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Firenze, aggredita Marina Abramović

"L'ho dovuto fare per la mia arte". Questa la risposta che l'aggressore ha dato alla stessa artista che, dopo l'accaduto, ha voluto incontrarlo di persona. “In passato mi sarei arrabbiata per un fatto del genere, oggi invece provo compassione” ha sottolineato Abramovic FIRENZE - L’aggressione all’artista serba è avvenuta intorno alle 12,30 di domenica 23 settembre, nel cortile di Palazzo Strozzi, dove è in corso, fino al 20 gennaio 2019, la mostra "Marina Abramović. The Cleaner’’, al termine della firma del suo nuovo libro di interviste "Marina Abramović Interviews 1976-2018’’. Questo il racconto nelle parole della stessa Abramovic, in una nota diffusa dalla Fondazione Palazzo Strozzi: "Tra la folla c'era un uomo sulla quarantina che portava con sé un dipinto raffigurante il mio volto in modo distorto. Si è avvicinato guardandomi dritto negli occhi e io gli ho sorriso, pensando che fosse un regalo per me. In una frazione di secondo ho visto la sua espressione cambiare e diventare violenta, venendo verso di me molto velocemente e con grande forza. Sapete, i pericoli arrivano sempre molto rapidamente, come la morte stessa. E bisogna essere molto vigili per cogliere la sfida. Io non l'ho visto subito. Tutto ad un tratto mi ha sbattuto in testa violentemente il quadro, intrappolandomi dentro la cornice. Tutto è successo molto rapidamente. Poi le guardie lo hanno isolato e fermato e il direttore Arturo (Galansino ndr) mi ha portato nel retro del bar nel cortile di Palazzo Strozzi per tranquillizzarmi. Ero sotto shock". Un gesto apparentemente inspiegabile ed incomprensibile quello di cui l’artista è rimasta vittima. "Per me - ha proseguito Abramovic - è difficile capire ed elaborare la violenza. E' la prima volta che mi succede una cosa del genere. E ancora non riesco a capire. Con la violenza sugli altri non si fa arte. Anche io sono stata una giovane artista non famosa - ha sottolineato ancora - ma non ho mai fatto del male a nessuno. Nel mio lavoro io metto in scena diverse situazioni e metto a rischio la mia vita. Ma questa è una mia decisione e stabilisco io le condizioni. Dopo tutto quello che è successo - ha raccontato  l’artista  - sono tornata in albergo. Ho fatto una doccia, mi sono cambiata la camicia e sono uscita di nuovo. In passato mi sarei arrabbiata per un fatto del genere, oggi invece provo compassione. La cosa più difficile è perdonare ma bisogna riuscire a farlo come dice il Dalai Lama".  "L'ho dovuto fare per la mia arte". E' stata invece la risposta che l'aggressore ha dato alla stessa artista che, dopo l'accaduto, ha voluto incontrarlo di persona. Dopo l'episodio, infatti, la prima cosa che l'artista serba ha infatti richiesto è stata di voler parlare con lui, “voglio sapere perché l'ha fatto. Perché questo odio contro di me?” - ha spiegato Abramovic.  “Tutti sono rimasti molto sorpresi che volessi parlare a questa persona. Ma io sono così. Non fuggo mai dai problemi. Li affronto. Quindi lo hanno portato da me e gli ho chiesto: 'Perché l'hai fatto? Qual è il motivo? Perché questa violenza?' Non gli avevo fatto niente. Non l'avevo mai incontrato prima", ha concluso Abramovic.  "Come direttore della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra 'Marina Abramović. The Cleaner' - ha dichiarato Arturo Galansino - esprimo il mio sentito dispiacere per l'aggressione subita dall'artista nel cortile di Palazzo Strozzi in data odierna. L'episodio si è verificato subito dopo la conclusione di un altro appuntamento di grande successo di pubblico per la firma del suo nuovo libro di interviste 'Marina Abramović Interviews 1976-2018', evento che ha concluso una trionfale settimana di eventi con l'artista a Firenze, culminata nella conferenza pubblica al Teatro del Maggio Musciale Fiorentino a cui hanno partecipato oltre 1.500 persone". Vaclav Pisvejc è il nome dell’aggressore, un 51 anni di origini ceche, anche lui artista e noto in città e alle cronache per altri episodi che lo hanno visto protagonista, uno tra tutti l’imbrattamento della statua di Urs Fischer in piazza della Signoria a Firenze, lo scorso 11 gennaio, quando il colosso metallico da alcuni esposto davanti a Palazzo Vecchio, è stato colorato su un fianco con uno spray rosso.  Così il commento del sindaco di Firenze Dario Nardella su Twitter: "Un uomo, non nuovo a questo tipo di gesti, ha colpito alla testa Marina Abramović con una tela. Per fortuna lei non si è fatta niente e l'uomo è stato fermato. Solidarietà totale a Marina!".  ...

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