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Nel 2015 il progetto di riqualificazione della celebre “muraglia” della periferia di Roma, firmato dallo studio dell’architetto Laura Peretti,  vince il concorso indetto da Ater e Regione Lazio. Oggi, in attesa dell’apertura del cantiere, il …

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Fukushi Ito al MAG di Spoleto

Fukushi Ito al MAG di Spoleto

“Persona. In the space e in the time” l’esposizione a cura del critico e filosofo Roberto Mastroianni, promossa dall’Associazione MetaMorfosi, dal 4 al 30 novembre, negli spazi prestigiosi di Palazzo Bufalini 

SPOLETO (PERUGIA) – L’arte poetica di Fukushi Ito approda al MAG – MetaMorfosi Art Gallery di Spoleto. La personale dell’artista è una esperienza sensoriale molto particolare e raffinata, unica nel suo genere. Articolata in tre sezioni, la rassegna, attraverso un corpus di circa trenta opere di grandi e piccole dimensioni, molte delle quali inedite, ha come focus l’idea di persona/personaggio, ovvero di figura esemplare in cui si cristallizza una certa epoca e un certo ambiente sociale e culturale. 

Installazioni ambientali, foto, trasparenze, computer drawing danno vita ad una galleria di figure “eccezionali” nella propria storicità, biografia e produzione. Si va dal grande samurai dell’epoca Edo, Miyamoto Musashi a Korin Ogata, pittore della scuola Rimpa, dal pittore di Ukiyoe, Katsushika Hokusai al romanziere Jun’ichirō Tanizaki, si prosegue con personaggi come Yukio Mishima, Paolo Uccello, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Niccolò Macchiavelli, Lucio Fontana, Bruno Munari, Oriana Fallaci, Gillo Dorfles. Si tratta di figure storiche o contemporanee “emblematiche” che hanno contribuito alla formazione e alla crescita della stessa artista. 

Fukushi Ito ha trascorso trent’anni della sua vita dividendosi tra Italia e Giappone .“Due patrie”, due mondi lontani, da cui l’artista è riuscita a cogliere le rispettive culture e tradizioni. Materiali antichi e contemporanei dialogano nella sua arte in maniera equilibrata ed armoniosa, sviluppando una perfetta sintesi poetica e sperimentale, in cui l’utilizzo della luce diviene elemento unificante. 

Spiega il curatore: “La carta giapponese (washi) e i pigmenti naturali si uniscono all’immagine foto e video realistica, al computer drawing, al plexiglass e alla pellicola trasparente, alla luce del neon e dei led. Il lavoro di Fukushi Ito è un infinito esercizio di sintesi stilistica e materica, finalizzato alla rappresentazione della presenza dei fenomeni umani e fisici nello spazio e nel tempo. Fukushi Ito si interroga, vede le dinamiche con cui la realtà prende forma e decide di riproporle artisticamente. In questa mostra l’attenzione dell’artista è posta sulla restituzione installativo/scultorea (Assemblage) e pittorico/digitale (computer drawing) della fisionomia culturale e simbolica di alcune figure esemplari della storia collettiva e di quella individuale dell’artista”.

Le opere realizzate con la tecnica di computer drawing hanno un carattere fortemente iconico ottenuto sovrapponendo immagini, foto realistiche di paesaggi, dei personaggi stessi, riproduzioni dei loro scritti e delle loro opere, che danno vita ad un “rappresentazione virtuale” che produce una  “realtà dilatata”. Le immagini proiettate nell’ambiente espositivo, grazie all’uso della luce montata all’interno delle installazioni a forma di poliedro, restituiscono la sensazione immersiva di una contemporaneità popolata di immagini e figure che circondano la nostra esistenza e formano il tessuto connettivo del mondo globalizzato.

A fare da contraltare a queste immagini ci sono gli assemblage,  installazioni scultoree composte da sfere, staffe d’acciaio e materiali plastici e figure geometriche finalizzate a restituire in maniera astratta l’essenza sempre di questi personaggi. Le opere in trasparenza, costituiscono invece un’installazione formata da 100 quadri trasparenti di piccole dimensioni, che partendo da immagini digitali interagiscono con la luce e le pellicole di rivestimento in un paziente lavoro di “ri-composizione” del reale.

Dopo Andy Warhol e Laurence Gartel, in dialogo tra Pop Art e la sua declinazione digitale, con cui MetaMorfosi ha inaugurato al MAG MetaMorfosi Art Gallery di Spoleto una riflessione dedicata al contemporaneo – commenta il presidente di MetaMorfosi Pietro Folena – per questo nuovo appuntamento è stato fondamentale l’incontro con un’artista potente e comunicativa come Fukushi Ito.  Ci è sembrato che quest’artista giapponese, che ha scelto l’Italia come sua seconda patria, incarni al meglio il nostro ambizioso progetto di creare un ponte culturale fra diverse civiltà. Spoleto, con la sua vocazione all’avanguardia, alla sperimentazione e alla valorizzazione del nuovo, è senza dubbio il luogo perfetto per accoglierla”. 

“Continua il connubio tra Spoleto e MAG – sottolinea il Sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli. In uno scenario di grande suggestione, affacciandosi su Piazza Duomo, questo prezioso spazio espositivo conferma la nostra città come luogo di eccellenza nel campo della cultura. Oltre alle mostre su De Chirico e Canova, MAG si configura anche come laboratorio per presentare al pubblico autori contemporanei aperti alla sperimentazione e alla costante ricerca di linguaggi visuali inediti. Lo dimostrano la recente mostra su Andy Warhol e Laurence Gartel e lo conferma splendidamente questo evento su Fukushi Ito. MAG è una finestra sul mondo dell’arte che allarga gli orizzonti espositivi che Spoleto sa offrire e che dimostra come una virtuosa sinergia tra pubblico e privato possa dar vita ed esperienze e iniziative di assoluta qualità”.

La mostra, patrocinata dal Comune di Spoleto, sarà aperta al pubblico dal 4 al 30 novembre 2017. 

Vademecum

Persona. In the space and in the Time. By Fukushi Ito
4 – 30 novembre 2017
Palazzo Bufalini -Piazza Duomo
Spoleto
A cura di Roberto Mastroianni
Inaugurazione venerdì 3 novembre 2017 ore 18.00
Ingresso libero

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Dorothy Circus Gallery di Roma. Intervista alla direttrice e gallerista Alexandra Mazzanti

Dorothy Circus Gallery di Roma. Intervista alla direttrice e gallerista Alexandra Mazzanti

Il prossimo 12 ottobre la galleria, tra le più interessanti del panorama romano,dedicata al mondo del Pop Surrealismo, celebrerà il decimo anniversario di attività, inaugurando un nuovo spazio a Londra

La direttrice e gallerista Alexandra Mazzanti, è stata lieta di partecipare a questa intervista, pensata per i lettori di ArteMagazine, ai quali ha voluto confidare anche qualche anticipazione su progetti futuri.

Quest’anno la Dorothy Circus Gallery compie dieci anni, come ritiene stia cambiando il mondo del Pop Surrealismo in questo arco di tempo?

In questi dieci anni ho assistito ad un importante cambiamento che riguarda soprattutto l’arte contemporanea in generale piuttosto che il pop surrealismo. Questo movimento artistico con il quale ho avuto la fortuna di entrare in contatto, ha portato ad un ritorno di codici figurativi, ad una riscoperta della tecnica eccellente, influenzando gran parte degli artisti contemporanei, dalla pittura alla scultura, alla fotografia alla street art. Ha in qualche modo liberato un anima surreale e visionaria, per lungo tempo assopita da una critica concettualista, che oggi è mood fondamentale di tutte le produzioni artistiche e possiamo ritrovare il tratto pop surrealist in moltissime recenti produzioni cinematografiche, musicali, fino ai Fashion Show più esclusivi.

In occasione del decimo anniversario della galleria, a Londra, il 12 ottobre, si inaugura un nuovo spazio a Notting Hill. Quali sono, secondo lei, le principali differenze tra il pubblico inglese e quello italiano?

A dire il vero non sento molta differenza tra Italiani ed Inglesi, parliamo di cittadini europei e questo ci rende davvero molto vicini sia per storia che per cultura. Londra tuttavia è una città decisamente più internazionale di Roma, qui vivono e gravitano cittadini di tutto il mondo e questo rende la città e i suoi abitanti particolarmente all’avanguardia.

Tra gli artisti della Dorothy Circus, ci sono nomi di spicco del Pop Surrealismo a livello mondiale. Che analisi può fare della scena italiana?

In questi dieci anni, collaborando con Artisti di fama mondiale ho avuto modo di definire dei confini tra quello che è un’influenza e un’imitazione. I grandi nomi del Pop Surrealismo hanno dato dei riferimenti talmente potenti che molti hanno tentato di impossessarsene e questo ha inizialmente danneggiato molto l’immagine e l’originalità del movimento. Oggi esponiamo i prime movers del pop surrealismo, artisti che hanno elaborato un personale immaginario distinto e al tempo stesso fedele ai contenuti di una coscienza collettiva onirica ed emozionale. Accanto ad essi sono pochi gli artisti italiani che si stagliano per un talento eccezionale e un mondo proprio. Quelli che si distinguono però hanno grandi possibilità e stanno infatti avendo successo anche oltre oceano come ad esempio Alessia Iannetti e Paolo Pedroni entrambi artisti che rappresento con orgoglio.

Nel 2017 la galleria è stata impegnata in un progetto, volto a far conoscere artisti giapponesi. Questo rapporto con il Giappone porterà a una nuova apertura anche lì?

Da brava appassionata di Pop surrealism sono una visionaria anche io, e sto sognando di far viaggiare il nostro “Circo” con un programma di Temporary Gallery in giro per il mondo. L’Asia è nei miei desideri e spero presto di poter annunciare un inedito show a Tokyo insieme ad altre sorprese.

Ci sono altri progetti che può anticipare ai lettori di ArteMagazine?

Dal momento in cui avremo due sedi, una a Roma e una a Londra, avremo la possibilità di offrire una doppia visibilità alle mostre in programmazione, gli artisti che esporremo nella mostra “Pages From Mind Travellers Diaries” avranno infatti un solo show che si terrà contemporaneamente in entrambe le nostre sedi. Un’ anticipazione speciale per voi, un duo show dello street artist giapponese Hikari Shimoda insieme al geniale street artist italiano Millo. 

L’intervista è terminata e le parole della direttrice hanno stimolato ancora di più la mia curiosità su quanto accadrà nei due eventi in programma. A questo punto, non mi resta che partecipare alla mostra che si terrà a Roma a novembre, nell’intento di poterla raccontare.

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