Archeologia. In Svizzera scoperte tre ricche tombe celtiche

Archeologia. In Svizzera scoperte tre ricche tombe celtiche

Le tre sepolture, contenenti diversi oggetti di notevole pregio, sono state rinvenute durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio e fanno parte di una grande necropoli tumulare di circa 10mila metri quadrati

Sono state portate alla luce a Sion, in Svizzera, tre tombe celtiche di eccezionale ricchezza, dei veri e propri tesori archeologici risalenti al primo millennio avanti Cristo. 

Le tre sepolture, rinvenute durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio, fanno parte di una grande necropoli tumulare di circa 10mila metri quadrati, nel sito di Don Bosco, già oggetto di diverse campagne di scavo a partire dal 1999. 

Per la realizzazione del parcheggio i lavori di scavo sono partiti nel settembre del 2016 e dovrebbero concludersi nell’autunno 2017. 

La necropoli venuta alla luce è costituita da circa trenta sepolture e fu utilizzata tra la fine dell’età del bronzo e la seconda età del ferro (850-400 a.C).

Per quanto riguarda le tre tombe celtiche si tratta sicuramente di sepolture di personaggi di notevole importanza, considerati gli oggetti in esse contenuti. In quella che è stata definita la Tomba del guerriero è stata trovata una spada di bronzo con un pomo di avorio cesellato e altri ornamenti di pregio. I resti di una donna sono stati invece rinvenuti insieme a una collana costituita da dischi d’oro, oltre a due paia di bracciali. Un’altra donna, definita “donna delle torques” risulta seppellita insieme a collari di bronzo (torque), diversi gioielli, una cintura, due spilloni per abiti, due bracciali e una cavigliera.

Oltre al pregio degli oggetti rinvenuti, le sepolture permettono di approfondire le conoscenze su alcune pratiche funerarie e quindi anche sullo stile di vita delle popolazioni locali.

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Rai 5. Antonio Paolucci racconta gli Uffizi

Rai 5. Antonio Paolucci racconta gli Uffizi

Venerdì 25 agosto lo storico dell’arte prosegue il suo viaggio tra i musei di Firenze a “Museo Italia”

FIRENZE – Una visita agli Uffizi partendo da piazza della Signoria, cuore simbolico di Firenze. Una sala degli Uffizi a cielo aperto: ricca di sculture in marmo e bronzo sia di epoca rinascimentale che dell’antichità classica, permette ad ogni passante quell’esperienza della Bellezza, che anticipa l’incontro coi tesori degli Uffizi, il cui nome indicava gli uffici del potere burocratico. A realizzarlo in pochi anni,  per volere dei Medici, è il Vasari che, come ricorda il professor Paolucci, scriveva di averlo costruito “sopra il fiume e quasi in aria”. Dalla vetrata della galleria infatti il panorama sull’Arno, la bellezza della città, entra nel museo, ne diviene parte integrante e crea una corrispondenza con le bellezze che il museo raccoglie: una selezione di capolavori assoluti, allestita da Francesco I, sovrano innamorato dell’arte, che inaugura nel 1581 la Galleria storica. Nasce qui il concetto di “galleria”: un’invenzione museografica che ha conquistato il mondo per eleganza e semplicità.

Nelle sale degli Uffizi ogni opera è un capolavoro, come in un’ideale antologia ogni opera pittorica testimonia un momento specifico nella storia dell’arte, una tecnica, un modo di concepire il mondo. Dal “Polittico di Badia” di Giotto all’Annunciazione di Simone Martini, dall’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano alla “Madonna col bambino e S.Anna” di Masaccio e Masolino, al Paolo Uccello della Battaglia di San Romano vediamo prender forma, nelle sue esemplificazioni più alte, l’arte umanistica.

Nella sala di Botticelli il professor Paolucci spiega come nel confronto tra le opere del pittore fiorentino con il Trittico Fortinari di Hugo van der Goes si possano capire i due Rinascimenti d’Europa: il naturalismo fiammingo e la visione prospettica, il classicismo italiano. E ancora capolavori del Cinquecento dal Tondo Doni di Michelangelo a Raffaello, fino alla drammaticità dello sguardo ipnotico della Medusa di Caravaggio. Nel segno del rapporto tra architettura e paesaggio il professor Paolucci percorre il Corridoio Vasariano, la straordinaria strada aerea coperta di quasi 1 chilometro che collega gli Uffizi a Palazzo Pitti: il percorso privato dei Medici per raggiungere la reggia passando sopra l’Arno, sopra Ponte Vecchio come se “cavalcassero la città”.

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Archeologia. Gerusalemme, scoperto mosaico bizantino con inciso il nome dell’Imperatore Giustiniano

Archeologia. Gerusalemme, scoperto mosaico bizantino con inciso il nome dell’Imperatore Giustiniano

Il reperto, rinvenuto a circa un metro sotto terra, durante alcuni scavi di routine, risale al VI secolo d.C. e doveva trovarsi all’ingresso di un luogo di accoglienza per pellegrini 

GERUSALEMME – Un gruppo di archeologi israeliani, diretti da David Gellman, ha scoperto nella città vecchia di Gerusalemme un mosaico bizantino risalente al sesto secolo dopo Cristo. Si tratta di un rinvenimento unico in quanto il reperto riporta un testo scritto con inciso il nome dell’imperatore Giustiniano e quello di un abate, come spiegato da Gellman. 

I resti in quest’area sono numerosi ma i testi scritti sono davvero rari. Inoltre l’iscrizione in greco, datata intorno al 550, menziona personaggi molto importanti dell’epoca. L’incisione commemora la fondazione da parte dell’abate ortodosso Costantino di un edificio nei pressi della Porta di Damasco, a Gerusalemme Est, probabilmente un luogo di accoglienza per pellegrini. 

Leah Di Segni, membro dell’Istituto d’archeologia all’Università ebraica, come riporta l’agenzia Askanews, spiega: “non si tratta dell’iscrizione di una chiesa, anche se apparentemente sembra appartenere a un monastero. La cosa più probabile è che questa iscrizione fosse all’ingresso di un ostello per pellegrini e viaggiatori che arrivavano a Gerusalemme dal nord e nord-est”.

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Massimiliano Finazzer Flory, lo spettacolo “Essere Leonardo da Vinci” diventa un film

Massimiliano Finazzer Flory, lo spettacolo “Essere Leonardo da Vinci” diventa un film

Le riprese sono già iniziate a New York ma si svolgeranno anche in Italia e in Francia, ad Amboise, dove Leonardo è sepolto e a Clos Lucé, dove il genio morì

MILANO – La passione di Massimiliano Finazzer Flory per Leonardo da Vinci si trasforma anche in un film. L’attore e regista, dal 2012, porta infatti in scena, e non solo in Italia, lo spettacolo teatrale “Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile”, che di recente (il 19 agosto) ha debuttato a Piuro in Val Chiavenna. L’artista ha annunciato una trasposizione cinematografica dello spettacolo, da lui scritto ed interpretato. 

Due le versioni del film, un cortometraggio e un lungometraggio. Mentre il cortometraggio, nel 2018,  è destinato alla partecipazione ai più importanti festival internazionali, per il lungometraggio si prevede l’uscita nel 2019, in concomitanza con le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del grande genio rinascimentale. 

Le riprese del film sono già iniziate e si svolgeranno sia negli Stati Uniti, in particolare a New York presso la Morgan Library e la Public Library che contengono un Codice leonardesco, sia in Italia, a Milano e Vinci e in Francia ad Amboise, dove Leonardo è sepolto e a Clos Lucé, dove il genio morì. 

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Torino. Ai Musei Reali torna #realedisera

Torino. Ai Musei Reali torna #realedisera

Ogni venerdì il pubblico potrà ammirare le collezioni dei Musei e le diverse mostre in corso in orario serale dalle 19,30 alle 22,30 al prezzo speciale di 3 euro 

TORINO – A partire dal 25 agosto torna ai Musei Reali di Torino l’appuntamento con “#realedisera”. 

Al Museo di Antichità alle 19.45 è prevista la visita guidata, tenuta dalla curatrice Elisa Panero, della mostra Prima del bottone: accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità. L’esposizione, che celebra il rapporto tra arte e moda, presenta, in gran parte per la prima volta, le collezioni di fibule (spille di sicurezza decorate) e di armille (braccialetti) databili all’epoca preromana. 

Torna anche la visita guidata alla Venere di Botticelli, reduce dal suo tour negli Stati Uniti e ora rientrata a casa. Alle ore 21 al piano terra della Galleria Sabauda il pubblico sarà accompagnato da Giorgia Corso alla scoperta della storia che si cela dietro al rapporto tra Sandro Botticelli e Simonetta Vespucci, amata da Giuliano de’ Medici e morta tragicamente all’età di ventitré anni, la cui bellezza è stata resa immortale in quest’opera, amata e riconosciuta in tutto il mondo.Il percorso di visita ai Musei prosegue ai piani superiori della Galleria Sabauda con le mostre Confronti/3: Pittura come scultura. Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo; Le invenzioni di Grechetto, con oltre trenta tra le sue più famose incisioni e Le bianche statuine. I biscuit di Palazzo Reale.

I caveaux della Biblioteca Reale ospitano poi la mostra “Intorno a Leonardo. Disegni italiani del Rinascimento”, che offre un’ampia panoramica della storia dell’arte italiana a partire dal Quattrocento, con alcune punte che ne fanno una delle più importanti collezioni pubbliche di disegni in Italia. Oltre al noto “Autoritratto” di Leonardo da Vinci, fanno parte dell’esposizione ottimi esempi della grafica di artisti del Rinascimento toscano e veneto. Costo del biglietto 5 Euro, non incluso nel biglietto d’ingresso.

Ma non è tutto. Il  venerdì, infatti, spesso e volentieri va a braccetto con il cinema serale, e anche il 25 agosto non fa eccezione: Cinema a Palazzo propone al pubblico un grande classico, “Il vedovo” diretto da Dino Risi, con l’introduzione di Emiliana Palmieri e lo speciale contributo video di Franca Valeri. 

#realedisera si tiene ogni venerdì fino al 6 ottobre e prevede l’accesso ai Musei Reali fino alle 22,30 (ultimo ingresso alle 21,30).

Vademecum

Info e costi distrettocinema.it
Biglietto: 3 euro (fatte salve le gratuità di legge e possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card); la tariffa speciale si applica dalle 19,30 (apertura biglietteria alle 18,30).

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Shirin Neshat in concorso alla 74esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia

Shirin Neshat in concorso alla 74esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia

“Looking for Oum Kulthum” è il titolo del lungometraggio dell’artista iraniana che ancora una volta esplora il mondo femminile, con i suoi drammi, le sue battaglie e la sua innegabile e drammatica bellezza. L’opera sarà presentata nella sezione dei Venice Days ‒ Giornate degli Autori

VENEZIA – L’artista e regista iraniana, Shirin Neshat, tra le più importanti e acclamate artiste visive nel panorama dell’arte contemporanea, presenterà alla 74esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre 2017, il suo ultimo film, Looking for Oum Kulthum. Il lungometraggio verrà presentato il 2 settembre 2017 in concorso nella sezione dei Venice Days – Giornate degli Autori

Il film è coprodotto da In Between Art Film, casa di produzione fondata da Beatrice Bulgari nel 2012 con lo scopo di sostenere e produrre film di artisti, al confine tra cinema e arte contemporanea, e di supportare produzioni indipendenti caratterizzate da un approccio interdisciplinare e Vivo Film.

Looking for Oum Kulthum racconta la storia di Mitra, un’artista ambiziosa, madre e moglie quarantenne, che s’imbarca nel sogno di una vita: fare un film sulla sua eroina, la leggendaria cantante del mondo arabo Oum Kulthum. Il suo obiettivo è esplorare le lotte, i sacrifici e il prezzo del successo di Oum Kulthum, un’artista donna che vive in una società conservatrice e dominata da uomini. Durante le riprese del film, tuttavia, l’improvvisa scomparsa di suo figlio adolescente e la crescente difficoltà di catturare l’essenza di Oum Kulthum come donna, come artista, come mito, porteranno Mitra a una profondissima crisi emotiva e artistica.

Shirin Neshat, nel suo raffinato lavoro artistico e fotografico, da sempre esplora e sottolinea i conflitti di genere e le difficili condizioni sociali delle donne all’interno del mondo islamico. Il mondo femminile, con i suoi drammi, le sue battaglie e la sua innegabile e drammatica bellezza ritorna al centro della sua ricerca attraverso la figura della leggendaria cantante egiziana Oum Kulthum. Per questa sceneggiatura Neshat ha lavorato con Shoja Azari e con lo scrittore Jean-Claude Carrière, vincitore dell’Academy Honorary Award.

L’artista ha già vinto due volte la Biennale di Venezia: prima nel 1999 con un’installazione video e, successivamente, nel 2011, ha vinto il Leone d’Argento con il lungometraggio, Donne senza Uomini. Inoltre, ha ricevuto un Chrystal Award nel 2014 al Davos World Economic Forum. 

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Sky arte HD seconda tappa dedicata all’arte dei Paesi Bassi

Anthony van Dyck, autoritratto

Giovedì 24 agosto alle ore 21:15 Andrew Graham-Dixon nella mini serie “Grande arte per paesi piccoli” approfondirà la Golden Age olandese

Su Sky Arte Hd giovedì 24 agosto andrà in onda il secondo episodio della mini serie, condotta dal critico d’arte Andrew Graham-Dixon, dedicata all’arte dei Paesi Bassi.

In questo episodio Graham-Dixon approfondirà, tra le sale del Riiksmuseum di Amsterdam, il contesto in cui prese forma la Golden Age olandese, sullo sfondo del boom economico secentesco che vide protagonista una sempre più fiorente e determinata classe media.

Maestri come Van Dyck, Rembrandt e Vermeer saranno al centro della puntata, quali testimoni di un’epoca in cui arte e commercio si tendevano la mano.

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Roma, trovati due sarcofagi romani in marmo in un cantiere Acea

Roma, trovati due sarcofagi romani in marmo in un cantiere Acea

Il ritrovamento è avvenuto nei pressi dello Stadio Olimpico. Si tratta di sepolture di fanciulli probabilmente di una abbiente famiglia romana risalenti al III – IV secolo d.C. 

ROMA  – Sono stati rinvenuti nei giorni scorsi, in un cantiere Acea nei pressi dello Stadio Olimpico, sulla pendice Nord-Ovest di Monte Mario, dietro la curva Nord dell’impianto sportivo, due sarcofagi in marmo di epoca romana. La scoperta, come comunica una nota della Soprintendenza Speciale di Roma, è avvenuta durante i lavori finalizzati alla messa in opera di tubazioni di sotto-servizi. 

Lo scavo archeologico preventivo è diretto dalla dottoressa Marina Piranomonte, con gli archeologi Alice Ceazzi, il restauratore Andrea Venier, l’antropologa Giordana Amicucci e il topografo Alessandro Del Brusco. 

Le due tombe portate alla luce sono di fanciulli probabilmente di una abbiente famiglia romana. Sono entrambi in marmo e uno è decorato con un ricco bassorilievo. A una prima analisi potrebbero risalire al III – IV secolo d.C., ma la datazione potrà essere confermata solo dopo un approfondito esame. 

Le due sepolture sono state attualmente trasportate nei laboratori della Soprintendenza Speciale di Roma per essere analizzate, studiate e restaurate nei prossimi mesi. “I risultati delle ricerche – specifica la nota – saranno divulgati nel prossimo autunno”. 

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Cresce il mercato dell’arte nei primi sei mesi del 2017

Cresce il mercato dell’arte nei primi sei mesi del 2017

Secondo il Global Art Market Report di Artprice.com la crescita è stata del +5% con le aste internazionali che hanno fruttato, nello stesso periodo, 6,9 miliardi di dollari

MILANO  – Buone notizie per il mercato dell’arte che torna a crescere con un incremento del 5% registrato nei primi sei mesi del 2017. Questo è quanto si apprende dal report di Global Art Market, che sottolinea anche come le opere contemporanee abbiano trascinato le vendite. Queste attualmente rappresentano, infatti, il 15% del mercato, valore che nel 2000 era fermo al 3%. 

Sono stati soprattutto gli Stati Uniti a trainare le vendite, rallenta invece il mercato cinese. Tuttavia secondo gli analisti di Artprice si tratta di una frenata salutare, che allontana la “fantasia ricorrente” di una bolla speculativa.

Nello specifico dal report si apprende che negli Stati Uniti sono stati battuti pezzi per oltre 2,2 miliardi di dollari (32,4% del mercato globale), mentre in Cina ci si è fermati a 1,99 miliardi (29%). 

Dinamico risulta invece il mercato del Regno Unito che arriva a 1,58 miliardi (22,9%), mentre altri Paesi hanno fette decisamente più piccole. 

L’Italia occupa il sesto posto con 95 milioni di dollari e l’1,4% del mercato. A dominare le aste, comunque, sono ancora le opere classificate come “arte moderna”, ossia quelle realizzate tra il 1900 e 1l 1945: il loro valore nei primi sei mesi del 2017 è circa del 45% del mercato, mentre le opere del periodo post bellico fruttano intorno al 22% e il contemporaneo arriva al 15%.  Le opere dal XIX secolo fino all’antichità coprono invece oggi il 18% degli introiti delle aste. 

Interessante nel rapporto di Artprice.com anche l’analisi del mercato dei grandi musei. Si apprende infatti che tra il 2000 e il 2014 sono stati aperti più musei che in tutto il XX secolo, tendenza confermata anche nel 2016 e l’anno in corso vede l’arrivo di altri 700 nuove istituzioni museali dedicate all’arte internazionale. In questo contesto le acquisizioni dei grandi nomi, star del mercato come Andy Warhol, Gerhard Richter o Roy Lichtenstein, sono sempre più rare sul mercato secondario proprio per gli acquisti effettuati dai musei. 

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