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Druso superstar a settembre nella sede dei Carabinieri

Druso superstar a settembre nella sede dei Carabinieri

Tutti i sabato di settembre, dalle 10,00 alle 14,00, si potrà ammirare la testa marmorea da poco rientrata in Italia dopo essere stata restituita dal museo di Cleveland

ROMA – La testa in marmo del generale Druso, figlio dell’imperatore Tiberio, datata I sec. d.C., sottratta dal Museo Civico di Sessa Aurunca durante il periodo di occupazione bellica e rientrata in Italia il primo giugno a seguito dell’accordo tra il MIBACT e il Museo statunitense di Cleveland, sarà eccezionalmente  in esposizione per tutto il mese di settembre.

Nella sede del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma – piazza di Sant’Ignazio 152 – tutti i sabato di settembre 2017 infatti – l’eccezionale reperto appena recuperato dagli USA, verrà esposto con ingresso libero dalle 10,00 alle 14,00, seguendo l’esempio dell’esposizione dell’altra testa marmorea. quella di Tiberio, avvenuta nel marzo di quest’anno a Firenze per celebrare l’approssimarsi del primo G7 dei Ministri della Cultura.

Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale apre quindi nuovamente al pubblico la sua prestigiosa sede nel cuore di Roma, per l’eccezionale esposizione dell’ultimo importante recupero: una testa in marmo, raffigurante il Generale Druso, figlio dell’Imperatore Tiberio, che dalla collezione del museo di Sessa Arunca, e dopo un breve passaggio in Francia, era stata acquistata dal Museo di Cleveland nel 2004. Una lunga procedura giudiziaria ha permesso di riportarle in Italia ed ora di essere esposte a testimonianza del grande lavoro di recupero e valorizzazione del nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri. 

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Sarà l’Adorazione dei Magi del Perugino il Capolavoro per Milano 2017

Sarà l’Adorazione dei Magi del Perugino il Capolavoro per Milano 2017

Ospitato dal 20 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 al Museo Diocesano Carlo Maria Martini, la tavola di grandi dimensioni  proveniente dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia

MILANO –  Curata da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano, e da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, col patrocinio della Pontificio Consiglio della Cultura, Regione Lombardia, Comune di Milano, l’iniziativa ritorna come ogni anno ad offrire un omaggio di altissimo livello artistico ai milanesi, portando in mostra questa volta una preziosa opera di Perugino /Città della Pieve, Perugia 1448/50 – Fontignano, Perugia, 1523) cosiderato capolavoro indiscusso della sua maturità.

 La complessa esecuzione del polittico eseguito per la chiesa di sant’Agostino a Perugia, su commissione dei frati agostiniani nel 1502.richiese più di vent’anni e, alla morte del pittore, mancavano ancora alcune rifiniture. Si trattava infatti di una grandiosa pala d’altare, a più scomparti e su più registri, che doveva essere alta più di otto metri e che era formata da oltre trenta tavole. La storia dell’opera è molto complessa, poiché già nel 1654, per le disposizioni liturgiche della controriforma, venne smontata e divisa in due parti. Da quel momento, purtroppo, cominciò la dispersione delle tavole. In seguito numerosi sono stati i tentativi di ricomposizione dell’assetto originale del grande polittico, nel nentativo di ricomposse l’originale disposizione della tavole parte delle quali si trova ora in Francia, a causa delle requisizioni fatte dalle truppe napoleoniche nel 1797, negli Stati Uniti, come il San Bartolomeo conservato nella città di Birmingham in Alabama, o proprio a Perugia, nella chiesa benedettina di San Pietro, dove si trova il Cristo sorretto da Nicodemo tra la Madonna dolente e san Giovanni Evangelista.

 

Proprio per dare conto della sua articolata storia il progetto di allestimento, curato dall’arch. Alessandro Colombo dello Studio Cerri & Associati, cercherà di suggerire lo spazio architettonico a cui era destinata l’opera e di rievocare il grandioso polittico di cui era parte.

Accompagna la mostra un catalogo Silvana editoriale con testi di Mons. Luca Bressan, Rosa Giorgi, Nadia Righi e Marco Pierini.

Vademecum

L’ADORAZIONE DEI MAGI DI PERUGINO
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini
ingresso da piazza Sant’Eustorgio 3
20 ottobre 2017 – 28 gennaio 2018
Catalogo: Silvana Editoriale
Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Chiuso lunedì (eccetto festivi)
La biglietteria chiude alle ore 17.30
Biglietti (Museo Diocesano + Museo di Sant’Eustorgio e Cappella Portinari)
Intero: 8 euro Ridotto individuale: 6 euro Ridotto gruppi adulti (parrocchie incluse, almeno 15 persone): 6 euro Ridotto scuole e oratori: 4 euro
Informazioni: tel. 02.89420019; 02 89402671; info.biglietteria@museodiocesano.it

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Sarà l’Adorazione dei Magi del Perugino il Capolavoro per Milano 2017

Sarà l’Adorazione dei Magi del Perugino il Capolavoro per Milano 2017

Ospitato dal 20 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 al Museo Diocesano Carlo Maria Martini, la tavola di grandi dimensioni  proveniente dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia

MILANO –  Curata da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano, e da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, col patrocinio della Pontificio Consiglio della Cultura, Regione Lombardia, Comune di Milano, l’iniziativa ritorna come ogni anno ad offrire un omaggio di altissimo livello artistico ai milanesi, portando in mostra questa volta una preziosa opera di Perugino /Città della Pieve, Perugia 1448/50 – Fontignano, Perugia, 1523) cosiderato capolavoro indiscusso della sua maturità.

 La complessa esecuzione del polittico eseguito per la chiesa di sant’Agostino a Perugia, su commissione dei frati agostiniani nel 1502.richiese più di vent’anni e, alla morte del pittore, mancavano ancora alcune rifiniture. Si trattava infatti di una grandiosa pala d’altare, a più scomparti e su più registri, che doveva essere alta più di otto metri e che era formata da oltre trenta tavole. La storia dell’opera è molto complessa, poiché già nel 1654, per le disposizioni liturgiche della controriforma, venne smontata e divisa in due parti. Da quel momento, purtroppo, cominciò la dispersione delle tavole. In seguito numerosi sono stati i tentativi di ricomposizione dell’assetto originale del grande polittico, nel nentativo di ricomposse l’originale disposizione della tavole parte delle quali si trova ora in Francia, a causa delle requisizioni fatte dalle truppe napoleoniche nel 1797, negli Stati Uniti, come il San Bartolomeo conservato nella città di Birmingham in Alabama, o proprio a Perugia, nella chiesa benedettina di San Pietro, dove si trova il Cristo sorretto da Nicodemo tra la Madonna dolente e san Giovanni Evangelista.

 

Proprio per dare conto della sua articolata storia il progetto di allestimento, curato dall’arch. Alessandro Colombo dello Studio Cerri & Associati, cercherà di suggerire lo spazio architettonico a cui era destinata l’opera e di rievocare il grandioso polittico di cui era parte.

Accompagna la mostra un catalogo Silvana editoriale con testi di Mons. Luca Bressan, Rosa Giorgi, Nadia Righi e Marco Pierini.

Vademecum

L’ADORAZIONE DEI MAGI DI PERUGINO
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini
ingresso da piazza Sant’Eustorgio 3
20 ottobre 2017 – 28 gennaio 2018
Catalogo: Silvana Editoriale
Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Chiuso lunedì (eccetto festivi)
La biglietteria chiude alle ore 17.30
Biglietti (Museo Diocesano + Museo di Sant’Eustorgio e Cappella Portinari)
Intero: 8 euro Ridotto individuale: 6 euro Ridotto gruppi adulti (parrocchie incluse, almeno 15 persone): 6 euro Ridotto scuole e oratori: 4 euro
Informazioni: tel. 02.89420019; 02 89402671; info.biglietteria@museodiocesano.it

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La Giuditta di Donatello torna a Palazzo Medici nel 2018 per una grande mostra

La Giuditta di Donatello torna a Palazzo Medici nel 2018 per una grande mostra

Il sindaco di Firenze: “Riporteremo la Giuditta nel luogo per il quale è nata, compiendo così un viaggio nella storia a ritroso, visto che la scultura in bronzo di Donatello era stata portata via dal Palazzo durante il famoso sacco del 1494 con la cacciata dei Medici”

FIRENZE –  Torna a Palazzo Medici dopo più di 5 secoli la Giuditta di Donatello, attualmente conservata  nella Sala dei Gigli a Palazzo Vecchio. L’occasione sarà una mostra che si terrà tra il 2018 e il 2019. 

Si tratta di un progetto molto ambizioso senza precedenti.  Il sindaco di Firenze Dario Nardella spiega: “Riporteremo la Giuditta nel luogo per il quale è nata, compiendo così un viaggio nella storia a ritroso, visto che la scultura in bronzo di Donatello era stata portata via dal Palazzo durante il famoso sacco del 1494 con la cacciata dei Medici da Firenze. Da allora la Giuditta ha cambiato più volte collocazione in Piazza Signoria, fino al 1988, quando è stata musealizzata in Palazzo Vecchio.  Auspico – continua il primo cittadino – che accanto a questa mirabile opera si possa affiancare anche il bellissimo David bronzeo, promuovendo una collaborazione speciale e storica con il Museo Nazionale del Bargello. Parleremo di questa idea presto con la direttrice del Museo”. Nardella ha quindi concluso: “Si potrebbe realizzare un sogno: i due simboli della ribellione e della libertà, Giuditta che uccide Oloferne, David che abbatte Golia, di nuovo uno accanto all’altro, dove li volle Cosimo”.

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Al via le riprese per il kolossal italo-russo dedicato a Michelangelo

Il regista Andrei Konchalovsky

Scritto e diretto da Andrei Konchalovsky, il film dal titolo “Il Peccato. Una visione” ripercorrerà alcuni dei momenti della vita del grande Maestro, fuori dai canoni del biopic vero e proprio 

ROMA – Verrà girato interamente in Italia il kolossal dedicato a Michelangelo dal titolo “Il Peccato. Una visione”, per la regia di Andrei Konchalovsky. Si tratta di una co-produzione russo-italiana che segna un passo importante nella collaborazione artistica fra i due paesi. 

Il film verrà prodotto dalla Fondazione Andrei Konchalovsky per il sostegno al Cinema e alle Arti Sceniche e Jean Vigo Italia con Rai Cinema.

Le riprese cominceranno il 28 agosto, dopo una lunga preparazione, e si svolgeranno tra la Toscana e il Lazio, nei luoghi di Michelangelo, a partire dal Monte Altissimo (cave Henraux), al Castello Malaspina di Massa e poi a Firenze, Arezzo, Montepulciano, Carrara, Bagno a Ripoli, Pienza, Monte Sansovino, Tarquinia, Caprarola, fra gli altri, e naturalmente Roma.

Sarà Alberto Testone ad interpretare il ruolo di Michelangelo, mentre  Umberto Orsini sarà il Marchese di Malaspina e Massimo De Francovich vestirà i panni di Papa Giulio II. Il regista  tuttavia ha scelto di lavorare perlopiù con attori non professionisti. 

Konchalovsky è anche autore della sceneggiatura con Elena Kiseleva. Il lungometraggio ripercorrerà alcuni dei momenti della vita di Michelangelo, fuori dai canoni del biopic vero e proprio, ma con l’idea della “visione”. La produzione si è avvalsa per questo della consulenza di alcuni fra i più qualificati esperti.

“Quello che vorrei trasmettere – sottolinea Konchalovsky – non è solo l’essenza della figura di Michelangelo, ma anche sapori e odori di quell’epoca carica di ispirazione e bellezza, ma anche di momenti sanguinosi e spietati. E quello che mi ha spinto è stata la voglia di raccontare al mondo, e ai giovani di oggi che hanno la memoria corta, la grandezza della figura di Michelangelo”.

Spiega invece Elda Ferri, produttrice Jean Vigo Italia: “La realizzazione di questo film che verrà interamente girato in italiano ci consente di valorizzare la formula co-produttiva sotto il profilo dei contenuti e degli apporti artistici e tecnici. Questi lunghi mesi di preparazione, oltre a garantire la qualità artistica del film, hanno permesso un’integrazione culturale e commerciale tra i due paesi che riflette lo spirito delle co-produzioni cinematografiche internazionali”

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Un autunno d’arte, ecco alcuni appuntamenti da non perdere

Dalla mostra “Pubblicità” alla Fondazione Magnani Rocca: Plinio Codognato, Spumanti Cinzano, 1930 - Galleria l’Image, Alassio (SV)

Una stagione generosa di eventi espositivi quella che appresta ad arrivare. Di seguito in ordine di apertura 20 esposizioni da nord a sud isole comprese

Si comincia il 9 settembre alla Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo nel parmense con la grande monografica dedicata a la “Pubblicità”, intelligente e divertente storia del nostro Paese attraverso manifesti, scatole e altri “strumenti” pubblicitari, dai primordi del Novecento a Carosello. Da sottolineare la presenza di molto bozzetti originali, accanto alle opere stampate e realizzate. 

Dal 13 settembre, a Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, “Arrivano i Paparazzi”, popolare storia dei fotografi e del costume, 150 fotografie e più di mezzo secolo di storia dei divi dalla Dolce Vita a oggi.

A Pistoia, Capitale Italiana della Cultura 2017, dal 16 settembre, doppio appuntamento nel nome di Marino Marini. Con la maggiore retrospettiva sino ad oggi realizzata sullo sculture arricchita da confronti ad altissimo livello con coloro che lo hanno ispirato, dagli Etruschi a Donatello, e raffronti con i maggiori scultori del Novecento mondiale con cui egli dialogò o che da lui trassero stimoli. In parallelo, il Marini pittore sarà esposto in Palazzo del Tau, sede del Museo Fondazione Marini, a raffronto, molto preciso, con Mirò. Titolo di questa seconda mostra: “Mirò e Marino. I colori del Mediterraneo”. 

A Firenze, Palazzo Corsini, dal 23 settembre al primo ottobre, imperdibile appuntamento con l’arte e l’antiquariato di eccellenza proposto dalla “XXX Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze”, la maggiore del settore in Italia e tra quelle di riferimento assoluto a livello mondiale.

Sempre il 23 settembre, ma a Rovigo, in Palazzo Roverella, prende il via la grande mostra “Secessione. Monaco Vienna Praga Roma. L’onda della modernità”. Per la prima volta, le quattro grandi Secessioni sono messe a confronto in una mostra che riunisce opere fondamentali, entrate nella storia dell’arte europea e mondiale.

Al via il 7 ottobre a Vicenza, in Basilica Palladiana la monografica su Vincent Van Gogh, che riunisce ben più di cento opere dell’artista, tra disegni e oli tra i più celebri, lungo il fil rouge rappresentato dalle lettere del pittore.

Valorizza uno dei patrimoni artistici che hanno fatto grande Ravenna, la Mostra e la Biennale Internazionale dedicati al “Mosaico” che prendono il via il 7 ottobre con epicentro al MAR, Museo d’Arte della Città. La grande mostra evidenzia come non abbia alcun valore la trita demarcazione tra arte e arti applicate, sopratutto quando – come nei capolavori qui riuniti – ad esprimersi con la tecnica del mosaico sono artisti tra i maggiori del secolo.

E’ un tuffo nella Milano e nell’Italia tra gli anni ’60 e ’70, l’ampia retrospettiva “Arte Ribelle” proposta dal 12 ottobre alle Gallerie del Credito Valtellinese. Arte e artisti che, intorno agli anni del ’68 e dei primi ’70, trasmutano l’espressione artistica in testimonianza politica, in espressione di appartenenza.

Dalla prima settimana di ottobre e per tutti i fine settimana del mese, a Lodi, il  Festival della Fotografia Etica”. Impegno sociale e grande fotografia documentaristica, in un Festival che abbina alla fotografia come arte, il ruolo della fotografia come interprete delle società più marginali, ovunque nel mondo. Con in più l’impegno che porta molti a lavorare perché gli ultimi siano meno ultimi.

La Galleria Nazionale di Roma dal 12 ottobre ospita la mostra “Konrad Mägi”. Mägi è il maggiore artista estone del Novecento, la sua è una pittura forte e magnifica e la mostra è un omaggio al Semestre di Presidenza Estone dell’Unione Europea. 

Ferrara e Palazzo dei Diamanti dedicano, dal 14 ottobre, una rara mostra a “Carlo Bononi”, l’ultimo sognatore dell’Officina Ferrarese. Ammirato da Guido Reni e stato accostato dalla critica a Caravaggio e Zurbaran. 

Tutta al femminile invece “Divina Creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento” proposta, dal 15 ottobre, a Rancate (Canton Ticino), dalla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst. Ritratti affascinanti, di una pittura che sa cogliere tutte le sfumature della femminilità.

E’ stato l’allievo preferito da Marino Marini e per questo, nell’anno in cui Pistoia celebra il suo massimo scultore, non poteva mancare un omaggio a “Kengiro Azuma. Sculture”, in Palazzo del Tau dal 22 ottobre.

Grande attesa anche per la mostra “Le trame di Giorgione”, dal 27 ottobre nella Casa-Museo Giorgione e in altre sedi  a Castelfranco Veneto, città natale del grande Maestro. Con Giorgione, altri grandi dell’arte veneta sino a Tiepolo, uniti dal tema del ritratto e del vestito come status symbol.

Dal 4 novembre, il MIC d Faenza propone la prima monografica di Achille Calzi, grane interprete della ceramica faentina “Tra Simbolismo e Liberty”, per avviare un percorso che, accanto ai grandi interpreti universali della ceramica, accenda l’attenzione anche sui grandi faentini.

Dall’11 novembre, Palazzo Magnani a Reggio Emilia ospita una insolita mostra su Kandinsky. Il filo conduttore dell’epsosizione sta nel rapporto tra “Spiritualità, Arte e Musica” in Kandinsky e, dopo di lui in altri grandissimi, sino a Cage

Secondo appuntamento, dal 14 novembre, al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso. Qui, con il titolo di “Illustri persuasioni”, sono proposti un centinaio di magnifiche testimonianze dell’arte pubblicitaria tra la prima e la seconda guerra mondiale, dal 1920 al 1940.

Dal 18 novembre, a Palazzo del Monte, a Padova ci sarà la mostra “Il cielo stellato sopra di noi. Galileo e le arti”,  un originale viaggio nell’universo galileiano fatto di scienza non meno che di arte, letteratura, poesia.

A Lucca, sempre dal 18 novembre, torna Photolux Festival. Biennale Internazionale di Fotografia, per restarvi sino al 10 dicembre. Sarà dedicata ad un tema e ad un luogo simbolico: il “Mediterraneo”, qui raccontato ed indagato attraverso ben 22 notevoli mostre. 

Per finire ecco che dal 18 ottobre al 29 novembre, a Cremona torna la tradizionale Festa del Torrone, che unisce gourmet, turisti e semplici golosi calamitati da tutta Italia e anche dall’estero a gustare le infinite sfumature del delizioso simbolo cremonese.

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Archeologia. In Svizzera scoperte tre ricche tombe celtiche

Archeologia. In Svizzera scoperte tre ricche tombe celtiche

Le tre sepolture, contenenti diversi oggetti di notevole pregio, sono state rinvenute durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio e fanno parte di una grande necropoli tumulare di circa 10mila metri quadrati

Sono state portate alla luce a Sion, in Svizzera, tre tombe celtiche di eccezionale ricchezza, dei veri e propri tesori archeologici risalenti al primo millennio avanti Cristo. 

Le tre sepolture, rinvenute durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio, fanno parte di una grande necropoli tumulare di circa 10mila metri quadrati, nel sito di Don Bosco, già oggetto di diverse campagne di scavo a partire dal 1999. 

Per la realizzazione del parcheggio i lavori di scavo sono partiti nel settembre del 2016 e dovrebbero concludersi nell’autunno 2017. 

La necropoli venuta alla luce è costituita da circa trenta sepolture e fu utilizzata tra la fine dell’età del bronzo e la seconda età del ferro (850-400 a.C).

Per quanto riguarda le tre tombe celtiche si tratta sicuramente di sepolture di personaggi di notevole importanza, considerati gli oggetti in esse contenuti. In quella che è stata definita la Tomba del guerriero è stata trovata una spada di bronzo con un pomo di avorio cesellato e altri ornamenti di pregio. I resti di una donna sono stati invece rinvenuti insieme a una collana costituita da dischi d’oro, oltre a due paia di bracciali. Un’altra donna, definita “donna delle torques” risulta seppellita insieme a collari di bronzo (torque), diversi gioielli, una cintura, due spilloni per abiti, due bracciali e una cavigliera.

Oltre al pregio degli oggetti rinvenuti, le sepolture permettono di approfondire le conoscenze su alcune pratiche funerarie e quindi anche sullo stile di vita delle popolazioni locali.

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Archeologia. Gerusalemme, scoperto mosaico bizantino con inciso il nome dell’Imperatore Giustiniano

Archeologia. Gerusalemme, scoperto mosaico bizantino con inciso il nome dell’Imperatore Giustiniano

Il reperto, rinvenuto a circa un metro sotto terra, durante alcuni scavi di routine, risale al VI secolo d.C. e doveva trovarsi all’ingresso di un luogo di accoglienza per pellegrini 

GERUSALEMME – Un gruppo di archeologi israeliani, diretti da David Gellman, ha scoperto nella città vecchia di Gerusalemme un mosaico bizantino risalente al sesto secolo dopo Cristo. Si tratta di un rinvenimento unico in quanto il reperto riporta un testo scritto con inciso il nome dell’imperatore Giustiniano e quello di un abate, come spiegato da Gellman. 

I resti in quest’area sono numerosi ma i testi scritti sono davvero rari. Inoltre l’iscrizione in greco, datata intorno al 550, menziona personaggi molto importanti dell’epoca. L’incisione commemora la fondazione da parte dell’abate ortodosso Costantino di un edificio nei pressi della Porta di Damasco, a Gerusalemme Est, probabilmente un luogo di accoglienza per pellegrini. 

Leah Di Segni, membro dell’Istituto d’archeologia all’Università ebraica, come riporta l’agenzia Askanews, spiega: “non si tratta dell’iscrizione di una chiesa, anche se apparentemente sembra appartenere a un monastero. La cosa più probabile è che questa iscrizione fosse all’ingresso di un ostello per pellegrini e viaggiatori che arrivavano a Gerusalemme dal nord e nord-est”.

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Massimiliano Finazzer Flory, lo spettacolo “Essere Leonardo da Vinci” diventa un film

Massimiliano Finazzer Flory, lo spettacolo “Essere Leonardo da Vinci” diventa un film

Le riprese sono già iniziate a New York ma si svolgeranno anche in Italia e in Francia, ad Amboise, dove Leonardo è sepolto e a Clos Lucé, dove il genio morì

MILANO – La passione di Massimiliano Finazzer Flory per Leonardo da Vinci si trasforma anche in un film. L’attore e regista, dal 2012, porta infatti in scena, e non solo in Italia, lo spettacolo teatrale “Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile”, che di recente (il 19 agosto) ha debuttato a Piuro in Val Chiavenna. L’artista ha annunciato una trasposizione cinematografica dello spettacolo, da lui scritto ed interpretato. 

Due le versioni del film, un cortometraggio e un lungometraggio. Mentre il cortometraggio, nel 2018,  è destinato alla partecipazione ai più importanti festival internazionali, per il lungometraggio si prevede l’uscita nel 2019, in concomitanza con le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del grande genio rinascimentale. 

Le riprese del film sono già iniziate e si svolgeranno sia negli Stati Uniti, in particolare a New York presso la Morgan Library e la Public Library che contengono un Codice leonardesco, sia in Italia, a Milano e Vinci e in Francia ad Amboise, dove Leonardo è sepolto e a Clos Lucé, dove il genio morì. 

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Shirin Neshat in concorso alla 74esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia

Shirin Neshat in concorso alla 74esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia

“Looking for Oum Kulthum” è il titolo del lungometraggio dell’artista iraniana che ancora una volta esplora il mondo femminile, con i suoi drammi, le sue battaglie e la sua innegabile e drammatica bellezza. L’opera sarà presentata nella sezione dei Venice Days ‒ Giornate degli Autori

VENEZIA – L’artista e regista iraniana, Shirin Neshat, tra le più importanti e acclamate artiste visive nel panorama dell’arte contemporanea, presenterà alla 74esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre 2017, il suo ultimo film, Looking for Oum Kulthum. Il lungometraggio verrà presentato il 2 settembre 2017 in concorso nella sezione dei Venice Days – Giornate degli Autori

Il film è coprodotto da In Between Art Film, casa di produzione fondata da Beatrice Bulgari nel 2012 con lo scopo di sostenere e produrre film di artisti, al confine tra cinema e arte contemporanea, e di supportare produzioni indipendenti caratterizzate da un approccio interdisciplinare e Vivo Film.

Looking for Oum Kulthum racconta la storia di Mitra, un’artista ambiziosa, madre e moglie quarantenne, che s’imbarca nel sogno di una vita: fare un film sulla sua eroina, la leggendaria cantante del mondo arabo Oum Kulthum. Il suo obiettivo è esplorare le lotte, i sacrifici e il prezzo del successo di Oum Kulthum, un’artista donna che vive in una società conservatrice e dominata da uomini. Durante le riprese del film, tuttavia, l’improvvisa scomparsa di suo figlio adolescente e la crescente difficoltà di catturare l’essenza di Oum Kulthum come donna, come artista, come mito, porteranno Mitra a una profondissima crisi emotiva e artistica.

Shirin Neshat, nel suo raffinato lavoro artistico e fotografico, da sempre esplora e sottolinea i conflitti di genere e le difficili condizioni sociali delle donne all’interno del mondo islamico. Il mondo femminile, con i suoi drammi, le sue battaglie e la sua innegabile e drammatica bellezza ritorna al centro della sua ricerca attraverso la figura della leggendaria cantante egiziana Oum Kulthum. Per questa sceneggiatura Neshat ha lavorato con Shoja Azari e con lo scrittore Jean-Claude Carrière, vincitore dell’Academy Honorary Award.

L’artista ha già vinto due volte la Biennale di Venezia: prima nel 1999 con un’installazione video e, successivamente, nel 2011, ha vinto il Leone d’Argento con il lungometraggio, Donne senza Uomini. Inoltre, ha ricevuto un Chrystal Award nel 2014 al Davos World Economic Forum. 

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