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Big Clay di Urs Fischer in Piazza della Signoria e le perplessità di Italia Nostra

Si scoprirà il 22 settembre la monumentale scultura metallica di 12 metri dell’artista svizzero per la seconda edizione di "In Florence 2017", ma il suo posizionamento non piace all’Associazione culturale FIRENZE - Il 22 settembre inaugurerà in Piazza della Signoria la colossale scultura dell’artista svizzero Urs Fischer, dal titolo Big Clay, nell’ambito di In Florence, il grande evento di arte contemporanea ideato da Fabrizio Moretti e Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze.  A soli due giorni dall’inaugurazione del progetto espositivo sono inevitabilmente sorte alcune polemiche, legate proprio alle dimensioni gigantesche dell’opera che campeggerà nel cuore del capoluogo toscano.  In particolare sulla questione si è espressa Italia Nostra.  Si legge in una nota a firma di Mariarita Signorini, presidente regionale di Italia Nostra Toscana: "L'innalzamento di una gigantesca scultura in piazza Signoria, sia pur evento temporaneo e limitato nel tempo e opera dell'artista svizzero ampiamente riconosciuto, desta quanto meno stupore. A pochi giorni dal legittimo e apprezzabile richiamo del soprintendente Pessina sull'installazione non autorizzata della ruota panoramica alle Cascine, la presenza di un oggetto di dimensioni eccezionali al centro di piazza Signoria provoca forti perplessità”.  “Viene da chiedersi - continua Signorini - come sia stato possibile che il competente Ufficio di tutela abbia autorizzato la presenza di tale opera contemporanea le cui dimensioni sono, di tutta evidenza, incompatibili rispetto al contesto. Le visuali della Loggia dei Lanzi, degli Uffizi appaiono compromesse dall'enorme scultura. A termini di legge - conclude la nota - tale intervento che produce forte alterazione del luogo, sembra in totale contrasto con il rispetto dovuto ad alcuni fra i principali monumenti della città, i quali inevitabilmente appaiono in secondo piano e come secondari rispetto al protagonismo assoluto dell'opera esposta”.  ...

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