Al via la partnership triennale tra Galleria Borghese e Maison Fendi

Al via la partnership triennale tra Galleria Borghese e Maison Fendi

Il sodalizio prevede la costituzione del centro di ricerca “Caravaggio research institute”. Partirà con il prestito di tre quadri di Caravaggio al Getty Museum di Los Angeles e con la mostra monografica del Bernini che sarà inaugurata il 1 novembre alla Galleria Borghese

ROMA – La celebre maison di moda italiana stringe un importante sodalizio con la Galleria Borghese. Si tratta di un progetto ambizioso, presentato in una conferenza stampa che si è tenuta proprio alla Galleria Borghese, alla presenza del ministro dei beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, del direttore della Galleria Borghese, Anna Coliva, del presidente e amministratore delegato Pietro Beccari e di Silvia Fendi Venturini. 

Il progetto di partnership prevede la costituzione del “Caravaggio research institute”, un centro di studi, diagnostica e ricerca storico-artistica su Caravaggio, ideato dalla stessaAnna Coliva e divulgato attraverso un programma espositivo internazionale sull’artista, e il sostegno per tre anni consecutivi alle mostre che avranno luogo presso la Galleria Borghese.

Come ricordato dalla Direttrice l’introduzione della ricerca all’interno del museo è frutto di un lungo lavoro, un traguardo molto importante dunque, impossibile da realizzare senza il sostegno di casa Fendi. “Musei internazionali ospiteranno il nostro progetto di ricerca proprio per questo la prima tappa sarà a novembre al Getty Museum di Los Angeles al quale andranno tre quadri di Caravaggio. Il sodalizio sarà immediato con la mostra monografica del Bernini che sarà inaugurata al pubblico dal 1 novembre presso la Galleria Borghese” – ha detto Coliva. “La durata del prestito sarà di due mesi e la prossima mostra, ci auguriamo, sia in estremo oriente” – ha aggiunto la direttrice. 

Il progetto si completerà poi con la creazione di una piattaforma digitale che rappresenterà la più esaustiva banca dati online relativa al Caravaggio. 

Pietro Beccari, Presidente e Amministratore Delegato di Fendi, ha dichiarato di essere molto orgoglioso di questa collaborazione. “Il progetto – ha detto Beccari – è nato con una provocazione di Franceschini che mi disse se avevamo voglia di ‘adottare’ un museo. Siamo orgogliosi di sostenere la Galleria Borghese, valorizzare ed esportare l’arte italiana nel mondo”. Il presidente ha poi aggiunto: ”Non posso quantificare il contributo di Fendi. “L’impegno economico della Fontana di Trevi si riferiva all’appalto. Questo è un impegno privato. Posso dire che l’impegno di Fendi su Roma è stato superiore ai 10 milioni di euro nei passati 6 anni” ha spiegato Beccari. 

Dal canto suo Franceschini ha invece voluto rimarcare il lavoro della maison Fendi. “Il gruppo Fendi ha fatto delle scelte importanti. Si è mostrato al mondo con il restauro della Fontana di Trevi o con la sfilata. Ci sono tanti musei in Italia, copiate da Fendi e dalla Galleria Borghese”. 

Il ministro ha quindi concluso: Adesso c’è un incentivo fiscale che è il più forte d’Europa. Sono stati raccolti in tre anni più di 170 milioni e sono già 3.500 i donatori, grandi imprese e piccole donazioni. Si sta muovendo in fretta quello che è rimasto fermo”. 

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Novantanove opere di Mao Jianhua in mostra al Vittoriano di Roma

Novantanove opere di Mao Jianhua in mostra al Vittoriano di Roma

“The Timeless Dance. Beyond the Mountains” questo il titolo della mostra. Un viaggio fantastico che si snoda in un percorso a spirale di sette tappe, suddiviso per concetti ed emozioni alla scoperta delle opere e dell’universo dell’artista cinese

ROMA – Dal 13 al 26 settembre, presso il Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma, è possibile ammirare 99 opere di Mao Jianhua, imprenditore e pittore cinese i cui dipinti sono spesso firmati con gli pseudonimi “Jizushanren” (uomo di Jizu, la montagna dove Mao si reca regolarmente per la meditazione) o “Zhuoweng” (uomo che segue la propria natura primordiale, mettendo da parte sovrastrutture ed elementi artificiali, ritornando all’infanzia e alla natura).

“The Timeless Dance. Beyond the Mountains” questo il titolo della mostra ad ingresso gratuito realizzata sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e con il Patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale.

E’ un viaggio fantastico che si snoda in un percorso a spirale di sette tappe, suddiviso per concetti ed emozioni alla scoperta delle opere e dell’universo di valori di Mao Jianhua.

Sono tutte eseguite con pennello e inchiostro su carta di cotone fatta a mano con dimensioni che variano dai fogli di piccolo formato al rotolo più imponente che raggiunge la larghezza di sette metri.

Un movimento continuo degli occhi, della testa, del proprio corpo, del proprio respiro. Ci si sente come senza peso, agili nel percorrere ripide vie in salita, impervi sentieri che solcano alte montagne rocciose, per poi ricadere giù, su rivoli e distese d’acqua, a osservare le sagome polimorfe di alberi fitti e di cespugli che paiono animarsi. E’ quanto accade – spiega la curatrice Martina Marzotta – quando ci si trova di fronte alle pennellate d’inchiostro che spaziano dal nero più cupo alle più tenui sfumature di grigio – in alcuni casi interrotte da meravigliose tinte pastello – e che si estinguono poi nel bianco più assoluto. Ogni opera di Mao Jianhua sottintende una verità interiore e metafisica che è insieme immersa nell’esperienza di vita”.        

Sono quei paesaggi dell’anima che tutti noi possiamo rivivere nelle straordinarie pennellate calligrafiche in bianco e nero, negli spazi vuoti che risuonano e nei fitti segni grafici che si trasformano allo sguardo, nell’abisso delle montagne come nello spazio aereo che sovrasta le acque.

Vademecum

The Timeless Dance. Beyond the Mountains
13 – 26 settembre 2017
Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, Roma
Ingresso gratuito
Orari apertura
dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30
venerdì e sabato 9.30 – 22.00
Domenica 9.30 – 20.30
Catalogo edito da Edizioni Plan
www.maojianhua.com

 

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Milano. Al MUDEC alla scoperta del Faraone Amenofi II

Milano. Al MUDEC alla scoperta del Faraone Amenofi II

Cuore dell’esposizione è la scoperta della tomba del sovrano da parte dell’archeologo Victor Loret nel 1898, i cui documenti erano sconosciuti fino a una quindicina di anni fa

MILANO –  Il MUDEC, Museo delle Culture di Milano, ospita a partire dal 13 settembre 2017,  la mostra Egitto. La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II, a cura degli egittologi Patrizia Piacentini e Christian Orsenigo.

L’esposizione presenta il racconto della storica ed eroica figura del faraone Amenofi II, vissuto tra il 1427 e il 1401 a.C. durante la XVIII dinastia (1550 – 1295 a.C.), figlio del grande Thutmosi III, ma anche la ‘riscoperta’ archeologica del grande ritrovamento della sua tomba nella Valle dei Re. 

Cuore dell’esposizione è infatti rappresentato proprio dalla scoperta della tomba del faraone da parte dell’archeologo Victor Loret nel 1898, i cui documenti erano sconosciuti fino a una quindicina di anni fa e che in questa occasione verrano esposti per la prima volta  al pubblico in un contesto assolutamente “teatrale”. 

L’archeologo Loret portò alla luce non solo la mummia del faraone Amenofi, ma anche quelle di alcuni celebri sovrani del Nuovo Regno, conservate in quel luogo con lo scopo di sottrarle alle offese dei profanatori di tombe. Tra gli altri corpi ritrovati anche quelli della madre e della nonna di Tutankhamon.

I preziosi materiali d’archivio dell’archeologo ed egittologo saranno  quindi presentati in mostra coniugando scientificità ed emozione, cercando di far rivivere l’esperienza della straordinaria scoperta, attraverso una ricostruzione in scala 1:1 della sala a pilastri della tomba di Amenofi II. I visitatori saranno quindi coinvolti in una esperienza immersiva che evocherà le antiche atmosfere nilotiche, consentendo di entrare in contatto con le credenze funerarie attraverso l’esplorazione della stessa camera funeraria. 

In esposizione ci saranno inoltre reperti provenienti dalle più importanti collezioni egizie mondiali: dal Museo Egizio del Cairo al Rijksmuseum van Oudheden di Leida, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Da queste realtà museali e da collezioni private provengono statue, stele, armi, oggetti della vita quotidianacorredi funerari mummie.

La mostra, visitabile fino al 7 gennaio 2018, è promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, che ne è anche il produttore, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.

Vademecum

Egitto. La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II

Dal 13 Settembre 2017 al 07 Gennaio 2018
MILANO, MUDEC – Museo delle Culture di Milano
Info. +39 0254917
SITO UFFICIALE: http://www.mudec.it/

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Museo e Real Bosco di Capodimonte, le aperture straordinarie

Museo e Real Bosco di Capodimonte, le aperture straordinarie

Il 14 settembre apertura serale per ammirare a prezzo scontato le mostre in corso, il 15 settembre nuovo appuntamento con gli Aperitivi musicali 

NAPOLI – Per il mese di settembre proseguono tutti i giovedì le aperture serali straordinarie al Museo e Real Bosco di Capodimonte. Un’occasione per ammirare al prezzo scontato di 4 euro le mostre in corso Van Dyck nell’ambito del ciclo L’opera si racconta (sala 6, primo piano) e Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia, a cura di Sylvain Bellenger e Laura Trisorio (sala 82, secondo piano) nell’ambito del ciclo Incontri Sensibili, che mette a confronto in questo caso due opere dell’artista belga realizzate interamente con gusci di scarabeo gioiello, elemento distintivo e ricorrente della sua ricerca – Spanish Sword (Knight of modesty) / Spada spagnola (Cavaliere di umiltà) Railway Tracks to Death / Binari verso la Morte – con la Wunderkammer o “camera delle meraviglie”, una raccolta di curiosità tipica delle collezioni d’arte del Cinquecento e Seicento custodite al Museo di Capodimonte.

Sarà inoltre visitabile la Collezione Farnese al primo piano e al secondo piano la Galleria delle arti a Napoli dal ‘200 al ‘700, l’arte contemporanea.

Inoltre, dalle ore 20.30 alle 22.00, terzo appuntamento con Tammorre al Bosco (Porta di Mezzo), evento per la promozione della musica popolare organizzato dall’associazione MusiCapodimonte di Aurora Giglio. Giovedì 14 settembre sarà la volta di “Napoliextracomunitaria: Extra – l’hinterland vesuviano: la tradizione” con special guest della serata il noto percussionista Peppe Sannino.

Info: Associazione MusiCapodimonte, info@musicapodimonte.it – 339 1367598.

Venerdi 15 settembre, dalle 19.00 alle 2.30 nuovo appuntamento con gli Aperitivi musicali nei cortili del Museo di Capodimonte, a cura di Drop, con Nabilah e Lunare Project per 90’s Connection (Lunare Project, Napoli Files Live, Special Delivery, Biccari & Corvino, Prota & Marengo). Visual project: mscompany.it. Ingresso in lista: dropmusicjuice@gmail.comreservation@nabilah.itr, eventi@lunareproject.com.

Ingresso: gratuito entro le 21.00, al costo di 10,00 euro dopo le 21.00.

Per tutto il mese di settembre prosegue la campagna social del Mibact- Ministero dei Beni e delle Attività culturali #mirabilivisioni o #settembrealmuseo: una sorta di caccia al tesoro digitale per catturare “visioni particolari che destano meraviglia” nelle tantissime opere del patrimonio culturale italiano. I visitatori, muniti di smartphone o macchina fotografica sono invitati a cercare immagini di festa raffigurate nelle opere e nelle collezioni nei 420 musei e luoghi d’arte statali (sculture, vasi, arazzi, affreschi, tele, tavole) e a condividerle sui social network. Per scaricare tutte le locandine social www.beniculturali/settembrealmuseo.

Vademecum
 
Dal 14 Settembre 2017 al 15 Settembre 2017
NAPOLI, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Info: +39 081 7499130
mu-cap.accoglienza@capodimontebeniculturali.it

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Il “viaggio della Costituzione” parte da Milano

Il

Nell’anno delle celebrazioni per il 70° Anniversario della Costituzione della Repubblica Italiana, un progetto itinerante, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che porterà la Carta Costituzionale in dodici città italiane

MILANO – Il “Viaggio della Costituzioneè partito da Milano. Il progetto, nell’anno delle celebrazioni per il 70° Anniversario della Costituzione della Repubblica Italiana, è stato inaugurato presso la Sala delle Cariatidi di Palazzo Realelunedì 11 settembre. 

Le tappe previste del viaggio, oltre a Milano, sono Catania, Reggio Calabria, Bari, Cagliari, Aosta, Roma, Venezia, Firenze, Trieste, Assisi e Reggio Emilia. Ogni città è associata a uno dei primi dodici articoli  e un tema, intorno al quale saranno promosse occasioni di incontro e dialogo.

La tappa milanese, visitabile fino al 17 settembre, è dedicata al primo articolo della Costituzione – L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione – e a una importante riflessione sul tema della Democrazia

La mostra itinerante è inoltre arricchita da approfondimenti grafici e multimediali: filmati storici, frasi celebri di personaggi chiave, commenti audio ai 12 articoli fondamentali affidati alle parole di Roberto Benigni

Al termine del percorso, i visitatori avranno la possibilità di rinnovare la propria adesione alla Costituzione con un atto simbolico, ovvero l’apposizione di una firma virtuale accanto a quella dei Padri Costituenti.

“L’iniziativa che invita ogni cittadino a firmare la carta non è retorica. È un evento inclusivo” – ha spiegato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, in occasione dell’inaugurazione del progetto. – “È un onore per Milano che questo viaggio parta da qui e che sia legato al più importante articolo della Costituzione quello che sancisce la democrazia” – ha detto ancora il primo cittadino. 

A presenziare alla prima tappa di questo viaggio anche il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il quale ha sottolineato: “La Costituzione va ricordata per la sua attualità, perché è un testo vivo. Esso contempla delle modifiche ma i suoi principi fondamentali sono irremovibili. Questo esercizio che facciamo di coltivare la memoria – ha concluso Gentiloni – è prezioso perché un grande Paese non può non coltivare la memoria delle sue istituzioni”

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Opere d’arte del valore di sette milioni di euro recuperate dai Carabinieri

Opere d'arte del valore di sette milioni di euro recuperate dai Carabinieri

Tra i beni trafugati e recuperati grazie all’operazione denominata “Start up”, anche una splendida pala d’altare di fattura fiamminga datata 1520 e una bellissima statua in marmo raffigurante “Madonna con bambino” risalente al 1500 

ROMA – Un bottino del valore di  7 milioni di euro quello recuperato dai carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, che hanno anche sgominato un’organizzazione criminale, fulcro di un crocevia internazionale di ricettazione di opere d’arte rubate, con sede a Napoli. 

L’operazione, denominata Start up, ha permesso il recupero di beni trafugati da chiese ed istituti religiosi. Tra le opere anche una  splendida pala d’altare di fattura fiamminga raffigurante “La stazione XII della via Crucis: Gesù muore in croce”, datata 1520 e rubata a Mons (Belgio), nel luglio del 1990, in un Istituto religioso e una bellissima statua in marmo raffigurante “Madonna con bambino” risalente al 1500 trafugata nel 1997 presso la Chiesa “Santa Marta” (Arciconfraternita di San Vitale) di Napoli.

L’operazione e i beni recuperati verrano presentati nel corso di una conferenza che si terrà alle 11.30 presso la sede del Comando a Roma, in via Anicia 24, dai procuratori di Isernia, Paolo Albano, e di Velletri, Francesco Prete, e dal comandante Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, generale di brigata Fabrizio Parrulli. 

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Praemium Imperiale 2017, i nomi dei vincitori

Praemium Imperiale 2017, i nomi dei vincitori

Neshat per la pittura, Anatsui per la scultura, Moneo per l’architettura, N’Dour per la musica, Baryshnikov per il teatro/cinema. La premiazione avrà luogo il 18 ottobre a Tokyo

ROMA – Si è svolta martedì 12 settembre, in contemporanea con Tokyo, Londra, New York, Parigi e Berlino, la conferenza stampa nella quale sono stati annunciati i nomi dei vincitori dell’edizione 2017 del prestigioso Praemium Imperiale, assegnato dalla Japan Art Association.

Sono l’iraniana Shirin Neshat per la pittura, il ghanese El Anatsui per la scultura, lo spagnolo Rafael Moneo per l’architettura, il senegalese Youssou N’Dour per la musica e lo statunitense-lettone Mikhail Baryshnikov per il teatro/cinema, i vincitori della ventinovesima edizione di questo importante riconoscimento che conferisce un prestigio internazionale in campo artistico pari a quello dei Premi Nobel in campo scientifico. 

Gli artisti, premiati per i risultati conseguiti, per l’influenza da essi esercitata sul mondo dell’arte a livello internazionale e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività, riceveranno ciascuno un ricco premio pari a 15 milioni di yen (circa 117.000 euro), un diploma e una medaglia conferiti dal Patrono Onorario della Japan Art Association, il Principe Hitachi, durante la cerimonia di premiazione che si svolgerà a Tokyo il prossimo 18 ottobre.

I premiati vengono ogni anno scelti tra una rosa di candidati proposti da appositi Comitati nazionali di Giappone, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia. Tra i Consiglieri internazionali figurano statisti ed esponenti di spicco del mondo istituzionale, politico e culturale: Lamberto Dini, Klaus-Dieter Lehmann, William H. Luers, Christopher Patten, Jean-Pierre Raffarin e Yasuhiro Nakasone. Sono Consiglieri onorari Jacques Chirac, David Rockefeller Jr. e François Pinault.

I vincitori del 2017 vanno dunque ad aggiungersi ai 144 artisti già insigniti del premio, tra i quali Claudio Abbado, Gae Aulenti, Ingmar Bergman, Luciano Berio, Cecco Bonanotte, Leonard Bernstein, Peter Brook, Anthony Caro, Enrico Castellani, Christo e Jeanne-Claude, Federico Fellini, Dietrich Fischer-Dieskau, Norman Foster, Frank Gehry, Jean-Luc Godard, David Hockney, Willem de Kooning, Akira Kurosawa, Wolfgang Laib, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Issey Miyake, Giuseppe Penone, Renzo Piano, Michelangelo Pistoletto, Maya Plisetskaya, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Robert Rauschenberg, Mstislav Rostropovich, Ravi Shankar, Mitsuko Uchida, Giuliano Vangi.

E’ stata inoltre assegnata a Zoukak Theatre Company and Cultural Association (Libano) la Borsa di Studio del Praemium Imperiale 2017 per Giovani Artisti, istituita nel 1997 in occasione del decimo anniversario del Praemium Imperiale. La Borsa di studio, consistente in un contributo di 5 milioni di yen (circa 39.000 euro), è stata consegnata assieme a un diploma a Maya Zbib, fondatrice e presidente della Zoukak Theatre Company, in una conferenza stampa presieduta dal Consigliere internazionale americano William Luers, sempre il 12 settembre a New York. 

La Japan Art Association  precedentemente denominata Ryuchi-kai, è una istituzione fondata nel 1879, per promuovere le attività culturali e artistiche del Giappone e coltivare buoni rapporti con gli altri Paesi. L’attuale nome risale al 1887, mentre l’anno successivo venne inaugurato nel Parco Ueno uno spazio espositivo in cui tra il 1889 e il 1943 furono allestite 123 mostre. Nel 1988, in occasione del centenario della Japan Art Association, è stato istituito il Praemium Imperiale in onore del defunto Principe Takamatsu, che era stato Patrono onorario dell’Associazione per 58 anni. La prima cerimonia di premiazione si è tenuta a Tokyo nel 1989. Il principio ispiratore della Japan Art Association è la promozione da parte del Giappone della pace nel mondo attraverso le arti, secondo l’aspirazione del Principe Takamatsu.

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Le biografie dei premiati 

Per la Pittura SHIRIN NESHAT (Iran e Stati Uniti)

Nata a Qazvin (Iran) il 26 marzo 1957

Shirin Neshat è un’artista iraniana che vive a New York. Avvalendosi di mezzi visivi diversi quali la fotografia, le videoinstallazioni e il cinema, focalizza spesso la sua attenzione su questioni attinenti le donne musulmane di oggi, in particolare quelle che vivono in contesti religiosi estremi come nella società iraniana. Lasciò l’Iran trasferendosi negli Stati Uniti a diciassette anni, per studiare arte alla University of California, Berkeley. Nel 1993 iniziò a creare opere dettate dal desiderio di esprimere le proprie riflessioni sulla sua patria dopo la Rivoluzione Islamica del 1979. La serie fotografica Women of Allah (1993-97) e la videoinstallazione Turbulent (1998) sono considerate due esempi importanti della sua produzione risalente a quel periodo e hanno fatto di lei una voce prestigiosa nel mondo dell’arte. Nel 2005 ha ricevuto il Premio d’Arte di Hiroshima e nel 2009 il suo primo lungometraggio, Women Without Men, con musiche di Ryuichi Sakamoto, si è aggiudicato il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia. La sua mostra più recente, Dreamers, inaugurata lo scorso maggio, conteneva un film e una serie di fotografie che costituiscono il primo tentativo dell’artista di catturare la cultura americana dalla sua prospettiva di esule iraniana che vive negli Stati Uniti.

Per la Scultura EL ANATSUI (Ghana)

Nato a Anyako (Ghana) il 4 febbraio 1944

La complessa produzione artistica di El Anatsui sfida le categorie tradizionali. Lo scultore è celebre per le sue sculture malleabili, create con metallo di scarto ricavato dalle macchine per la lavorazione della manioca o dai tappi delle bottiglie di liquore. Spesso di ampie dimensioni, la loro grandezza e la loro natura luminosa riescono a renderle avvolgenti. La trasformazione operata dall’artista di questi materiali di recupero ne amplifica il significato investendoli di una particolare dignità, cosa a cui egli tiene profondamente. Da molto tempo ritiene che l’arte sia “qualcosa che si sviluppa dall’ambiente, non qualcosa che dobbiamo creare”. Nato nel Ghana, si trasferì in Nigeria nel 1975, dove oggi vive. Le sue opere sono entrate a far parte delle collezioni di prestigiosi musei internazionali, tra i quali il Metropolitan Museum, la Tate Modern, il Centre Pompidou e la Smithsonian Institution. Nel 2015 è stato premiato con il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia. A lui è stata dedicata una grande retrospettiva in Giappone che ha viaggiato in diversi luoghi (2010-2011). Nel 2015 un’importante opera è stata inclusa nella mostra The Contemporary 2: Who Interprets the World? nel 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Giappone. El Anatsui è il primo cittadino ghanese a essere insignito del Praemium Imperiale.

Per l’Architettura RAFAEL MONEO (Spagna)

Nato a Tudela, Navarra (Spagna) il 9 maggio 1937

L’architetto spagnolo Rafael Moneo è molto apprezzato per il lavoro di progettazione dei suoi edifici. Egli infatti tiene conto delle specifiche condizioni dell’ubicazione proposta, facendo sì che essi si mescolino armoniosamente con il panorama urbano, rispettando allo stesso tempo l’ambiente. Uno dei suoi primi progetti, il Museo Nazionale di Arte Romana (1986) a Mérida, Spagna, lo impose sulla scena internazionale. Ha completato con successo molti progetti sia in Spagna che all’estero, quali ad esempio la Stazione ferroviaria di Atocha a Madrid (1992), la Cattedrale di Nostra Signora degli Angeli (2002) a Los Angeles e l’Ampliamento del Museo del Prado a Madrid (2007). Nel progetto di quest’ultimo ampliamento è meravigliosamente esemplificata la sua capacità di combinare il vecchio e il nuovo senza soluzione di continuità. Moneo ritiene che gli edifici debbano integrarsi nell’ambiente cittadino ed è attento a evitare che i suoi raffinati progetti risultino invadenti, mantenendo tuttavia una chiara identità e un legame con la sua visione creativa. Egli è anche un educatore e un teorico e ha insegnato in molte istituzioni prestigiose tra le quali la facoltà di Architettura dell’Università di Harvard. Nel 1996 è stato insignito del Premio Pritzker per l’Architettura e nel 2003 ha ricevuto la Medaglia d’Oro del Royal Institute of British Architects (RIBA).

Per la Musica YOUSSOU N’DOUR (Senegal)

Nato a Dakar (Senegal) il 1° ottobre 1959

Youssou N’Dour è un cantante, autore e compositore senegalese. Sebbene fosse nato in una famiglia di griot (i tradizionali cantastorie africani), fu influenzato fin da bambino dalla musica moderna, spesso internazionale, i cui echi possono ancora essere ascoltati nella sua opera, capace di spaziare dal punto di vista culturale. Cominciò a esibirsi a 12 anni, dapprima con la Star Band e poi con una band sua, la ”Étoile de Dakar”. La musica di N’Dour è un mix vivace di mbalax tradizionale senegalese, jazz, soul, musica latina e persino hip hop, ma le parole restano al centro della sua arte. Le sue canzoni trattano una vasta gamma di questioni sociali. La sua voce fenomenale è strettamente associata al genere della world music, creato alla fine degli anni ’80 attraverso le collaborazioni musicali di artisti come N’Dour con musicisti occidentali quali Peter Gabriel, Paul Simon e Sting. Nel 1994 una collaborazione con Neneh Cherry, 7 Seconds, riscosse un enorme successo facendo di lui un musicista di fama internazionale. Nel 2004 si aggiudicò un premio Grammy per il suo album Egypt. Nel 2012 sospese le sue esibizioni per candidarsi alle elezioni presidenziali senegalesi, ma tornò a esibirsi nel 2013. Il suo 34° album Africa Rekk è uscito nel 2016. Youssou N’Dour è il primo cittadino senegalese a essere insignito del Praemium Imperiale.

Per il Teatro/Cinema MIKHAIL BARYSHNIKOV (Stati Uniti e Lettonia)

Nato a Riga (Lettonia) il 27 gennaio 1948

Considerato uno dei più grandi ballerini dei nostri tempi, Mikhail Baryshnikov ha incantato le platee con le sue stupefacenti qualità fisiche e tecniche e con le sue doti espressive. Il suo successo come attore drammatico sul palcoscenico, al cinema e in televisione lo ha portato a essere uno degli interpreti contemporanei più apprezzati al mondo. Dopo avere iniziato una carriera spettacolare con il Balletto Kirov a Leningrado, nel 1974 giunse in Occidente in cerca di libertà artistica, stabilendosi a New York come primo ballerino dell’American Ballet Theatre (ABT). Nel 1979 entrò a far parte del New York City Ballet, dove lavorò con George Balanchine e Jerome Robbins. Un anno dopo fu nominato direttore artistico dell’ABT dove, nel corso del decennio successivo, introdusse una nuova generazione di ballerini e coreografi. Dal 1990 al 2002 Baryshnikov è stato direttore e ballerino del White Oak Dance Project, da lui fondato insieme al coreografo Mark Morris per ampliare il repertorio e la visibilità della danza moderna americana. Come attore, ha ricevuto una nomination al Premio Oscar per The Turning Point (Due vite, una svolta). Attualmente è in tournée con due produzioni teatrali che lo vedono unico protagonista: Letter to a Man, diretto da Robert Wilson, e Brodsky/Baryshnikov, diretto da Alvis Hermanis. Nel 2005 ha lanciato il Baryshnikov Arts Center (BAC) a New York, uno spazio creativo pensato per sostenere artisti multidisciplinari provenienti da tutto il mondo. Baryshnikov ha doppia cittadinanza, statunitense e lettone.

Borsa di Studio del Praemium Imperiale 2017 per Giovani Artisti

COMPAGNIA TEATRALE E ASSOCIAZIONE CULTURALE ZOUKAK (Libano)

Selezionata dal Consigliere internazionale del Praemium Imperiale William Luers (Stati Uniti)

Nel 2006, poco prima degli attacchi israeliani nel Libano, la giovane attrice Maya Zbib fondò a Beirut insieme ad altri attori la Compagnia Teatrale Zoukak e cominciò a utilizzare strumenti quali la drammaterapia e interventi psicosociali, lavorando con le donne e nelle scuole con i bambini provenienti dal Sud del Libano. La compagnia tiene workshop di drammaterapia con lo scopo di “accrescere il benessere psicologico delle persone”, lavorando con rifugiati palestinesi, siriani, sudanesi e iracheni, oltre che con altre comunità marginalizzate. Nel suo atelier tiene anche diverse conferenze e realizza percorsi formativi per giovani artisti. Sono state anche elaborate pièces teatrali che affrontano argomenti come la storia libanese e che vengono messe in scena in tutto il Libano e all’estero. La Zoukak è un’organizzazione piccola ma dinamica composta da circa 25 persone. Il suo cuore creativo è costituito da Maya Zbib e da altri sei artisti, tutti trentenni. Lo scorso aprile la sede della compagnia è stata ampliata grazie all’aiuto economico di una fondazione elvetica. Ciò consentirà l’apertura di un teatro da 100 posti nel prossimo mese di novembre. “Attualmente la compagnia è in una nuova fase – spiega la fondatrice. – Vogliamo offrire ai giovani la possibilità di condividere i nostri strumenti per fare teatro, facendo crescere un pubblico di giovani.”

 

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