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“L’Adorazione dei pastori” del Perugino in mostra a Milano

Adorazione dei pastori di Perugino, 1502 - particolare

Dal 20 ottobre al 28 gennaio 2018, il Museo diocesano Carlo Maria Martini del capoluogo lombardo ospiterà il dipinto proveniente dalla Galleria nazionale dell’Umbria di Perugia

MILANO –  Capolavoro indiscusso della maturità di Pietro Vannucci, detto il Perugino, il dipinto su tavola fa parte di un polittico eseguito, in più di 20 anni, per la chiesa di sant’Agostino a Perugia, su commissione dei frati agostiniani nel 1502. Alla morte del pittore, mancavano alcune rifiniture. Si trattava infatti di una grandiosa pala d’altare, a più scomparti e su più registri, che doveva essere alta più di otto metri e che era formata da oltre 30 tavole. Già nel 1654 l’imponente struttura venne smontata e divisa in due parti. Da quel momento le tavole furono disperse e oltre di esse si trovano oggi in Francia, a causa delle requisizioni fatte dalle truppe napoleoniche nel 1797, negli Stati Uniti, come il San Bartolomeo conservato a Birmingham in Alabama, o proprio a Perugia, nella chiesa di San Pietro, dove si trova il Cristo sorretto da Nicodemo tra la Madonna dolente e San Giovanni Evangelista. 

A sinistra della tavola, si scorge l’annuncio degli angeli ai pastori, che compaiono anche al centro, in adorazione, mentre sulla destra si trovano il bue e l’asinello. Al centro, tra due angeli, la colomba dello Spirito Santo e, in primo piano, Maria e Giuseppe adorano il Bambino, appoggiato a terra e protetto solo da un lembo del manto della Vergine. 

Lo stile di Perugino segna l’inizio di un nuovo modo di dipingere che, a partire da Raffaello, il più importante tra i suoi allievi, segnerà la nascita della maniera moderna. 

La mostra, a cura di Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano e di Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, è accompagnata da  un catalogo Silvana editoriale con testi di Mons. Luca Bressan, Rosa Giorgi, Nadia Righi e Marco Pierini.

Il progetto di allestimento, curato dall’arch. Alessandro Colombo dello Studio Cerri & Associati, cercherà di suggerire lo spazio architettonico a cui era destinata l’opera e di rievocare il grandioso polittico di cui era parte.

Vademecum

L’ADORAZIONE DEI PASTORI DI PERUGINO
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini (ingresso da piazza Sant’Eustorgio 3)
20 ottobre 2017 – 28 gennaio 2018
Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Chiuso lunedì (eccetto festivi)
La biglietteria chiude alle ore 17.30
Biglietti (Museo Diocesano + Museo di Sant’Eustorgio e Cappella Portinari)
Intero: 8 euro
Ridotto individuale: 6 euro
Ridotto gruppi adulti (parrocchie incluse, almeno 15 persone): 6 euro
Ridotto scuole e oratori: 4 euro
 

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Torna il 14 ottobre la Giornata del Contemporaneo

Torna il 14 ottobre la Giornata del Contemporaneo

24 musei AMACI apriranno le porte in tutta la penisola per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze

ROMA – Il 14 ottobre si tiene la tredicesima edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI, l’associazione dei musei di arte contemporanea italiani. 

La manifestazione prevede un programma vario e multiforme, permettendo al pubblico di avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea. In questa giornata saranno 24 musei AMACI ad aprire le porte in tutta la penisola per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. 

L’immagine guida di questa edizione è stata affidata a Liliana Moro che ha creatoPane quotidiano”, una semplice scritta realizzata  con timbri tipografici su fondo bianco, che porta la nostra attenzione sull’alimento base di tutti i giorni. Due sole parole per un messaggio essenziale, con un duplice riferimento, quello alla tradizione biblica e all’idea di cibo per il corpo, ma soprattutto per lo spirito, con cui alimentare la nostra esistenza.

Nelle edizioni precedenti sono stati coinvolti artisti quali Michelangelo Pistoletto (2006), Maurizio Cattelan (2007), Paola Pivi (2008), Luigi Ontani (2009), Stefano Arienti (2010), Giulio Paolini (2011), Francesco Vezzoli (2012), Marzia Migliora (2013), Adrian Paci (2014), Alfredo Pirri (2015) ed Emilio Isgrò (2016).

La lista degli eventi è disponibile sul sito http://www.amaci.org

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Museo del Novecento presenta “Mum, I’m sorry” di Martina Melilli, vincitore di ArteVisione 2017

Museo del Novecento presenta

Il 14 ottobre ore 19.00 si terrà la presentazione del progetto di Sky Academy e Careof a sostegno del talento creativo e una conversazione tra  l’artista e l’antropologa Giulia Grechi

MILANO – Il Museo del Novecento presenta Mum, I’m sorry di Martina Melilli, vincitore di ArteVisione 2017, il progetto di Sky Academy e Careof a sostegno del talento creativo.

In occasione della Giornata del Contemporaneo, il 14 ottobre 2017, l’opera sarà presentata per la prima volta al pubblico nella Sala Fontana del Museo del Novecento. La presentazione, a cura di Chiara Agnello e Iolanda Ratti, sarà accompagnata da una conversazione fra l’artista e l’antropologa Giulia Grechi. Mum, I’m sorry di Martina Melilli andrà in onda in prima visione su Sky Arte HD (canale 120 e 400 di Sky) lunedì 16 ottobre alle 19.45.

Inoltre l’opera Mum, I’m sorry verrà presentata prossimamente presso i Musei: MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli; MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma; Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova.

Il Museo del Novecento affianca Sky e Careof in qualità di partner istituzionale di ArteVisione, presentando in anteprima l’opera vincitrice dell’edizione 2017 e acquisendola nelle proprie collezioni.

Al bando 2017 – focalizzato sul tema Memoria e Identità – Martina Melilli risponde con un’opera di grande sensibilità sul fenomeno migratorio. Nato dal dialogo con migranti sopravvissuti al lungo viaggio, Mum I’m sorry ha uno sguardo ravvicinato su dettagli di storie e di affetti appartenuti a corpi senza vita. Sono gli oggetti scelti come essenziali, come “casa” da portare in un viaggio senza ritorno, sono le foto, i pezzi di carta con numeri annotati a parlare di un vissuto e a suggerire speranze di nuove prospettive.

Piena di rispetto e dignità verso la vita e l’essere umano, l’opera di Martina Melilli si allontana da una dimensione numerica, di massa e astratta, per portare la narrazione su un piano individuale e intimo dove semplici “prove giudiziarie” vanno a creare un archivio di memorie.

ArteVisione è uno dei progetti di Sky Academy, un insieme di iniziative che attraverso il potere comunicativo della tv e dei suoi contenuti, si propongono di promuovere l’innovazione, stimolare la creatività e sostenere il talento nelle nuove generazioni. 

Mum, I’m sorry / teaser from Martina Melilli on Vimeo.

Vademecum

Mum, I’m sorry di Martina Melilli
Vincitore di ArteVisione 2017
Presentazione del progetto e conversazione
fra l’artista Martina Melilli e l’antropologa Giulia Grechi
14 ottobre ore 19.00
Sala Fontana, Museo del Novecento – Milano
Lunedì 16 ottobre alle 19.45 in prima visione su Sky Arte HD
Museo del Novecento, via Marconi 1, Milano
Dalle 19. L’opera di 18’ sarà poi proiettata in loop fino alle 22 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura del Museo
Contatti
Museo del Novecento
Tel. 02 88444061
c.museo900@comune.milano.it
www.museodelnovecento.org
Careof
Tel. 02 3315800
careof@careof.org
www.careof.org

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“Nero Plastica” di Alberto Burri all’asta da Sotheby’s New York

Alberto Burri, Nero Plastica L.A., 1963. © 2017 Estate of Alberto Burri/ Artists Rights Society (ARS), New York, NY.

Considerata una delle plastiche più importanti ed emblematica dell’astrazione negli anni ’60 del maestro umbro, l’opera sarà presentata con una stima a richiesta, ma a detta della stampa specializzata potrebbe arrivare a 10 milioni di dollari

NEW YORK – Il 16 novembre andrà all’incanto, da Sotheby’s New York,  uno dei rari esemplari della Serie Nero Plastica di Alberto Burri del 1963. Altri sei esemplari di grandi dimensioni fanno parte di musei internazionali, come la Galleria Nazionale d’Arte di Roma, la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello e il Museum of Modern Art di New York. 

L’opera, che andrà all’asta durante la Contemporary Art Evening Auction, è stata precedentemente esposta alla retrospettiva del 2015-2016 al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, dal titolo “Alberto Burri: The Trauma of Painting”. 

Spiega Grégoire Billault, direttore del dipartimento di Arte contemporanea di Sotheby’s New York: “Chi ha visto la retrospettiva di Burri al Guggenheim ha apprezzato l’energia esplosiva del monumentale Nero Plastica L.A, una delle espressioni più alte ed audaci dell’astrazione degli anni Sessanta, oggi potente e rivoluzionaria come quando fu svelata al mondo quasi 55 anni fa”.

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Artissima 2017. Nasce il nuovo premio per la sezione Disegni

LUCIA NOGUEIRA, Untitled, n.dwatercolour on paper 27.5x36.5 cm Anthony Reynolds Gallery

La fiera ha annunciato una nuova collaborazione con l’azienda Irinox Spa, tramite l’istituzione del premio “Refresh Premio Irinox”

TORINO – Il nuovo premio nasce dalla sinergia tra Artissima e Irinox, azienda trevigiana nata nel 1989, specializzata nella produzione di abbattitori rapidi di temperatura e caratterizzata da una guida sensibile alla contemporaneità, all’estetica e alla contaminazione. L’azienda ha scelto di entrare nel mondo dell’arte con un innovativo Premio, del valore di 5.000 euro, dedicato all’artista che attraverso il disegno “reinventa conservando”, riesce ovvero a esaltare in chiave contemporanea l’immediatezza espressiva di un mezzo che da sempre rappresenta la via più semplice alla trasformazione del pensiero in forma visiva.

Il vincitore sarà selezionato tra i 26 artisti della sezione curata da Luís Silva e João Mourão direttori della Kunsthalle Lissabon di Lisbona, rappresentati da 26 gallerie, tra cui 10 italiane e 16 straniere.

La giuria internazionale per la prima edizione del Refresh Premio Irinox è composta da Claire Gilman, curatrice presso The Drawing Center di New York, Katharine Stout, vice direttrice dell’Institute of Contemporary Arts di Londra e Irina Zucca Alessandrelli, curatrice presso la Collezione Ramo di Milano.

Disegni 2017 – Artisti e Gallerie

CHARLES AVERY + CLAUDIA WIESER, STUDIO SALES DI NORBERTO RUGGERI, Roma; VANESSA BEECROFT, LIA RUMMA, Milano, Napoli; ULLA VON BRANDENBURG, PRODUZENTENGALERIE HAMBURG, Hamburg; GUGLIELMO CASTELLI, FRANCESCA ANTONINI, Roma; MARIANA CASTILLO DEBALL, PINKSUMMER, Genova; CÉLINE CONDORELLI, VERA CORTÊS, Lisbon; TOMASO DE LUCA, MONITOR, Roma, Lisbon; PATRIZIO DI MASSIMO, T293, Roma; MARK DION, IN SITU – FABIENNE LECLERC, Paris; JAN FABRE, MARIO MAURONER, Vienna, Salzburg; ROKNI HAERIZADEH, ISABELLE VAN DEN EYNDE, Dubai; DAVID HAINES, UPSTREAM, Amsterdam; GARY KUEHN, HÄUSLER, Zurich, Munich; LUCIA NOGUEIRA, ANTHONY REYNOLDS, London; DANIEL OTERO TORRES, SKETCH, Bogotá; TONY OURSLER, IN ARCO, Torino; SEB PATANE, FONTI, Napoli; FERDINAND PENKER, DANIEL MARZONA, Berlin + NÄCHST ST. STEPHAN ROSEMARIE SCHWARZWÄLDER, Vienna; WILFREDO PRIETO, NOGUERAS BLANCHARD, Barcelona, Madrid; JORGE QUEIROZ, 3+1, Lisbon; CAMILO RESTREPO, STEVE TURNER, Los Angeles; NICOLAS ROBBIO, VERMELHO, Sao Paulo; ANDREA ROMANO, VISTAMARE, Pescara; SUSANNE S.D. THEMLITZ, ÁNGELES BAÑOS, Badajoz; JULIÃO SARMENTO, GIORGIO PERSANO, Torino

Vademecum

ARTISSIMA 2017 Internazionale d’Arte Contemporanea  
3-4-5 novembre 2017
OVAL – Lingotto Fiere
T +39 011 19744106
www.artissima.it | info@artissima.it
 Facebook: Artissima Fair
Twitter: @ArtissimaFair
Instagram: ARTISSIMAFAIR
Pinterest: Artissima
Youtube: Artissima Fair

  

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MANN di Napoli, “obiettivo un milione di visitatori entro il 2019”

MANN di Napoli,

Ad affermarlo Paolo Giulierini, direttore del Museo archeologico nazionale, protagonista di un’evidente rinascita anche in termini di ingressi negli ultimi anni. Previsti nuovi servizi per migliorare la fruizione della struttura 

NAPOLI – Si prospettano una serie di novità per il Museo archeologico di via Foria, il cui obiettivo è chiaro e cioè aumentare cospicuamente il numero dei visitatori. “Un milione entro la fine del mio mandato” dice il direttore Paolo Giulierini. 

Per raggiungere lo scopo è quindi necessario offrire ai visitatori anche una serie di nuovi servizi. Sono quindi previsti entro il 2019 due ristoranti (di cui uno gourmet), un bar e  un auditorium da 290 posti. Il Museo punta al raddoppio con la realizzazione di 5 nuove aree su 4 piani di 1100 mq. 

Giulierini, tornato alla guida del Mann dopo la sospensione legata alla sentenza del Tar che ne aveva annullato la nomina, spiega: “in un contesto di accesa competizione tra musei non può essere disattesa la parte dei servizi.  Questi miglioreranno la fruizione del museo. Al momento chi viene al Mann – sottolinea il direttore – può godere delle opere d’arte, ma l’unico servizio disponibile è rappresentato dalle sedute e dalla caffetteria che apriremo ad aprile. Così invece sarà possibile trascorrere intere giornate al museo, perché si potranno vedere film di archeologia, sostare per la lettura nei giardini o al bar, addirittura venire la sera al di fuori dell’orario del museo per gustare piatti tipici napoletani al ristorante. Un museo con non solo opere d’arte ma anche servizi è più attrattivo di un museo con la sola galleria”. 

Quest’anno intanto si prevede un superamento dei 500mila visitatori, quindi in 2 anni  è plausibile che il numero delle presenze possa essere  raddoppiato. Attualmente secondo Giulierini il museo è in grado di gestire 10mila visitatori al giorno, numero che consentirebbe appunto di arrivare al milione in due anni. D’altra parte il Mann è risultato nella Top 10 dei musei più amati d’Italia, secondo TripAdvisor, ottenendo 4.5 stelle di media recensioni e un “Certificato di eccellenza”.

 

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Florence Biennale 2017. Premio alla carriera all’architetto Arata Isozaki

Arata Isozaki

Il Premio Lorenzo il Magnifico alla carriera viene conferito al grande architetto quale tributo  a  riconoscimento del suo straordinario operato e dei meriti conseguiti nell’ambito della cultura, dell’architettura in particolare

FIRENZE – Nella mattina di giovedì 12 ottobre viene  annunciato  il  conferimento  del  Premio  “Lorenzo  il  Magnifico”  alla carriera a Arata Isozaki. 

La Florence Biennale conferisce il Premio Lorenzo il Magnifico alla carriera ad Arata Isozaki  quale  tributo  a  riconoscimento  del  suo  straordinario  operato  e  dei  meriti conseguiti nell’ambito della cultura, dell’architettura in particolare. Progettando complessi architettonici che uniscono in sé l’eredità culturale orientale e occidentale, rafforzano il legame armonioso con il creato, e soddisfano perfettamente i bisogni degli artisti visivi e performativi oltre che del loro pubblico, egli ha dato forma a una meravigliosa visione di futuro sostenibile in armonia con la natura

Impossibilitato a esser presente a Firenze per ritirare il premio, l’architetto giapponese ha indirizzato questo messaggio ai responsabili di Florence Biennale:

“Per oltre dodici anni ho studiato la basilica di San Lorenzo, e nel 1992 ho pubblicato in giapponese il libro La magnificenza della Famiglia Medici poiché guardo con rispetto due architetti coinvolti nella progettazione di quell’architettura, Brunelleschi e Michelangelo, che considero i più talentuosi architetti nella storia dell’oriente e dell’occidente.

Ho disegnato due progetti per la città di Firenze immaginando come Brunelleschi e Michelangelo avrebbero potuto fare se fossero vissuti oggi, nella società contemporanea con la sua tecnologia e il suo sentire, totalmente diverso da quello del Rinascimento. Con la più recente tecnologia ho cercato di applicare la struttura cubica di Brunelleschi alla loggia degli Uffizi e la massa “corporea” di Michelangelo alla Stazione di Firenze.

Ho declinato ogni sorta di riconoscimenti e onorificenze offerte da varie istituzioni nel mondo. Tuttavia, il Premio “Lorenzo il Magnifico” è una eccezione dovuta alle ragioni testé menzionate. Grazie. Non ho altro da aggiungere”. 

Questo il testo della curatrice di Florence Biennale, Melanie Zefferino, redatto per l’occasione.

Nato  il  23  luglio  1931  a  Ōita,  Kyushu  (Giappone),  Arata  Isozaki  studia  architettura all’Università di Tokyo. Dopo la laurea diventa assistente di Tange Kenzō (1913-2005) e nei nove anni trascorsi lavorando sotto la sua guida collabora anche con il gruppo Urtec (Urbanisti e Architetti).

Nel 1963 apre il proprio studio di progettazione architettonica. Agli inizi degli anni 1970 prende le distanze dalle strutture di influenza Metabolista dei suoi primi lavori e inizia a considerare una serie di soluzioni “non orientali” per progettare costruzioni innovative quali il Museo d’Arte Moderna di Gunma e il Museo Civico d’Arte Kitakyushu di Fukuoka, entrambi completati nel 1974 – l’anno che lo ha visto ricevere il Premio di Architetto dell’anno dall’Istituto di Architettura del Giappone.

Gli anni Ottanta rappresentano un periodo di intenso lavoro per Isozaki, impegnato su diversi fronti a livello internazionale. Progetta, fra l’altro, il Museo d’Arte Grafica di Okanoyama fra il 1982 e il 1984. In quella finestra temporale vince il Premio Mainichi per l’arte. Progetta poi il Los Angeles Museum of Contemporary Art (MOCA) nel 1986. In quello stesso anno riceve la Royal Gold Medal dal Royal Institute of British Architects (RIBA), alla quale si aggiungono a breve altri riconoscimenti – il Premio internazionale “Architecture in Stone” nel 1987 e l’Arnold W. Brunner Memorial Prize dall’American Academy and Institute of Arts and Letters nel 1988.

Nel 1990 completa un altro complesso pionieristico destinato ad accogliere le arti, la Art Tower Mito  (ATM) a  Ibaraki (Giappone).  Quell’anno,  dopo  essere  entrato  a  far  parte  del  team  di architetti a contratto con la Disney in Florida, riceve il Chicago Architecture Award, a cui fa seguito il Honor Award dall’American Institute of Architects nel 1992. Nel 1994 diventa Honorary Fellow della RIBA, e si distingue ancora disegnando il Museo d’Arte Contemporanea di Nagi oltre che il Padiglione d’Arte e Tecnologia a Cracovia (Polonia).

Nel 1995 si inaugurano altre architetture di rilievo progettate dallo studio di Isozaki, fra cui Kyoto Concert Hall e il museo interattivo Domus – La Casa del Hombre di La Coruña (Spagna). Quest’ultimo è una delle prime costruzioni di Isozaki a incorporare forme curve, che in quel caso alludono alla fisicità del corpo umano.

Un anno dopo, alla Biennale di Venezia, espone il suo Progetto di città ideale mostrando come la propria idea di architettura combini e principi del Feng Shui e la geomanzia. Quel progetto anticipava Zhongyuan, modello presentato nell’ambito della Biennale di Architettura di Venezia nel 2012, dove Isozaki riceve il Global Art Foundation Award e l’European Cultural Centre Award. Nel 1998 si inaugura lo Shizuoka Convention and Arts Center GRANSHIP (1998) il complesso dello Shenzen Cultural Centre con una biblioteca e una sala da concerto (quest’ultima aperta nel

2007).

Verso la fine dei primi dieci anni del nuovo millennio Isoazki progetta altri complessi architettonici di rilievo in Cina, fra cui l’Accademia Centrale di Belle Arti e il Museo d’Arte Contemporanea di Beijing (2008), il Museo di Storia Naturale di Hezheng (2008), e il Museo Nazionale delle Paludi di Hangzhou (2009). Degno di particolare menzione è il progetto per il Shanghai Zendai Himalaya Art Center, inaugurato in anni recenti e considerato il “capolavoro architettonico-scultoreo della Cina del XXI secolo”. Questo complesso unisce in sé il Venu Himalayas Hotel con il suo centro commerciale, il Himalayas Art Museum e infine il DaGuan Theatre, uno spazio multifunzionale dotato di tecnologia digitale. I volumi laterali del Himalayas Center sono avvolti da pannelli in lattice con un intricato motivo decorativo Cinese che, secondo Isozaki, “si ispira a un oggetto di giada Liangzhu, e pertanto dà al complesso una connotazione culturale e naturale”. Incorporata nelle simmetrie geometriche dei “cubi cristallini” del complesso, la facciata a guisa di foresta evoca le montagne nella regione del Mustang (Nepal), ai confini con il Tibet. Queste erano rifugi segreti per romitori o monasteri poiché si ritiene che esse stesse conducano alla spiritualità.

Attualmente Isozaki è dedito al Museo Hunan in Cina, che s’inaugurerà a novembre. Il museo è destinato ad accogliere manufatti da Mawangdui, un sito archeologico a Changsha, dove sono state rinvenute le tombe di una famiglia regnante della dinastia Han. Per questa struttura Isozaki si è ispirato al disegno di un raro bronzo ornamentale tripede che è tesoro nazionale. Il museo, che si estende su quasi 80.000 m2 di superficie, si sorge su una collina del lago Dongting: il tetto a cristallo della struttura è ispirato all’acqua.

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Beni culturali. Nasce il “Laboratorio del falso”

Beni culturali. Nasce il

L’iniziativa nasce dalla sinergia tra il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e l’Università degli Studi di Roma Tre come strumento per la diffusione della cultura della legalità e per smascherare ogni sorta di contraffazione nel mondo dell’arte

ROMA – E’ stato presentato la mattina dell’11 ottobre, presso la Caserma “La Marmora” di Roma,  il “Laboratorio del falso”, una iniziativa nata dalla sinergia tra l’Università degli Studi di Roma Tre e il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC),  finalizzata allo sviluppo della didattica e della ricerca scientifica connesse ai beni culturali, e come strumento fondamentale per la diffusione della cultura della legalità.

L’iniziativa è stata illustrata dal Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e dal Prof. Mario De Nonno Direttore del Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Roma Tre. 

L’esigenza di sostenere e promuovere questa iniziativa è originata dall’analisi dei dati relativi al numero di falsi sequestri, 783 fino al mese di settembre scorso, per una stima economica pari a oltre 167 milioni di euro a fronte dei 57 del 2016.

Il Laboratorio si occuperà, tra l’altro, di effettuare studi sugli artisti maggiormente soggetti alla contraffazione, in modo da delineare tecniche, procedure, sistemi per permettere di identificare l’autentico dal contraffatto, sia per gli aspetti funzionali alla repressione del “falso d’arte”, sia per fornire al cittadino ulteriori elementi per evitare di incorrere in truffe e reati connessi. 

Nel contesto delle iniziative riferite al piano strategico nazionale 2017-2018 del Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC),  Lucia Marchi, direttore della Biblioteca Medica Statale del MiBact, e Francesca Cappiello, della Direzione generale per la lotta alla contraffazione del Ministero dello Sviluppo Economico, hanno presentato anche  un ciclo di quindici conferenze sul riconoscimento delle contraffazioni d’arte, dal titolo “L’arte non vera non può essere arte”. L’iniziativa, durante i singoli eventi, prevede l’esposizione di esemplari di opere d’arte contraffatte confiscate dalle forze dell’ordine su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori sulle misure da adottare per la valutazione di opere d’arte per evitare di incorrere in opere contraffatte.

Questi momenti di confronto aavranno luogo nelle città, sedi dei Nuclei TPC, mentre quello conclusivo, sarà a Roma, presso la GNAM alla presenza dei massimi esperti, a livello nazionale, del settore. Anche in questo contesto sarà allestita un’esposizione di una selezione significativa delle opere false sequestrate dalla Sezione Falsificazione e arte Contemporanea del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. 

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Sotheby’s New York, all’asta “Female head” di Roy Lichenstein

Sotheby's New York, all’asta “Female head” di Roy Lichenstein

L’opera, che è un esempio dei più alti della produzione del periodo Surrealista dell’artista oltre che uno dei temi più iconici,  andrà all’incanto per la prima volta con una stima tra i 10 e i 15 milioni di dollari 

NEW YORK  –  Verrà messa all’asta per la prima volta, il 16 Novembre 2017, da Sotheby’s a New York, “Female head” di Roy Lichtenstein, con una stima di 10/15milioni di dollari. L’opera nel 1977, qualche mese dopo essere stata dipinta, fu acquistata dalla Leo Castelli Gallery. 

L’opera, come spiegato nel sito della celebre casa d’aste, era parte della collezione di Elizabeth R. e Michael M. Rea, due appassionati collezionisti. Elizabeth nel 1970 iniziò la sua carriera professionale al Museum of Modern Art ,come direttore dei dipartimenti di Art Lending e Art Advisory. Successivamente lavorò con Leo Castelli, grazie al quale poté maturare una maggiore conoscenza dei lavori di Lichenstein.  Con l’esperienza acquisitaElizabeth riuscì a ricoprire il ruolo di curatore indipendente in occasione delle due maggiori retrospettive di Roy Lichtenstein.

Female head”, che rappresenta appunto un volto di donna, è un esempio dei più alti della produzione del periodo Surrealista dell’artista oltre che uno dei suoi temi più iconici. 

Spiega Grégoire Billault, direttore di Sotheby’s Contemporary Art department di New York: “Guardare quest’opera significa capire ed apprezzare al volo Roy Lichtenstein e la sua visione creativa! Se la figura femminile si presta come eroina della narrazione Pop sviluppata da Lichtenstein negli anni ’60, nel decennio successivo l’icona-immagine della donna bionda riveste un ruolo ancora più significativo”.

Una parte del ricavato della vendita dell’opera andranno in beneficienza alla Dungannon Foundation, sponsor del The Rea Award for the Short Story.

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Sotheby’s New York, all’asta “Female head” di Roy Lichenstein

Sotheby's New York, all’asta “Female head” di Roy Lichenstein

L’opera, che è un esempio dei più alti della produzione del periodo Surrealista dell’artista oltre che uno dei temi più iconici,  andrà all’incanto per la prima volta con una stima tra i 10 e i 15 milioni di dollari 

NEW YORK  –  Verrà messa all’asta per la prima volta, il 16 Novembre 2017, da Sotheby’s a New York, “Female head” di Roy Lichtenstein, con una stima di 10/15milioni di dollari. L’opera nel 1977, qualche mese dopo essere stata dipinta, fu acquistata dalla Leo Castelli Gallery. 

L’opera, come spiegato nel sito della celebre casa d’aste, era parte della collezione di Elizabeth R. e Michael M. Rea, due appassionati collezionisti. Elizabeth nel 1970 iniziò la sua carriera professionale al Museum of Modern Art ,come direttore dei dipartimenti di Art Lending e Art Advisory. Successivamente lavorò con Leo Castelli, grazie al quale poté maturare una maggiore conoscenza dei lavori di Lichenstein.  Con l’esperienza acquisitaElizabeth riuscì a ricoprire il ruolo di curatore indipendente in occasione delle due maggiori retrospettive di Roy Lichtenstein.

Female head”, che rappresenta appunto un volto di donna, è un esempio dei più alti della produzione del periodo Surrealista dell’artista oltre che uno dei suoi temi più iconici. 

Spiega Grégoire Billault, direttore di Sotheby’s Contemporary Art department di New York: “Guardare quest’opera significa capire ed apprezzare al volo Roy Lichtenstein e la sua visione creativa! Se la figura femminile si presta come eroina della narrazione Pop sviluppata da Lichtenstein negli anni ’60, nel decennio successivo l’icona-immagine della donna bionda riveste un ruolo ancora più significativo”.

Una parte del ricavato della vendita dell’opera andranno in beneficienza alla Dungannon Foundation, sponsor del The Rea Award for the Short Story.

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