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Roma, trovati due sarcofagi romani in marmo in un cantiere Acea

Roma, trovati due sarcofagi romani in marmo in un cantiere Acea

Il ritrovamento è avvenuto nei pressi dello Stadio Olimpico. Si tratta di sepolture di fanciulli probabilmente di una abbiente famiglia romana risalenti al III – IV secolo d.C. 

ROMA  – Sono stati rinvenuti nei giorni scorsi, in un cantiere Acea nei pressi dello Stadio Olimpico, sulla pendice Nord-Ovest di Monte Mario, dietro la curva Nord dell’impianto sportivo, due sarcofagi in marmo di epoca romana. La scoperta, come comunica una nota della Soprintendenza Speciale di Roma, è avvenuta durante i lavori finalizzati alla messa in opera di tubazioni di sotto-servizi. 

Lo scavo archeologico preventivo è diretto dalla dottoressa Marina Piranomonte, con gli archeologi Alice Ceazzi, il restauratore Andrea Venier, l’antropologa Giordana Amicucci e il topografo Alessandro Del Brusco. 

Le due tombe portate alla luce sono di fanciulli probabilmente di una abbiente famiglia romana. Sono entrambi in marmo e uno è decorato con un ricco bassorilievo. A una prima analisi potrebbero risalire al III – IV secolo d.C., ma la datazione potrà essere confermata solo dopo un approfondito esame. 

Le due sepolture sono state attualmente trasportate nei laboratori della Soprintendenza Speciale di Roma per essere analizzate, studiate e restaurate nei prossimi mesi. “I risultati delle ricerche – specifica la nota – saranno divulgati nel prossimo autunno”. 

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Cresce il mercato dell’arte nei primi sei mesi del 2017

Cresce il mercato dell’arte nei primi sei mesi del 2017

Secondo il Global Art Market Report di Artprice.com la crescita è stata del +5% con le aste internazionali che hanno fruttato, nello stesso periodo, 6,9 miliardi di dollari

MILANO  – Buone notizie per il mercato dell’arte che torna a crescere con un incremento del 5% registrato nei primi sei mesi del 2017. Questo è quanto si apprende dal report di Global Art Market, che sottolinea anche come le opere contemporanee abbiano trascinato le vendite. Queste attualmente rappresentano, infatti, il 15% del mercato, valore che nel 2000 era fermo al 3%. 

Sono stati soprattutto gli Stati Uniti a trainare le vendite, rallenta invece il mercato cinese. Tuttavia secondo gli analisti di Artprice si tratta di una frenata salutare, che allontana la “fantasia ricorrente” di una bolla speculativa.

Nello specifico dal report si apprende che negli Stati Uniti sono stati battuti pezzi per oltre 2,2 miliardi di dollari (32,4% del mercato globale), mentre in Cina ci si è fermati a 1,99 miliardi (29%). 

Dinamico risulta invece il mercato del Regno Unito che arriva a 1,58 miliardi (22,9%), mentre altri Paesi hanno fette decisamente più piccole. 

L’Italia occupa il sesto posto con 95 milioni di dollari e l’1,4% del mercato. A dominare le aste, comunque, sono ancora le opere classificate come “arte moderna”, ossia quelle realizzate tra il 1900 e 1l 1945: il loro valore nei primi sei mesi del 2017 è circa del 45% del mercato, mentre le opere del periodo post bellico fruttano intorno al 22% e il contemporaneo arriva al 15%.  Le opere dal XIX secolo fino all’antichità coprono invece oggi il 18% degli introiti delle aste. 

Interessante nel rapporto di Artprice.com anche l’analisi del mercato dei grandi musei. Si apprende infatti che tra il 2000 e il 2014 sono stati aperti più musei che in tutto il XX secolo, tendenza confermata anche nel 2016 e l’anno in corso vede l’arrivo di altri 700 nuove istituzioni museali dedicate all’arte internazionale. In questo contesto le acquisizioni dei grandi nomi, star del mercato come Andy Warhol, Gerhard Richter o Roy Lichtenstein, sono sempre più rare sul mercato secondario proprio per gli acquisti effettuati dai musei. 

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