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Praemium Imperiale 2017, il 12 settembre saranno annunciati i nomi dei vincitori

Cerimonia di premiazione del 2016

Questo importante riconoscimento, giunto alla sua ventinovesima edizione, viene conferito nell’ambito di cinque discipline: pittura, scultura, architettura, musica, teatro/cinema

ROMA –  Martedì 12 settembre saranno resi noti a New York, Londra, Parigi, Roma, Berlino e Tokyo i nomi dei cinque vincitori del Praemium Imperiale 2017, il più importante premio d’arte esistente, che giunge quest’anno alla ventinovesima edizione. 

La scelta finale dei vincitori, nell’ambito di cinque discipline: pittura, scultura, architettura, musica, teatro/cinema, viene effettuata dai Comitati di selezione della Japan Art Association.

Il premio, pari a quello dei Premi Nobel in campo scientifico e consistente in 15 milioni di yen (circa 117.000 euro), un diploma e una medaglia, verrà conferito dal Principe Hitachi, fratello minore dell’Imperatore del Giappone e Patrono Onorario della Japan Art Association. 

La cerimonia di premiazione si svolgerà a Tokyo il prossimo 18 ottobre 2017.

Tra i Consiglieri internazionali, che presiedono i Comitati per le nomine e propongono le candidature per i riconoscimenti annuali, figurano statisti ed esponenti di spicco del mondo istituzionale, politico e culturale quali Lamberto Dini, Klaus-Dieter Lehmann, William H. Luers, Christopher Patten, Jean-Pierre Raffarin e Yasuhiro Nakasone. Sono Consiglieri onorari Jacques Chirac, David Rockefeller Jr. e François Pinault. 

Lo scorso anno i premi sono stati assegnati a Cindy Sherman per la pittura, Annette Messager per  per la scultura, Paulo Mendes da Rocha per l’architettura, Gidon Kremer per la musica e Martin Scorsese per il teatro/cinema. 

Tra i tanti nomi premiati nelle precedenti edizioni troviamo: Claudio Abbado, Gae Aulenti, Daniel Barenboim, Luciano Berio, Cecco Bonanotte, Enrico Castellani, Francis Ford Coppola, Plácido Domingo, Federico Fellini, Dietrich Fischer-Dieskau, Norman Foster, Jean-Luc Godard, Zaha Hadid, Anselm Kiefer, Rem Koolhaas, Akira Kurosawa, Wolfgang Laib, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Zubin Mehta, Mario Merz, Issey Miyake, Giuseppe Penone, Oscar Peterson, Renzo Piano, Michelangelo Pistoletto, Sigmar Polke, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Robert Rauschenberg, Bridget Riley, Ravi Shankar, Mitsuko Uchida, Giuliano Vangi.

La Japan Art Association conferisce inoltre la Borsa di Studio del Praemium Imperiale per Giovani Artisti, un contributo annuale di 5 milioni di yen (circa 39.000 euro) a un gruppo o a un’istituzione che promuova la partecipazione dei giovani all’arte.

Questo premio sarà conferito il 12 settembre a New York, contestualmente all’annuncio dei vincitori del Praemium Imperiale.

L’anno scorso la Borsa di Studio è stata assegnata al Five Arts Centre della Malesia, a sostegno dell’attività da essa svolta per aiutare i giovani artisti.

http://www.praemiumimperiale.org

 

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Mudec di Milano. Collezione etnografica, ingresso gratuito fino alla fine dell’anno

Mudec di Milano. Collezione etnografica, ingresso gratuito fino alla fine dell’anno

Il  Comune di Milano ha  deciso continuare la politica di fruizione gratuita della collezione-anima  del Museo, un bene prezioso da condividere con la città  

MILANO – Fino al 31 dicembre 2017, visto il grande successo dell’offerta complessiva del MUDEC dalla sua apertura, è stata rinnovata la gratuità del biglietto d’ingresso alla collezione permanente, cuore e identità del Museo delle Culture milanese. 

Si tratta di una decisione perfettamente coerente con il messaggio di spirito di apertura verso la comunità che il Comune ha voluto dare fin dall’inizio, nel 2015, quando i molti nuclei delle Raccolte che compongono la Collezione del MUDEC diventarono un percorso espositivo ricco di oltre 200 oggetti, organico e ragionato, che propone una collezione etnografica completamente restaurata.

Nel corso degli anni alla collezione permanente si sono affiancate mostre temporanee che hanno valorizzato ulteriormente il patrimonio museale. 

Anche in questo autunno 2017 il MUDEC darà ampio spazio a una parte della collezione permanente solitamente conservata nei depositi museali.

In particolare, con  la mostra “Eravamo cacciatori di teste. Riti , vita e arte delle popolazioni Asmat” nello spazio “Focus”,  saranno esposti al pubblico gli oggetti e le opere d’arte provenienti dalla provincia Papua dell’Indonesia appartenenti alla collezione Leigheb-Fiore, acquisita dal Mudec nel 2015, e quelli della Collezione Fardella-Azzaroli,  in comodato presso il Museo. Inoltre  in un nuovo spazio dedicato ai mecenati del museo sarà esposta una selezione di opere, provenienti da tutto il mondo e recentemente donate o acquisite dal Comune. 

Entrambe le esposizioni inaugureranno martedì 26 settembre e saranno aperte al pubblico dal 27 settembre.

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Una tomba di oltre 3000 anni ritrovata a Luxor

Una tomba di oltre 3000 anni ritrovata a Luxor

Lo ha annunciato il ministro egiziano per le antichità. Si trova sulla sponda occidentale del Nilo e contiene le statue del proprietario e di sua moglie, numerose mummie, sarcofagi e suppellettili

ROMA – La notizia del suo ritrovamento, nell’are adi Luxor, è stata dal ministro delle Antichità, Khaled El-Enany, durante una cerimonia nel sito della necropoli di Draa Abul Naga.

La tomba faraonicarisale a 3.500 anni fa e si trova lungo la sponda occidentale del Nilo. La tomba dell’epoca della 18esima dinastia contiene una statua che ritrae il proprietario Amenemhat, un artigiano dell’oro che lavorava presso la corte reale del tempo, e sua moglie.

La scoperta è opera di una missione archeologica egiziana e le immagini del ritrovamento mostrano un interno ricchissimo di mummie, anche quella di una madre e dei suoi due figli, manufatti e sarcofagi che risalirebbero alla 21esima e 22esima dinastia. Numerosi i teschi che giacciono sul suolo della tomba, circondati da suppellettili, vasi e oggetti d’arredo che hanno accompagnato nei secoli le mummie dei defunti. 

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Street art: Il bambino del muro che rompe i confini

Kikito

Si chiama Kikito ed è un bambino messicano fotografato per caso: la sua gigantografia alta 20 metri, trasformataa dal writer francese Jr e sospesa sul muro che separa il Messico dagli Usa, diventa un simbolo contro le divisioni

ROMA – Ha scelto Tecana, in quel tratto di California a metà tra Usa e Messico diviso da un lungo muro che impedisce il passaggio dei clandestini, per il suo gigantesco Kikito.

Jr, un artista francese già autore di altre perfomance dalle grandi dimensioni, ha voluto ricordare al mondo il problema del contrasto all’immigrazione clandestica che Trump ha deciso di contrastare con la costruzione di un gigantesco muro, realizzando l’immagine di un bambino altrettanto gigantesca: 20 metri di altezza, un viso sorridente e due mani altrettando enormi che sembra lo stiano sostendendo mentre si affaccia per curiosare il mondo “dall’altro lato”. 

Una protesta, quella del writer francese, che ha preso forma da una fotografia che l’artista ha scattato mentre si trovava casualmente nella zona di San Diego: il piccolo messicano si è trasformato così in simbolo contro le divisioni.

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Street art: Il bambino del muro che rompe i confini

Kikito

Si chiama Kikito ed è un bambino messicano fotografato per caso: la sua gigantografia alta 20 metri, trasformataa dal writer francese Jr e sospesa sul muro che separa il Messico dagli Usa, diventa un simbolo contro le divisioni

ROMA – Ha scelto Tecana, in quel tratto di California a metà tra Usa e Messico diviso da un lungo muro che impedisce il passaggio dei clandestini, per il suo gigantesco Kikito.

Jr, un artista francese già autore di altre perfomance dalle grandi dimensioni, ha voluto ricordare al mondo il problema del contrasto all’immigrazione clandestica che Trump ha deciso di contrastare con la costruzione di un gigantesco muro, realizzando l’immagine di un bambino altrettanto gigantesca: 20 metri di altezza, un viso sorridente e due mani altrettando enormi che sembra lo stiano sostendendo mentre si affaccia per curiosare il mondo “dall’altro lato”. 

Una protesta, quella del writer francese, che ha preso forma da una fotografia che l’artista ha scattato mentre si trovava casualmente nella zona di San Diego: il piccolo messicano si è trasformato così in simbolo contro le divisioni.

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“Ad perpetuam memoriam”: una colomba per la pace al Festivalfilosofia di Modena

L’opera del writer Eron, verrà realizzata davanta al pubblico nei tre giorni del festival su una parete del Palazzo Santa Chiara in occasione dei 2200 anni dalla fondazione (183 a.C.) di Mutina

MODENA – Una colomba a metà, simbolo di una pace non ancora raggiunta, è la protagonista del perpetuam rei memoriam wall painting l’artista Eron, pioniere dell’arte urbana e del writing in Italia, realizzerà durante i tre giorni del festivalfilosofia di Modena per una parete di Palazzo Santa Chiara in occasione dei 2200 anni dalla fondazione (183 a.C.) di Mutina.

Il titolo dell’opera è Ad perpetuam rei memoriam è il titolo dell’opera realizzata per iniziativa curata da Fondazione de Mitri, Cristina Stefani e Cristiana Zanasi dei Musei Civici di Modena, in collaborazione con Associazione Circuito Cinema, sponsor tecnico Manitou. Tutti potranno, durante i giorni di festivalfilosofia, assistere in diretta alla realizzazione dell’opera da parte di Eron e osservarne gli sviluppi: venerdì 15 settembre dalle 15 alle 23; sabato 16 dalle 10 alle 23; domenica 17 dalle 10 alle 23. L’opera, che sarà conclusa il 20 settembre, resterà visibile permanentemente

Richiamando i monumenti restituiti dal sottosuolo della città romana, Eron sviluppa una riflessione profonda sulla storia dell’edificio, in parte distrutto dai bombardamenti del 18 aprile 1945. L’intervento nasce sulla “ferita” più evidente, una parete dimezzata, dove emerge un “semi tempio della pace”, così lo definisce l’artista, costituito da un codice di segni contemporanei in cui spicca la metà di una grande colomba, simbolo di una pace non ancora raggiunta.

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Torna al Macro di Roma il Live Cinema Festival

Torna al Macro di Roma il Live Cinema Festival

8 nazioni coinvolte, 14 artisti, live cinema performance, screenings e workshop: è la quinta edizione del festival degli spettacoli audio-video dal video

8 nazioni coinvolte, 14 artisti, live cinema performance, screenings e workshop per un festival che riflette lo spirito della nostra epoca in cui la tecnologia ha invaso ogni aspetto della nostra vita: per il secondo anno consecutivo dal 21 al 24 settembre torna negli spazi del MACRO – Museo d’arte contemporanea Roma “Live Cinema Festival”, la manifestazione internazionale incentrata sulle più innovative performance di spettacoli audio-video dal vivo. Giunta alla sua quarta edizione, Live cinema festival è una rassegna unica nel suo genere che indaga e promuove tutti i fenomeni artistici cui si attribuisce il termine “Live Cinema” attraverso performance inedite o presentate per la prima volta in Italia realizzate in real-time. Performance che infrangono definitivamente le regole della narrazione tradizionale, mirano a suscitare sensazioni ed emozioni, favoriscono un approccio sinestetico.

La manifestazione è prodotta da Flyer Communication con il supporto del Programma Europa Creativa della Commissione Europea, della Free Hardware Foundation, dell’Institut français Italia, del Forum di Cultura Austriaco, dell’Istituto di Cultura Polacco e di un network locale e internazionale legato all’audio video performativo e alle nuove forme di sperimentazione delle nuove tecnologie in ambito artistico-culturale.

“Live Cinema Festival 2017” fa  parte del programma dell’Estate Romana promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con SIAE. Inoltre la manifestazione è promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Per “Live Cinema” s’intende una tecnica narrativa sperimentale applicata al video performativo, che dà vita alla creazione simultanea di suoni e di immagini in tempo reale, in cui i parametri tradizionali del cinema narrativo, rappresentati dalla soggettività fotografata dalla camera, si espandono in una concezione più ampia. Un approccio che ha già trovato un notevole seguito anche tra i grandi nomi del mondo del cinema, a partire da Francis Ford Coppola, che lo vede come un modo per esplorare le potenzialità del cinema live, quello fatto senza filtri, estemporaneo, un po’ come nella tradizione del teatro e dell’opera, per arrivare all’audace Peter Greenaway, che lo ha utilizzato nel suo “Tulse Luper VJ Tour” diventando una sorta di Vj nel selezionare loop di film su un grande touch screen.

Macchine, arte e tecnologia si uniscono nei 4 giorni del festival per diffondere nuovi messaggi e nuove prospettive, proponendo un nuovo immaginario, abbattendo le frontiere tra il mezzo e il contenuto, manipolando immagini e utilizzando diverse tecniche di approccio alla creazione del contenuto finale, frutto dell’improvvisazione e dell’abilità degli artisti.

Attraverso le performance di un nutrito cast di artisti internazionali, la manifestazione mira ad offrire al pubblico una panoramica delle diverse modalità di interpretare il Live Cinema: dall’analogico dei proiettori 16mm alle ultime sperimentazioni digitali, attraverso le performance di 8 artisti/gruppi artistici. Quest’anno si prediligerà l’aspetto più sperimentale.

Un festival che si inserisce naturalmente nel contesto della produzione del Macro e dei suoi visitatori per dare l’opportunità al pubblico di giovani e meno giovani, ai turisti di passaggio per la Capitale e agli abitanti dei quartieri limitrofi di avvicinarsi a questo particolare tipo di spettacolo dal vivo.

Nell’edizione 2017, che prevede due perfomance di live cinema al giorno nel foyer del MACRO, verrà presentato per la prima volta in assoluto in Italia il futuristico live show dell’artista iraniano ASH KOOSHA. Tra gli appuntamenti da non perdere anche quello con KLAUS OBERMAIER, artista austriaco di fama internazionale ideatore di numerose opere multimediali e crossmediali e FUNKI PORCINI, uno dei pionieri dell’etichetta britannica Ninja Tune.

Ogni serata sarà poi animata da live musicali: dal dj-set fusion e sperimentale di Flavia Lazzarini per l’opening party in collaborazione con il progetto di musica elettronica più famoso della Capitale Glamda al live set nei mondi sonori degli artisti Alefe e Mr Everett in collaborazione con Soundreef Waves, dal dj set dell’eclettica Miz Kiara dell’associazione tutta al femminile Female Cut a quello onirico di Equohm b2b Orree del collettivo SINCE crew.

Ad anticipare la kermesse “SCREENINGS”, fino al 20 settembre sempre al MACRO di via Nizza, nel foyer, una preview del festival che mira a preparare il pubblico alle performance di settembre. I visitatori del museo potranno assistere gratuitamente a una selezione di documentari, interviste, backstage, making of e performance di Live Cinema, nonché a un percorso storico che parte dalla videoarte per arrivare ad oggi.

Come gli scorsi anni il giorno prima dell’inizio del festival il 20 settembre nella Sala Cinema del MACRO si terrà la conferenza sull’Audience Development in cui organizzazioni e istituzioni di Roma, in una ricerca del connubio tra spazi culturali “istituzionali” e programmazione culturale “non convenzionale”, individueranno le migliori strategie per aiutare artisti e professionisti europei a realizzare progetti declinati in diverse forme di spettacolo e a raggiungere il maggior numero di pubblico possibile in tutta Europa.

La programmazione di LCF sarà arricchita anche dal workshop gratuito sul Digital Storytelling che partirà il 21 settembre e durerà 4 giorni per 8 ore complessive (dalle 17 alle 19 in Sala Cinema). Incentrato su questa nuova tecnica nel contesto artistico-performativo e curato da Francesco Iezzi, dottorando in Storia del Cinema, nonché videoartista che collabora anche con l’etichetta tedesca Raster-Noton, il workshop mira a dare gli strumenti sia di conoscenza che di tecniche e tecnologie per la realizzazione di una performance Audio Video di Live Cinema. Per parteciparvi, è necessaria la prenotazione inviando una mail a workshops@livecinemafestival.com: verrà rilasciato un attestato di frequenza al termine.

Tutto il programma del festival sarà consultabile sulla app gratuita https://livecinemafestival.com/the-app/

Live Cinema Festival fa parte del progetto AVnode | LPM 2015 > 2018, la cui direzione generale è affidata a Gianluca Del Gobbo, e Large Scale Cooperation Project co-finanziato dal programma cultura Creative Europe dell’Unione Europea, tra 13 partner provenienti da 12 paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Turchia e Regno Unito, con lo scopo di promuovere e sviluppare la cultura del video dal vivo e gli artisti audio video europei al pubblico di tutto il mondo con la produzione di 36 festival, 3 meeting , 3 Conferenze sull’Audience Development e più di 200 eventi satellite in 3 anni.

Live Cinema Festival aderisce inoltre al network PAC (Performing Arts Contemporanee) formatosi in seguito a collaborazioni tra diversi soggetti culturali operanti nel territorio della città di Roma da diversi anni, e attivi nella progettazione e esecuzione di attività nell’ambito sia dell’Estate Romana sia in altri contesti/eventi/ festival romani, nazionali e internazionali. Gli intenti sono quelli di condividere le proposte per attuare un meccanismo sinergico e virtuoso. In particolare l’obiettivo è attivare un dispositivo di promozione e comunicazione, condiviso e coordinato, e di pianificazione delle attività in un calendario sostenibile di cui l’intera comunità cittadina potrà beneficiare.

L’allestimento delle luci del festival è invece curato da RGB Light.

La sezione SCREENINGS è curata oltre che da Live Cinema Festival, anche da altre importanti realtà del settore come Electronic Art Cafè, di Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca, IED – Istituto Europeo di Design e RUFA – Rome University of Fine Arts, e da alcuni festival di rilievo nazionale e internazionale come il File Festival di San Paolo (BR) e il Toolkit Festival di Venezia.

PROGRAMMA LCF 2017 MACRO via Nizza

Dal 1 agosto al 20 settembre durante l’orario di apertura del museo

SCREENINGS – preview – videotunnel

Mercoledì 20 settembre ore 17:00

AUDIENCE DEVELOPMENT > CONFERENZA – Sala Cinema

Dal 21 al 24 settembre

dalle 19:00 alle 00:00 > SCREENINGS – Auditorium

Dal 21 al 24 settembre

dalle 17:00 alle 19:00 > WS Digital Storytelling – Sala Cinema

Giovedì 21 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > Warmup | GLAMDA | FALVIA LAZZARINI djset – Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > Film Special | FUNKI PORCINI [UK] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > Live AV Show | ASH KOOSHA [IR/UK] – Foyer

dalle 23:00 alle 02:00 > Opening Party | GLAMDA | FALVIA LAZZARINI djset – Foyer

Venerdì 22 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > SINCE crew djset | EQUOHM b2b ORREE – Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > deception | KANAKA [IT] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > Demon Uppercut | REAPER DEATH SEAL CORPORATION [CZ] – Foyer

dalle 23:00 alle 00:30 > SINCE crew djset | EQUOHM b2b ORREE – Foyer

Sabato 23 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > SOUNDREEF WAVES | ALÈFE live set– Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > Itinerarios | FONOSTÄBICO [ES] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > dissection – picnolepsic loop event | DON’T EAT GROUP [HU] – Foyer

dalle 23:00 alle 00:30 > SOUNDREEF WAVES | MR EVERETT live set– Foyer

Domenica 24 settembre

dalle 19:00 alle 21:00 > Warm up | MIZ KIARA djset – Macro Hall

dalle 21:00 alle 22:00 > Concert for two brains | A. JANICKI + FRANCISZEK ARASZKIEWICZ [PL] – Foyer

dalle 22:00 alle 23:00 > Faceless Voiceless | KLAUS OBERMAIER [AT] – Foyer

dalle 23:00 alle 00:30 > FEMALE CUT | MIZ KIARA dj set– Foyer

Maggiori informazioni:

Sito web: https://livecinemafestival.come 2017: tel. 011.4436999; didattica@fondazionetorinomusei.it

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“I colori del mio paesaggio interiore”

Delia Pizzuti racconta la sua mostra “Colore” inaugurata alla Società Geografica Italiana a Villa Celimontana

ROMA – Una mostra per un artista è sempre un evento importante e delicato. Esporre il proprio lavoro, del resto, è comunque esporre un po’ sé stessi, o quanto meno ciò che si è stati fino a quel momento. È uno svelarsi agli altri e questo, in un certo senso, rende fragili perché appunto esposti, ma anche forti, poiché si fa presente al mondo la propria volontà di affermare, attraverso le opere, il proprio esistere, la percezione che si ha del mondo e l’approccio con le cose esterne.

Ieri, presso la sede della Società Geografica Italiana, immersa nel meraviglioso parco di Villa Celimontana a Roma, è stata inaugurata “Colore”, mia personale di pittura. Oggi racconto ai lettori di ArteMagazine, l’evento e sulla genesi delle opere protagoniste.

“Colore” è un progetto sensibile all’insieme dei miei studi e interessi, nato per questo dalla sinergia tra geografia paesaggistica e pittura.

Ogni tela di “Colore” ha su di sé i segni del mio rapporto con il paesaggio, relazione sia privata che sociale, dal momento che lo stesso paesaggio è una costruzione culturale, così come lo è in parte la percezione che se ne ha.

Quest’ultima, infine, è fortemente legata al colore quale elemento disvelatore del paesaggio stesso.

Entrare con questi lavori nella Biblioteca della Società Geografica, esporre e inaugurare qui,  è qualcosa che sento particolarmente coerente con l’intero progetto e con il percorso che ne è a monte.  Percorso che è  stato compreso dal curatore della mostra Francesco Gallo Mazzeo e dall’Associazione Culturale MetaMorfosi, che ha patrocinato l’evento.

La mostra, parte del progetto così elaborato, è stata quindi accolta dalla Società Geografica.

L’inaugurazione è stata occasione, per diversi partecipanti, di conoscere per la prima volta la realtà della Società Geografica e dell’immenso sapere di cui è custode la Biblioteca, lo stesso che, insieme a quello artistico, ha dato vita ai lavori esposti.

Opere dove, il Presidente  di MetaMorfosi, Pietro Folena, discorrendo durante il vernissage, ha affermato di cogliere la peculiarità del concetto di mappa, unita a una dimensione quasi sacra relativa alle tele, evocative di antichi stendardi.

Ogni tela in effetti è stata pensata come testimonianza di un momento in divenire. Le opere sono intese come supporti di segni, tracce di un passaggio, di un esserci che si muove verso il gesto successivo, portando con sé  l’entità di ciò che è appena stato. Così, passo dopo passo, si compone un disegno identitario mai uguale, mutevole ma fedele al proprio essere. Figurazione di identità che è sempre collettiva e che, come tale, porta con sé la complessità del cammino umano, fatto di sogni, speranze e sapere, tanto forte e tanto importante da poter essere esso stesso sacro.

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“I colori del mio paesaggio interiore”

Delia Pizzuti racconta la sua mostra “Colore” inaugurata alla Società Geografica Italiana a Villa Celimontana

ROMA – Una mostra per un artista è sempre un evento importante e delicato. Esporre il proprio lavoro, del resto, è comunque esporre un po’ sé stessi, o quanto meno ciò che si è stati fino a quel momento. È uno svelarsi agli altri e questo, in un certo senso, rende fragili perché appunto esposti, ma anche forti, poiché si fa presente al mondo la propria volontà di affermare, attraverso le opere, il proprio esistere, la percezione che si ha del mondo e l’approccio con le cose esterne.

Ieri, presso la sede della Società Geografica Italiana, immersa nel meraviglioso parco di Villa Celimontana a Roma, è stata inaugurata “Colore”, mia personale di pittura. Oggi racconto ai lettori di ArteMagazine, l’evento e sulla genesi delle opere protagoniste.

“Colore” è un progetto sensibile all’insieme dei miei studi e interessi, nato per questo dalla sinergia tra geografia paesaggistica e pittura.

Ogni tela di “Colore” ha su di sé i segni del mio rapporto con il paesaggio, relazione sia privata che sociale, dal momento che lo stesso paesaggio è una costruzione culturale, così come lo è in parte la percezione che se ne ha.

Quest’ultima, infine, è fortemente legata al colore quale elemento disvelatore del paesaggio stesso.

Entrare con questi lavori nella Biblioteca della Società Geografica, esporre e inaugurare qui,  è qualcosa che sento particolarmente coerente con l’intero progetto e con il percorso che ne è a monte.  Percorso che è  stato compreso dal curatore della mostra Francesco Gallo Mazzeo e dall’Associazione Culturale MetaMorfosi, che ha patrocinato l’evento.

La mostra, parte del progetto così elaborato, è stata quindi accolta dalla Società Geografica.

L’inaugurazione è stata occasione, per diversi partecipanti, di conoscere per la prima volta la realtà della Società Geografica e dell’immenso sapere di cui è custode la Biblioteca, lo stesso che, insieme a quello artistico, ha dato vita ai lavori esposti.

Opere dove, il Presidente  di MetaMorfosi, Pietro Folena, discorrendo durante il vernissage, ha affermato di cogliere la peculiarità del concetto di mappa, unita a una dimensione quasi sacra relativa alle tele, evocative di antichi stendardi.

Ogni tela in effetti è stata pensata come testimonianza di un momento in divenire. Le opere sono intese come supporti di segni, tracce di un passaggio, di un esserci che si muove verso il gesto successivo, portando con sé  l’entità di ciò che è appena stato. Così, passo dopo passo, si compone un disegno identitario mai uguale, mutevole ma fedele al proprio essere. Figurazione di identità che è sempre collettiva e che, come tale, porta con sé la complessità del cammino umano, fatto di sogni, speranze e sapere, tanto forte e tanto importante da poter essere esso stesso sacro.

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Alla Fabbrica del vapore la terza edizione di Milano Scultura

Alla Fabbrica del vapore la terza edizione di Milano Scultura

Torna la fiera ad ingresso ratuto che mette la scultura al centro della scena: marmo, ceramiche e porcellane, fusioni in bronzo e altri metalli – fino alle installazioni multimediali, ai ready-made, alle evoluzioni della public art

MILANO – Ai nastri di partenza la terza edizione di MILANO SCULTURA, la prima fiera d’arte in Italia (a ingresso libero) che indaga in maniera esclusiva il linguaggio delle arti plastiche.  Nell’Ex Locale Cisterne della Fabbrica del Vapore, dal 17 al 19 novembre 2017, gli espositori, suddivisi tra gallerie, laboratori creativi, accademie e singoli artisti, questi ultimi raccolti nella sezione diffusa Proposte Milano Scultura, faranno il punto sulle arti plastiche declinate secondo linguaggi che spaziano da tecniche e materiali più tradizionali – marmo, ceramiche e porcellane, fusioni in bronzo e altri metalli – fino alle installazioni multimediali, ai ready-made, alle evoluzioni della public art.

Ilaria Centola, ideatrice e fondatrice della manifestazione, e la curatrice Valerio Dehò, già direttore di Kunst Meran/o Arte, continuano quindi il lavoro intrapreso negli scorsi anni. “Milano Scultura – afferma lo stesso Dehò – rinnova il suo appuntamento e vuole consolidarsi nel panorama nazionale per la sua peculiarità”.

Tra le novità di quest’anno, MILANO SCULTURA, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano, presenta una nuova location, lo Spazio Messina Due, che ospiterà le opere di grandi dimensioni e le installazioni della collettiva Towncode. Immaginario urbano nell’arte attuale, a cura di Valerio Dehò., che ruoterà attorno alla tematica della rappresentazione della città, intesa come reinvenzione totale.

Gli artisti presenti in mostra saranno scelti nel panorama internazionale e italiano, mettendo a confronto esperienze e linguaggi diversi e saranno selezionati da un pool di gallerie tra le più importanti del novero nazionale che già hanno dedicato al tema alcune mostre ed eventi.

MILANO SCULTURA arricchisce la propria offerta al pubblico con diversi progetti speciali che contribuiscono a dare conto delle nuove tendenze nazionali e internazionali nel campo delle arti plastiche.

Tra questi, si segnala quello di Flavio Pellegrini, dal titolo Nero, che proporrà una serie di sculture da parete nelle quali il colore nero, per le sue caratteristiche fisiche, assorbe tutta la luce visibile e restituisce una percezione priva di ogni sensazione cromatica.

Anche per il 2017, MILANO SCULTURA riproporrà la collaborazione con l’Accademia di Brera per una serie di iniziative che coinvolgerà gli allievi e i professori.

Tra queste, La materia della scultura è un evento col quale vuole evidenziare come gli studenti di Brera entrino in contatto, nel loro percorso didattico con diversi materiali, dai più classici ai meno convenzionali, e ne apprendano morfologie e tecniche. Quest’anno si è stato scelto di esporre opere in marmo, materiale tra i più tradizionali ma che tra le mani di questi giovani artisti si rinnova e si ripropone con diversi spunti interessanti.

MILANO SCULTURA celebrerà, in collaborazione con MAGMA, la figura di Liliana Nocera (1928-2014) Magma Cultural Association, a pochi mesi dalla scomparsa di Liliana Nocera, ha voluto rendere omaggio alla scultrice milanese, una delle figure femminili di rilievo della metà del Novecento. Allieva di Manzù e Messina, titolare dal 1963 della cattedra di scultura al Liceo Artistico di Brera, Liliana Nocera è ricordata anche per essere l’unica scultrice donna ad aver realizzato un’opera per del Duomo di Milano.

Vademecum

MILANO SCULTURA
Milano, Fabbrica del Vapore |  Ex Locale Cisterne e Spazio Messina Due (Via Procaccini 4)
17-19 novembre 2017
Orari: venerdì 18-22 sabato 12-20, domenica 12-20
Ingresso libero
Informazioni: info@stepartfair.com
www.stepartfair.com

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