora disegnando il Museo d’Arte Contemporanea di Nagi oltre che il Padiglione d’Arte e Tecnologia a Cracovia (Polonia).

Nel 1995 si inaugurano altre architetture di rilievo progettate dallo studio di Isozaki, fra cui Kyoto Concert Hall e il museo interattivo Domus – La Casa del Hombre di La Coruña (Spagna). Quest’ultimo è una delle prime costruzioni di Isozaki a incorporare forme curve, che in quel caso alludono alla fisicità del corpo umano.

Un anno dopo, alla Biennale di Venezia, espone il suo Progetto di città ideale mostrando come la propria idea di architettura combini e principi del Feng Shui e la geomanzia. Quel progetto anticipava Zhongyuan, modello presentato nell’ambito della Biennale di Architettura di Venezia nel 2012, dove Isozaki riceve il Global Art Foundation Award e l’European Cultural Centre Award. Nel 1998 si inaugura lo Shizuoka Convention and Arts Center GRANSHIP (1998) il complesso dello Shenzen Cultural Centre con una biblioteca e una sala da concerto (quest’ultima aperta nel

2007).

Verso la fine dei primi dieci anni del nuovo millennio Isoazki progetta altri complessi architettonici di rilievo in Cina, fra cui l’Accademia Centrale di Belle Arti e il Museo d’Arte Contemporanea di Beijing (2008), il Museo di Storia Naturale di Hezheng (2008), e il Museo Nazionale delle Paludi di Hangzhou (2009). Degno di particolare menzione è il progetto per il Shanghai Zendai Himalaya Art Center, inaugurato in anni recenti e considerato il “capolavoro architettonico-scultoreo della Cina del XXI secolo”. Questo complesso unisce in sé il Venu Himalayas Hotel con il suo centro commerciale, il Himalayas Art Museum e infine il DaGuan Theatre, uno spazio multifunzionale dotato di tecnologia digitale. I volumi laterali del Himalayas Center sono avvolti da pannelli in lattice con un intricato motivo decorativo Cinese che, secondo Isozaki, “si ispira a un oggetto di giada Liangzhu, e pertanto dà al complesso una connotazione culturale e naturale”. Incorporata nelle simmetrie geometriche dei “cubi cristallini” del complesso, la facciata a guisa di foresta evoca le montagne nella regione del Mustang (Nepal), ai confini con il Tibet. Queste erano rifugi segreti per romitori o monasteri poiché si ritiene che esse stesse conducano alla spiritualità.

Attualmente Isozaki è dedito al Museo Hunan in Cina, che s’inaugurerà a novembre. Il museo è destinato ad accogliere manufatti da Mawangdui, un sito archeologico a Changsha, dove sono state rinvenute le tombe di una famiglia regnante della dinastia Han. Per questa struttura Isozaki si è ispirato al disegno di un raro bronzo ornamentale tripede che è tesoro nazionale. Il museo, che si estende su quasi 80.000 m2 di superficie, si sorge su una collina del lago Dongting: il tetto a cristallo della struttura è ispirato all’acqua.

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Florence Biennale 2017. Gli appuntamenti di venerdì 13 ottobre

Florence Biennale 2017. Gli appuntamenti di venerdì 13 ottobre

Il fitto programma di appuntamenti della manifestazione continua con il conferimento del Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera per l’arte a El Anatsui

Questo il programma di venerdì 13 ottobre: 

ore 11.00 Conferimento del Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera per l’arte a El Anatsui. 

ore 16.00 “L’ultima cena di Sauro Cavallini'”, lecture a cura di Melanie Zefferino. 

ore 17.00 Lectio magistralis di Gregorio Luke. 

ore 18.00 Inaugurazione della mostra personale di Lin Mao promossa da AACI all’Archivio di Stato di Firenze. 

ore 18:15 Presentazione rivista “Art Market – International Art Magazine(area bookshop). 

ore 19.00 Presentazione e proiezione di gala del video-documentario In this Climate prodotto da Liberatum, con intervento del regista Tomas Auksas. 

Vademecum

XI Florence Biennale – Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea di Firenze 6 – 15 ottobre 2017
Fortezza da Basso, Viale Filippo Strozzi 1 – 50129 Firenze
info@florencebiennale.org www.florencebiennale.org Tel +39 055 3249173
Orari mostra: 10.00 – 20.00
Biglietto intero: intero € 8
Biglietto ridotto: intero € 5 per:
studenti universitari;
soci UniCoop Firenze;
soci Touring Club;
soci Icomos;
utenti ATAF&LI-NEA e BusItalia con abbonamento o titolo di viaggio obliterato in giornata;
dipendenti AMV Scarl o ACV Scarl;
dipendenti Publiacqua;
dipendenti Università di Siena;
possessori di abbonamento Teatro del Maggio Fiorentino;
soci AMFI – Associazione medici fotografi italiani;
soci Confcommercio/Federalberghi;
promozione “2.1” che consente ai soci del programma Cartafreccia di Trenitalia e ai possessori di un biglietto di viaggio valido sui treni Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca ed Intercity di Trenitalia con data di viaggio compresa all’interno del periodo di svolgimento della Manifestazione di acquistare due biglietti interi di ingresso al prezzo di uno;
clienti “Acqua dell’Elba” con scontrino attestante l’acquisto di prodotti effettuato durante i giorni della mostra;
over 65 anni;
diversamente abili con accompagnatore gratuito.

Ingresso gratuito per minori di 10 anni accompagnati.
Acquisto Catalogo della mostra: sconto del 10% sul prezzo di vendita presso il bookshop della mostra riservato a soci UniCoop Firenze, utenti ATAF&LI-NEA e BusItalia con abbonamento o titolo di viaggio obliterato in giornata, AMV Scarl o ACV Scarl.
Per ulteriori informazioni visitare il sito internet www.florencebiennale.org alla sezione INFO.

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Paul Gauguin protagonista nell’ultima puntata di Art Buffet

Paul Gauguin (1848-1903) Il pasto detto anche Le banane 1891 Olio su carta incollata su tela Cm 73 x 92 © RMN-Grand Palais (Musée d'Orsay) / DR

Venerdì 13 ottobre alle 13.45 su Rai5, lo chef Olivier Roellinger realizza un piatto che unisce la tradizione bretone ai sapori esotici della Polinesia ispirandosi a “Il pasto”, lavoro che Gauguin dipinse nel 1891

La Polinesia, terra esotica dai caratteristici colori, ha fatto da sfondo all’esistenza turbolenta e agli amori burrascosi di un grande pittore, Paul Gauguin. Nell’ultimo episodio della serie “Art buffet, i capolavori in cucina” lo chef Olivier Roellinger realizza un piatto che unisce la tradizione bretone ai sapori esotici della Polinesia ispirandosi a “Il pasto”, lavoro che Gauguin dipinse nel 1891, all’inizio del suo periodo tahitiano, e oggi conservato al museo d’Orsay. Si tratta di un dipinto molto particolare e di difficile interpretazione.  Non si tratta di un vero e proprio pasto: vi sono dei frutti, (la banana fei) e una ciotola ricolma di latte di cocco. Di fatto i tahitiani non siedono a tavola per consumare il loro pasto,  il quadro va dunque visto come una doppia composizione: un ritratto dei bambini e una natura morta che riguarda la frutta, un recipiente, una ciotola e una zucca vuota posti sul tavolo.

Nalla puntata di Art Buffet, con sapienza Roellinger richiama la Bretagna del diciannovesimo secolo in tutta la sua autenticità, mescolando sapori locali a prodotti come la banana fei che nasce a Tahiti. 

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