Fiera Antiquaria di Arezzo, la più antica sul territorio nazionale

Fiera Antiquaria di Arezzo, la più antica sul territorio nazionale

Il 30 settembre e 1 ottobre “la più Grande e la più Bella” tra tutti i mercati antiquari all’aperto

AREZZO – E’ giunta alla sua 593° edizione la Fiera Antiquaria di Arezzo, la più antica d’Italia. 

Il 30 settembre e il 1 ottobre, per le vie del centro storico, centinaia di espositori propongono a migliaia di visitatori da tutto il mondo i loro oggetti d’arte, i mobili, i gioielli e i bijoux, gli orologi, i libri e le stampe antiche, gli strumenti scientifici e quelli musicali, i giocattoli, la biancheria d’antan e ogni tipo di collezionismo, ma anche un vastissimo assortimento di modernariato, vintage e artigianato di qualità.

In occasione di questa edizione sarà possibile visitare dal 29 settembre al 1 ottobre, presso il Palazzo di Fraternita in Piazza Grande, la mostra dei pezzi di antiquariato messi all’asta, organizzata dalla Casa d’Aste Euroantico in collaborazione con Comune di Arezzo e Fiera Antiquaria

Domenica 8 ottobre sarà possibile partecipare alla vera e propria “Asta Antiquaria” che si svolgerà in due sessioni: una mattutina a partire dalle ore 10,30 e l’altra pomeridiana dalle ore 15.30

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Dal 30 settembre torna la 7ª edizione di ArtParma Fair

Dal 30 settembre torna la 7ª edizione di ArtParma Fair

 La fiera dedicata all’Arte Moderna e Contemporanea, un importante appuntamento per i collezionisti da tutta Italia e non solo

PARMA – La manifestazione si svolgerà nelle date 30 settembre – 1 ottobre e 6 – 7 – 8 ottobre 2017 alle Fiere di Parma (Padiglione 7), in concomitanza con Mercanteinfiera.

La fiera si estende su 5.000 mq di superficie e ospita oltre 80 espositori. Una importante vetrina dunque per tutte le correnti artistiche più influenti o emergenti – dall’Astrattismo alla Metafisica, passando dalla Pop Art all’Arte Concettuale, sino all’Arte Analitica, solo per citarne alcune, con un focus speciale sulle ultime tendenze e sugli artisti che meglio le rappresentano.

In particolare sarà presentata un’accurata scelta dei lavori di artisti importanti del 900 come Carla AccardiMario SironiMattia MoreniGiacomo BallaRenato GuttusoTano FestaFranco Rognoni e Trento Longaretti, scomparso recentemente. Ancora: Pino PinelliPaolo Cotani, il francese Victor Vasarely, fino ai più contemporanei Gioni David Parra e Achille Perilli.

Si potranno ammirare le creazioni in Top Lot di mostri sacri come Giorgio De ChiricoAndy Warhol e le acqueforti di Amedeo Modigliani. Non mancheranno ovviamente Mario SchifanoAlighiero Boetti, uno degli artisti più desiderati dal collezionismo che continua a registrare un trend positivo.

In scena inoltre firme affermate come quelle di Agostino BonalumiEnrico Castellani e Mario Sironi, gli italiani post war che rappresentano un investimento sicuro. Occhi puntati anche sui lavori di Piero Dorazio, artista romano che ha contribuito all’affermazione dell’astrattismo in Italia, mentre fra gli analitici, Art Parma Fair propone un altro romano, Paolo Cotani, mancato nel 2011 e attorno al quale si è registrato fermento in questo primo semestre del 2017.

Per quanto concerne le nuove tendenze c’è invece molta attesa per la bolognese Francesca Pasquali, artista contemporanea classe 1980, che si caratterizza per aver saputo creare nuove forme di comunicazione con il pubblico, che da osservatore diventa protagonista attraverso un’esperienza multisensoriale. L’italoamericano Michael Gambino regala invece ai suoi spettatori un linguaggio basato sulla farfalla come metafora della storia dell’uomo.

Fra gli altri artisti contemporanei presenti ci saranno Sara Varvello e Nadir Montagnana; Carla Bedini, che si caratterizza per lavorare il legno e la garza; Agostino Ferrari, esponente di spicco di quello che fu negli anni ’60 il Gruppo del Cernobio.  

Infine, verranno esposte le fotografie in bianco e nero di Fabrizio Garghetti, figura Fluxus del panorama italiano, attraverso scatti che l’autore ha realizzato a grandi interpreti del jazz internazionale come Miles Davis, John Coltrane, Charles Mingus, Ella Fitzgerald, Duke Ellington.

ArtParma Fair dedica inoltre una sezione a Contemporary Art Talent Show, ilprogetto di Arte Under 5000 Accessibile, riservato a gallerie, associazioni, artisti indipendenti e collettivi che presentino opere dal costo inferiore ai 5000 Euro. 

La rassegna si caratterizza inoltre quest’anno per l’alto tasso di adesione internazionale: oltre alla consueta partecipazione di un gruppo di gallerie turche, quest’anno i visitatori potranno assistere al debutto di una prestigiosa galleria iraniana, una cubana e una svizzera. 

Vademecum

Dal 30 Settembre 2017 al 08 Ottobre 2017
Fiere di Parma
Biglietto: Intero € 10
Info: +39 049 8800305  giulia@fierenef.com
www.artparmafair.it

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Michelangelo Pistoletto a Pistoia

Michelangelo Pistoletto a Pistoia

Una visita attesa da 24 anni quella del grande maestro che nel 1994 scelse la città toscana per presentare il “manifesto” di Progetto Arte

PISTOIA – Sabato 30 settembre alle ore 12, nella Sala Sinodale del Palazzo dei Vescovi di Pistoia, Michelangelo Pistoletto presenterà in anteprima “Ominiteismo e Demopraxia” uno scritto che uscirà in libreria per Chiarelettere il 5 ottobre.

Questo lavoro di Pistoletto invita ciascuno di noi a mettere in pratica la democrazia e ad esercitarla in ogni piega del nostro quotidiano, mettendo al primo posto, nel nostro vocabolario intimo, la parola responsabilità. 

Il pubblico verrà inoltre accolto, nella medesima sala che ospita l’Arazzo Millefiori, opera medievale dall’ordito in seta e lana, popolata da animali selvatici e da una grande quantità di fiori, dal Terzo Paradiso, simbolo del pensiero pistolettiano.

L’Arazzo, come pure il Terzo Paradiso, racconta trame di vita, un tessuto umano e proprio come il Terzo Paradiso pistoiese è di fattura artigianale. Un’opera collettiva fatta di riuso, realizzata dalle donne della cooperativa sociale Manusa, che hanno tagliato, aggiustato e ricomposto i panni usati. 

Alle ore 17,30 il Terzo Paradiso lascerà il Palazzo del Vescovi per attraversare le vie del centro storico ed entrare nella Galleria Vannucci dove, alle 18, aprirà la mostra “Pistoia 30 settembre 2017- Michelangelo Pistoletto presente” che resterà fino al 13 novembre. 

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Museo Egizio di Torino. La Notte dei Ricercatori con “Vero o Falso?”

Museo Egizio di Torino. La Notte dei Ricercatori con “Vero o Falso?”

Venerdì 29 settembre apertura straordinaria fino alle 24.00. 15 postazioni e un team di esperti per sfatare i miti e i luoghi comuni sull’antico Egitto

TORINO – “Vero o Falso?” è la serata organizzata dal Museo Egizio di Torino per la Notte Europea dei Ricercatori . Ad attendere i visitatori ci saranno 15 postazioni che daranno vita a un affascinante percorso per sfatare i miti e i luoghi comuni sull’antico Egitto. Esperti di diverse discipline, egittologi, archeologi, restauratori, geologi, antropologi e radiologi, a partire dalle ore 19:00, racconteranno quanto l’attività di ricerca sia preziosa per la vita museale, rispondendo a curiosità e domande legate ai grandi miti dell’antico Egitto e mostrando i progetti di ricerca e restauro in corso sui reperti della collezione del Museo.

Nella Galleria dei Re si indagherà l’immagine dell’Egitto data dalla Bibbia con l’intervento “Esodo e controesodo. Egitto e Canaan tra Bibbia e archeologia”, oltre ad addentrarsi nelle leggende legate alla fondazione della nostra città con l’incontro  “Torino ha origini Egizie?”.

All’interno della Sala Mostre sarà protagonista la figura dell’archeologo con il mito cinematografico di Indiana Jones, mentre in Sala 2 piccoli e grandi visitatori saranno accolti dai geologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino per osservare al microscopio le pietre utilizzate nell’antico Egitto. L’appuntamento sarà poi con le leggende e le teorie più accreditate sulla costruzione delle piramidi, passando per un appuntamento legato alla moda lungo le rive del Nilo.

Per i più superstiziosi si parlerà anche delle maledizioni dei faraoni con “La potenza della parola”. In Sala 4 Egittologia e Astronomia si confronteranno sulla conoscenza del cielo e delle stelle nell’antico Egitto, mentre in Sala 5 e 6 i visitatori potranno conoscere da vicino i personaggi che resero grande la civiltà sorta lungo le rive del Nilo.

Ulteriori tavoli saranno riservati ai risultati della ricerca sulle mummie umane e animali del Museo, un viaggio attraverso raggi X, TAC e indagini diagnostiche fondamentali per la conservazione e il restauro dei preziosi reperti.

Il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino dedicherà invece un laboratorio al blu egiziano, partendo dalle conoscenze sull’antica preparazione del pigmento per poi mostrare le tecniche di restauro dei manufatti.

Tra i miti da sfatare non poteva mancare, inoltre, un intervento sul famoso film “The Mummy”(1999), occasione per conoscere più da vicino i papiri della collezione del Museo.

Vademecum

Vero o Falso?
sabato 29 settembre, dalle ore 18.30 alle ore 24.00 (ultimo ingresso ore 23.00)
Prezzo al pubblico: € 5.00 (non saranno riconosciute la Carta Abbonamento Torino Musei, Torino Card e Piemonte Card e saranno sospese visite guidate sia esterne che interne)
Telefono: 011 4406903 – mail: info@museitorino.it

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Rai 5. Antonio Paolucci racconta la Basilica di San Pietro in Vaticano

Rai 5. Antonio Paolucci racconta la Basilica di San Pietro in Vaticano

Mercoledì 27 settembre alle 19.25 per la serie “I luoghi simbolo del Giubileo” comincia un viaggio nella storia della Chiesa, nelle profondità e nelle mutazioni della storia e soprattutto nello splendore dell’arte italiana

Un percorso attraverso i luoghi simbolo del Giubileo e i capolavori artistici che a Roma, nella capitale del Cattolicesimo, hanno dato immagine alle forme della spiritualità e della religione.

A fare da guida in questo itinerario artistico e spirituale, lo storico dell’arte Antonio Paolucci. Dalle grandi Basiliche come San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura ai luoghi celebri della devozione popolare, come il santuario della Scala Santa e i siti monumentali legati al culto dei martiri: il Colosseo, San Pietro in carcere nel Foro romano, San Pietro in Vincoli, il Pantheon. I capolavori artistici, immagine della spiritualità e religione, come le tele del Caravaggio che rappresentano il martirio di San Pietro e di San Paolo, nella Cappella Cerasi a Santa Maria del Popolo; o le forme pittoriche del naturalismo che si piegano ai valori evangelici della Misericordia e della Conversione, sempre in confronto con il Caravaggio, simboleggiate  dai dipinti “Chiamata di Matteo” e “Madonna di Loreto, nella chiesa di San Luigi dei Francesi e Sant’Agostino che ospita la Madonna di Loreto. 

Nella prima puntata, Paolucci spiega come dal martirio di un uomo, ebreo itinerante giustiziato per croce al tempo dell’imperatore Nerone, è nata la straordinaria concentrazione artistica e monumentale di S. Pietro in Vaticano, il cuore della Cristianità, che da secoli accoglie con l’abbraccio in pietra del suo colonnato, i pellegrini da tutto il mondo.

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Dal Palazzo di Guarene al Mattatoio di Madrid

Madrid. Come ilgiornaledellarte.com aveva annunciato in anteprima a febbraio 2016, un centinaio di opere della collezionista torinese Patrizia Sandretto Re Rebaudengo verranno esposte in permanenza a Madrid.Dopo quasi due anni di trattative, lunedì a Madrid è stato firmato l’accordo tra la collezionista (che aveva preso in considerazione anche Londra, Berlino e Lisbona), la sindaca di Torino Chiara Appendino e quella di Madrid Manuela Carmena, che cede per 50 anni lo spazio espositivo in cambio di cento opere in comodato. Queste verranno esposte a rotazione nel capannone 9 (la Nave 9) del Matadero, l’antico mattatoio di Madrid, riaperto nel 2007 come centro culturale polivalente.Patrizia Sandretto ha annunciato che in futuro nella raccolta aumenterà la presenza di artisti spagnoli e che la fondazione produrrà anche opere e progetti, oltre a organizzare mostre temporanee, workshop e altri programmi educativi «come fa a Torino da vent’anni». La collezionista ha assicurato che la sede italiana e quella spagnola saranno completamente indipendenti. «Madrid è una grande capitale europea e un ponte con l’America Latina, un continente sempre più importante nel mondo dell’arte contemporanea», ha spiegato, senza nascondere la soddisfazione.Dirigerà lo sbarco della Sandretto a Madrid Carmelo di Gennaro, conosciuto e stimato per avere diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, durante uno dei suoi periodi più attivi, tra il 2010 e il 2016. Il compito di preparare la nuova casa della raccolta è stato affidato a David Adjaye, architetto del Ghana, autore della nuova sede del National Museum of African American History & Culture a Washington, parte della Smithsonian Institution, e lo spagnolo Arturo Franco, responsabile già di vari interventi nel Matadero. Questo immenso insieme di edifici, diretto dalla specialista in videoarte Carlotta Alvarez Basso, accoglie diverse istituzioni e oltre duemila attività all’anno. Solo la Nave 9, costruita nel 1932 come mattatoio di volatili, occupa una superficie di 6.300 mq, il doppio della sede torinese della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che ha aperto il suo primo spazio espositivo nel palazzo di famiglia a Guarene d’Alba.La sindaca di Madrid ha assicurato che «creerà opportunità per artisti, curatori e amanti dell’arte contemporanea», ciononostante il progetto ha suscitato critiche e un certo malessere in alcuni ambiti artistici della capitale spagnola, che lo accusano di opacità (i dettagli dell’accordo non sono stati resi noti) e di essere completamente estraneo alla realtà e alle problematiche dell’arte in Spagna. Articoli correlati:La collezione Sandretto va a Madrid

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Al MAXXI la prima personale in Italia di Kemang Wa Lehulere

Kemang Wa Lehulere in his studio, Cape Town 2016 Photo: © Paul Samuels

“Bird Song”  è il titolo della mostra presentata dal MAXXI con Deutsche Bank di uno degli artisti sudafricani più interessanti della nuova generazione, vincitore del premio Deutsche Bank’s “Artist of the Year” 2017 

ROMA –  Si chiama “Bird Song” la prima personale in Italia dell’artista sudafricano Kemang Wa Lehulere, vincitore del premio Deutsche Bank’s Artist of the Year 2017, ospitata dal 27 settembre al  26 novembre 2017 al MAXXI di Roma e curata da Britta Färber, capo curatrice del dipartimento di Arte, Cultura e Sport di Deutsche Bank e Anne Palopoli curatrice del MAXXI.

Si tratta di un progetto incentrato sul dialogo tra le sue opere e quelle di Gladys Mgudlandlu (1917-1979) un’artista autodidatta le cui opere erano incentrate soprattutto su paesaggi e uccelli, che le valsero il soprannome di Bird Lady

L’incontro di Wa Lehulere con l’arte di Mgudlandlu è puramente casuale. L’artista, infatti, cresciuto a Gugulethu, una township di Città del Capo, nello stesso quartiere della Mgudlandlu, scopre che sua zia Sophia Lehulere aveva visitato la casa della pittrice e conservava ancora il ricordo dei suoi murales: insieme a lei inizia dunque una ricerca sulle tracce di quei dipinti, riportandone alla luce alcuni che hanno ispirato questo progetto. 

Nella mostra romana sono quindi esposti una serie di lavori dal titolo Does this mirror have memory (2015) composti da dipinti della Mgudlandlu, ed elaborazioni disegnate con il gesso su lavagne nere, realizzate dall’artista insieme alla zia Sophia. Scopo del progetto non è tuttavia quello di riabilitare la memoria di un’artista dimenticata, quanto quello di creare un dialogo tra il presente e il passato del Sud Africa. L’arte di Wa Lehulere esprime un profondo radicamento con la terra di origine e con la propria storia personale. La forza del suo lavoro risiede inoltre nelle questioni che solleva, relative alla scrittura della storia, alla fallibilità della memoria e l’impossibilità di un tempo che sia lineare. Nell’analisi della propria storia, di quella delle persone che lo circondano e di intere nazioni, le opere dell’artista ci interrogano su quale sia il terreno comune tra memoria personale e storia autorizzata.

La mostra, che si inserisce nell’ambito di Expanding The Horizon, l’iniziativa promossa dal MAXXI per sviluppare ambizioni globali e collaborazioni tra il museo, e altri istituti e collezioni private, presenta circa venti opere, tra cui anche due grandi installazioni. La prima è My Apologies to Time (2017) che dialoga con alcuni acquerelli di Gladys Mgudlandlu che rappresentano paesaggi al limite dell’astrazione, interpretabili come inno alla libertà, ma anche come denuncia delle deportazioni cui la popolazione nera venne costretta durante l’Apartheid.  La seconda Broken Wing (2017) attraverso la quale l’artista esprime la sua denuncia nei confronti delle passate condizioni coloniali.

Il titolo dell’esposizione, BIRD SONG, è ripreso da una canzone jazz scritta per Miriam Makeba. Il jazz è parte integrante della vita e dell’opera di Wa Lehulere. In edizione esclusiva per la mostra, l’artista ha composto e registrato un album con il musicista Mandla Mlangeni, il cui spartito fa parte dell’opera Lefu la ntate (2017) realizzata con un pentagramma di capelli neri, un omaggio alla musica, all’identità nera, alla resistenza e alla lotta per la libertà e l’uguaglianza, rappresentati dallo stile delle acconciature afro.

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www.maxxi.art  | http://art.db.com | www.db.com/italia

 

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Martedì Critici. L’Art Forum Würth Capena ospita Hermann Nitsch

cappella nitsch © fabio donato

Martedì 3 ottobre il secondo appuntamento autunnale del progetto culturale  a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

ROMA – Sarà Hermann Nitsch, massimo esponente del movimento dell’azionismo viennese, ad essere protagonista del secondo appuntamento de I Martedì critici, all’Art Forum Würth Capena

Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti dialogheranno con l’artista attualmente presente nella mostra collettiva in corso all’Art Forum Würth Capena “A.E.I.O.U. Da Klimt a Hausner a Wurm-L’arte austriaca nella Collezione Würth” con due opere, “Secessione“ (1987) e “Dettaglio di un All-Over Painting dell’O. M. Theater” (1984-85).

Nitsch (Vienna, 1938), padre del movimento nato a metà degli anni Sessanta che annovera tra i suoi esponenti anche Günter Brus, Otto Mühl, e Rudolf Schwarzkogler, ha fondato tra il 1957 e il 1960 il “Teatro delle Orge e dei Misteri”. Gesamtkunstwerk, ovvero opera d’arte totale che unisce in modo sinestetico il dramma, la pittura e la musica (composta dallo stesso Nitsch) e che viene vissuta dallo spettatore-attore come una festa della durata di più giorni la cui azione catartica è paragonabile alla psicanalisi.

Sempre agli anni Sessanta risalgono anche i primi Schüttbilder, ovvero opere pittoriche ottenute con il versamento di colore e talvolta sangue su tela. Le azioni come l’O.M.T. prevedono spesso il dilaniamento di corpi animali e la manipolazione delle loro viscere. Queste operazioni di forte impatto emotivo costarono a Nitsch due settimane di carcere nel 1965. Tuttora attirano diverse critiche e manifestazioni di protesta da parte degli animalisti. Tuttavia l’artista ha sempre voluto chiarire che i corpi degli animali erano provenienti da macelli e dunque non uccisi durante le azioni perfomative, volte a innescare una sorta di reazione catartica per superare grandi tabù morali quali quelli del sesso e della morte. 

Hermann Nitsch è particolarmente legato all’Italia. Ha vissuto ad Asolo in Veneto e in una casa di pescatori vicino all’area archeologica di Cuma presso Napoli nel 1979. Nel 2008 Giuseppe Morra, suo storico gallerista, ha inaugurato a Napoli il Museo Nitsch (l’altro museo monografico si trova a Mistelbach nella Bassa Austria). A Torrita Tiberina, Comune in provincia di Roma non lontano da Capena, la Fondazione Mario e Maria Pia Serpone custodisce all’interno di un parco di sculture una cappella che ha accolto una Malaktion (azione pittorica) dell’artista. Il CIAC di Foligno (Centro Italiano Arte Contemporanea) ha recentemente ospitato la mostra “Hermann Nitsch – O.M.T. Colore dal rito”.

L’Art Forum Würth Capena metterà a disposizione gratuitamente per l’occasione un pullman che partirà da Roma, piazza Mancini, alle ore 18. La prenotazione è obbligatoria fino ad esaurimento posti disponibili.

https://imartedicritici.com/

Vademecum

Art Forum Würth Capena
13.2.2017 – 26.1.2019
Orario di apertura al pubblico:
Lunedì – sabato 10.00 – 17.00
Domenica e festivi chiuso
Ingresso gratuito

 

Ritratto Nitsch © Jaroslav Barbec

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