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“Fendi Studios”, una mostra racconta il legame tra la casa di moda e il cinema

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi

ROMA – In occasione della Festa del Cinema di Roma, è stata inaugurata nei giorni scorsi, la mostra Fendi Studios presso il Palazzo della Civiltà Italiana, all’EUR, sede della Maison romana e teatro di film come Boccaccio 70Titus Zoolander II

La mostra, visitabile fino al prossimo 25 marzo, esplora il rapporto che lega la storica casa di moda con la settima arte. 

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi nell’arco di diversi decenni, a partire dagli anni Quaranta, collaborando con i registi più celebri. 

Il cinema è sempre stato importante nella nostra famiglia e nella nostra azienda. La Maison ha un rapporto molto stretto con Cinecittà. Le sorelle Fendi, protagoniste della scena creativa e artistica romana, hanno collaborato a progetti che oggi possono essere considerati rivoluzionari. Per costumisti del calibro di Piero Tosi e Milena Canonero, hanno creato pellicce e abiti per produzioni cinematografiche indimenticabili. Abbiamo lavorato con i più importanti registi del passato e del presente, da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Giuseppe Tornatore, e siamo intenzionati a continuare. La mostra rappresenta un omaggio particolarmente innovativo a un rapporto basato sull’affinità e alimentato dal desiderio di sperimentare, raccontare storie e trasformare i sogni in realtà”, ha spiegato Silvia Venturini Fendi, Direttore Creativo degli Accessori, delle linee Uomo e Bambino della Maison.

A sottolineare ulteriormente il legame tra Fendi e il cinema, affianca gli spazi della mostra una sala cinematografica nella quale ogni giorno vengono proiettati 

una selezione di film che meglio raccontano questo sodalizio. 

La mostra consente ai visitatori la possibilità di interagire e reinventare il film, entrare ‘dentro le scene’ e esserne i protagonisti, fare dei selfie e condividere questa esperienza unica in tempo reale.

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“Fendi Studios”, una mostra racconta il legame tra la casa di moda e il cinema

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi

ROMA – In occasione della Festa del Cinema di Roma, è stata inaugurata nei giorni scorsi, la mostra Fendi Studios presso il Palazzo della Civiltà Italiana, all’EUR, sede della Maison romana e teatro di film come Boccaccio 70Titus Zoolander II

La mostra, visitabile fino al prossimo 25 marzo, esplora il rapporto che lega la storica casa di moda con la settima arte. 

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi nell’arco di diversi decenni, a partire dagli anni Quaranta, collaborando con i registi più celebri. 

Il cinema è sempre stato importante nella nostra famiglia e nella nostra azienda. La Maison ha un rapporto molto stretto con Cinecittà. Le sorelle Fendi, protagoniste della scena creativa e artistica romana, hanno collaborato a progetti che oggi possono essere considerati rivoluzionari. Per costumisti del calibro di Piero Tosi e Milena Canonero, hanno creato pellicce e abiti per produzioni cinematografiche indimenticabili. Abbiamo lavorato con i più importanti registi del passato e del presente, da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Giuseppe Tornatore, e siamo intenzionati a continuare. La mostra rappresenta un omaggio particolarmente innovativo a un rapporto basato sull’affinità e alimentato dal desiderio di sperimentare, raccontare storie e trasformare i sogni in realtà”, ha spiegato Silvia Venturini Fendi, Direttore Creativo degli Accessori, delle linee Uomo e Bambino della Maison.

A sottolineare ulteriormente il legame tra Fendi e il cinema, affianca gli spazi della mostra una sala cinematografica nella quale ogni giorno vengono proiettati 

una selezione di film che meglio raccontano questo sodalizio. 

La mostra consente ai visitatori la possibilità di interagire e reinventare il film, entrare ‘dentro le scene’ e esserne i protagonisti, fare dei selfie e condividere questa esperienza unica in tempo reale.

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Gallerie degli Uffizi. Prima mostra di cinema con Eizenstein

Sergej M. Ejzenštejn, foto dal set del film Ivan il Terribile, 1943

Dal 7 novembre al 7 gennaio 2018, in occasione dell’anniversario della Rivoluzione ottobre, una esposizione dedicata al padre della “Corazzata Potemkin” ospitata al primo piano della galleria fiorentina

FIRENZE – Gli Uffizi ospitano per la prima volta una mostra dedicata al cinema, una assoluta novità per il Museo fiorentino che, in questo modo sottolinea un interesse non solo per le arti figurative, ma anche per le cosiddette arti dello spettacolo. 

Si tratta di Ejzenštejn. La rivoluzione delle immagini, una esposizione a cura di Marzia Faietti, Pierluca Nardoni, Eike D. Schmidt,realizzata in occasione del centenario della Rivoluzione russa. Protagonista è appunto il talento di Sergej M. Ejzenštejn, presentato in un percorso che ne restituisce la multiforme creatività e che unisce l’attività del disegnatore a quella del cineasta, trovando uno speciale filo conduttore nel riferimento all’arte italiana del tardo Medioevo e del Rinascimento.

Per la prima volta vengono esposti settantadue disegni del regista, tutti provenienti dall’Archivio Statale di Letteratura e Arte di Mosca (RGALI). La selezione è avvenuta seguendo rigorosamente due principi. Il primo è l’autonomia di queste prove grafiche, comprese per la quasi totalità tra i primi anni Trenta e il 1948 e considerate dallo stesso regista una sorta di trascrizione automatica dei pensieri, capace di fissare sulla carta un flusso costante di idee che dialoga con i film e li ispira, senza però subordinarsi a essi. Il secondo discende dal primo e riguarda lo stile dei disegni, contrassegnato da una linearità sintetica che rimanda al Tre e al Quattrocento e al tempo stesso appartiene a pieno titolo al clima artistico del periodo, tra echi surrealisti e deformazioni neo espressioniste.

Scrive Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi: “L’immaginario ejzenštejniano arricchiva la produzione di cinema e disegni tramite il costante confronto con alcuni esempi del Rinascimento italiano conservati agli Uffizi, quali la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, o attraverso la meditazione sui lavori di un grande fiorentino come Leonardo da Vinci, in particolare sul celebre Cenacolo. Questo complesso e avvincente intreccio è tessuto ulteriormente attraverso il concetto di montaggio, da sempre il perno della rivoluzione narrativa di Ejzenštejn, che fornisce l’amalgama al percorso espositivo e descrive un cammino in “crescendo”. Si passa così dalle singole e veloci inquadrature (“cellule” del montaggio, secondo la definizione dello stesso regista) presenti nella prima sala, ai fotogrammi della seconda, per giungere alle sequenze compiute che animano la terza, la quarta e la quinta sala. Il montaggio di Ejzenštejn prefigurava senza alcun’ombra di dubbio anche il futuro e non è un caso che il grande protagonista della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard ne approfondisca le idee per assegnare a esso un ulteriore scatto qualitativo. La rivoluzione delle immagini ha dunque un volto antico e uno moderno in continua dialettica. E il Rinascimento, oltre a essere uno straordinario serbatoio di immagini, diventa anche il sinonimo per eccellenza di quella rifioritura culturale a cui ogni rivoluzione dovrebbe ambire”. 

Chi ha conosciuto Sergej Ejzenštejn racconta che si rammaricava spesso di non aver mai potuto mettere piede agli Uffizi: questa mostra sarà l’occasione di riparare a un piccolo torto della Storia.

Nel pieno clima di rinascenza e rivoluzione inaugurato dalla mostra degli Uffizi, Firenze e Bologna concorrono alla creazione di una Settimana della Rivoluzione (7-10 novembre 2017), un ciclo di eventi che si apre con la mostra fiorentina, prosegue con il convegno internazionale Avanguardia e rivoluzione. Il cinema di Sergej M. Ejzenštejn, organizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi (Bologna, 8 novembre), e termina con un secondo convegno internazionale promosso dal Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut: The future is our only goal. Revolutions of Time, Space and Image. Russia 1917 – 1937 (Firenze, 9-10 novembre).

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Vademecum

Ejzenštejn. La rivoluzione delle immagini
Firenze, 7 novembre 2017 – 7 gennaio 2018
Sale di Levante, Gallerie delle Statue e delle Pitture degli Uffizi
www.uffizi.it

 

 

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Gallerie degli Uffizi. Prima mostra di cinema con Eizenstein

Sergej M. Ejzenštejn, foto dal set del film Ivan il Terribile, 1943

Dal 7 novembre al 7 gennaio 2018, in occasione dell’anniversario della Rivoluzione ottobre, una esposizione dedicata al padre della “Corazzata Potemkin” ospitata al primo piano della galleria fiorentina

FIRENZE – Gli Uffizi ospitano per la prima volta una mostra dedicata al cinema, una assoluta novità per il Museo fiorentino che, in questo modo sottolinea un interesse non solo per le arti figurative, ma anche per le cosiddette arti dello spettacolo. 

Si tratta di Ejzenštejn. La rivoluzione delle immagini, una esposizione a cura di Marzia Faietti, Pierluca Nardoni, Eike D. Schmidt,realizzata in occasione del centenario della Rivoluzione russa. Protagonista è appunto il talento di Sergej M. Ejzenštejn, presentato in un percorso che ne restituisce la multiforme creatività e che unisce l’attività del disegnatore a quella del cineasta, trovando uno speciale filo conduttore nel riferimento all’arte italiana del tardo Medioevo e del Rinascimento.

Per la prima volta vengono esposti settantadue disegni del regista, tutti provenienti dall’Archivio Statale di Letteratura e Arte di Mosca (RGALI). La selezione è avvenuta seguendo rigorosamente due principi. Il primo è l’autonomia di queste prove grafiche, comprese per la quasi totalità tra i primi anni Trenta e il 1948 e considerate dallo stesso regista una sorta di trascrizione automatica dei pensieri, capace di fissare sulla carta un flusso costante di idee che dialoga con i film e li ispira, senza però subordinarsi a essi. Il secondo discende dal primo e riguarda lo stile dei disegni, contrassegnato da una linearità sintetica che rimanda al Tre e al Quattrocento e al tempo stesso appartiene a pieno titolo al clima artistico del periodo, tra echi surrealisti e deformazioni neo espressioniste.

Scrive Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi: “L’immaginario ejzenštejniano arricchiva la produzione di cinema e disegni tramite il costante confronto con alcuni esempi del Rinascimento italiano conservati agli Uffizi, quali la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, o attraverso la meditazione sui lavori di un grande fiorentino come Leonardo da Vinci, in particolare sul celebre Cenacolo. Questo complesso e avvincente intreccio è tessuto ulteriormente attraverso il concetto di montaggio, da sempre il perno della rivoluzione narrativa di Ejzenštejn, che fornisce l’amalgama al percorso espositivo e descrive un cammino in “crescendo”. Si passa così dalle singole e veloci inquadrature (“cellule” del montaggio, secondo la definizione dello stesso regista) presenti nella prima sala, ai fotogrammi della seconda, per giungere alle sequenze compiute che animano la terza, la quarta e la quinta sala. Il montaggio di Ejzenštejn prefigurava senza alcun’ombra di dubbio anche il futuro e non è un caso che il grande protagonista della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard ne approfondisca le idee per assegnare a esso un ulteriore scatto qualitativo. La rivoluzione delle immagini ha dunque un volto antico e uno moderno in continua dialettica. E il Rinascimento, oltre a essere uno straordinario serbatoio di immagini, diventa anche il sinonimo per eccellenza di quella rifioritura culturale a cui ogni rivoluzione dovrebbe ambire”. 

Chi ha conosciuto Sergej Ejzenštejn racconta che si rammaricava spesso di non aver mai potuto mettere piede agli Uffizi: questa mostra sarà l’occasione di riparare a un piccolo torto della Storia.

Nel pieno clima di rinascenza e rivoluzione inaugurato dalla mostra degli Uffizi, Firenze e Bologna concorrono alla creazione di una Settimana della Rivoluzione (7-10 novembre 2017), un ciclo di eventi che si apre con la mostra fiorentina, prosegue con il convegno internazionale Avanguardia e rivoluzione. Il cinema di Sergej M. Ejzenštejn, organizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi (Bologna, 8 novembre), e termina con un secondo convegno internazionale promosso dal Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut: The future is our only goal. Revolutions of Time, Space and Image. Russia 1917 – 1937 (Firenze, 9-10 novembre).

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Vademecum

Ejzenštejn. La rivoluzione delle immagini
Firenze, 7 novembre 2017 – 7 gennaio 2018
Sale di Levante, Gallerie delle Statue e delle Pitture degli Uffizi
www.uffizi.it

 

 

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Torino. Conclusa FLAT, la fiera dedicata al libro d’artista. Ecco i numeri della prima edizione

FLAT - fiera libro arte Torino, Palazzo Cisterna. Ph Andrea Guermani.

Il nuovo appuntamento internazionale, ideato da Chiara Caroppo, Beatrice Merz, Mario Petriccione, che si è svolto presso Palazzo Cisterna, è terminato domenica 5 novembre con 3.037 ingressi complessivi in 3 giorni di apertura

TORINO – La prima edizione di FLAT, la fiera dedicata al libro d’artista e all’arte contemporanea, ha visto la partecipazione di 40 Espositori provenienti da 12 Paesi ed è stata inoltre affiancata da un programma culturale comprendente 2 mostre e da 15 incontri  con 25 relatori provenienti da tutto il mondo.
Le presenze stampa sono state 220 di cui il 25% di giornalisti esteri. I canali social hanno raggiunto 105.000 persone su Facebook, oltre 30.000 su Instagram mentre su Twitter l’hashtag #FlatArtBookFair è stato condiviso 392 volte generando 163.000 impression. La pagina Facebook ha trasmesso in diretta live 3 appuntamenti al giorno. Su Twitter e Instagram sono stati presentati espositori, libri, mostre, programma, pubblicando una media di 30 contenuti al giorno.

Nel frattempo prosegue a Palazzo Birago la mostra, Ettore Sottsass. Le pagine, a cura di Elena Volpato, che sarà aperta sino al 12 novembre (Via Carlo Alberto 16, ingresso libero).

Grazie alla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT sono stati acquisiti 26 libri d’artista pari a un valore commerciale di 22.000 euro – che entrano a fare parte del Fondo Giorgio Maffei presso la GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. La prima edizione del Premio FLAT- Fondazione Arte CRT è stato assegnato al progetto editoriale proposto da Hammann von Mier Verlag di Monaco (collaborazione tra le artiste Stefanie Hammann e Maria von Mier) per Form your Character!, che verrà realizzato il prossimo anno.

FLAT tornerà a Torino nel 2018 durante la settimana dell’arte

 

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Pochi giorni all’apertura del Louvre di Abu Dhabi

Pochi giorni all'apertura del Louvre di Abu Dhabi

Il museo, progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, vincitore del premio Pritzker, verrà inaugurato l’8 novembre alla presenza di Emanuel Macron e aprirà al pubblico l’11 

ABU DHABI  –  Ancora qualche giorno e aprirà i battenti il Louvre di Abu Dhabi.  Concepito come una sorta di città-museo, il nuovo spazio museale si sviluppa sotto una vasta cupola argentata di 180 metri, composta da quasi 8.000 singole stelle metalliche incastonate in un complesso disegno geometrico. Al di sotto della cupola i visitatori potranno passeggiare attraverso le promenade che si affacciano direttamente sul mare. Il disegno della cupola permette ai raggi solari di penetrare creando una “pioggia di luce” in movimento. 

Il percorso museale è composto da una raccolta di opere e reperti provenienti dai musei francesi, si va dagli oggetti preistorici alle opere di arte contemporanea, il tutto esposto secondo un criterio innovativo rispetto alla museografia tradizionale. Mostre temporanee andranno ad arricchire ulteriormente l’offerta espositiva, così come un museo per bambini, un auditorium, un ristorante, una boutique e una caffetteria renderanno più gradevole la visita. 

Mohamed Khalifa Al Mubarak, presidente di Abu Dhabi Tourism & Culture Authority e Tourism Development & Investment Company (TDIC) ha commentato:“il Louvre Abu Dhabi incarna la nostra convinzione che le nazioni crescano sulla diversità e l’accettazione, con una testimonianza curatoriale che sottolinea come il mondo sia sempre stato interconnesso. Il museo rappresenta l’ultima innovazione in una lunga tradizione di conservazione culturale promossa dai leader fondatori degli Emirati Arabi Uniti. Il Louvre Abu Dhabi ispirerà una nuova generazione di leader culturali e di pensatori creativi nel dare il proprio contributo alla nostra nazione tollerante e in rapida evoluzione”.

Il percorso prende avvio dal “Grande Atrio” e prosegue nelle gallerie che sono sia cronologiche che tematiche, suddivise in 12 capitoli.

Nella sezione dedicata alla Modernità, si trovano capolavori come “la Zingara” di Edouard Manet (1832-1883), “Lotta tra bambini” di Paul Gauguin (1848-1903), e “Composizione con Blu, Rosso, Giallo e Nero” di Piet Mondrian (1872-1944). 

In esposizione anche un’installazione monumentale dell’artista Ai Weiwei, mentre l’artista italiano Giuseppe Penone ha realizzato diverse opere site-specific, come  “Leaves of Light” (2017),  un vasto albero di bronzo con specchi disposti sui rami che riflettono la “pioggia della luce” (rain of light).

Francoise Nyssen, ministro della Cultura Francese ha dichiarato: “Questo museo è uno dei progetti culturali più ambiziosi del mondo, coronato dal capolavoro architettonico di Jean Nouvel”. 

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Pochi giorni all’apertura del Louvre di Abu Dhabi

Pochi giorni all'apertura del Louvre di Abu Dhabi

Il museo, progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, vincitore del premio Pritzker, verrà inaugurato l’8 novembre alla presenza di Emanuel Macron e aprirà al pubblico l’11 

ABU DHABI  –  Ancora qualche giorno e aprirà i battenti il Louvre di Abu Dhabi.  Concepito come una sorta di città-museo, il nuovo spazio museale si sviluppa sotto una vasta cupola argentata di 180 metri, composta da quasi 8.000 singole stelle metalliche incastonate in un complesso disegno geometrico. Al di sotto della cupola i visitatori potranno passeggiare attraverso le promenade che si affacciano direttamente sul mare. Il disegno della cupola permette ai raggi solari di penetrare creando una “pioggia di luce” in movimento. 

Il percorso museale è composto da una raccolta di opere e reperti provenienti dai musei francesi, si va dagli oggetti preistorici alle opere di arte contemporanea, il tutto esposto secondo un criterio innovativo rispetto alla museografia tradizionale. Mostre temporanee andranno ad arricchire ulteriormente l’offerta espositiva, così come un museo per bambini, un auditorium, un ristorante, una boutique e una caffetteria renderanno più gradevole la visita. 

Mohamed Khalifa Al Mubarak, presidente di Abu Dhabi Tourism & Culture Authority e Tourism Development & Investment Company (TDIC) ha commentato:“il Louvre Abu Dhabi incarna la nostra convinzione che le nazioni crescano sulla diversità e l’accettazione, con una testimonianza curatoriale che sottolinea come il mondo sia sempre stato interconnesso. Il museo rappresenta l’ultima innovazione in una lunga tradizione di conservazione culturale promossa dai leader fondatori degli Emirati Arabi Uniti. Il Louvre Abu Dhabi ispirerà una nuova generazione di leader culturali e di pensatori creativi nel dare il proprio contributo alla nostra nazione tollerante e in rapida evoluzione”.

Il percorso prende avvio dal “Grande Atrio” e prosegue nelle gallerie che sono sia cronologiche che tematiche, suddivise in 12 capitoli.

Nella sezione dedicata alla Modernità, si trovano capolavori come “la Zingara” di Edouard Manet (1832-1883), “Lotta tra bambini” di Paul Gauguin (1848-1903), e “Composizione con Blu, Rosso, Giallo e Nero” di Piet Mondrian (1872-1944). 

In esposizione anche un’installazione monumentale dell’artista Ai Weiwei, mentre l’artista italiano Giuseppe Penone ha realizzato diverse opere site-specific, come  “Leaves of Light” (2017),  un vasto albero di bronzo con specchi disposti sui rami che riflettono la “pioggia della luce” (rain of light).

Francoise Nyssen, ministro della Cultura Francese ha dichiarato: “Questo museo è uno dei progetti culturali più ambiziosi del mondo, coronato dal capolavoro architettonico di Jean Nouvel”. 

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Nasce “il portale dei cammini”, itinerari culturali per un turismo “slow”

Nasce “il portale dei cammini”, itinerari culturali per un turismo “slow”

Franceschini: “pensato per quei viaggiatori che desiderano vivere un’autentica esperienza nel nostro Paese, immergendosi a passo lento in quel patrimonio diffuso fatto di arte, buon cibo, paesaggio e spiritualità che costituisce il carattere originale e l’essenza dell’Italia”

ROMA – E’ stato presentato, nei giorni scorsi, al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo a Roma, il portale www.camminiditalia.it, la prima mappatura ufficiale dei cammini d’Italia, un contenitore di percorsi e itinerari pensato come una rete di mobilità slow che al momento contiene oltre 40 cammini. L’idea di realizzare un portale unico dedicato ai cammini è nata durante l’anno Nazionale dei Cammini 2016 proclamato con una direttiva del Mibact e che ha visto insieme impegnati Stato, Regioni, Comuni, Enti locali, pubblico e privato per valorizzare 6600 chilometri di cammini naturalistici, religiosi, culturali e spirituali che attraversano l’intero Paese, una fetta d’Italia poco conosciuta, ma fondamentale nell’offerta del turismo lento italiano.

Alla presentazione hanno preso parte il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il coordinatore della commissione Turismo e Industria Alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome Giovanni Lolli e il direttore generale della direzione generale del Turismo del MiBACT Francesco Palumbo. 

Il portale è uno strumento per viaggiatori e turisti che potranno scegliere la possibilità di muoversi lungo l’Italia a piedi, in bicicletta, a cavallo o con altre forme di mobilità dolce sostenibile, attraverso diversi cammini, da quelli francescani, laureatani e benedettini, a quelli dedicati ai briganti come il sentiero che attraversa l’Aspromonte, dal cammino di Dante che attraversa i luoghi dove Dante visse in esilio e scrisse la Divina Commedia, al sentiero della Pace che ripercorre luoghi e memorie della Prima Guerra Mondiale, e poi ancora  la Via Appia, la Via Francigena, la Via degli Dei, il cammino di San Vicinio, la Via degli Abati, il sentiero Liguria, la Via Romea Germanica, il Sentiero del Dürer e tanti altri. 

“Sempre più persone partono in viaggio cercando qualcosa in più di una semplice vacanza. L’Atlante dei Cammini – ha dichiarato Franceschini – è pensato per quei viaggiatori che desiderano vivere un’autentica esperienza nel nostro Paese, immergendosi a passo lento in quel patrimonio diffuso fatto di arte, buon cibo, paesaggio e spiritualità che costituisce il carattere originale e l’essenza dell’Italia”.

Palumbo ha spiegato: “Il Comitato ha identificato i Cammini d’Italia, al fine di realizzare l’Atlante Digitale, uno strumento dinamico e in costante aggiornamento. Tra gli undici requisiti necessari per rientrare nell’Atlante sono di particolare importanza la fruibilità dei percorsi, la segnaletica orizzontale e/o verticale, la descrizione online della tappa, i servizi di alloggio e ristorazione entro i 5 chilometri dal Cammino, la manutenzione del percorso garantita dagli Enti locali, la georeferenziazione ed un sito in cui sono raccolte le principali informazioni per i viaggiatori”.

 

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Nasce “il portale dei cammini”, itinerari culturali per un turismo “slow”

Nasce “il portale dei cammini”, itinerari culturali per un turismo “slow”

Franceschini: “pensato per quei viaggiatori che desiderano vivere un’autentica esperienza nel nostro Paese, immergendosi a passo lento in quel patrimonio diffuso fatto di arte, buon cibo, paesaggio e spiritualità che costituisce il carattere originale e l’essenza dell’Italia”

ROMA – E’ stato presentato, nei giorni scorsi, al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo a Roma, il portale www.camminiditalia.it, la prima mappatura ufficiale dei cammini d’Italia, un contenitore di percorsi e itinerari pensato come una rete di mobilità slow che al momento contiene oltre 40 cammini. L’idea di realizzare un portale unico dedicato ai cammini è nata durante l’anno Nazionale dei Cammini 2016 proclamato con una direttiva del Mibact e che ha visto insieme impegnati Stato, Regioni, Comuni, Enti locali, pubblico e privato per valorizzare 6600 chilometri di cammini naturalistici, religiosi, culturali e spirituali che attraversano l’intero Paese, una fetta d’Italia poco conosciuta, ma fondamentale nell’offerta del turismo lento italiano.

Alla presentazione hanno preso parte il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il coordinatore della commissione Turismo e Industria Alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome Giovanni Lolli e il direttore generale della direzione generale del Turismo del MiBACT Francesco Palumbo. 

Il portale è uno strumento per viaggiatori e turisti che potranno scegliere la possibilità di muoversi lungo l’Italia a piedi, in bicicletta, a cavallo o con altre forme di mobilità dolce sostenibile, attraverso diversi cammini, da quelli francescani, laureatani e benedettini, a quelli dedicati ai briganti come il sentiero che attraversa l’Aspromonte, dal cammino di Dante che attraversa i luoghi dove Dante visse in esilio e scrisse la Divina Commedia, al sentiero della Pace che ripercorre luoghi e memorie della Prima Guerra Mondiale, e poi ancora  la Via Appia, la Via Francigena, la Via degli Dei, il cammino di San Vicinio, la Via degli Abati, il sentiero Liguria, la Via Romea Germanica, il Sentiero del Dürer e tanti altri. 

“Sempre più persone partono in viaggio cercando qualcosa in più di una semplice vacanza. L’Atlante dei Cammini – ha dichiarato Franceschini – è pensato per quei viaggiatori che desiderano vivere un’autentica esperienza nel nostro Paese, immergendosi a passo lento in quel patrimonio diffuso fatto di arte, buon cibo, paesaggio e spiritualità che costituisce il carattere originale e l’essenza dell’Italia”.

Palumbo ha spiegato: “Il Comitato ha identificato i Cammini d’Italia, al fine di realizzare l’Atlante Digitale, uno strumento dinamico e in costante aggiornamento. Tra gli undici requisiti necessari per rientrare nell’Atlante sono di particolare importanza la fruibilità dei percorsi, la segnaletica orizzontale e/o verticale, la descrizione online della tappa, i servizi di alloggio e ristorazione entro i 5 chilometri dal Cammino, la manutenzione del percorso garantita dagli Enti locali, la georeferenziazione ed un sito in cui sono raccolte le principali informazioni per i viaggiatori”.

 

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Artissima 2017. I numeri, i premi e le foto della ventiquattresima edizione

Ilaria Bonacossa | Photo: Perottino – Alfero – Bottallo – Formica

52mila visitatori, 32 paesi rappresentati in fiera, oltre 3.200 collezionisti da tutto il mondo, 7 premi, 1.500 giornalisti, 43 partner e sponsor

TORINO Si è conclusa domenica 5 novembre la ventiquattresima edizione di Artissima, Internazionale d’arte contemporanea, diretta per il primo anno da Ilaria Bonacossa

L’edizione 2017 della kermesse ha totalizzato nei quattro giorni di esposizione 52.000 visitatori, superando la quota 50.000 raggiunta lo scorso anno.

A conclusione della manifestazione Ilaria Bonacossa ha detto:Sono davvero molto felice. Felice dei risultati: di affluenza e di qualità del pubblico, che per tutta la durata della manifestazione è stato altamente qualificato e specifico, premiando il rigore e l’identità della Fiera; felice dei riscontri positivi dai galleristi, nostri primissimi interlocutori,  con cui quest’anno abbiamo anche festeggiato l’inizio di Artissima con un  aperitivo di buon auspicio; felice di avere visto Torino ancora una volta piazza internazionale dove il mondo dell’arte si è dato appuntamento. Ma soprattutto, essendo questa la mia prima Artissima, felice di aver vissuto la magia della creazione della Fiera, di cui sono stata curiosa e appassionata frequentatrice prima ancora che direttore: il dietro le quinte con i mesi di preparazione e di avvicinamento, in cui ogni giorno è diventato l’occasione per imparare, per ampliare la conoscenza dell’universo del contemporaneo cercando di intuirne gli sviluppi. Ringrazio quindi la Fondazione Torino Musei, la Città, la Regione e le altre istituzioni per l’opportunità che mi hanno voluto accordare e tutta la squadra di Artissima per l’entusiasmo con cui mi ha accompagnata in questa avventura”.

Ecco il riepilogo di alcuni numeri relativi a questa edizione 2017: 206 gallerie provenienti da 32 paesi, con una presenza in fiera di espositori stranieri che ha inciso per il 62% (80 italiani e 126 stranieri). Complessivamente, nelle 7 sezioni della fiera di cui tre dirette da board di curatori internazionali, sono state esposte oltre 2.000 opere. Larghissima come sempre l’affluenza di curatori e direttori di musei che ha superato le 300 presenze da tutto il mondo, tra cui 89 professionisti inseriti a vario titolo dalla fiera stessa nelle diverse iniziative (comitati, giurie, incontri, walkie talkies, etc.) oltre naturalmente a collezionisti e responsabili acquisizioni da 23 paesi di cui 7 extraeuropei (principalmente Sud America e Stati Uniti) che ha contato oltre 5.000 presenze in fiera e nella città di Torino. Grande l’affluenza di collezionisti presenti per la prima volta ad Artissima, a dimostrare il lavoro di espansione della fiera. Infine, quest’anno 9 board di musei di tutto il mondo hanno visitato la fiera, tra cui il Garage Museum of Contemporary Art di Mosca, il Palais de Tokyo di Parigi, il MALBA – Museo de Arte Latinoamericano di Buenos Aires, il Museo di Arte Contemporanea di Varsavia, gli Amici di Zachęta e i Patrons di Manifesta 2018.

Le tre sezioni curate che danno ad Artissima la sua particolare identità hanno riscosso un grande successo: Back to the Future, con un focus sugli anni ’80 e curata da un board diretto da Anna Daneri ha presentato 27 artisti da 29 gallerie (12 italiane, 17 straniere) ottenendo grande attenzione. Anche Present Future, curata da un board diretto da Cloé Perrone, si è rivelata geograficamente eterogenea e inaspettata per la varietà del lavoro dei 20 artisti selezionati presentati da 23 gallerie (17 straniere e 6 italiane). E naturalmente la nuova sezione Disegni dedicata alle peculiarità di questa forma espressiva che per la sua prima edizione ha presentato i lavori di 26 artisti, rappresentati da 26 gallerie (10 italiane, 16 straniere) ed è curata da Luís Silva e João Mourão.

L’edizione 2017 di Artissima ha coinciso con i cinquant’anni dell’Arte Povera, rievocata in fiera con i due progetti speciali, il Deposito d’Arte Italiana Presente e il Piper. Learning at the discotheque, che hanno generato molta attenzione e successo di pubblico.

Grande interesse anche per le altre iniziative per il pubblico: Walkie Talkies by Lauretana, coordinati da Abaseh Mirvali, ciclo di dialoghi informali a due voci attraverso gli stand per esplorare con gli occhi di collezionisti e curatori il padiglione dell’Oval; gli Ypsilon St’Art Tour by Lancia programma gratuito di visite tematiche agli stand delle gallerie, sino al programma UniCredit Art Advisory, servizio di consulenza gratuita e indipendente per nuovi collezionisti d’arte dedicato al grande pubblico.

Artissima 2017 è stata caratterizzata inoltre da importanti novità digitali: il catalogo è diventato virtuale con la piattaforma www.artissima.art consultabile anche in fiera grazie a postazioni dedicate. Inoltre, un’agenda online ha consentito agli utenti registrati di archiviare anche gli eventi favoriti: talk, visite guidate, premiazioni e incontri.

La fiera ha proposto la terza edizione di #ArtissimaLive, redazione dal vivo composta da riviste on-line, blogger e siti web di settore che collaborano alla creazione di contenuti prodotti in fiera e ha introdotto la #SocialRoom, uno spazio per ricaricare i propri dispositivi e diventare protagonista dei canali social della fiera.

Di seguito i premi assegnati  

·         Premio illy Present Future

Storico riconoscimento di Artissima, alla sua diciassettesima edizione, dedicato all’artista più interessante nella sezione Present Future, che raccoglie i talenti emergenti. È stato assegnato a Cally Spooner, presentata dalle gallerie GB Agency (Parigi) e Zero… (Milano) con l’opera Soundtrack for a Troubled Time, 2017. Il premio darà all’artista l’opportunità di realizzare un progetto espositivo presso un museo della città di Torino, da inaugurarsi con l’edizione 2018 di Artissima.

La commissione ha voluto riconoscere inoltre una doppia menzione speciale a Nicolás Lamas rappresentato dalla galleria Sabot (Cluj-Napoca) e a Joanna Piotrowska rappresentata dalla galleria Madragoa (Lisbona).

·         Premio Sardi per l’arte Back to the Future

La quarta edizione del Premio Sardi per l’Arte Back to the Future, nato dalla partnership con la Fondazione Sardi per l’Arte, offre un riconoscimento in denaro del valore di 5.000 Euro alla galleria con il progetto più meritevole in termini di rilevanza storica e di presentazione dello stand. È stato attribuito alla Galleria Loevenbruck di Parigi con un progetto su Jean Dupuy.

La commissione ha voluto riconoscere inoltre una menzione speciale alla galleria Eastward Prospectus (Bucarest) con progetto su Marilena Preda-Sânc.

·         Premio Fondazione Ettore Fico

Istituito nel 2009, il premio promuove il lavoro di artisti emergenti ed è stato assegnato a David Douard presentato dalla Galerie Chantal Crousel (Parigi).

·         OGR Award

Riconoscimento alla sua prima edizione, finalizzato all’acquisizione di un’opera da parte della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT è stato assegnato a Rokni Haerizadeh presentato dalla galleria Isabelle van den Eynde (Dubai) nella sezione Disegni.

·         Refresh Premio Irinox

Premio del valore di 5.000 Euro alla sua prima edizione e dedicato alla neonata sezione della fiera Disegni, è stato assegnato a David Haines presentato dalla galleria Upstream (Amsterdam). 

La commissione ha voluto riconoscere inoltre una doppia menzione speciale a Ulla von Brandenburg rappresentata dalla galleria Produzentengalerie Hamburg di Amburgo e a Ferdinand Penker rappresentato dalla galleria Daniel Marzona (Berlino) e nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder (Vienna).

·         Campari Art Prize

Riconoscimento nato nel 2017 che è assegnato ad un artista under 35 tra quelli presentati nelle diverse sezioni della Fiera, consiste in un premio in denaro e una mostra personale al museo aziendale Galleria Campari, è stato assegnato a Sári Ember presentata dalla Ani Molnár Gallery (Budapest). La commissione ha voluto riconoscere inoltre una menzione specialeTamara Henderson, rappresentata da galleria Rodeo (Londra).

·         Premio CARIOCA KIDS

Il riconoscimento alla sua prima edizione e del valore di 4.000 Euro, è finalizzato a sensibilizzare il maggior numero di insegnanti al linguaggio creativo e ad attivare nuovi percorsi didattici nelle scuole dell’infanzia di Torino. Il Premio è stato assegnato a Theo Drebbel presentata dalla galleria Viasaterna (Milano).

La commissione ha voluto riconoscere inoltre una doppia menzione speciale a Alicja Bielawska rappresentata dalla galleria Kasia Michalski (Varsavia) e a Simone Monsi rappresentato dalla galleria Placentia Arte (Piacenza).

Tra le numerose acquisizioni museali dell’edizione 2017, Artissima ha rappresentato ancora una volta un appuntamento importante per la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, con l’acquisizione di 9 opere per Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino per un budget complessivo di 300.000 euro. Oltre a ciò, la Fondazione Ettore Fico ha proseguito il suo programma di acquisizioni ad Artissima per arricchire la collezione del MEF – Museo Ettore Fico di Torino, acquisendo 6 opere.

In occasione dell’inaugurazione, Artissima ha ospitato Fossil of Experience, un’inedita azione di Nico Vascellari, in collaborazione con Rocco Rampino con Gang Of Ducks, che sarà prodromica per un’azione futura in collaborazione con la Fiera dedicata alla ricerca sul suono.

Premiazioni 

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Stand vincitori

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Acquisizioni Fondazione CRT

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