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Firenze. Nuova multa del Comune al direttore degli Uffizi Eike Schmidt

Eike Schimdt, Direttore degli Uffizi

Il sindaco Nardella e il direttore Schmidt sono in contatto per risolvere una questione di ordine amministrativo legata alla vicenda degli altoparlanti al piazzale degli Uffizi e hanno dato mandato agli uffici di lavorare per una soluzione

FIRENZE – Una multa salatissima quella ricevuta dal direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, da parte del Comune di Firenze. 2300 euro, questo l’importo che Schmidt dovrebbe pagare, sempre per la famosa faccenda legata agli altoparlanti non autorizzati, attraverso i quali il direttore lo scorso anno aveva diffuso messaggi antibagarinaggio. 

In realtà la multa era stata pagata all’epoca dallo stesso Schmidt che di primo mattino, con al seguito telecamere e fotografi, si era recato alla posta e aveva provveduto a sborsare 295 euro di tasca sua , cifra ribassata rispetto ai 422 originali, perché versata entro 5 giorni dalla notifica. 

Ma, come spiega una nota di Palazzo Vecchio, l’ufficio tributi del Comune adesso ha emesso una nuova sanzione per omesso versamento Cimp, Canone installazione mezzi pubblicitari. La sanzione, oggi arriva  aggravata da more e ricarichi legati al trascorrere del tempo, raggiungendo quindi la cospicua cifra di 2.327 euro, riducibile a 1.953 se pagata entro 60 giorni.

Nel frattempo il sindaco Nardella e Schmidt sono al lavoro per risolvere la questione, hanno dato infatti mandato ai rispettivi uffici legali di lavorare per giungere quanto prima a una soluzione.

Dapprima si era dunque pensato ad un errore amministrativo, ovvero una mancata registrazione del pagamento, tanto che il direttore degli Uffizi vedendosi recapitare la multa era rimasto sorpreso, invece come specificato dal Comune, non si tratta della stessa sanzione ma appunto di una multa aggiuntiva. 

 

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“Loving Vincent”, nei cinema il 16 -17 e 18 ottobre

“Loving Vincent”, nei cinema il 16 -17 e 18 ottobre

Il primo lungometraggio interamente dipinto su tela, vincitore del Premio del Pubblico al Festival d’Annecy, dedicato alla vita e alle opere del pittore olandese

Scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman, “Loving Vincent” è il film realizzato elaborando i quadri dipinti del grande pittore. Un team di 125 artisti,  Painting Design Team,  ha impiegato un anno per re-immaginare i quadri di van Gogh come se fossero un film. 94 quadri sono riprodotti in una forma simile a quella originale e più di 31 dipinti sono rappresentati parzialmente. 

Il lungometraggio si ispira agli ultimi scritti di van Gogh e parte proprio dalle parole dell’artista che in un appunto scriveva “Non possiamo che parlare con i nostri dipinti”. La narrazione, fluida e avvincente, ripercorre la travagliata vita del pittore, riportando in vita opere come Caffè di notte, Campo di grano con volo di corvi, Notte stellata, ma anche ritratti e autoritratti. 

Lo spettatore viene ricondotto nell’estate del 1891 in Francia. Qui Armand Roulin, un giovane inconcludente e privo di aspirazioni, riceve da suo padre, il postino Joseph Roulin, una lettera da consegnare a mano a Parigi. Il destinatario è Théo van Gogh, fratello del pittore che si è da poco tolto la vita. Armand non è per nulla felice della missione affidatagli: è imbarazzato dall’amicizia che legava suo padre e Vincent, un pittore straniero che si è tagliato l’orecchio ed è stato internato in un manicomio locale. Ma a Parigi non c’è alcuna traccia di Théo. La ricerca condurrà Armand da Père Tanguy, commerciante di colori, e quindi nel tranquillo villaggio di Auvers-sur-Oise, a un’ora da Parigi, dal medico che si occupò di Vincent nelle sue ultime settimane di vita, il Dottor Paul Gachet. Conosceremo così la locanda dei Ravoux, dove Vincent soggiornò per le ultime dieci settimane e dove il 29 luglio 1890 morì per un proiettile nell’addome. Qui Armand incontrerà anche la figlia del proprietario, Adeline Ravoux, la domestica e la figlia del dottore e -presso il fiume dove Vincent trascorse i suoi giorni- anche il Barcaiolo che lo conobbe.

Le sembianze dei personaggi del film si ispirano a volti noti del mondo del cinema e abbinati ai dipinti che rappresentano. C’èad esempio Douglas Booth nel ruolo di Armand Roulin e  Jerome Flynn che riveste i panni  del Dottor Gachet, mentre l’attore di teatro Robert Gulaczyk riveste il ruolo del protagonista del film, Vincent van Gogh.

Dopo il successo di “Van Gogh Alive – The Experience”, la mostra multimediale più visitata al mondo,  arriva dunque questa emozionante e seducente esperienza visiva dove la tecnologia e l’arte si mescolano segnando una nuova frontiera per la Grande Arte al Cinema

Loving Vincent è distribuito da Nexo Digital in collaborazione con Adler con i media partner Radio DEEJAY, Sky Arte HD e MYmovies.it. 

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Torna in Italia dagli Stati Uniti un “Ritratto” attribuito a Giorgione

Giorgione, Ritratto di giovane - Particolare

Il dipinto, poco conosciuto, verrà esposto nella imminente mostra a Castelfranco Veneto dal titolo “Le trame di Giorgione” 

TREVISO – Rientra in Italia, direttamente dagli Stati Uniti, un prezioso “Ritratto” attribuito a Giorgione, che sarà inserito nella mostra dal titolo “Le trame di Giorgione” (Castelfranco Veneto, Casa di Giorgione, dal 27 ottobre al 4 marzo).

A darne l’annuncio è la curatrice dell’esposizione, Danila Dal Pos, che spiega: “È patrimonio di una importante collezione veneziana ed è rientrata in Italia dopo essere stata in collezioni francesi e americane. Pur presente e citata in vari vecchi cataloghi e monografie su Giorgione, pochi hanno avuto modo di ammirarla in una mostra”. “Sono convinta che questa mostra possa offrire – sottolinea la curatrice – l’occasione ideale per un confronto tra esperti di Giorgione e dell’arte veneta del primo Cinquecento, per giungere ad un serio approfondimento su questo dipinto che la tradizione attribuisce al Maestro di Castelfranco”.

L’opera 

Il dipinto in questione è un prezioso, piccolo olio (cm. 26,5 x 21,4) su cui, da tempo, gli studiosi si interrogano. Il quesito riguarda naturalmente la reale paternità del “Ritratto di giovane”, soggetto della tavoletta. Giorgione? Un artista della sua cerchia, Tiziano? Nessuno di questi?

A pronunciarsi è Augusto Gentili, uno dei maggiori studiosi di Giorgione, che per la mostra castellana ha esaminato l’opera, riservandole un particolare e curioso saggio in catalogo: potrebbe trattarsi di un lavoro giovanile di Giorgione, diremmo oggi di un Giorgione ancora alla ricerca della sua strada.

Andando a ritroso nella storia di questo prezioso dipinto, Gentili risale agli anni’ 30 del secolo scorso, quando il “Ritratto” era presente in una importante collezione privata parigina. Già allora gli esperti si interrogavano su chi ne fosse l’autore e il nome di Giorgione venne più volte avanzato. Retrocesso a prodotto “di cerchia” nelle monografie giorgionesche di Richter (1937) e Morassi (1942), il ritratto è infine esposto a Venezia alla mostra “Giorgione e i giorgioneschi” nel 1955. 

In catalogo, il curatore Zampetti ricorda i precedenti, pubblica una riproduzione – peraltro assai poco leggibile – dopo “il recente restauro” (affermando che questo “ha molto avvantaggiato la possibilità di riconoscere le buone qualità del dipinto”) e informa che la tavoletta è ormai in collezione privata a New York. Il tutto senza sbilanciarsi nel giudizio e nell’attribuzione. 

“Quel che viene dopo – sottolinea Gentili – è ripetizione del già detto o già scritto, o memoria della mostra veneziana: anche perché a questo punto il Ritratto si eclissa per quasi mezzo secolo prima di ricomparire a sorpresa in laguna”.

Gentili si spinge ad affermare che “l’incerto e spaurito ritratto potrebbe essere di Giorgione sui primissimi anni del Cinquecento: del Giorgione sperimentale, inventivo e innovativo di testa, ma ancora incerto e spaurito di mano, che qualsiasi catalogo dei possibili esordi accredita di una decina di opere drammaticamente diverse l’una dall’altra, e nessuna sicura più dell’altra”

In conclusione si tratterebbe dunque dell’opera di un giovane Giorgione, teso a sperimentare e risperimentare per trovare la sua cifra stilistica: siamo probabilmente di fronte al punto di partenza di un percorso che avrà come traguardo il “Ritratto Giustinian” di Berlino.

Spiega ancora Danila Dal Pos: “Certezze assolute non ce ne sono ancora ma quest’opera si colloca a livelli molto alti e poterla finalmente ammirare da vicino, come si potrà fare in Casa di Giorgione, è un’occasione da non perdere”. 

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In arrivo dal 23 settembre la trentesima edizione della Biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze

In arrivo dal 23 settembre la trentesima edizione della Biennale internazionale dell'Antiquariato di Firenze

Oltre 3.000 opere, tra dipinti, sculture, disegni, arredi e oggetti di epoche diverse che, a partire da questa edizione, arriveranno fino agli anni Ottanta del Novecento, proposte da 80 fra le migliori gallerie italiane e straniere

FIRENZE – Mancano solo due giorni all’apertura della Biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze. La kermesse prenderà il via sabato 23 settembre e resterà aperta fino a domenica 1° ottobre. Giunta quest’anno alla sua XXX edizione, come di consueto, si svolgerà a Palazzo Corsini, definito dal segretario generale Fabrizio Moretti “Un museo in vendita”.  

Come rimarcato dal sindaco di Firenze Dario Nardella: ”La Biennale cresce e lo fa allargando i propri orizzonti a nuovi generi artistici e nella città”. 

L’apertura verso la modernità viene sottolineata anche dall’allestimento, firmato dal noto interior designer e scenografo veneziano Matteo Corvino, che per questa edizione ha previsto un soffitto di vetro nel percorso centrale per garantire maggiore luminosità agli spazi interni e aprire suggestivi scorci sulle architetture seicentesche della facciata del Palazzo. Un giardino effimero pensile all’italiana si svelerà invece dalla terrazza, con bordure di bosso che  incorniceranno le grandi lastre di cristallo, evocando con i loro riflessi un lungo bacino d’acqua.

Il connubio tra antichità e contemporaneità viene ulteriormente sottolineato dalla mostra dell’artista svizzero Urs Fischer, curata da Fabrizio Moretti, Sergio Risaliti e Francesco Bonami, con l’istallazione della scultura monumentale di 12 metri Big Clay in Piazza della Signoria e le riproduzioni in cera di Bonami e Moretti che si consumeranno lentamente sull’Arengario di Palazzo Vecchio, a simboleggiare la finitezza umana in contrasto con la durevolezza dell’arte. 

Atteso un pubblico internazionale di grande livello, formato da una folta rappresentanza di direttori di importanti musei, soprintendenti, curatori e collezionisti che giungeranno da tutto il mondo. 

In esposizione ci saranno opere di grande prestigio, selezionate da un’autorevole commissione scientifica internazionale di esperti per ogni settore, tra le quali spiccano un San Paolo dello Spagnoletto (Jusepe de Ribera), olio su pannello di forma ovale datato1648, che sarà esposto allo stand di Colnaghi; un originale Ritratto di Barbara van Beck, olio su tela di scuola italiana della fine del Seicento proposto dalla londinese Agnews; una coppia di dipinti di Abraham Louis Rodolphe Ducros presentati da Walter Padovani, che rappresentano La Fonte di Aretusa in Sicilia e Le Terme di Caracalla, scorci tra i più popolari per i viaggiatori stranieri all’epoca del Grand Tour; una veduta di Roma, Piazza della Bocca della Verità, con Santa Maria in Cosmedin e il tempio di Ercole Vincitore a Roma di Gaspare Vanvitelli visibile nello stand di Cesare Lampronti Old Masters Paintings; un’Allegoria dell’Amore di Bernardino Licinio che si troverà nello stand di Robilant+Voena.

I premi di questa edizione verranno assegnati giovedì 27 settembre, alle ore 11. Alle 16 sarà invece consegnato ad Alberto Angela il premio “Il Lorenzo d’Oro”, riconoscimento riservato ad autori o registi che si sono distinti nella realizzazione di documentari o film dedicati all’arte.

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Mantova, al via “ArtLab 17”, il laboratorio dedicato all’innovazione delle politiche e dei programmi culturali

Mantova, al via

I materiali raccolti nella due giorni di lavori del 28 e 29 settembre diverranno un ebook bilingue (italiano e inglese) che rappresenterà un contributo al Forum Europeo della Cultura previsto a Milano il 7 e 8 dicembre

MANTOVA -Il 17 maggio il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno dichiarato il 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale, indicando 14 obiettivi intesi a proteggere, salvaguardare, riutilizzare, rafforzare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale dell’Europa.

In vista dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e della presentazione dello stesso al Forum della Cultura, si svolgerà a Mantovail 28 e 29 settembre, l’ultima tappa di ArtLab 17, il laboratorio dedicato all’innovazione delle politiche e dei programmi culturali promosso dalla Fondazione Fitzcarraldo. Il Laboratorio riunirà nella città lombarda i più qualificati professionisti della cultura e della creatività, che individueranno le linee guida per la valorizzazione dei patrimoni culturali, materiali, immateriali o digitali, del nostro Paese, a partire dal 2018 e negli anni a venire. L’obiettivo è mettere insieme competenze e visioni differenti per tracciare un percorso inclusivo ed efficace, partendo dagli obiettivi indicati dal Consiglio Europeo. Questi i temi principali di confronto: La valutazione del pubblico: esperienze a confronto; L’impatto sociale dei festival; 2018 anno europeo del patrimonio culturale: visioni al futuro;L’economia arancione – storie e politiche della creatività; Sabbioneta: alla scoperta di un patrimonio UNESCO; 2018 anno europeo del patrimonio culturale: visioni al futuro; Riforma del terzo settore e imprese culturali.

Silvia Costa, parlamentare europea e rappresentante del Parlamento europeo nel Comitato di coordinamento europeo dell’Anno del Patrimonio, ha dichiarato: “Con il 2018 Anno europeo del Patrimonio abbiamo l’occasione concreta di mettere al centro delle politiche europee la cultura, il patrimonio culturale materiale, immateriale e digitale e il dialogo interculturale. Una straordinaria occasione per identificare e promuovere i temi strategici che dovranno costituire l’Agenda europea della cultura 2019-2021″. “L’Italia – ha detto ancora Costa – in questo gioca un ruolo fondamentale e avrà un palinsesto ricco di proposte e di impegni frutto del lavoro di squadra con il ministro Franceschini, il Parlamento, le Regioni, istituzioni e protagonisti della cultura e dell’arte”.

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Mantova, al via “ArtLab 17”, il laboratorio dedicato all’innovazione delle politiche e dei programmi culturali

Mantova, al via

I materiali raccolti nella due giorni di lavori del 28 e 29 settembre diverranno un ebook bilingue (italiano e inglese) che rappresenterà un contributo al Forum Europeo della Cultura previsto a Milano il 7 e 8 dicembre

MANTOVA -Il 17 maggio il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno dichiarato il 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale, indicando 14 obiettivi intesi a proteggere, salvaguardare, riutilizzare, rafforzare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale dell’Europa.

In vista dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e della presentazione dello stesso al Forum della Cultura, si svolgerà a Mantovail 28 e 29 settembre, l’ultima tappa di ArtLab 17, il laboratorio dedicato all’innovazione delle politiche e dei programmi culturali promosso dalla Fondazione Fitzcarraldo. Il Laboratorio riunirà nella città lombarda i più qualificati professionisti della cultura e della creatività, che individueranno le linee guida per la valorizzazione dei patrimoni culturali, materiali, immateriali o digitali, del nostro Paese, a partire dal 2018 e negli anni a venire. L’obiettivo è mettere insieme competenze e visioni differenti per tracciare un percorso inclusivo ed efficace, partendo dagli obiettivi indicati dal Consiglio Europeo. Questi i temi principali di confronto: La valutazione del pubblico: esperienze a confronto; L’impatto sociale dei festival; 2018 anno europeo del patrimonio culturale: visioni al futuro;L’economia arancione – storie e politiche della creatività; Sabbioneta: alla scoperta di un patrimonio UNESCO; 2018 anno europeo del patrimonio culturale: visioni al futuro; Riforma del terzo settore e imprese culturali.

Silvia Costa, parlamentare europea e rappresentante del Parlamento europeo nel Comitato di coordinamento europeo dell’Anno del Patrimonio, ha dichiarato: “Con il 2018 Anno europeo del Patrimonio abbiamo l’occasione concreta di mettere al centro delle politiche europee la cultura, il patrimonio culturale materiale, immateriale e digitale e il dialogo interculturale. Una straordinaria occasione per identificare e promuovere i temi strategici che dovranno costituire l’Agenda europea della cultura 2019-2021″. “L’Italia – ha detto ancora Costa – in questo gioca un ruolo fondamentale e avrà un palinsesto ricco di proposte e di impegni frutto del lavoro di squadra con il ministro Franceschini, il Parlamento, le Regioni, istituzioni e protagonisti della cultura e dell’arte”.

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Big Clay di Urs Fischer in Piazza della Signoria e le perplessità di Italia Nostra

Big Clay di Urs Fischer in Piazza della Signoria e le perplessità di Italia Nostra

Si scoprirà il 22 settembre la monumentale scultura metallica di 12 metri dell’artista svizzero per la seconda edizione di “In Florence 2017”, ma il suo posizionamento non piace all’Associazione culturale

FIRENZE – Il 22 settembre inaugurerà in Piazza della Signoria la colossale scultura dell’artista svizzero Urs Fischer, dal titolo Big Clay, nell’ambito di In Florence, il grande evento di arte contemporanea ideato da Fabrizio Moretti e Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze. 

A soli due giorni dall’inaugurazione del progetto espositivo sono inevitabilmente sorte alcune polemiche, legate proprio alle dimensioni gigantesche dell’opera che campeggerà nel cuore del capoluogo toscano. 

In particolare sulla questione si è espressa Italia Nostra. 

Si legge in una nota a firma di Mariarita Signorini, presidente regionale di Italia Nostra Toscana:

“L’innalzamento di una gigantesca scultura in piazza Signoria, sia pur evento temporaneo e limitato nel tempo e opera dell’artista svizzero ampiamente riconosciuto, desta quanto meno stupore. A pochi giorni dal legittimo e apprezzabile richiamo del soprintendente Pessina sull’installazione non autorizzata della ruota panoramica alle Cascine, la presenza di un oggetto di dimensioni eccezionali al centro di piazza Signoria provoca forti perplessità”. 

“Viene da chiedersi – continua Signorini – come sia stato possibile che il competente Ufficio di tutela abbia autorizzato la presenza di tale opera contemporanea le cui dimensioni sono, di tutta evidenza, incompatibili rispetto al contesto. Le visuali della Loggia dei Lanzi, degli Uffizi appaiono compromesse dall’enorme scultura. A termini di legge – conclude la nota – tale intervento che produce forte alterazione del luogo, sembra in totale contrasto con il rispetto dovuto ad alcuni fra i principali monumenti della città, i quali inevitabilmente appaiono in secondo piano e come secondari rispetto al protagonismo assoluto dell’opera esposta”. 

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Padova. L’affascinante viaggio alla scoperta di Galileo: artista, poeta, letterato oltre che scienziato

Guercino, Atlante (particolare) - Museo Bardini

Una grande esposizione a cura di  Giovanni C.F. Villa per la  Fondazione Cariparo, celebra, in tutta la sua completezza di uomo e scienziato, la figura di Galileo, uno dei massimi protagonisti del mito italiano ed europeo

PADOVA – “Rivoluzione Galileo” questo il titolo della mostra che aprirà i battenti il prossimo 18 novembre al Palazzo del Monte di Pietà di Padova.  Si tratta  di un omaggio al grande genio, raccontato per la prima volta nelle sue molteplici sfaccettature: lo scienziato padre del metodo sperimentale, il letterato esaltato da Foscolo, Leopardi, Pirandello, Ungaretti, De Sanctis e Calvino, il  musicista virtuoso, l’artista tratteggiato da Panofsky come uno dei maggiori critici d’arte del Seicento, l’imprenditore di cannocchiali, microscopi e compassi, lo studioso di viticoltura con la passione per il vino dei Colli Euganei. 

Al fine quindi di restituire la completezza e la complessità di Galileo, Giovanni C.F. Villa riunisce in Palazzo del Monte di Pietà un numero impressionante di opere d’arte, a partire dagli splendidi acquerelli e schizzi dello stesso Galileo, che mostrano la sua altissima qualità di disegnatore. Il percorso si snoda  attraverso sette secoli, tra capolavori assoluti dell’arte occidentale e reperti di diverso genere che consentono di scoprire un personaggio da tutti sentito nominare ma da pochi realmente conosciuto. Si passa dalle opere di Durer e Leonardo Da Vinci a quelle dei Brueghel, di Govaerts ed Elsheimer, fino ad arrivare all’ampia sezione di arte contemporanea  che da Previati e Balla giunge fino ad Anish Kapoor, presente in mostra con l’opera di apertura.

L’arte si intreccia con la scienza, la tecnologia e l’agiografia galileiana, restituendo 

compiutamente la parabola umana di Galileo celebrato in una Padova che lo vide protagonista per 18 anni. E’ la stessa Università agli Studi di Padova che, come ha annunciato il suo Rettore, prof. Rosario Rizzuto, ha deciso di affiancare alla Mostra un programma di iniziative, incontri, approfondimenti sulla figura di colui che è stato uno dei suoi più illustri docenti e Maestri.

La mostra resterà aperta fino al 18 marzo 2018.

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Palazzo Grassi e Punta della Dogana, le prossime mostre

Albert Oehlen Untitled, 2016 Pinault Collection

In apertura al pubblico domenica 8 aprile del nuovo anno due esposizioni nelle sedi veneziane del magnate francese Francois Pinault

VENEZIA –  Palazzo Grassi e Punta della Dogana presentano le prossime mostre in programma dall’8 aprile del nuovo anno. Si tratta di  una mostra personale dedicata a Albert Oelhen a Palazzo Grassi mentre a Punta della DoganaDancing with myself”, una collettiva con opere dalla Collezione Pinault in collaborazione con il Museo Folkwang di Essen, Germania.

Palazzo Grassi ospita la mostra personale di Albert Oehlen (1954, Krefeld, Germania) nell’ambito del programma delle monografiche di artisti contemporanei – inaugurato a Palazzo Grassi nell’aprile 2012 con Urs Fischer e proseguito con Rudolf Stingel, Irving Penn, Martial Raysse, Sigmar Polke – alternate a esposizioni tematiche della Collezione Pinault.

La mostra a Palazzo Grassi rientra nell’ambito del programma delle monografiche di artisti contemporanei – inaugurato nell’aprile 2012 con Urs Fischer e proseguito con Rudolf Stingel, Irving Penn, Martial Raysse, Sigmar Polke – alternate a esposizioni tematiche della Collezione Pinault.

L’esposizione, la più grande monografica dedicata ad Albert Oehlen, già protagonista di importanti esposizioni in tutto il mondo, è curata da Caroline Bourgeois e traccia un percorso lungo la produzione di Oelhen attraverso una selezione di circa 85 opere, dalle più note a quelle meno conosciute, realizzate dagli anni ’80 ad oggi e provenienti dalla Pinault Collection e da importanti collezioni private e musei internazionali.

A Punta della Dogana, la mostra collettiva “Dancing with myself”, nata dalla collaborazione tra la Pinault Collection e il Museum Folkwang di Essen, è curata da Martin Bethenod, Florian Ebner e Anna Fricke ed è stata presentata in una prima versione a Essen nel 2016.

L’esposizione indaga l’importanza primordiale della rappresentazione di sé nella produzione artistica dagli anni ’70 a oggi e del ruolo dell’artista come protagonista e come oggetto stesso dell’opera. La mostra riunisce circa 100 opere dalla Pinault Collection – da Claude Cahun a LaToya Ruby Frazier, da Gilbert & George a Cindy Sherman, da Alighiero Boetti a Maurizio Cattelan, in dialogo con una selezione di opere provenienti dal Museum Folkwang, ed è presentata in una versione inedita per gli spazi espositivi di Punta della Dogana con oltre 45 lavori non esposti in occasione della mostra a Essen.

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Grande Progetto Pompei. Aprono al pubblico due eleganti edifici residenziali dell’Antica Pompei

Casa del Marinaio

Si tratta del complesso Championnet e della casa del Marinaio che comprende, oltre a un impianto termale, anche un ampio sotterraneo adibito a panificio

POMPEI (NAPOLI) –  Dopo la messa in sicurezza e dopo gli interventi di restauro effettuati grazie al Grande Progetto Pompei, aprono per la prima volta al pubblico, due eleganti ed esclusivi quartieri panoramici a terrazze dell’Antica Pompei. 

Le due grandi strutture residenziali in questione sono: il complesso Championnet, che comprende oltre 60 ambienti, e la casa del Marinaio che comprende un edificio a doppio atrio con impianto termale privato e un ampio sotterraneo adibito a panificio. 

Si tratta dunque di due strutture imponenti, per le quali è stato avviato anche un progetto di musealizzazione per la ricollocazione in loco di tutti i reperti originali ritrovati. 

Gli interventi del Grande Progetto Pompei verranno illustrati venerdì 22 settembre alle 11 dal direttore Generale Massimo Osanna e dal direttore Generale del Grande Progetto Pompei Luigi Curatoli. 

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