Torna al Macro di Roma il Live Cinema Festival

Torna al Macro di Roma il Live Cinema Festival

8 nazioni coinvolte, 14 artisti, live cinema performance, screenings e workshop: è la quinta edizione del festival degli spettacoli audio-video dal video

8 nazioni coinvolte, 14 artisti, live cinema performance, screenings e workshop per un festival che riflette lo spirito della nostra epoca in cui la tecnologia ha invaso ogni aspetto della nostra vita: per il secondo anno consecutivo dal 21 al 24 settembre torna negli spazi del MACRO – Museo d’arte contemporanea Roma “Live Cinema Festival”, la manifestazione internazionale incentrata sulle più innovative performance di spettacoli audio-video dal vivo. Giunta alla sua quarta edizione, Live cinema festival è una rassegna unica nel suo genere che indaga e promuove tutti i fenomeni artistici cui si attribuisce il termine “Live Cinema” attraverso performance inedite o presentate per la prima volta in Italia realizzate in real-time. Performance che infrangono definitivamente le regole della narrazione tradizionale, mirano a suscitare sensazioni ed emozioni, favoriscono un approccio sinestetico.

La manifestazione è prodotta da Flyer Communication con il supporto del Programma Europa Creativa della Commissione Europea, della Free Hardware Foundation, dell’Institut français Italia, del Forum di Cultura Austriaco, dell’Istituto di Cultura Polacco e di un network locale e internazionale legato all’audio video performativo e alle nuove forme di sperimentazione delle nuove tecnologie in ambito artistico-culturale.

“Live Cinema Festival 2017” fa  parte del programma dell’Estate Romana promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con SIAE. Inoltre la manifestazione è promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Per “Live Cinema” s’intende una tecnica narrativa sperimentale applicata al video performativo, che dà vita alla creazione simultanea di suoni e di immagini in tempo reale, in cui i parametri tradizionali del cinema narrativo, rappresentati dalla soggettività fotografata dalla camera, si espandono in una concezione più ampia. Un approccio che ha già trovato un notevole seguito anche tra i grandi nomi del mondo del cinema, a partire da Francis Ford Coppola, che lo vede come un modo per esplorare le potenzialità del cinema live, quello fatto senza filtri, estemporaneo, un po’ come nella tradizione del teatro e dell’opera, per arrivare all’audace Peter Greenaway, che lo ha utilizzato nel suo “Tulse Luper VJ Tour” diventando una sorta di Vj nel selezionare loop di film su un grande touch screen.

Macchine, arte e tecnologia si uniscono nei 4 giorni del festival per diffondere nuovi messaggi e nuove prospettive, proponendo un nuovo immaginario, abbattendo le frontiere tra il mezzo e il contenuto, manipolando immagini e utilizzando diverse tecniche di approccio alla creazione del contenuto finale, frutto dell’improvvisazione e dell’abilità degli artisti.

Attraverso le performance di un nutrito cast di artisti internazionali, la manifestazione mira ad offrire al pubblico una panoramica delle diverse modalità di interpretare il Live Cinema: dall’analogico dei proiettori 16mm alle ultime sperimentazioni digitali, attraverso le performance di 8 artisti/gruppi artistici. Quest’anno si prediligerà l’aspetto più sperimentale.

Un festival che si inserisce naturalmente nel contesto della produzione del Macro e dei suoi visitatori per dare l’opportunità al pubblico di giovani e meno giovani, ai turisti di passaggio per la Capitale e agli abitanti dei quartieri limitrofi di avvicinarsi a questo particolare tipo di spettacolo dal vivo.

Nell’edizione 2017, che prevede due perfomance di live cinema al giorno nel foyer del MACRO, verrà presentato per la prima volta in assoluto in Italia il futuristico live show dell’artista iraniano ASH KOOSHA. Tra gli appuntamenti da non perdere anche quello con KLAUS OBERMAIER, artista austriaco di fama internazionale ideatore di numerose opere multimediali e crossmediali e FUNKI PORCINI, uno dei pionieri dell’etichetta britannica Ninja Tune.

Ogni serata sarà poi animata da live musicali: dal dj-set fusion e sperimentale di Flavia Lazzarini per l’opening party in collaborazione con il progetto di musica elettronica più famoso della Capitale Glamda al live set nei mondi sonori degli artisti Alefe e Mr Everett in collaborazione con Soundreef Waves, dal dj set dell’eclettica Miz Kiara dell’associazione tutta al femminile Female Cut a quello onirico di Equohm b2b Orree del collettivo SINCE crew.

Ad anticipare la kermesse “SCREENINGS”, fino al 20 settembre sempre al MACRO di via Nizza, nel foyer, una preview del festival che mira a preparare il pubblico alle performance di settembre. I visitatori del museo potranno assistere gratuitamente a una selezione di documentari, interviste, backstage, making of e performance di Live Cinema, nonché a un percorso storico che parte dalla videoarte per arrivare ad oggi.

Come gli scorsi anni il giorno prima dell’inizio del festival il 20 settembre nella Sala Cinema del MACRO si terrà la conferenza sull’Audience Development in cui organizzazioni e istituzioni di Roma, in una ricerca del connubio tra spazi culturali “istituzionali” e programmazione culturale “non convenzionale”, individueranno le migliori strategie per aiutare artisti e professionisti europei a realizzare progetti declinati in diverse forme di spettacolo e a raggiungere il maggior numero di pubblico possibile in tutta Europa.

La programmazione di LCF sarà arricchita anche dal workshop gratuito sul Digital Storytelling che partirà il 21 settembre e durerà 4 giorni per 8 ore complessive (dalle 17 alle 19 in Sala Cinema). Incentrato su questa nuova tecnica nel contesto artistico-performativo e curato da Francesco Iezzi, dottorando in Storia del Cinema, nonché videoartista che collabora anche con l’etichetta tedesca Raster-Noton, il workshop mira a dare gli strumenti sia di conoscenza che di tecniche e tecnologie per la realizzazione di una performance Audio Video di Live Cinema. Per parteciparvi, è necessaria la prenotazione inviando una mail a workshops@livecinemafestival.com: verrà rilasciato un attestato di frequenza al termine.

Tutto il programma del festival sarà consultabile sulla app gratuita https://livecinemafestival.com/the-app/

Live Cinema Festival fa parte del progetto AVnode | LPM 2015 > 2018, la cui direzione generale è affidata a Gianluca Del Gobbo, e Large Scale Cooperation Project co-finanziato dal programma cultura Creative Europe dell’Unione Europea, tra 13 partner provenienti da 12 paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Turchia e Regno Unito, con lo scopo di promuovere e sviluppare la cultura del video dal vivo e gli artisti audio video europei al pubblico di tutto il mondo con la produzione di 36 festival, 3 meeting , 3 Conferenze sull’Audience Development e più di 200 eventi satellite in 3 anni.

Live Cinema Festival aderisce inoltre al network PAC (Performing Arts Contemporanee) formatosi in seguito a collaborazioni tra diversi soggetti culturali operanti nel territorio della città di Roma da diversi anni, e attivi nella progettazione e esecuzione di attività nell’ambito sia dell’Estate Romana sia in altri contesti/eventi/ festival romani, nazionali e internazionali. Gli intenti sono quelli di condividere le proposte per attuare un meccanismo sinergico e virtuoso. In particolare l’obiettivo è attivare un dispositivo di promozione e comunicazione, condiviso e coordinato, e di pianificazione delle attività in un calendario sostenibile di cui l’intera comunità cittadina potrà beneficiare.

L’allestimento delle luci del festival è invece curato da RGB Light.

La sezione SCREENINGS è curata oltre che da Live Cinema Festival, anche da altre importanti realtà del settore come Electronic Art Cafè, di Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca, IED – Istituto Europeo di Design e RUFA – Rome University of Fine Arts, e da alcuni festival di rilievo nazionale e internazionale come il File Festival di San Paolo (BR) e il Toolkit Festival di Venezia.

PROGRAMMA LCF 2017 MACRO via Nizza

Dal 1 agosto al 20 settembre durante l’orario di apertura del museo

SCREENINGS – preview – videotunnel

Mercoledì 20 settembre ore 17:00

AUDIENCE DEVELOPMENT > CONFERENZA – Sala Cinema

Dal 21 al 24 settembre

dalle 19:00 alle 00:00 > SCREENINGS – Auditorium

Dal 21 al 24 settembre

dalle 17:00 alle 19:00 > WS Digital Storytelling – Sala Cinema

Giovedì 21 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > Warmup | GLAMDA | FALVIA LAZZARINI djset – Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > Film Special | FUNKI PORCINI [UK] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > Live AV Show | ASH KOOSHA [IR/UK] – Foyer

dalle 23:00 alle 02:00 > Opening Party | GLAMDA | FALVIA LAZZARINI djset – Foyer

Venerdì 22 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > SINCE crew djset | EQUOHM b2b ORREE – Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > deception | KANAKA [IT] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > Demon Uppercut | REAPER DEATH SEAL CORPORATION [CZ] – Foyer

dalle 23:00 alle 00:30 > SINCE crew djset | EQUOHM b2b ORREE – Foyer

Sabato 23 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > SOUNDREEF WAVES | ALÈFE live set– Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > Itinerarios | FONOSTÄBICO [ES] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > dissection – picnolepsic loop event | DON’T EAT GROUP [HU] – Foyer

dalle 23:00 alle 00:30 > SOUNDREEF WAVES | MR EVERETT live set– Foyer

Domenica 24 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > Warm up | MIZ KIARA djset – Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > Concert for two brains | A. JANICKI + FRANCISZEK ARASZKIEWICZ [PL] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > Faceless Voiceless | KLAUS OBERMAIER [AT] – Foyer

dalle 23:00 alle 00:30 > FEMALE CUT | MIZ KIARA dj set– Foyer

Maggiori informazioni:

Sito web: https://livecinemafestival.come 2017: tel. 011.4436999; didattica@fondazionetorinomusei.it

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“La materia dell’arte”: dieci lezioni a Palazzo Madama

Capire le opere d’arte, a cominciare da quelle di Palazzo Madama, studiando i materiali e le tecniche artistiche grazie a 10 lezioni svolte da storici dell’arte di Palazzo Madama, del Dipartimento Studi Storici dell’Università di Torino e della Soprintendenza Archeologia di Torino

TORINO – Dopo il successo dello scorso anno, Palazzo Madama propone dal 2 ottobre all’11 dicembre 2017 un nuovo ciclo di lezioni di storia dell’arte che si svolge nella splendida cornice del Gran Salone dei Ricevimenti ogni lunedì alle ore 17.30.

L’edizione di quest’anno è dedicata al rapporto tra le tecniche artistiche e l’opera d’arte ed è organizzata da Palazzo Madama in collaborazione con il Dipartimento Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino.

Il corso si rivolge innanzitutto ai partecipanti dell’edizione dello scorso anno e a quanti sono interessati ad approfondire il rapporto esistente tra gli artisti e le tecniche utilizzate per creare i capolavori dell’arte europea dal Medioevo al Settecento.

Dopo l’incontro introduttivo a cura del Direttore di Palazzo Madama Guido Curto, ogni appuntamento sarà dedicato ad una specifica tecnica o materiale. I partecipanti avranno così la possibilità di scoprire i diversi esiti della lavorazione del vetro, come le colorate trasparenze delle vetrate o l’effetto opaco e traslucido dello smalto negli oggetti di oreficeria; di seguire i passi necessari alla realizzazione di un polittico dalla selezione del legno fino all’applicazione di pigmenti e dorature; di approfondire i fenomeni geologici che hanno portato alla formazione di rocce lavorate da scultori e lapicidi; di apprezzare il disegno come tecnica alla base di tutte le arti; di comprendere la complessità dell’illustrazione del libro, emblema della civiltà medievale; di osservare le caratteristiche delle terre necessarie a produrre maioliche e porcellane; di ammirare i ricami realizzati nel corso dei secoli su tessuti di uso sacro e profano; di stupirsi di fronte all’illusionismo delle finte architetture dipinte dai pittori barocchi alla ricerca di uno spazio infinito; di osservare gli intarsi in legni esotici, tartaruga e avorio che hanno decretato il successo dell’ebanisteria tra Sei e Settecento.

Con il ricavato delle quote di adesione al corso, i partecipanti sosterranno anche quest’anno la pubblicazione del nuovo numero della Rivista “Palazzo Madama. Studi e notizie”, dedicata alla divulgazione delle ricerche storico-artistiche che ruotano intorno alle collezioni del museo. Una quota verrà inoltre destinata al restauro della collezione di ritratti in miniatura di Palazzo Madama nell’ambito di un nuovo progetto di crowd-funding.

Calendario delle lezioni

Lunedì 2 ottobre 2017
IL MEZZO È IL MESSAGGIO? Quanto incide sulla poetica di un artista l’uso di un materiale e di una specifica tecnica artistica 
Guido Curto, Direttore Palazzo Madama.

Lunedì 9 ottobre 2017
UN UOVO PER DIPINGERE. La pittura a tempera dal Medioevo al Quattrocento
Simone Baiocco, Conservatore di Palazzo Madama per il Medioevo e il Rinascimento.

Lunedì 16 ottobre 2017
LINO, LANA, SETA, ORO. Otto secoli di ricami
Maria Paola Ruffino, Conservatore di Palazzo Madama per l’etnografia e le arti decorative: costume e tessuti.

Lunedì 23 ottobre 2017
MODELLARE E DIPINGERE LE TERRE. Maiolica e porcellana
Cristina Maritano, Conservatore di Palazzo Madama per il Lapidario medievale e le Arti decorative: ceramiche.

Lunedì 6 novembre 2017
SEGRETI DI PIETRA. Materiali litici alla base della creazione artistica
Lorenzo Mariano Gallo, geologo, già Conservatore della sezione di Mineralogia, Petrografia e Geologia del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.

Lunedì 13 novembre 2017
INFINITO BAROCCO. La decorazione ad affresco nel Seicento
Gelsomina Spione, Ricercatore di Storia dell’Arte Moderna presso il Dipartimento Studi Storici dell’Università di Torino.

Lunedì 20 novembre 2017
IL SEGNO CREATIVO. Tecniche e funzioni del disegno dal Medioevo all’età delle Accademie
Mario Epifani, Funzionario della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino.

Lunedì 27 novembre 2017
COLORATE TRASPARENZE. Vetro, vetrate e smalti
Simonetta Castronovo, Conservatore di Palazzo Madama per la miniatura, il medagliere e le arti decorative: vetri, oreficerie, metalli, smalti e avori.

Lunedì 4 dicembre 2017
L’ARTE DEL LEGNO. Ebanisteria in Piemonte tra Sei e Settecento
Clelia Arnaldi di Balme, Conservatore di Palazzo Madama per le arti del Barocco.

Lunedì 11 dicembre 2017
LA PITTURA NEL LIBRO. Tecnica e storia
Fabrizio Crivello, Professore ordinario di Storia dell’Arte Medievale presso il Dipartimento Studi Storici dell’Università di Torino.

Vademecum

Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti
Piazza Castello – Torino
Orario: dal 2 ottobre all’11 dicembre 2017, tutti i lunedì dalle 17.30 alle 18.30 nel Salone dei Ricevimenti.
Costo: intero € 120, ridotto € 90 (riservato ad Abbonati Musei, studenti universitari e delle superiori, insegnanti, guide turistiche abilitate, Amici Fondazione Torino Musei, soci Rotary Club).
Info e prenotazioni dal 1 settembre

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Ultimi giorni per diventare artisti residenti ospitati a Torino

Ultimi giorni per diventare artisti residenti ospitati a Torino

Entro il 9 settembre si accettano le candidature per accedere al bando dedicato alla ricerca di artisti under 35 da accogliere in residenza presso la Fondazione Spinola Banna di Torino

La Fondazione Spinola Banna per l’Arte e la GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, forti degli ottimi risultati raggiunti nella passata edizione, danno continuità all’annunciato progetto di collaborazione triennale.

Nell’ambito della programmazione 2017/18 propongono il bando per il programma annuale con residenza dedicato ad artisti under 35 attivi sul territorio nazionale.

Il progetto conferma la collaborazione tra due eccellenze culturali del territorio piemontese, un’istituzione pubblica e una privata. GAM e Fondazione Spinola si offriranno come luoghi di scambio d’idee, ma anche di sperimentazioni e verifiche che troveranno espressione in workshop, esposizioni, conferenze, performance, e in una pubblicazione finale.

Si intende consolidare così la nuova forma di residenza dedicato a giovani artisti, inauguratasi lo scorso anno con il progetto Atlante Energetico di Elena Mazzi, primo artista tutor.

Attraverso un progetto condiviso, ogni anno il tema sarà proposto da un artista, individuato da entrambe le istituzioni in qualità di tutor. Il tema sarà scelto nell’ambito di interessi legati all’energia. L’artista è invitato a tracciare le linee guida e un piano di lavoro da svolgersi tra l’autunno e la primavera successiva, in entrambe le sedi.

Il workshop con residenza presso la Fondazione Spinola Banna sarà suddiviso in 3 momenti: il primo destinato alla ricerca e all’analisi del tema proposto, con l’intervento di esperti internazionali, il secondo mirato alla verifica dei progetti elaborati dai partecipanti e l’ultimo dedicato all’esposizione di quanto realizzato.

I 5 artisti selezionati saranno coinvolti nel programma di ricerca tracciato dai tutor che terminerà con un momento espositivo e insieme di verifica del percorso svolto, grazie all’allestimento di una mostra presso la Fondazione Spinola Banna e una serie di eventi pubblici in GAM. Dall’autunno alla fine della primavera gli artisti selezionati avranno occasione di confrontarsi con esperti e studiosi di diverse discipline.

Il numero dei partecipanti invitati è molto ristretto (max 5) e ha l’obiettivo di fondare una comunicazione profonda tra i tutor e i partecipanti, tramite la discussione e il confronto sulle teorie e sulle tecniche, in piena corrispondenza con la vocazione partecipativa e relazionale del progetto.

Il comitato di selezione che seguirà ogni fase del programma è composto da Gianluca Spinola – Presidente Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Carolyn Christov-Bakargiev – Direttore Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Francesca Doro, Segreteria organizzativa Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Elena Volpato, conservatore e curatore GAM, Anna Musini, curatore indipendente.

Per l’anno 2017/18 gli artisti tutor invitati sono Raffaella Spagna e Andrea Caretto con il progetto dal titolo IperPianalto.

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Caretto & Spagna foto Michele Alberto Sereni

Andrea Caretto (Torino, 1970, laurea in Scienze Naturali) e Raffaella Spagna (Rivoli, 1967, laurea in architettura) concepiscono l’arte come una forma di ricerca, un modo libero di investigare le dimensioni multiple della realtà: caratteri formali e qualitativi della materia, ma anche aspetti fisici quantitativi, questioni filosofiche e sociali, sviluppando processi che evolvono nel lungo periodo. Siano esse installazioni, azioni collettive, perfomances o sculture, i loro lavori sono sempre il risultato di un “processo relazionale”, nel senso che emergono dalla complessa rete di relazioni che gli autori stabiliscono con differenti elementi (organici, inorganici, viventi, ecc.) dell’ambiente in cui operano. Negli ultimi anni la loro ricerca si è fondata sull’idea che la forma delle cose (opere d’arte comprese) possa essere intesa come una manifestazione di forze incorporate, espressione di un “campo relazionale”, con il quale, come artisti, essi intendono confrontarsi. Collaborano stabilmente dal 2002 esponendo in istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero

Sono tra i fondatori dell’associazione di artisti “Diogene” di Torino e collaborano con il centro di ricerca IRIS (Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità). www.esculenta.org

Scarica il progetto IperPianalto

PROGRAMMA

Dal 18 al 25 ottobre 2017 WORKSHOP con residenza (Prima sezione) presso Fondazione Spinola

Marzo / aprile 2018 WORKSHOP con residenza (Seconda sezione) presso Fondazione Spinola

Sabato 9 giugno 2018 Inaugurazione mostra e presentazione pubblicazione conclusiva

Da novembre 2017 a maggio 2018 è prevista presso la GAM una serie di incontri, conferenze, performance dedicati al tema del progetto.

Al di fuori dei periodi programmati di residenza, i partecipanti saranno invitati a lavorare autonomamente, ospitati per alcuni periodi e previa organizzazione, presso la Fondazione Spinola Banna al fine di impostare e sviluppare le attività di ricerca sul territorio entrando in relazione con realtà e associazioni locali.

CANDIDATURE

Per partecipare al presente bando, si richiede di inviare una documentazione cartacea o digitale composta da:

–       un curriculum aggiornato;

–       una selezione di massimo 10 lavori;

–       un artistic statement;

–       una lettera di motivazione.

Tale documentazione dovrà essere inoltrata entro e non oltre il 9 settembre 2017, pena la non considerazione della stessa, al seguente indirizzo e-mail o indirizzo postale:

mail: gamspinola@fondazionetorinomusei.it

indirizzo postale (indicando sulla busta “Candidatura Bando”): GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – Via Magenta 31, 10128 Torino

Per la partecipazione al bando è necessaria una buona conoscenza della lingua inglese scritta e parlata e la massima serietà.

La candidatura al progetto è gratuita.

I partecipanti saranno valutati dal Comitato di Selezione, che individuerà cinque artisti.

A ciascuno dei cinque artisti selezionati viene richiesta una quota di compartecipazione pari a € 200.

Gli artisti selezionati saranno ospiti (per vitto e alloggio) nell’edificio rurale della tenuta, che è stato convertito in uno spazio polifunzionale che contiene camere e studi messi a disposizione degli artisti residenti.

A ciascuno dei cinque artisti selezionati verrà riconosciuto a titolo di rimborso spese (viaggi e produzione opere) un importo massimo di € 2.000.

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Urs Fischer a Firenze: rivoluzione contemporanea a piazza della Signoria

Urs Fischer a Firenze: rivoluzione contemporanea a piazza della Signoria

“In Florence” prevede l’esposizione di una grande scultura metallica alta 12 metri e di due statue in cera, che rappresentano il curatore Bonami e Fabrizio Moretti del BIAF, che si scioglieranno in un mese

FIRENZE – Ancora una volta Urs Fischer rischia di provocare e di lasciare interdetta l’intera Firenze, con il progetto espositivo che dal 22 settembre, diventerà protagonista nel cuore della città medicea, in quella piazza della Signoria centro nevralgico della vita cittadina antica e moderna. Una grande scultura, Big Clay #4, realizzata in metallo e alta circa 12 metri, campeggerà al centro della piazza mentre, mentre per completare il progetto, due statue in cera, che rappresentano il curatore Francesco Bonami e il Segretario Generale BIAF Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze Fabrizio Moretti, si scioglieranno lentamente durante tutta la durata della mostra simboleggiando la finitezza umana e la durevolezza dell’arte. Lo scioglimento, secondo le previsioni, durerà circa un mese. 

A due anni di distanza, Piazza Signoria ospita nuovamente In Florence, un grande evento di arte contemporanea ideato da Fabrizio Moretti e Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze, giunta alla sua XXX edizione. Dopo la celebre star Jeff Koons, ospite di Firenze nel 2015, il protagonista assoluto della seconda edizione di In Florence sarà la volta dello svizzero Urs Fischer, tra i grandi artisti del panorama mondiale. Il progetto – a cura di Francesco Bonami – consiste, come di rito, nella presentazione di un’opera monumentale all’interno di quello straordinario museo della scultura a cielo aperto che è Piazza Signoria, in un contrasto quantomeno provocante tra antico e contemporaneo. L’organizzazione dell’evento è seguita dall’Associazione Mus.e.

“Negli ultimi anni – commenta il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, “ci siamo cimentati in mostre internazionali pensate per la nostra città dai grandi artisti del mondo, creando cortocircuiti ed esperienze dialettiche anche spiazzanti tra antico e contemporaneo, tra linguaggi e stili, tecniche e materiali, con l’intento di incuriosire e restituire un poco di vitalità allo sguardo, molte volte disabituato a scoprire il nuovo perfino nell’antico.  Dobbiamo sfidare i pregiudizi e le ideologie di comodo, godiamoci con stupore e sorpresa le opere di Urs Fischer, artista neo-rinascimentale. Una grande occasione per continuare con coraggio e determinazione nel percorso intrapreso due anni fa assieme alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato. Siamo pronti ad accogliere l’energia poetica di questo straordinario artista, assieme alle emozioni e discussioni che le sue invenzioni provocheranno. Firenze ormai si è aperta al contemporaneo, è un laboratorio e non vuole ridursi a essere una bella vetrina, una città museificata. Vogliamo essere  protagonisti del presente per non ridurre l’aureo rinascimento a un fossile del passato”.

 “Guardiamo bene le opere di Urs Fischer” – è l’invito di Sergio Risaliti – “andiamo oltre il loro primo impatto clamoroso. Esistono nessi sottili e collegamenti con il passato più glorioso, con il familiare e il quotidiano, con i primi gesti artistici o infantili, con il senso dell’arte e quello della nostra effimera esistenza che le rende assolutamente struggenti e travolgenti ad un tempo. Fischer è uno svizzero visionario, romantico, ironico, colto e popolare. Combina il monumentale con il ludico, il totemico con il  burlesco. Perfetto per quel teatro dell’arte e della politica che è Piazza Signoria.”

Felice dell’operazione il Segretario Generale BIAF, Fabrizio Moretti: “portare Fisher a Firenze per me è una grandissima soddisfazione: artista di cui ho amato sempre il lavoro per la spiccata genialità. Ricordiamoci che l’artista svizzero, è una delle poche star nel panorama dell’arte di oggi! Sono fortunato a collaborare con un Sindaco illuminato, che ama confrontarsi con il contemporaneo e quindi rischiare.”

 

Vademecum

IN FLORENCE 
URS FISCHER
 Piazza Signoria
22 Settembre 2017 – 21 gennaio 2018
Promossa dal Comune di Firenze
e Biennale Internazionale di Antiquariato di Firenze
Ideazione del progetto e direzione artistica
Fabrizio Moretti e Sergio Risaliti
Mostra a cura di Francesco Bonami
Organizzazione Mus.e

  

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“I colori del mio paesaggio interiore”

Delia Pizzuti racconta la sua mostra “Colore” inaugurata alla Società Geografica Italiana a Villa Celimontana

ROMA – Una mostra per un artista è sempre un evento importante e delicato. Esporre il proprio lavoro, del resto, è comunque esporre un po’ sé stessi, o quanto meno ciò che si è stati fino a quel momento. È uno svelarsi agli altri e questo, in un certo senso, rende fragili perché appunto esposti, ma anche forti, poiché si fa presente al mondo la propria volontà di affermare, attraverso le opere, il proprio esistere, la percezione che si ha del mondo e l’approccio con le cose esterne.

Ieri, presso la sede della Società Geografica Italiana, immersa nel meraviglioso parco di Villa Celimontana a Roma, è stata inaugurata “Colore”, mia personale di pittura. Oggi racconto ai lettori di ArteMagazine, l’evento e sulla genesi delle opere protagoniste.

“Colore” è un progetto sensibile all’insieme dei miei studi e interessi, nato per questo dalla sinergia tra geografia paesaggistica e pittura.

Ogni tela di “Colore” ha su di sé i segni del mio rapporto con il paesaggio, relazione sia privata che sociale, dal momento che lo stesso paesaggio è una costruzione culturale, così come lo è in parte la percezione che se ne ha.

Quest’ultima, infine, è fortemente legata al colore quale elemento disvelatore del paesaggio stesso.

Entrare con questi lavori nella Biblioteca della Società Geografica, esporre e inaugurare qui,  è qualcosa che sento particolarmente coerente con l’intero progetto e con il percorso che ne è a monte.  Percorso che è  stato compreso dal curatore della mostra Francesco Gallo Mazzeo e dall’Associazione Culturale MetaMorfosi, che ha patrocinato l’evento.

La mostra, parte del progetto così elaborato, è stata quindi accolta dalla Società Geografica.

L’inaugurazione è stata occasione, per diversi partecipanti, di conoscere per la prima volta la realtà della Società Geografica e dell’immenso sapere di cui è custode la Biblioteca, lo stesso che, insieme a quello artistico, ha dato vita ai lavori esposti.

Opere dove, il Presidente  di MetaMorfosi, Pietro Folena, discorrendo durante il vernissage, ha affermato di cogliere la peculiarità del concetto di mappa, unita a una dimensione quasi sacra relativa alle tele, evocative di antichi stendardi.

Ogni tela in effetti è stata pensata come testimonianza di un momento in divenire. Le opere sono intese come supporti di segni, tracce di un passaggio, di un esserci che si muove verso il gesto successivo, portando con sé  l’entità di ciò che è appena stato. Così, passo dopo passo, si compone un disegno identitario mai uguale, mutevole ma fedele al proprio essere. Figurazione di identità che è sempre collettiva e che, come tale, porta con sé la complessità del cammino umano, fatto di sogni, speranze e sapere, tanto forte e tanto importante da poter essere esso stesso sacro.

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“I colori del mio paesaggio interiore”

Delia Pizzuti racconta la sua mostra “Colore” inaugurata alla Società Geografica Italiana a Villa Celimontana

ROMA – Una mostra per un artista è sempre un evento importante e delicato. Esporre il proprio lavoro, del resto, è comunque esporre un po’ sé stessi, o quanto meno ciò che si è stati fino a quel momento. È uno svelarsi agli altri e questo, in un certo senso, rende fragili perché appunto esposti, ma anche forti, poiché si fa presente al mondo la propria volontà di affermare, attraverso le opere, il proprio esistere, la percezione che si ha del mondo e l’approccio con le cose esterne.

Ieri, presso la sede della Società Geografica Italiana, immersa nel meraviglioso parco di Villa Celimontana a Roma, è stata inaugurata “Colore”, mia personale di pittura. Oggi racconto ai lettori di ArteMagazine, l’evento e sulla genesi delle opere protagoniste.

“Colore” è un progetto sensibile all’insieme dei miei studi e interessi, nato per questo dalla sinergia tra geografia paesaggistica e pittura.

Ogni tela di “Colore” ha su di sé i segni del mio rapporto con il paesaggio, relazione sia privata che sociale, dal momento che lo stesso paesaggio è una costruzione culturale, così come lo è in parte la percezione che se ne ha.

Quest’ultima, infine, è fortemente legata al colore quale elemento disvelatore del paesaggio stesso.

Entrare con questi lavori nella Biblioteca della Società Geografica, esporre e inaugurare qui,  è qualcosa che sento particolarmente coerente con l’intero progetto e con il percorso che ne è a monte.  Percorso che è  stato compreso dal curatore della mostra Francesco Gallo Mazzeo e dall’Associazione Culturale MetaMorfosi, che ha patrocinato l’evento.

La mostra, parte del progetto così elaborato, è stata quindi accolta dalla Società Geografica.

L’inaugurazione è stata occasione, per diversi partecipanti, di conoscere per la prima volta la realtà della Società Geografica e dell’immenso sapere di cui è custode la Biblioteca, lo stesso che, insieme a quello artistico, ha dato vita ai lavori esposti.

Opere dove, il Presidente  di MetaMorfosi, Pietro Folena, discorrendo durante il vernissage, ha affermato di cogliere la peculiarità del concetto di mappa, unita a una dimensione quasi sacra relativa alle tele, evocative di antichi stendardi.

Ogni tela in effetti è stata pensata come testimonianza di un momento in divenire. Le opere sono intese come supporti di segni, tracce di un passaggio, di un esserci che si muove verso il gesto successivo, portando con sé  l’entità di ciò che è appena stato. Così, passo dopo passo, si compone un disegno identitario mai uguale, mutevole ma fedele al proprio essere. Figurazione di identità che è sempre collettiva e che, come tale, porta con sé la complessità del cammino umano, fatto di sogni, speranze e sapere, tanto forte e tanto importante da poter essere esso stesso sacro.

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