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Firenze. Crolla la statua di cera di Urs Fischer

Firenze. Crolla la statua di cera di Urs Fischer

L’opera, che rappresentava Fabrizio Moretti, Segretario Generale BIAF Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze e organizzatore della mostra con Sergio Risaliti, avrebbe dovuto sciogliersi lentamente nell’arco di circa un mese secondo le previsioni 

FIRENZE – Nella serata di giovedì 5 ottobre è crollata, in Piazza della Signoria a Firenze, una delle due statue di cera di Urs Fischer, protagoniste insieme al gigante di 10 metri della sua installazione “Big Clay#4 and 2 Tuscan Men”.

Al momento non sono noti i motivi del crollo, avvenuto tra lo stupore e anche lo spavento dei visitatori. La statua, che rappresentava Fabrizio Moretti il patron della Biennale Internazionale d’Antiquariato, che secondo il progetto, avrebbe dovuto sciogliersi pian piano, simboleggiando la finitezza umana e la durevolezza dell’arte, si è invece inaspettatamente distrutta e dovrà essere rimossa quanto prima.

Le ipotesi sul crollo dell’opera spaziano dalla spinta di un passante, alla poco probabile folata di vento, fino a un più possibile problema di bilanciamento. Anche il basamento su cui la statua era ancorata ha ceduto e si è frantumato. Fortunatamente, spiega una nota del Comune, non ci sono stati danni a cose e persone e in giornata la statua sarà rimossa.

Sul crollo è intervenuto anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella che ha detto “è un incidente imprevisto, chiaramente spiacevole. Sono in corso perizie sia per accertare definitivamente le cause che per verificare la stabilità delle altre opere presenti”.  “La nostra politica culturale – ha continuato il primo cittadino – va dalla fondazione palazzo Strozzi, al progetto San Firenze – Zeffirelli, all’arte contemporanea che a Forte Belvedere e Palazzo Vecchi è apprezzata in tutto il mondo e fa parlare di Firenze positivamente da alcuni anni come città non solo del passato ma grande citta’ della cultura contemporanea.  Il caso – ha concluso Nardella “non comporta nessuna incidenza sulla nostra politica culturale”. 

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Al via la seconda edizione di Rome Art Week

Al via la seconda edizione di Rome Art Week

Dal 9 al 14 ottobre 2017 è in programma la seconda edizione del progetto culturale che per una settimana coinvolgerà l’intera città di Roma con eventi artistici organizzati dalle strutture espositive e dagli artisti che operano nella Capitale

ROMA – Scopo dell’iniziativa è principalmente quello di riunire il mondo dell’arte contemporanea offrendo una panoramica della  produzione artistica di Roma, cercando inoltre di costruire una rete tra le strutture espositive, gli artisti, i curatori e i critici del mondo dell’arte. Altra finalità è quella di allinearsi alle altre capitali europee, dove già da anni vengono organizzate Art Week o Gallery Weekend. Si tratta dunque di una manifestazione utile quale strumento di conoscenza, approfondimento e impulso al mercato e alla comunicazione della Roma contemporanea, proiettandola anche all’attenzione dei circuiti internazionali.

Durante la manifestazione – a totale titolo gratuito – tutte le strutture partecipanti organizzeranno uno o più eventi (vernissage, visite guidate, talk critici, conferenze, performance, etc.) per presentare e promuovere al pubblico la loro “visione” dell’arte contemporanea. Gli artisti apriranno ai visitatori le porte dei propri studi per mostrare la loro ricerca e, in alcuni casi, coinvolgerli nel lavoro creativo; gruppi di artisti, con critici e curatori presenteranno al pubblico i loro progetti culturali d’avanguardia, in spazi espositivi inusuali.

Il sito web romeartweek.com, disponibile anche in lingua inglese, fornirà le informazioni necessarie sull’iniziativa, con un calendario degli eventi e la mappa interattiva dei luoghi da visitare. Le copie cartacee dei programmi saranno disponibili presso gli aderenti a Rome Art Week.

Rome Art Week è un’iniziativa di Kou – Associazione no profit per la promozione delle arti visive.

Vademecum

Rome Art Week [RAW] 2017
Dal 09 Ottobre 2017 al 14 Ottobre 2017
Roma , Sedi varie
ingresso gratuito a tutti gli eventi
Info: +39 06 2112 8870
segreteria@romeartweek.com
romeartweek.com/it/

 

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Carabinieri TPC restituiscono all’Austria opere trafugate di eccezionale valore storico artistico

Carabinieri TPC restituiscono all’Austria opere trafugate di eccezionale valore storico artistico

Si tratta di tavole su fondo oro del XV secolo rubate tra il 1986 e il 1987 da due chiese austriache. La cerimonia di consegna si è svolta il 4 ottobre all’Ambasciata d’Austria presso la Santa Sede

ROMA – Sono otto le tavole a fondo oro, del XV secolo, di cui 4 dipinte recto-verso, che sono state restituite a S.E. Alfons KLOSS, Ambasciatore d’Austria presso la Santa Sede, in una cerimonia che si è svolta alla presenza del Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e di S.E. Renè POLLITZER, Ambasciatore d’Austria in Italia. 

I dipinti sono parti di polittici realizzati dai maestri SCWAIGER Lorenz e MELCHIOR e sono stati smembrati nel corso di due distinti eventi criminosi in Austria, a danno delle chiese di Bad St. Lehonard – Carinzia e di Hallstatt avvenuti, rispettivamente, il 10 aprile del 1986 e il 19 marzo del 1987.

Il  recupero delle opere è stato possibile grazie alll’intervento del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC), nel corso di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Ferrara.

Le indagini, sviluppate negli ambienti della mediazione d’arte operante sul mercato clandestino, sono state originate dall’acquisizione di una serie di fotografie tra cui quelle delle opere successivamente sequestrate. 

La qualità pittorica e i soggetti sacri rappresentati hanno fatto immediatamente intuire agli investigatori che la produzione artistica, di eccellente fattura, potesse essere estera e, in particolare, mitteleuropea. 

Il controllo effettuato nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, ha consentito di accertare che le opere erano il provento di due furti. Per quanto attiene al primo furto, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale aveva già recuperato nel 1990 e nel 2008, 11 beni tra parti di polittici e dipinti.

L’identificazione ha permesso di bloccare le opere presso le abitazioni di due collezionisti prima che fossero esportati per ritornare ad alimentare il traffico internazionale di beni culturali.

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Verso Artissima edizione 2017

Artissima, Internazionale d’arte contemporanea2016 © Perottino-Alfero-Tardito/ Artissima 2016

“Deposito d’Arte Italiana Presente” è il progetto espositivo della fiera curato da Ilaria Bonacossa e Vittoria Martini, dedicato all’arte italiana

TORINO – Il progetto “Deposito d’Arte Italiana Presente” nasce con lo scopo di raccontare il territorio piemontese come eccellenza del collezionismo internazionale e riconoscere alle gallerie il ruolo di spicco che hanno avuto, e che hanno, nella produzione della storia dell’arte italiana contemporanea nel nostro paese.

Il deposito viene inteso come officina, spazio stratificato, ricco di potenzialità perché concentra artisti, galleristi e collezionisti in un unico luogo, creando sinergia.

Nell’anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario dalla nascita e teorizzazione dell’Arte Povera, il DDP è quindi sembrato il modello migliore per ricordare e celebrare quella data, ma anche l’archetipo ideale dei caratteri torinesi per eccellenza: la grande sperimentalità, l’attitudine alla ricerca e all’innovazione, l’aspirazione internazionale.

Ma eccolo spiegato dalle parole delle stesse curatrice: “Il Deposito d’Arte Italiana Presente nasce dalla ricognizione della storia di Artissima come grande archivio che abbiamo ripercorso per compiere uno studio retrospettivo, per certi versi inedito, specificamente orientato alla lettura del sistema e del mercato dell’arte italiana. La decisione di presentare l’arte italiana nella confusione che caratterizza un deposito, ha la sua portata critica”.

L’idea delle curatrici è che in Italia esista una grande ricchezza, un potenziale patrimonio di idee e di opere contemporanee, molto spesso poco sfruttato.

Il Deposito d’Arte Italiana ad Artissima è uno spazio eccentrico che non intende offrire uno sguardo critico univoco e che non ha l’ambizione di creare teorizzazioni, ma vuole essere piuttosto un luogo di esposizione e di scoperta, un osservatorio permanente di ricerca e promozione della scena artistica del nostro paese.

Il Deposito raccoglierà le opere di più di 130 artisti dal 1994 a oggi:

ARTISTI:

Mario Airò; Alek O.; Alis/Filliol; Yuri Ancarani; Giorgio Andreotta Calò; Meris Angioletti; Salvatore Arancio; Francesco Arena; Stefano Arienti; Micol Assaël; Rosa Barba; Francesco Barocco; Massimo Bartolini; Riccardo Baruzzi; Vanessa Beecroft; Elisabetta Benassi; Riccardo Beretta; Simone Berti; Luca Bertolo; Bianco e Valente; Rossella Biscotti; Monica Bonvicini; Botto&Bruno; Thomas Braida; Fatma Bucak; Chiara Camoni; Gianni Caravaggio; Ludovica Carbotta; Caretto/Spagna; Monica Carocci; Beatrice Catanzaro; Maurizio Cattelan; Loris Cecchini; Giulia Cenci; Manuele Cerutti; Paolo Chiasera; Gabriella Ciancimino; Danilo Correale; Roberto Cuoghi; Gaetano Cunsolo; Nicolò Degiorgis; Tomaso De Luca; Gianluca e Massimiliano De Serio; Paola Di Bello; Rä Di Martino; Patrizio Di Massimo; Sara Enrico; Bruna Esposito; Lara Favaretto; Flavio Favelli; Francesca Ferreri; Anna Franceschini; Luca Francesconi; Eva Frapiccini; Linda Fregni Nagler; Chiara Fumai; Giuseppe Gabellone; Stefania Galegati; Francesco Gennari; Francesca Grilli; Goldschmied&chiari; Piero Golia; Massimo Grimaldi; Adelita Husni-Bey; Invernomuto; Hilario Isola; Pesce Khete; Andrea Kvas; Luisa Lambri; Renato Leotta; Deborah Ligorio; Armin Linke; Claudia Losi; Marcello Maloberti; Domenico Mangano; Margherita Manzelli; Beatrice Marchi; Diego Marcon; Eva Marisaldi; Amedeo Martegani; Masbedo; Elena Mazzi; Sabrina Mezzaqui; Marzia Migliora; Ottonella Mocellin; Simone Monsi; Liliana Moro; Ornaghi&Prestinari; Luca Pancrazzi; Seb Patane; Nicola Pellegrini; Nicola Pecoraro; Pennacchio Argentato; Perino&Vele; Diego Perrone; Alessandro Pessoli; Giulia Piscitelli; Paola Pivi; Riccardo Previdi; Laura Pugno; Pierluigi Pusole; Pietro Roccasalva; Andrea Romano; Alice Ronchi; Sara Rossi; Matteo Rubbi; Andrea Sala; Alessandro Sciaraffa; Lorenzo Scotto di Luzio; Marinella Senatore; Elisa Sighicelli; Caterina Silva; Alessandra Spranzi; Giulio Squillacciotti; Alberto Tadiello; Alessandra Tesi; Grazia Toderi; Santo Tolone; Gian Maria Tosatti; Luca Trevisani; Patrick Tuttofuoco; Nico Vascellari; Vedovamazzei; Cosimo Veneziano; Francesco Vezzoli; Cesare Viel; Luca Vitone; Italo Zuffi. 

ISTITUZIONI E COLLEZIONI:

Accademia Albertina di Belle Arti di Torino; Associazione Barriera, Torino; CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Torino; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino; Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella; Collezione LA GAIA, Busca, Cuneo; Collezione Renato Alpegiani; Cripta747, Torino; Fondazione 107, Torino; Fondazione Merz, Torino; Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Fondazione Sardi per l’Arte, Torino; Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Poirino; FRAC – Fondo Regionale Arte Contemporanea, Regione Piemonte; GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; MEF – Museo Ettore Fico, Torino; OGR – Officine Grandi Riparazioni, Torino; PAV – Parco Arte Vivente, Torino; Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino; Progetto Diogene, Torino; Resò. International Network for art residencies and educational programs.

GALLERIE:

Acapella, Napoli; Alfonso Artiaco, Napoli; Isabella Bortolozzi, Berlino; Bravermann Gallery, Tel Aviv; Antonio Colombo, Milano; Continua, San Giminiano, Beijing, Les Moulins, Havana; Raffaella Cortese, Milano; Guido Costa Projects, Torino; Riccardo Crespi, Milano; Monica De Cardenas, Milano; Umberto Di Marino, Napoli; Ermes-Ermes, Vienna; Renata Fabbri, Milano; Fonti, Napoli; Laveronica, Modica; Magazzino, Roma; Norma Mangione, Torino; Francesca Minini, Milano; Monitor, Roma, Lisbona; Franco Noero, Torino; P420, Bologna; Francesco Pantaleone, Palermo, Milano; Alberto Peola, Torino; Giorgio Persano, Torino; Pinksummer, Genova; Placentia Arte, Piacenza; prometeogallery di Ida Pisani, Milano, Lucca; Federica Schiavo, Milano, Roma; SpazioA, Pistoia; T293, Roma; Tucci Russo, Torre Pellice; Vistamare, Pescara; Zero…, Milano

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Roma. L’arte ti accoglie. Undici video in Lingua dei Segni nei Musei Civici

Roma. L'arte ti accoglie. Undici video in Lingua dei Segni nei Musei Civici

Dopo Palazzo Braschi, nell’ambito dei progetti di accessibilità del programma “Musei da toccare”, sono stati realizzati altri dieci video destinati ad altrettanti spazi, da proiettare su supporti multimediali al fine di facilitare i visitatori non udenti 

ROMA – Sono in tutto undici i musei che accoglieranno a breve l’iniziativa dei video in Lingua dei Segni Italiana con sottotitoli, già sperimentata al Museo di Roma a Palazzo Braschi. Ad essere coinvolti saranno i seguenti spazi: Mercati di Traiano-Museo dei Fori Imperiali, Centrale Montemartini, Museo Carlo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese, Museo Pietro Canonica, Musei di Villa Torlonia: Casino Nobile e Casina delle Civette, Museo Napoleonico, Museo dell’Ara Pacis e Galleria d’Arte Moderna e prossimamente anche ai Musei Capitolini.

Questi musei sono già stati  coinvolti nel programma di iniziative “Musei da toccare”, ideato con l’obiettivo di realizzare musei ‘senza frontiere’, a misura di tutti, e offrire all’intero pubblico la possibilità di accedere alle strutture museali e aree archeologiche, abbattendo le barriere architettoniche e sensoriali.

Il progetto è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

I dieci video sono stati realizzati dall’Istituto Statale per Sordi di Roma – prima scuola pubblica per sordi in Italia che dopo la trasformazione in ente svolge attività di consulenza, documentazione e aggiornamento sulla sordità – con cui la Sovrintendenza ha stipulato un protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione di iniziative per un’efficace comunicazione e accessibilità del patrimonio culturale alle persone sorde.

I testi tradotti in LIS sono stati redatti dai funzionari di ciascun museo coinvolto e resi idonei per la trasposizione nella Lingua dei Segni Italiana dall’Istituto Statale per Sordi: un team di professionisti sordi ha seguito tutte le fasi di lavorazione, dall’adattamento dei contenuti  alla resa in LIS alle riprese video e montaggio con sovraimpressione fotografiche, fino all’ inserimento dei sottotitoli indispensabili a tutti coloro che non conoscono la LIS. 

Il progetto di rendere i musei più accessibili a tutti è nato nel 2012 con “Arte al tatto”, una iniziativa pensata dal settore didattico del MACRO per persone non vedenti per le quali è stato ideato un percorso tattile-sensoriale.

Successivamente nel novembre del 2015, è nata “Musei da toccare”, una iniziativa che ha dato continuità alla sperimentazione, coinvolgendo 4 musei del Sistema Musei Civici (MACRO, Museo di Roma, Galleria d’Arte Moderna e Museo Napoleonico), con la realizzazione di percorsi tattili e l’organizzazione di attività di formazione rivolte a studenti operatori specializzati e persone interessate ad approfondire tematiche legate alla disabilità. Per  la riuscita di questo progetto è stata fondamentale la collaborazione tra la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il Museo Tattile Statale Omero di Ancona e l’Istituto Statale per Sordi di Roma. 

Tra le tante e più recenti iniziative ricordiamo invece Biennale Arteinsieme 2017, consistente in un fitto programma di visite guidate e percorsi tattili – sensoriali in numerosi spazi del Sistema Musei Civici;  Art For the Blind: progetto sperimentale nato e pensato per il Museo dell’Ara Pacis ‘da e per i non vedenti’;  Sala Multisensoriale: percorso tattile permanente del MACRO Via Nizza; InterGAM: progetto didattico presso la Galleria D’ Arte Moderna. Lanciato lo scorso febbraio, consente l’esplorazione di 26 capolavori della collezione del museo attraverso dispositivi touch-screen

Info

Tel 060608 www.museiincomuneroma.it
Facebook @Museiincomuneroma
Twitter @museiincomune

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MuSa di Salò. Sventato attacco all’opera di Hitler esposta nella mostra di Sgarbi

Adolf Hitler senza titolo

Un uomo italiano, di circa 40 anni, ha tentato di squarciare con un cacciavite la tela in mostra nella rassegna “Museo della Follia. Da Goya a Bacon” curata dal celebre critico 

L’episodio si è verificato il 3 ottobre. Il quadro – uno dei pochi oli su tela di Adolf Hitler il quale, prima di dedicarsi alla politica, aveva tentato l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti a Vienna – è stato ritirato dalla sala per qualche ora per permettere ai restauratori di verificare l’assenza di eventuali danni alla tela e al colore, mentre il responsabile è stato segnalato alle forze dell’ordine.

L’episodio si presenta come un atto di rabbia e di esaltazione individuale ai danni del patrimonio artistico – forse anche fomentato dalle questioni legate alle polemiche attuali sulla legge Fiano – e lesivo delle intenzioni della mostra “Museo della Follia”, a cura del Professor Sgarbi, il quale aveva affermato rispetto al dipinto in questione: «è un quadro di un disperato, potrebbe essere stato fatto da Kafka, dice molto della sua psiche: qui non si vede la grandezza, qui si vede la miseria».

«La mostra sulla follia non sarebbe stata perfetta se non avesse ospitato anche un episodio di pazzia» ha dichiarato Giordano Bruno Guerri, direttore del MuSa di Salò.

Vittorio Sgarbi, a proposito dell’accaduto, ha commentato: «Purtroppo l’episodio di violenza a un documento inquietante della storia della follia e della malvagità umana conferma l’inutilità e la provocazione di leggi che riaccendono anche legittimi odi. Ciò che è stato proibito dalla storia va guardato con disprezzo e distacco ma senza riprodurre la censura e l’odio che proprio le dittature espressero».  

La mostra rimane allestita fino al 19 novembre nei normali orari di apertura del Museo.

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Londra. Presentato il MAXXI BVLGARI Prize

Giovanna Melandri e Jean Christophe Babin foto Musacchio Ianniello courtesy Fondazione MAXXI

Il museo e la maison di moda insieme per sostenere i giovani talenti nell’arte. I finalisti scelti dalla giuria sono Talia Chetrit, Invernomuto e Diego Marcon 

LONDRA – Si è svolta il 3 ottobre, presso il Bulgari Hotel di Londra, alla presenza di Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI e di Nicola Bulgari, Vice Presidente del Gruppo Bulgari, grande sostenitore del MAXXI BVLGARI Prize, appassionato collezionista d’arte e mecenate, la presentazione della partnership tra MAXXI e Bulgari, il Premio MAXXI BVLGARI Prize e i tre finalisti scelti da una giuria internazionale. 

Il MAXXI BVLGARI Prize è un importante progetto per il sostegno e la promozione dei giovani artisti. Nasce in continuità con il Premio MAXXI e ne rappresenta l’evoluzione. Grazie alla straordinaria partnership con Bulgari, oggi il Premio si rinnova, cresce, allarga i propri orizzonti, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare non più solo artisti di nazionalità italiana, ma anche artisti stranieri che abbiano prodotto negli ultimi due anni un nuovo progetto in Italia nell’ambito di istituzioni pubbliche e realtà private. 

“Oggi è un giorno speciale per il MAXXI – ha spiegato Giovanna Melandri -. Presentiamo una partnership cruciale, che farà crescere il Premio MAXXI proiettandolo in una dimensione sempre più  internazionale e annunciamo i tre artisti finalisti, tutti di grande valore, scelti da una giuria di altrettanto prestigio. Ne sono particolarmente lieta e voglio ringraziare Bulgari, emblema di creatività e qualità italiane, con cui collaboreremo per sei anni. Questo accordo è la dimostrazione del valore strategico dell’alleanza non effimera tra pubblico e privato in ambito culturale. Ringrazio la giuria e voglio complimentarmi con Talia Chetrit, Invernomuto e Diego Marcon. Attraverso l’arte rileggono e interpretano questo nostro tempo così complesso, con un linguaggio che non ha confini. Sono certa che la mostra al MAXXI con i loro lavori sarà di grande impatto”. 

Jean Christophe Babin, Amministratore Delegato del Gruppo Bulgari, ha così commentato: “Siamo molto fieri di questa partnership con il MAXXI, un museo italiano d’eccellenza che nella sua costante tensione alla sperimentazione ha molte affinità con il marchio Bulgari. Il Premio MAXXI è la perfetta espressione di questa sinergia: valorizza i giovani protagonisti dell’arte contemporanea e, al contempo, l’Italia come fonte di ispirazione.”

La giuria del premio era composta da Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte, David Elliott, curatore indipendente, Yuko Hasegawa, Direttore artistico del MOT di Tokyo e Hans Ulrich Obrist, Direttore Artistico della Serpentine Galleries di Londra. Insieme con Lucia Boscaini, Bulgari Brand and Heritage Curator, hanno illustrato il Premio in una conversazione con la giornalista Suzanne Trocme

Hou Hanru, Direttore artistico del MAXXI e componente della giuria, era invece a New York per impegni istituzionali.

Questi i nomi dei finalisti scelti all’unanimità dalla giuria: Talia Chetrit, Invernomuto e Diego Marcon, con la seguente motivazione: ”hanno dimostrato tutti una forte consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo e la capacità di espandere i confini del linguaggio artistico”.

Talia Chetrit (Washington DC 1982, vive e lavora a New York), è stata scelta “per la sua capacità di reinventare l’uso della fotografia, combinando linguaggi tradizionali e contemporanei nella sua interpretazione del rapporto tra corpo, sguardo e identità”. E’ stata indicata da Luca Lo Pinto, curatore presso la Kunsthalle di Vienna e fondatore della rivista e casa editrice Nero, che scrive: “Lo stile visivo di Chetrit allude sia alla storia dell’arte sia alla fotografia commerciale, con riferimenti alla tradizione della natura morta e all’oggettivazione delle donne nell’immaginario dei primi movimenti avanguardistici. Tra la sua ricerca più recente, una serie di fotografie in cui utilizza il suo corpo per minare le convenzioni dell’autoritratto e dei suoi meccanismi di controllo”. 

Invernomuto nasce nel 2003 dalla collaborazione tra Simone Bertuzzi (1983) e Simone Trabucchi (1982). Il duo vive e lavora tra Vernasca (PC) e Milano ed è stato scelto dalla giuria per “la ricerca su questioni sociali e politiche globali attuata tramite l’utilizzo sapiente di un immaginario influenzato dalla cultura pop e dalla sottocultura, capace di rendere il suo lavoro personale e sincero”. Scrive Luca Lo Pinto, che lo ha segnalato: “Il lavoro di Invernomuto sfugge l’utilizzo di un unico linguaggio o medium, ma suggerisce una nozione espansa di arte, in grado di abbracciare scultura, musica, performance e cinema, mettendo continuamente in discussione i confini tra le varie categorie”.

Diego Marcon (Busto Arsizio, Varese, 1985, vive e lavora a Parigi) è stata scelto “per il suo approccio originale e poetico alla sperimentazione di differenti tecnologie audiovisive e generi cinematografici e per la rilettura critica di siti storici”. E’ stato indicato da Edoardo Bonaspetti, direttore e fondatore della rivista, casa editrice e agency Mousse, che di lui scrive “La sua ricerca artistica si concentra sull’immagine in movimento, sull’esplorazione della potenza evocativa di ciò che non è immediatamente visibile. Tra le tematiche più ricorrenti: il sonno, la noia, il tempo, spesso vissuto come circolare, che tende all’infinito”.

I lavori site specific dei finalisti saranno esposti al MAXXI da maggio 2018, in una mostra curata da Giulia Ferracci. A ottobre 2018 la giuria decreterà il vincitore, la cui opera verrà acquisita dal museo.

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Nasce la Fondazione Modena Arti Visive. Alla guida la storica dell’arte e curatrice Diana Baldon

Diana Baldon, Direttrice Fondazione Modena Arti Visive.©  Johan Bävman  - Gino Lugli, Presidente Fondazione Modena Arti Visive.© Serena Campanini

La nascita dell’istituzione è stata sancita da un consiglio di amministrazione svoltosi il 3 ottobre presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

MODENA – È nata la Fondazione Modena Arti Visive, che riunisce tre istituti culturali modenesi – Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena e Museo della Figurina. La Fondazione rispecchierà il legame con le storie individuali di queste importanti istituzioni modenesi allo scopo di rafforzarne le loro identità, nonché tutelare e aumentare la visibilità dei loro patrimoni collezionistici. 

Alle attuali mostre e corsi di alta formazione didattica verranno integrati laboratori pedagogici, performance, conferenze, concerti, progetti nello spazio pubblico e residenze d’artista. Tra i suoi obiettivi principali: la promozione delle più innovative pratiche artistiche internazionali nel 21mo secolo, privilegiando forme di attivazione e di contaminazione tra discipline e contesti diversi. Le sue proposte educative s’indirizzeranno a un bacino d’utenza diversificato e sperimenteranno con nuove pratiche e modalità di fruizione, di accessibilità, di comunicazione e di collaborazione. 

Direttore Generale della Fondazione è stata nominata la storica dell’arte e curatrice Diana Baldon, già alla guida di Fondazione Fotografia Modena dal 1° giugno scorso. Sono stati altresì nominati il presidente Gino Lugli, indicato congiuntamente dai due fondatori  – Comune di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – e i membri del consiglio di amministrazione Martina Bagnoli, Luigi Benedetti (indicati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena), Paolo Credi e Daniela Goldoni (indicati dal Comune di Modena).

Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha affermato: La Fondazione Modena Arti Visive rappresenta il primo e significativo passo verso l’obiettivo di maggiore integrazione e coordinamento tra istituti culturali, che sarà una delle caratteristiche del nuovo Polo in programma tra il Sant’Agostino e il Palazzo dei Musei. Dovrà essere un sistema vitale, con il risultato superiore alla somma delle parti, per contribuire a promuovere la città a livello nazionale e internazionale. I due istituti civici che entrano nella Fondazione Modena Arti Visive, così come Fondazione Fotografia Modena, hanno un marchio consolidato, una identità e una storia. E un patrimonio di competenze, oltre che di opere e collezioni.

Mentre il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli ha sottolineato: “Abbiamo sostenuto con convinzione quest’operazione sin dall’inizio e siamo molto soddisfatti del risultato, ottenuto mettendo a sistema organizzazioni con storie e competenze importanti che insieme possono ancora crescere e svilupparsi. La nascita della Fondazione Modena Arti Visive – ha aggiunto – è il primo passo di un grande lavoro che impegnerà tutta la struttura nei prossimi due anni. L’obiettivo è costruire un’identità unica e forte che valorizzi le professionalità di chi opera nelle tre istituzioni e promuova la cultura attraverso un modello innovativo pubblico-privato.

Disporre di tre importanti realtà e poterne unificare la governance è una grande opportunità quando si vuole allargare il proprio orizzonte e misurarsi con un panorama internazionale. – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli. – Credo che sentirsi parte di un progetto ambizioso possa aggiungere il necessario entusiasmo alle competenze e alle capacità già presenti e richiamarne di nuove per sviluppare un risultato comune superiore alla somma di quelli parziali. Sono lusingato di essere stato scelto per dare un contributo.

La direttrice Diana Baldon ha commentato: “Sono onorata di guidare Fondazione Modena Arti Visive in questa fase di lancio. L’ambizione e l’energia scaturite da questo progetto s’inseriscono in vicende locali dal carattere pionieristico che intrecciano la storia della Galleria Civica – uno dei centri d’arte più avanzati nella scena dell’arte contemporanea in Italia – con quella della mitica casa automobilistica Ferrari. Sento una grande responsabilità nell’ereditare un’istituzione dalle prospettive e potenzialità di distinguersi oltre i confini nazionali, pur rimanendo convinta dell’importanza di cooperare il più possibile con altre istituzioni culturali, pubbliche e private, e università del territorio. Ringrazio il consiglio di amministrazione, i soci fondatori e, in particolare, il nuovo Presidente per la fiducia che mi hanno accordato con questo incarico.

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A San Pietro in Vincoli “Lo sguardo di Michelangelo”, il cortometraggio di Michelangelo Antonioni

A San Pietro in Vincoli “Lo sguardo di Michelangelo”, il cortometraggio di Michelangelo Antonioni

A dieci anni dalla scomparsa del grande regista, l’Istituto Luce Cinecittà e Il Gioco del Lotto presentano la digitalizzazione del documentario del 2004 dedicato alla Tomba di Papa Giulio II, di Michelangelo Buonarroti

ROMA – Per iniziativa della Soprintendenza Speciale di Roma il cortometraggio, dal titolo Lo sguardo di Michelangelo”,  sarà visibile gratuitamente per la prima volta a San Pietro in Vincoli a Roma, il luogo per cui il monumento è stato creato e dove il documentario è stato girato. Il documentario venne presentato a Cannes nel 2004 e venne definito da alcuni critici come la cosa più bella di quell’edizione del Festival. 

Recentemente il film è stato sottoposto ad una accurata riconversione in digitale. Le immagini sono state scansionate ad altissima risoluzione, stabilizzate e pulite digitalmente, eliminando i segni del tempo: spuntinature, righe e segni visibili di giunte. Infine un ulteriore intervento ha restituito lucentezza alla fotografia. Una pulizia digitale è stata effettuata anche sul suono, in modo da ridurre i rumori di fondo causati dall’usura del tempo. 

Le visite si potranno effettuare da venerdì 6 fino a martedì 10 ottobre negli orari di visita della Basilica (8.30-12.20/15.00-19.00),

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Reggia di Caserta, per i sindacati il monumento è sotto stress soprattutto durante le domeniche gratuite

Reggia di Caserta, per i sindacati il monumento è sotto stress soprattutto durante le domeniche gratuite

Il direttore Mauro Felicori: ”La prima domenica del mese è sempre stato un problema soprattutto da quando negli ultimi due anni il monumento vive un periodo di grande popolarità e notorietà. Ci troviamo a dover garantire contemporaneamente la tutela del monumento e l’ordine pubblico”

CASERTA – E’ di questi giorni la notizia secondo cui l’afflusso di visitatori alla Reggia di Caserta, durante le domeniche gratuite, starebbe danneggiando l’edificio. La notizia, diffusa dai sindacati, fa riferimento in particolare a questa prima domenica di ottobre, si apprende infatti che la patina d’oro che ricopre i mobili e parti delle pareti sarebbe stata asportata in più punti nella sala del trono, così come mattonelle di pregio sarebbero saltate in più parti.

In una nota la FP CGIL Caserta, scrive: “In riferimento a notizie di stampa apparse sulle cronache locali circa la vicenda degli intensi afflussi di visitatori alla Reggia di Caserta, si presenta l’occasione propizia per manifestare, ancora una volta, i gravi profili di criticità cui è sottoposta la tutela e la conservazione del nostro incommensurabile patrimonio artistico e culturale”. “Le annunciate e sbandierate aperture straordinarie – continua la nota – stanno determinando pesanti problemi e difficoltà al personale, alla sicurezza del sito ed a quella  dei visitatori. Ancora una volta gli spot pubblicitari celano una realtà ben diversa da quella che si vorrebbe propinare all’opinione pubblica”.  Sarebbe il caso – conclude la nota – che la dirigenza muovesse un duro monito alla politica affinché crei tutte le condizioni necessarie per permettere ad un comparto, quale quello dei Beni Culturali, di assolvere appieno al suo ruolo strategico di motore del rilancio socio economico dei nostri territori e al contempo di farsi strumento primario di salvaguardia della nostra “memoria storica”, da lasciare integra alle future generazioni”. 

Il direttore della Reggia Mauro Felicori smentisce tuttavia la notizia e dichiara: ”Escludo che domenica scorsa ci siano stati danneggiamenti all’immobile e al Parco della Reggia di Caserta. É vero che lo stato di conservazione del monumento e del Parco è da molti anni carente ma, sottolineo – continua Felicori –  domenica scorsa non mi risulta sia successo nulla di particolare”. Il direttore inoltre fa notare che ”La prima domenica del mese per la Reggia è sempre stato un problema soprattutto da quando negli ultimi due anni il monumento vive un periodo di grande popolarità e notorietà”. Felicori conclude: ”Ci troviamo a dover garantire contemporaneamente la tutela del monumento e l’ordine pubblico”. 

Ad intervenire sulla questione anche il segretario del Pd Matteo Renzi che su Facebook scrive: “La Reggia di Caserta sta conoscendo una seconda giovinezza. Da quando abbiamo scelto il nuovo direttore, Mauro Felicori, i visitatori crescono a ritmo impressionante. 
La Reggia è tornata punto di riferimento per la Campania e per il mondo intero. Anche a questo servono i grandi monumenti: a rafforzare il senso di identità di un popolo. 
Appena il direttore arrivò a Caserta, – continua Renzi – alcune sigle sindacali lo attaccarono perché “lavorava troppo”. Giuro! Ricordate che allora feci pubblicamente un intervento in difesa di Felicori? Oggi c’è stato nuovo attacco di alcune sigle sindacali che dicono: la presenza di tanti turisti e cittadini, specie nelle domeniche di apertura gratuita, mette “sotto stress la Reggia”. Sotto stress?!? 
Parliamoci chiaro: è giusto investire tutte le risorse necessarie per la manutenzione e garantire la sicurezza del monumento e del parco. Ma il fatto che finalmente i musei italiani facciano notizia perché ci sono tanti visitatori è un segno incredibilmente positivo!
Altro che “stress della Reggia” – conclude Renzi –  se tanti cittadini entrano in un Museo o in un luogo di cultura, l’Italia è più ricca. E noi vogliamo lavorare sempre di più in questa direzione.  I beni culturali vanno protetti, certo, ma vanno anche vissuti. 
Solo così l’Italia può tornare a orgogliosa di essere l’Italia”.

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