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Quando l’arte e la scienza medica si incontrano

Quando l’arte e la scienza medica si incontrano

A Milano un progetto che vede coinvolti Istituto Nazionale dei Tumori e Accademia di Brera con il supporto di Prometeo Onlus. Un gruppo di lavoro composto da medici e giovani artisti per consentire uno scambio di saperi con l’obiettivo di aiutare i pazienti nel loro percorso

MILANO – Arte e medicina due mondi apparentemente così distanti ma che possono trovare un punto di incontro e di contaminazione reciproca per uno scopo comune. Questo quanto può accadere con il nuovo programma di collaborazione scientifica e culturale tra Istituto Nazionale dei Tumori e Accademia di Belle Arti di Brera con il supporto di Prometeo Onlus. Una partnership che vede coinvolti medici e giovani artisti con l’obiettivo di aiutare i pazienti nel loro percorso e avvicinare il pubblico al tema dei tumori con nuovo approccio. 

Partono da novembre di quest’anno, fino a febbraio 2018, 4 incontri che si terranno nell’Irccs di via Venezian che coinvolgeranno i pazienti del Reparto di chirurgia dell’apparato digerente e trapianto di fegato.

Il team di lavoro si compone di  5-6 specializzandi dell’Accademia, provenienti da un corso di fotografia d’arte e  di pittura e da altrettanti giovani medici dell’Istituto Tumori. 

Uno scambio di saperi scientifici e artistici che porterà alla produzione di una pubblicazione corredata di immagini pittoriche e fotografiche. Ma anche all’esposizione delle opere all’interno dell’Istituto.

L’iniziativa mette in gioco artisti, scienziati e pazienti con l’obiettivo di stimolare nuove energie creative e vitali da parte di tutti. 

Ha spiegato il presidente dell’INT, Enzo Lucchini: “Numerosi studi clinici condotti a livello internazionale dimostrano che l’aura negativa e oppressiva connotante il concetto di patologia tumorale e lo stato di malato di tumore non è funzionale al miglior approccio alla malattia oncologica e comprime la realtà che il paziente deve affrontare. Vorremmo quindi, proprio a partire dall’Int di Milano, culla della ricerca della cura, che l’iniziativa possa dare il via a una trasformazione positiva di questo modo di pensare, attraverso la consapevolezza indotta che la malattia, il dolore, la morte come la medicina, l’arte e il benessere fanno parte della vita”. 

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Van Gogh a Vicenza

Il ponte di Langlois (1888)

Il pittore olandese è protagonista di una grande esposizione, aperta dal 7 ottobre all’8 aprile 2018 nella Basilica Palladiana, attorno alla quale è stato ideato un più articolato “Progetto Van Gogh” che si declina in altre forme, tra cui anche un film e uno spettacolo teatrale itinerante

VICENZA – Marco Goldin, curatore della mostra, ha ideato un più articolato “Progetto Van Gogh” che fa della grande esposizione il suo fulcro.

La rassegna in Basilica,  attraverso 129 opere in totale (43 dipinti e 86 disegni), delinea l’intero percorso artistico di Vincent van Gogh, dai disegni di esordio assoluto fino ai quadri conclusivi con i campi di grano realizzati a Auvers-sur-Oise nel luglio del 1890, pochi giorni prima di suicidarsi. Le opere del grande maestro olandese saranno esse a confronto con alcuni dipinti di altri artisti, come il Seminatore di Jean-François Millet e alcune opere dei pittori della Scuola dell’Aia, che il giovane Vincent guardava con ammirazione, da Israëls ai Maris.

L’esposizione si svolge grazie al contributo fondamentale del Kröller-Müller Museum di Otterlo e un’altra decina di istituzioni e collezioni private. In particolare per questa occasione, concessa eccezionalmente dal museo di Colonia, si potrà ammirare la versione più amata dal pittore de Il ponte di Langlois (1888), una tra le immagini simbolo della sua parabola artistica. 

A corollario della mostra c’è poi il “Progetto Van Gogh” che offre ulteriori opportunità di non minore rilievo. 

Tra queste innanzi tutto la pubblicazione, a cura di Marco Goldin e Silvia Zancanella, per le edizioni di Linea d’ombra, delle “Lettere”, una monografia che si pone come fondamentale apporto all’esposizione vicentina, anche perché la scelta è caduta sulle lettere che parlano delle opere in esposizione nella Basilica Palladiana.

Un’ulteriore sottolineatura riguarda l’allestimento della grande rassegna, pensato come un “viaggio” anche nei luoghi nei quali Vincent ha vissuto: il Borinage, Etten, l’Aia, il Drenthe, Nuenen, Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. 

Nel Progetto rientra poi un film originale, appositamente creato sulla vita e l’opera di Van Gogh. A proposito del film Marco Goldin evidenzia: “’Van Gogh. Storia di una vita’ – questo il titolo del film – ha la durata di un’ora e viene proiettato in una vera e propria sala cinema, studiata in ogni dettaglio tecnico e funzionale, all’interno della Basilica Palladiana, come ultima, grande stanza del percorso espositivo. Un film destinato a vivere come un prodotto anche slegato dalla mostra e per questo lo abbiamo raccolto in un dvd in vendita, unito a tante foto del backstage”. 

Il film è stato proiettato in anteprima nei teatri di Vicenza (25 settembre), Verona (26 settembre), Padova (27 settembre) e Treviso (28 settembre). 

Infine si passa al teatro per poi tornare nuovamente all’arte con i quadri di Matteo Massagrande

Spiega Goldin: “Nella scorsa primavera, mentre mettevo mano a uno spettacolo teatrale sulla sua storia, e che vedrà la luce sul finire del 2018, ho scritto, proprio per questo spettacolo, il breve monologo che l’attore che impersonerà Vincent sul palcoscenico reciterà sotto un ultimo albero della vita, accanto a un ultimo campo di grano. Gli ho dato come titolo Canto dolente d’amore (l’ultimo giorno di Van Gogh) […] Tempo dopo averlo scritto, ho provato il desiderio che un pittore potesse non illustrarne alcune scene, ma traendovi spunto desse loro una temperatura insieme d’anima e di colore. Allora ho chiamato un artista che stimo molto, Matteo Massagrande, e gli ho mandato il testo, dicendogli solo: “Matteo, non aggiungo altro a quello che ho scritto, non ti spiego, non ti chiedo di illustrare una scena piuttosto che un’altra, falla diventare, se ti va, la tua storia. Io l’ho scritta, tu la dipingerai. Come vorrai”.

Le opere di Matteo Massagrande si potranno ammirare nella sala successiva all’ultima dell’esposizione dedicata a Van Gogh, sempre in Basilica Palladiana, prima della sala cinema.

Vademecum

ORARIO MOSTRA
da lunedì a giovedì: 9 – 18
da venerdì a domenica: 9 – 20
la vendita dei biglietti viene sospesa 75 minuti prima dell’orario di chiusura
SERVIZIO PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI
telefono 0422 429999 
biglietto@lineadombra.it
da lunedì a venerdì: ore 9 – 13.30 e 14.30 – 18
chiuso sabato, domenica e festivi
BIGLIETTI PER PRIVATI
SENZA PRENOTAZIONE (acquistabili solo in mostra)
– Intero € 14
– Ridotto € 11 studenti maggiorenni e universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino
Ridotto € 8 minorenni (6-17 anni)
CON PRENOTAZIONE
– Intero € 16
– Ridotto € 13 studenti maggiorenni e universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino
Ridotto € 10 minorenni (6-17 anni)
CON PRENOTAZIONE E VISITA GUIDATA (in italiano)
– Intero € 23
– Ridotto € 20 studenti maggiorenni e universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino
– Ridotto € 17 minorenni (6-17 anni)
BIGLIETTO APERTO € 20
Visita le mostre quando vuoi, senza necessità di bloccare data e fascia oraria precise.
Acquistabile via internet (dall’8 maggio), tramite call center (dal 15 maggio) o, a mostra aperta, alla biglietteria in Basilica Palladiana.
Questo stesso biglietto potrà essere regalato a chi si desidera.

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La “Nave dei Folli” di Patrizia Comand

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Dal 10 ottobre al 12 novembre 2017 il Museo di Palazzo Cipolla a Roma presenta al pubblico l’originale mostra promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, con il supporto tecnico di Civita

ROMA – La stagione espositiva del Museo di Palazzo Cipolla a Roma riparte con LA NAVE DEI FOLLI  di Patrizia Comand, un’opera dipinta tra il 2013 e il 2014, ispirata all’omonimo poema satirico di Sebastian Brant (DAS NARRENSCHIFF), pubblicato per la prima volta a Basilea nel febbraio del 1494, durante il Carnevale altorenano.  Si tratta di un testo satirico-morale in versi composto da 112 capitoli, caratterizzato non solo dal tono ironico, ma anche dalla sua incredibile attualità. All’epoca inoltre aveva collaborato alle illustrazion un giovane Albrecht  Dürer con le sue xilografie. 

L’opera realizzata da Patrizia Comand è un dipinto molto imponente per le dimensioni, costellato di figure allegoriche, originale ed ironico che, pur ispirandosi al poema di Brant, offre continui rimandi alla nostra attualità. 

La mostra propone, oltre al grande dipinto, anche 20 disegni preparatori riferiti ai 20 capitoli scelti dal poema, che illustrano la genesi dell’opera, sottolineano lo stile attento e preciso della pittrice e rendono visibile il legame con l’opera letteraria che l’ha ispirata.

L’iniziativa è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, con il supporto tecnico di Civita.

Il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, a proposito della mostra, afferma«Confesso che quando ho visto l’opera di Patrizia Comand “La nave dei folli”, l’entusiasmo mi ha pervaso immediatamente facendomi fare un balzo nella memoria, per le pari emozioni che in gioventù ebbi a provare quando vidi per la prima volta l’opera di Brueghel Il Vecchio “La caduta degli angeli ribelli”. L’accostamento può apparire indubbiamente irriverente, e forse in qualche modo non stilisticamente corretto ed ortodosso, ma le sensazioni che ho provato di fronte a queste due visioni non dissimili restano per me veritiere e complete. Da qui, il desiderio di far transitare nei nostri spazi espositivi – che hanno visto, nei quasi vent’anni di attività, il susseguirsi di artisti classici, moderni, contemporanei, di strada – l’opera di questa, a mio modo di vedere, interessantissima pittrice. Patrizia Comand, con il suo tratto assolutamente suggestivo, provoca un’immediata sollecitazione della fantasia, catapultandoci in un grande gioco collettivo, in cui i protagonisti sembrano in qualche modo farci vivere, nella loro assoluta astrazione, in un grande sogno, come se si trattasse di uno spettacolo circense, popolato di acrobati, funamboli, clown, trapezisti. Quest’opera infatti mi ha indotto a sognare, perché è così estranea alla quotidianità rigida e plumbea del nostro tempo, incasellata in rituali anche cromatici che costantemente si ripropongono con la loro impersonalità. La Comand è per me l’artista della fantasia, elemento alla quale, nella vita, bisognerebbe sempre affidarsi per poter superare il tedio e la monotonia dell’esistenza quotidiana.».

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Duomo di Milano. Esselunga aderisce al progetto “Adotta una Guglia”

Duomo di Milano. Esselunga aderisce al progetto “Adotta una Guglia”

L’azienda, in memoria del suo fondatore Bernardo Caprotti, scomparso lo scorso anno, ha deciso di finanziare il restauro della Guglia Maggiore che ospita la Madonnina

MILANO –  L’azienda Esselunga ha deciso di aderire al progetto “Adotta una Guglia”, la raccolta fondi per il restauro del Complesso Monumentale della Cattedrale di Milano, in particolare delle 135 guglie del Duomo. Esselunga “adotterà” proprio la Guglia Maggiore che ospita la Madonnina. 

L’azienda ha scelto di sostenere il progetto in memoria del suo fondatore Bernardo Caprotti, scomparso lo scorso anno,“in linea con il rispetto e l’amore per l’arte e per la città di Milano che lo hanno contraddistinto nel corso di tutta la sua vita” – si legge in una nota. 

In omaggio a Caprotti lo scorso sabato, per il primo  anniversario dalla morte, è stata svelata una targa sulla Guglia Maggiore, per l’importante donazione effettuata. Inoltre una targa analoga è stata posizionata nella sala del Grande Museo del Duomo dedicata alla Madonnina, dove sono collocati lo scheletro originale del 1774 e il busto in legno di noce intagliato da Giuseppe Antignani su modello dello scultore Giuseppe Perego.

Dal suo avvio nel 2012, il progetto “Adotta una Guglia” ha portato migliaia di persone ad aderire all’appello della Veneranda Fabbrica, che è impegnata quotidianamente a prendersi cura del simbolo di Milano nel mondo. Con i suoi 11.700 mq di superficie interna, le oltre 3.400 statue, le 55 grandi vetrate istoriate, le 135 guglie e tutti quegli elementi che necessitano di un esame accurato e di un restauro senza sosta, il Duomo rappresenta una realtà straordinariamente delicata ed unica al mondo.

Le spese di manutenzione straordinaria e per i restauri del Duomo sono ingenti e sono cresciute a dismisura. Inoltre intervenire oggi sulla Cattedrale, rispetto a un secolo fa, comporta una maggiore attenzione e sensibilità in linea con i tempi e con la sicurezza, il rispetto dell’ambiente, il controllo approfondito ed un monitoraggio continuo delle superfici.

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Grande successo per UffiziLive 2017 che chiude con oltre 20 mila visitatori

Grande successo per UffiziLive 2017 che chiude con oltre 20 mila visitatori

Avviata nel 2016, la rassegna, grazie al ricco e eterogeneo programma, ha registrato nelle 18 Serate un crescente successo di pubblico. Il confronto con il ciclo del 2016 ha fatto rilevare 10.966 presenze in più, con un aumento del 94%

FIRENZE – Si è conclusa martedì 27 settembre la seconda edizione di #UffiziLive, l’iniziativa che propone un suggestivo dialogo fra arti performative e spazi e opere degli Uffizi, con spettacoli organizzati il martedì sera in orario di apertura straordinaria del Museo. La rassegna ha registrato un grande successo di pubblico con presenze raddoppiate rispetto all’edizione 2016. 

In particolare, l’ultima serata di apertura, martedì 27 settembre, ha raggiunto un ottimo riscontro di pubblico: i visitatori sono stati 1651, che comparati ai 461 dell’ultima serata dell’edizione 2016, corrispondono a un aumento del 260%.

Nel complesso, a chiusura dell’iniziativa, hanno partecipato ai 18 eventi organizzati, nei quattro mesi di durata, da giugno a settembre, un totale di 21.620 visitatori

Lo spettacolo di questa edizione che ha registrato il maggior numero di presenze è stato AD-AR-TE con Tre noccioli del Duecento, nella serata del 12 settembre, con un totale di 1677 visitatori.

Uno degli eventi di #UffiziLive 2017 si è svolto, nella serata di sabato 23 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2017: lo spettacolo di Alifer Artsody, con ingresso facilitato ad 1 euro, dalle 19.00 alle 22.00, è stato seguito da 1.122 persone con un + 62,61% rispetto alla stessa serata dell’anno prima, ad uguali condizioni di accesso. 

Il Direttore delle Gallerie, Eike Schmidt dichiara: “Grazie agli artisti che hanno partecipato a questa edizione, selezionati fra oltre 250 candidature le Gallerie degli Uffizi hanno offerto ai propri visitatori la possibilità di un’esperienza unica: quella di guardare le opere da prospettive del tutto inaspettate, in modo più libero e coinvolgente rispetto alla visita tradizionale. Per la prima volta, l’hip hop è entrato agli Uffizi; un concerto che riproduceva i suoni degli  insetti ha dato al pubblico l’impressione di immergersi nel prato della Primavera; ma abbiamo anche potuto ascoltare musica tradizionale negli spazi della mostra “Facciamo presto”, grazie alla quale sono stati raccolti 649.000 euro a favore delle zone terremotate della Regione Marche.  Tra le tante occasioni di concreto dialogo fra opere d’arte e esperienze performative dal vivo, ricordiamo musica classica e moderna al violoncello, suonata a sorpresa davanti alle opere, e madrigali seicenteschi eseguiti davanti a Caravaggio e Artemisia Gentileschi. Nel complesso dunque, è stata un’esperienza con ottimi riscontri numerici, dovuti anche al carattere veramente innovativo e sperimentale di un’iniziativa che ha aperto tante nuove possibilità di riflessione sui nostri capolavori”.

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Torino. L’ora del Big Bang: tornano a vivere le Officine Grandi Riparazioni

Foto Daniele Ratti

Inaugurazione con una festa lunga fino al 14 ottobre e completamente gratuita, con progetti realizzati appositamente da alcuni importanti protagonisti delle arti visive e della musica

TORINO  – Nella maestosa cattedrale industriale dove un tempo si aggiustavano i treni, nascono ora le Officine Grandi Riparazioni di Torino, che vengono inaugurate il 30 settembre con una grande festa che durerà fino al 14 ottobre. 

La trasformazione delle nuove OGR è stata realizzata dalla Fondazione CRT e accompagna la metamorfosi di Torino da città dell’industria a centro di soft power e cultura sempre più proiettata verso  una dimensione internazionale.

Le OGR – Officine Grandi Riparazioni rappresentano uno dei più importanti esempi di architettura industriale dell’Ottocento a Torino. Costruite tra il 1885 e il 1895, e adibite fino ai primi anni ‘90 alla manutenzione dei veicoli ferroviari, sono un insieme di grandiosi edifici, il più importante dei quali, a forma di H, si estende per 20.000 metri quadrati ed è alto 16 metri. Nel 2013 la società consortile OGR-CRT, detenuta per oltre il 50% dalla Fondazione CRT, ha acquistato l’area da RFI Sistemi Urbani, per riqualificarla sotto la guida della Soprintendenza e in stretta collaborazione con il Comune di Torino. Già sede di tre mostre per i 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2013 le OGR hanno ospitato oltre 100 eventi di “test” e circa 120.000 visitatori in 5 mesi, con un’offerta eterogenea (attività espositive, concerti, teatro). Successivamente sono state chiuse al pubblico per l’avvio delle imponenti opere di riqualificazione finanziate dalla Fondazione CRT.

Una grande festa per un nuovo inizio 

Giorgio Moroder, Ghali, Elisa, Omar Souleyman, Danny L Harle, The Chemical Brothers e il super gruppo Atomic Bomb! – per l’occasione con la partecipazione di Samuel – sono gli artisti che si alterneranno sul palco della nuova “Sala Fucine”, uno spazio di oltre 3.000 metri quadri che, nei tre sabati consecutivi del 30 settembre, 7 e 14 ottobre.

L’inaugurazione delle OGR sarà live in 150 Paesi del mondo grazie a Boiler Room, il canale di live streaming musicale più seguito del pianeta che, per la prima volta da Torino, trasmetterà lo show di Alva Noto nel Duomo delle Officine Nord.

L’Arte Contemporanea sarà protagonista con tre progetti site-specific,. A partire da sabato 30 la Corte Est, antistante l’ingresso delle OGR, farà da cornice all’installazione “Procession of Reparationists”, realizzata dall’artista sudafricano William Kentridge. All’interno delle Officine nasceranno due allestimenti pensati per dialogare con l’architettura e offrire un’esperienza degli spazi inedita e immersiva: “Track”, opera commissionata all’artista venezuelano Arturo Herrera; “Tutto Infinito”, un paesaggio futuristico rivestito di terra rossa e animato da totemiche sculture pensate e realizzate in collaborazione con i piccoli ospiti di CasaOz, da Patrick Tuttofuoco, artista italiano tra i più stimati della sua generazione, insieme al network ZonArte, che in occasione dell’apertura proporrà un intenso programma di attività per il pubblico.

Giovanni Quaglia,  Presidente della Fondazione CRT e delle OGR, afferma: “Questo 30 settembre sarà un giorno storico per Torino e non solo. Con la grande festa gratuita delle OGR, si accenderanno le luci di un nuovo, straordinario polo italiano della cultura, dell’arte, della creatività e dell’innovazione, nel cuore della città ma aperto al mondo. Un luogo capace di attrarre pubblici diversi, di essere realmente inclusivo, di porsi come un punto di incontro e confronto per i visitatori italiani e stranieri di tutte le età, a partire dai giovani, con l’obiettivo di creare una vera comunità”.

“Dopo mille giorni di cantiere siamo felici di accendere la prima scintilla del ‘Big Bang’ OGR – dichiara il Segretario generale della Fondazione CRT e Direttore Generale delle OGR Massimo Lapucci -. Abbiamo deciso di conservare lo spirito originario delle Officine, simbolo del progresso tecnologico: un secolo fa si riparavano treni; oggi generiamo e rigeneriamo idee. Crescita, accelerazione ed evoluzione sono i cardini di questo polo di cultura contemporanea, dove nulla è statico, ma viaggia veloce verso il futuro sui binari dell’ingegno e dell’innovazione”.

“Il Big Bang per noi è l’origine di un percorso e di una traiettoria che mira alle grandi istituzioni artistiche e musicali internazionali – aggiunge infine il Direttore Artistico di OGR Nicola Ricciardi -. Ma è anche il modello sul quale stiamo costruendo la nostra programmazione, un modello basato sul bilanciamento di stili e orientamenti differenti che convivono e si conciliano. Così come nella teoria del Big Bang in seguito all’espansione primordiale l’universo entra in una condizione di equilibrio, allo stesso modo noi, dopo l’apertura dei cancelli il 30 settembre, e fino al 14 ottobre, cercheremo di bilanciare particelle a prima vista eterogenee – dal pop italiano al funk sub-sahariano, dagli albori della disco-music alla scena elettronica contemporanea, dalla pratica scultorea alla tecnica del wall-painting – armonizzandole per dar vita a contenuti unici per OGR e i suoi diversi pubblici”.

Foto Daniele Ratti

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Firenze. “Da Vinci EXPERIENCE”, mostra prorogata fino al 4 novembre

Firenze.

Aperta al pubblico sabato 13 maggio l’esposizione multimediale, prodotta dal Gruppo Crossmedia, è una sorta di story telling per immagini, spettacolare e coinvolgente, già ammirata da circa 41mila persone

FIRENZE –  La mostra, aperta nel complesso della chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte a Firenze, a due passi dal Ponte Vecchio, sarà prorogata fino a sabato 4 novembre 2017. 

Il progetto espositivo, dedicato al genio di Leonardo fa  proprio il concetto di edutainment, ossia la realizzazione di un genere d’intrattenimento che si avvale di linguaggi comunicativi contemporanei, rivolti soprattutto ai più giovani e alle famiglie. 

Il cuore della mostra è il format immersivo realizzato da Art Media Studio Firenze, con multiproiezioni in video mapping su giganteschi schermi e sulle magnifiche architetture della navata di Santo Stefano al Ponte, di centinaia di immagini digitalizzate ad alta definizione, d’inserti video in full HD e colonna sonora diffusa a 360° in Dolby surround. 

Il percorso della mostra è arricchito da numerosi modelli delle macchine leonardesche riprodotte minuziosamente, tra cui l’ala per il volo umano di nove metri di apertura sospesa al centro della navata.

Nell’area didattica sono esposte le pregevoli riproduzioni anastatiche dei  codici e dei disegni del Genio, capolavori unici nel loro genere realizzati da Giunti Editore nell’ambito del “Progetto Leonardo”. 

Gli sviluppatori della società milanese Orwell sono gli autori della applicazione per la Da Vinci VR Experience, creata appositamente per la mostra, un’esperienza di realtà virtuale 3D con gli Oculus che permette di entrare dentro al carro armato ed interagire con i suoi meccanismi, di navigare con la barca a pale, di ammirare il volo sul panorama fiorentino della vite aerea e dell’ornitottero. 

Infine da non perdere la visione del cartone animato a tema Leonardo, proposto da Effeci Group nello spazio di percezione fisica e sensoriale dedicato al cinema 10D. 

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La Gioconda Nuda, gemella erotica di Monna Lisa, potrebbe essere di Leonardo

La Gioconda Nuda, gemella erotica di Monna Lisa, potrebbe essere di Leonardo

Il disegno, conservato al Musée Condé di Chantilly Domain, sarebbe di mano leonardesca secondo gli esperti che hanno svolto una serie di indagine approfondite nei laboratori del Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France, al Louvre

PARIGI – Di certezze ad oggi non ve ne sono, perché sono ancora in corso una serie di studi e di verifiche sul caso, però secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal quotidiano francese “Le Figaro”, nel disegno “erotico” conservato dal 1862  al Musée Condé du Domaine de Chantilly (Oise), potrebbe esserci la mano di Leonardo. 

Il disegno in questione è un carboncino, su doppio foglio incollato, delle dimensioni di 72 per 54 cm, conosciuto come la Gioconda Nuda, per alcune evidenti somiglianze con la Monna Lisa del Louvre. L’opera fa parte della collezione donata nel 1897 da Henri d’Orléans, duca dAumale.

Recentemente questa Monna Lisa “svestita” è stata sottoposta, nei laboratoridel Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France, al Louvre, ad una serie di indagini approfondite, tra cui riflettografia infrarossa, luce radente, raggi x, fluorescenza a raggi X.

Dalle analisi effettuate, il disegno, considerata la qualità ragguardevole di esecuzione, in particolare per quanto concerne mani e volto, potrebbe essere, almeno in parte di Leonardo ma quasi sicuramente dalla sua bottega. Certo gli esperti si esprimono con molta cautela sul caso. Particolarmente prudente sembra essere Bruno Mottin, restauratore del Louvre, il quale sostiene che il disegno è di qualità elevatissima, ma sottolinea anche che il tratteggio vicino alla testa “è stata eseguito da una persona che usava la mano destra, mentre Leonardo disegnava con la sinistra”. 

Il curatore del Musée Condé, Mathieu Deldicque,  ritiene che il disegno possa essere stato realizzato dal Maestro in parallelo alla Gioconda e potrebbe essere uno studio preparatorio per un dipinto ad olio. Gli studi attualmente si stanno concentrando dunque sulla datazione, si sta cercando di capire se sia anteriore o posteriore alla Gioconda, dipinta dopo il 1503. Secondo quanto riportato da “Le Figaro” il disegno potrebbe essere databile tra il 1485 e il 1638. 

Stando sempre alle notizie diffuse, il disegno potrebbe essere esposto nella grande mostra che verrà realizzata su Leonardo in occasione del cinquecentenario della sua morte. 

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Sotheby’s New York, all’asta un’opera di Basquiat dalla collezione di Yoko Ono

Sotheby's New York, all’asta un’opera di Basquiat dalla collezione di Yoko Ono

Si tratta di “Cabra”, un dipinto su tela con tecnica mista ad acrilico e olio, realizzato nel 1981-82 dal massimo esponente del graffitismo americano

NEW YORK – Andrà all’asta il prossimo 16 novembre da Sotheby’s a New York il dipinto “Cabra” di Jean-Michel Basquiat (1960-1988), un capolavoro proveniente dalla collezione di Yoko Ono. Acquistato dall’artista a New York nel 1993 presso la Tony Shafrazi Gallery, il dipinto è stato esposto al pubblico solo due volte prima della sua presentazione ad Hong Kong in questi giorni. 

L’opera, un dipinto su tela con tecnica mista ad acrilico e olio realizzato nel 1981-82, che raffigura la testa di un toro o di un caprone, andrà all’incanto con una stima tra i 9 e i 12 milioni di dollari. 

“Cabra” fu dipinto nel periodo in cui Basquiat esplorava le sue radici haitiane e portoricane e si interessava agli atleti afroamericani. Il lavoro appartiene infatti a un gruppo di dipinti ispirati a icone della boxe, tra cui Muhammad Ali, Sugar Ray Leonard e Joe Joe Walcott e Oscar Bonavena detto ‘The Bull’.

Parte del ricavato della vendita andrà a favore della Spirit Foundations, fondata da Yoko e John Lennon negli anni Settanta. 

Yoko Ono ha spiegato:  “Ho avuto l’onore di possedere questo capolavoro per oltre vent’anni. E’ giunto il momento che l’opera trovi una nuova destinazione e sono lieta che parte dei ricavati andrà a beneficio della Spirit Foundations fondata con l’intento di diffondere pace e tolleranza nel mondo”. 

Grégoire Billault, responsabile del Dipartimento di Arte Contemporanea di Sotheby’s a New York, ha dichiarato: “A seguito della successo della vendita dell’opera di Jean-Michel Basquiat ‘Untitled’ nel maggio scorso, siamo onorati di essere stati incaricati della vendita di un’altra opera eccezionale firmata dall’artista”. 

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Caline Aoun è la vincitrice del Deutsche Bank’s Artist of the Year 2018

Caline Aoun è la vincitrice del Deutsche Bank’s Artist of the Year 2018

Il riconoscimento viene assegnato un artista contemporaneo che ha dato vita a un’opera artisticamente e socialmente rilevante, integrando supporti cartacei e fotografici, le due principali aree su cui è focalizzata la collezione di Deutsche Bank

MILANO  Caline Aoun è la vincitrice 2018 del Deutsche Bank’s Artist of The Year, il riconoscimento che ogni anno l’Istituto assegna a un giovane talento emergente nell’arte contemporanea. Il premio viene assegnato dal Global Art Advisory Council di Deutsche Bank, composto dai prestigiosi curatori: Okwui Enwezor, Hou Hanru, Udo Kittelmann e Victoria Noorthoorn. 

Hou Hanru, Direttore Artistico del MAXXI di Roma, commentando la decisione della giuria, ha dichiarato: “Sono colpito dall’attrazione di Caline per la stampa e dal suo impegno nel catturare tutto ciò che va svanendo. Caline trasforma l’attenzione al suo spazio privato/personale in uno sguardo più ampio verso il mondo globalizzato. Il suo lavoro riflette il mondo di oggi in un modo altamente estetico e silenzioso.”

Nata a Beirut nel 1983, Aoun fa parte di una generazione di giovani artisti libanesi che sono cresciuti all’estero dopo lo scoppio della guerra civile nel 1975 e che hanno completato la loro formazione artistica fuori dal paese. Ha studiato alla Central Saint Martins School of Art and Design e alla Royal Academy Schools di Londra, prima di terminare nel 2012 il suo dottorato in arti figurative presso l’Università di East London.

Caline Aoun, che inizialmente voleva diventare una pittrice, ha deciso, poco dopo aver terminato i suoi studi, di abbandonare la pittura e di sperimentare la fotografia e le tecniche di stampa digitale.

L’artista, che oggi vive nei dintorni di Beirut, combina arte minimale e concettuale indagando su come l’evoluzione digitale e tecnologica alteri la nostra percezione delle immagini e delle informazioni.

Tra le esposizioni personali di Caline Aoun figurano Campi di Spazio, Marfa’, Beirut (2016), Strati di calcestruzzo, Greynoise, Dubai (2015), Il Futuro della Tecnologia Intelligente nelle tue Mani, Noshowspace, Londra (2013), Veduta, Sartorial Project Space, Londra (2009). Le opere di Aoun sono apparse in alcune mostre collettive, tra cui Io Spio con il mio piccolo Occhio…, Casa Arabe, Madrid e Mosaic Room, Londra (2015), Polvere, Centre for Contemporary Art presso il Castello di Ujazdowski, Varsavia (2015), Esposizione 2012, Beirut Art Centre e includerà anche l’imminente Casa Beirut. Sondando il Vicinato, che apre il 15 Novembre al MAXXI di Roma.

Caline Aoun è il nono Artista dell’Anno di Deutsche Bank, dopo Wangechi Mutu, Yto Barrada, Roman Ondák, Imran Qureshi, Victor Man, Koki Tanaka, Basim Magdy e Kemang Wa Lehulere.

Nell’autunno del 2018 Aoun presenterà la sua prima grande esposizione personale istituzionale presso il nuovo forum di Deutsche Bank dedicato all’arte, alla cultura e allo sport che sarà inaugurato il prossimo anno presso il Prinzessinnenpalais (Palazzo delle Principesse) a Berlino.

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