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MILANO – “Maurizio Galimberti – San Nicola reMade” è questo il titolo della mostra ospitata, a partire dal 17 novembre, presso la Villa Reale di Monza. L’esposizione, a cura di Denis Curti,rappresenta la prima tappa di un importante progetto artistico-documentario voluto dal mecenate e collezionista Alberto Marcelletti, e patrocinato dal Comune di Tolentino. Il progetto, che comprende anche un docufilm e uno splendido volume fotografico, nasce con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni riportati dalla Basilica di San Nicola, in seguito al terremoto nelle Marche dello scorso anno, e favorire l’inizio dei restauri e la riapertura di tutto il complesso.
La Villa Reale ha voluto ospitare il progetto per porre l’attenzione sulla Basilica di San Nicola anche al di fuori della sua terra, grazie al lavoro di Galimberti. Un lavoro, quello compiuto dal fotografo, che parte da lontano, nel 2013, e si realizza nel corso di quattro anni. Galimberti ha reinterpretato gli splendidi affreschi trecenteschi della Basilica, attribuiti a Pietro da Rimini, attraverso oltre 9.000 istantanee polaroid, che sono diventate i tasselli di un moderno mosaico assolutamente unico. In seguito al sisma, Galimberti è tornato sul luogo e, utilizzando una polaroid di grandi dimensioni, ha scattato pezzi unici di 50×60 centimetri ad altissima definizione, testimoniando l’abbandono in cui si trova oggi il monumento, tra polvere e macerie. Il progetto iniziale “San Nicola reMade” ossia “rifatto” si è così arricchito di una nuova valenza.
“A prima vista – spiega Curti – ‘San Nicola reMade’ potrebbe apparire come un’operazione documentaria, quasi una fotocopia fuori formato, capace di mettere in evidenza le peculiarità dei dipinti murali, fino a descriverne i dettagli, la leggera ironia di quei volti che fanno smorfie e l’abilità artigianale di quei falegnami che hanno saputo costruire arredi innovativi con una resa prospettica davvero meravigliosa. In realtà le immagini di Maurizio Galimberti, le prime in assoluto ispirate a un soggetto religioso, non solo si inseriscono con grande coerenza nell’ampio corpus della sua produzione, ma ribadiscono il suo totale disinteresse nei confronti dei generi fotografici privilegiando, invece, la dimensione emotiva di un vedere empatico accompagnato da quella sua specifica qualità di mostrare agli altri ciò che spesso rischia di restare nascosto, in secondo piano.
Ho guardato queste fotografie – sottolinea ancora il curatore – immaginando di dover risolvere un rebus visivo. Cercavo i collegamenti tra la pittura e la fotografia, tra la storia e il presente e a lungo ho immaginato Maurizio Galimberti con la sua espressione estasiata davanti allo splendore senza tempo del centro storico di Tolentino, ma dopo i drammatici eventi sismici del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre 2016 ho capito che dentro queste immagini si percepiscono la presenza armonica di un abbraccio potente, l’incontro e la sorpresa tra un fotografo e il suo bisogno di trattenere su carta sensibile le forti emozioni derivanti da quell’opera murale in quel luogo specifico”.
Il progetto comprende anche il docufilm “San Nicola reMade”, per la regia di Luca Giustozzi. Il cortometraggio, di circa 30 minuti, racconta l’intera evoluzione del lavoro di Galimberti a San Nicola di Tolentino prima del sisma, a partire appunto dal 2013.
La mostra è inoltre corredata da un pregiato volume di arte-fotografica “Maurizio Galimberti – San Nicola reMade” edito da Silvana Editoriale, a cura di Federico Mininni, con testi del curatore Denis Curti, di Maurizio Galimberti, Alberto Marcelletti e Giorgio Semmoloni, disponibile presso il Bookshop di Villa Reale (140 pagine, 80 illustrazioni, edizione italiano, inglese e francese, 34€ prezzo speciale in mostra).
Inoltre, in occasione della mostra, Villa Reale propone un laboratorio per scoprire la sinopia, tecnica fondamentale per la realizzazione degli affreschi. Si inizia con visita guidata alle fotografie di Galimberti, in particolare dove si vede la sinopia ovvero il disegno preparatorio, realizzato con un pigmento rosso proveniente dal Mar Nero, e si prosegue con la riproduzione di uno di questi dettagli su carta giapponese, utilizzando una terra minerale rossa ad acquerello. I lavori più validi saranno esposti uno accanto all’altro, formando un mosaico, come avviene con le tante polaroid dell’artista. Per le scuole di ogni ordine e grado / per gruppi, massimo 25 persone > prenotazione obbligatoria al numero T 039 5783427 info@villarealedimonza.it
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Vademecum
MAURIZIO GALIMBERTI – San Nicola reMade
a cura di Denis Curti
17 novembre 2017 – 28 gennaio 2018
Villa Reale – Monza – Viale Brianza 1
Orari
Da martedì a domenica h 10-19 / venerdì h 10–22 / lunedì chiuso
Aperture straordinarie
Venerdì 8 dicembre – Immacolata h 10-22
Domenica 24 dicembre – Vigilia di Natale h 10-19
Lunedì 25 dicembre – Natale h 14-19
Martedì 26 dicembre – Santo Stefano h 10-19
Domenica 31 dicembre – San Silvestro h 10-19
Lunedì 1 gennaio 2018 – Capodanno h 10-19
Sabato 6 gennaio 2018 – Epifania h 10-19
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti
12€ intero, 10€ ridotto, 5€ scuole e bambini/ragazzi dai 6 ai 18 anni
Il biglietto comprende anche la visita al Triennale Design Museum al piano Belvedere
Biglietto cumulativo mostra + Triennale Design Museum + visita agli Appartamenti Reali >
19€ intero, 16€ ridotto, 6€ scuole e bambini/ragazzi dai 6 ai 18 anni
Info T 039 5783427 / info@villarealedimonza.it
www.villarealedimonza.it
Bookshop T 039 2327348 / bookshop@villarealedimonza.it
Catalogo Silvana Editoriale / www.silvanaeditoriale.it
Il fotografo americano Randy Olson vincitore assoluto con lo scatto che ritrae la migrazione delle gru Sandhill. Fino al 30 novembre porte aperte all’arte fotografica con la mostra ‘Beyond the Lens’
SIENA – La migrazione delle gru di Sandhill, dalla Siberia all’America del Sud, consegna a Randy Olson il titolo di Photographer of the Year SIPAContest 2017. Il riconoscimento al pluripremiato fotografo americano è stato consegnato sabato 28 ottobre al Teatro dei Rozzi a Siena, durante la cerimonia di premiazione della terza edizione del ’Siena International Photo Awards Festival’. L’evento, dedicato alle arti visive, animerà Siena fino al 30 novembre con un ricco calendario di eventi, workshop, photo tour, conferenze oltre alla mostra ‘Beyond the Lens’, che raccoglie i migliori scatti del premio di fotografia. Le immagini, oltre 45 mila pervenute da 161 Paesi del mondo, sono state selezionate da una prestigiosa giuria di 26 fotografi internazionali, fra cui Timothy Allen, Dave Black, Alex Noriega, David Lazar, Adrian Dennis, Sophie Stafford e David Shultz.
Randy Olson: ‘Photographer of the Year 2017’ al Siena International Photo Awards. Lo scatto che ha conquistato in termini assoluti la giuria, si intitola “Sand Hills Cranes” e riporta a un’epoca passata in cui gli Stati Uniti potevano contare su importanti flussi e grandi spazi per la migrazione delle gru di Sandhill che, oggi, incontrano difficoltà sempre maggiori nel trovare habitat adatti durante le migrazioni dalla Siberia all’America del Sud. L’autore, Randy Olson, è noto principalmente per la sua collaborazione con la rivista National Geographic. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti ed è stato uno dei due soli fotografi al mondo a vincere sia il titolo di Magazine Photographer of the Year che quello di POYi’s Newspaper Photographer of the Year al Pictures of the Year International (POYi), il più grande concorso internazionale di fotogiornalismo che si svolge tutti gli anni dalla Seconda Guerra Mondiale. La sua partecipazione al Siena International Photography Awards lo ha visto di nuovo in gara in un premio di fotografia dopo un’interruzione che durava dal 2005. Le sue foto sono state pubblicate più di 8 mila volte dal 2001 a oggi.
Best Author SIPA Contest 2017. Doppio riconoscimento per la fotografa e regista americana Ami Vitale, ambasciatrice di Nikon, collaboratrice della rivista National Geographic, autrice di scatti realizzati in oltre 90 Paesi ed esposti in tutto il mondo; vincitrice di numerosi premi fra cui il primo Magnum Inge Morath Grant, diversi riconoscimenti al World Press Photo, l’International Photographer of the Year Prize e il titolo di Magazine Photographer of the Year per la National Press Photographer’s Association. A lei è andato il primo premio nella categoria Storytelling, con la storia “Pandas Gone Wild” e il prestigioso riconoscimento di Best Author SIPAContest 2017. Negli scatti scelti dalla giuria, Ami Vitale rende omaggio al panda gigante che, fortunatamente, dal settembre 2016 non è più nella lista degli animali in via di estinzione, a conferma dell’impegno della Cina a favore del suo più famoso ambasciatore e della sua maggiore attenzione per l’ambiente.
I vincitori delle dieci categorie in gara. La giuria di fotografi internazionali ha decretato come primo classificato nella categoria General Color il fotografo americano Jonathan Bachman con lo scatto “Protestor’s Eyes”, che immortala la repressione della protesta di un uomo a seguito dell’omicidio di Alton Sterling, trentasettenne di colore ucciso da due poliziotti bianchi a Baton Rouge, in Louisiana, il 9 luglio 2016. Con una delle foto riprese nella stessa occasione, Bachman ha vinto quest’anno il primo premio al World Press Photo, ottenendo la nomination per il Premio Pulitzer 2017 nella sezione Breaking News.
Nella categoria Monochrome il primo posto è stato conquistato dal fotografo inglese Jack Savage, già vincitore di sei titoli al TheFineArtPhotography Awards 2017. La sua foto “Crow of Lviv”, immagine di ispirazione gotica, è stata scattata in una chiesa della città ucraina di Lviv (Leopoli). La svizzera Alessandra Meniconzi, appassionata dei nativi delle regioni più isolate del mondo, con particolare attenzione per le zone artiche e subartiche, ha vinto, invece, il primo premio per la categoria Travel con lo scatto “At world’s end”, che ritrae la piccola Olya, 6 anni, appartenente ai Nenets, l’ultima popolazione nomade della Russia che vive in un gelido distretto autonomo del Nord Ovest della Siberia. Nella categoria People&Portrait, il primo posto va a João Taborda, medico portoghese appassionato di fotografia che, con “I’m here”, immortala un momento del festival annuale della gioventù di Lisbona che si ispira al festival indiano Holi e richiama giovani studenti da tutto il mondo. La tempesta inseguita dal fotografo australiano James Stuart ha conquistato, invece, il primo posto nella categoria Nature con la foto “Beast”, dove Madre Natura esplode con tutta la sua forza nell’area di Black Hawk, negli Stati Uniti. Parla russo il primo classificato nella categoria Wildlife: Sergey Goshkov, collaboratore del National Geographic Russia, vincitore per due volte del Photographer of the Year della Russia e per tre volte del Wildlife Photographer of Year, ha vinto con la foto “Attack”, che racconta la battaglia per il cibo sull’isola di Wrangel, nella Russia nordorientale, dove le volpi artiche cercano di rubare le uova con astuzia e velocità alle oche delle nevi che arrivano dal Nord America per nidificare.
I vincitori nelle categorie Architettura, Sport e Under 20. Primo posto al fotografo tedesco Hans-Martin Dölz nella categoria Architecture con la foto “Book Temple III”, dedicata alla Biblioteca Civica di Stoccarda inaugurata nel 2011 e progettata dall’architetto sudcoreano Eun Young Yi ispiratosi al grandioso lavoro di Étienne-Louis Boullée per la Biblioteca Nazionale di Francia del XVIII secolo. La velocità della squadra inglese sul velodromo olimpico di Rio de Janeiro 2016, con cui il team ha conquistato la medaglia d’oro nella gara di inseguimento a squadre maschile e il record mondiale, trascina il fotografo inglese Tim Clayton sul gradino più alto della categoria Sport con la foto “Great Britain Team”. Con uno scatto dedicato all’abaco, uno degli strumenti di calcolo più antichi della Cina occidentale, il giovane cinese Zijie Gong ha vinto il primo premio nella categoria Under 20 con lo scatto “Man running a teahouse”, immortalando un anziano impegnato nei suoi conti in una tipica casa del tè.
Il tema dell’anno del SIPA Contest 2017. A chiudere la lista dei vincitori del SIPA Contest 2017 è il fotografo israeliano Roie Galitz nella categoria Fragile Ice, tema dell’anno dell’evento senese dedicato alla fotografia internazionale. La sua foto, “Dreaming on sea ice”, immortala un orso polare che dorme galleggiando sul mare ghiacciato dell’arcipelago delle Svalbard, dopo aver mangiato un tricheco. L’immagine porta con sé la riflessione sull’aumento delle temperature che causa lo scioglimento dei ghiacci e provoca un devastante impatto sugli orsi polari.
L’esposizione fotografica ‘Beyond the Lens’. I vincitori delle diverse categorie e i migliori scatti selezionati dalla giuria saranno protagonisti fino al 30 novembre della mostra ‘Beyond the Lens’, allestita a Siena nell’ex distilleria dello Stellino, in Via Fiorentina. Ad accogliere i visitatori sarà uno spazio che risale alla prima metà del ‘900 e si contraddistingue per il forte carattere industriale. Un vero e proprio giro del mondo in oltre 100 scatti. L’esposizione raccoglie le immagini vincitrici del SIPAContest 2017 e una selezione delle più belle foto in concorso. Un’opportunità speciale per ammirare a Siena, per un mese, gli scatti appartenenti alle 10 categorie in concorso e scoprire particolari e attimi irripetibili immortalati dalle 45 mila immagini provenienti da 161 Paesi del Mondo.
La mostra fotografica “Beyond the Lens” sarà aperta fino al 30 novembre negli spazi espositivi dell’Ex Distilleria “Lo Stellino”
La fotografia si mette in mostra a Siena con la collettiva del SIPA Contest 2017
Il giro del mondo in oltre 153 scatti. Apre a Siena “Beyond the Lens”: la mostra in programma fino a giovedì 30 novembre 2017, nei nuovi spazi espositivi dell’ex distilleria dello Stellino, in Via Fiorentina. Lo spazio che risale alla prima metà del ‘900 e si caratterizza per il forte carattere industriale, ospita la collettiva che raccoglie le immagini vincitrici del SIPAContest 2017 e una selezione delle più belle foto in concorso. La mostra ‘Beyond the Lens’ raccoglie i migliori scatti del ‘Siena International Photography Awards’, il contest di fotografia che ha registrato la maggiore partecipazione internazionale di sempre, raccogliendo oltre 45 mila immagini in gara, opere di fotografi professionisti, dilettanti e amatori provenienti da 161 Paesi di tutto il mondo. Un’opportunità speciale per ammirare a Siena, per un mese, gli scatti appartenenti alle 10 categorie in concorso e fare così il giro del mondo attraverso i particolari e gli attimi irripetibili immortalati dagli oltre 45 mila obiettivi provenienti da 161 Paesi del Mondo.
Video e foto si mettono in mostra. Il percorso espositivo raccoglie gli scatti di 48 fotografi di 37 nazionalità divise in 10 categorie tematiche: libero colore; libero monochrome; viaggi & avventure; persone e volti accattivanti; la bellezza della natura; animali nel loro ambiente naturale; architettura e spazi urbani; sport in azione; portfolio storytelling e il ghiaccio fragile, tema dell’anno 2017. La mostra è accompagnata anche dalle immagini video degli autori di National Geographic Ami Vitale e Randy Olson, dei reportage più degli autori premiati e della storyboard. Tra gli scatti in mostra si trovano autentiche opere d’arte, come le fotografie di Premi Pulitzer e di pluripremiati vincitori del World Press Photo, come Jonathan Bachman e Tim Clayton. La rassegna fotografica è accompagnata da emozionanti immagini video che documenteranno il pensiero fotografico e l’attività di alcuni dei più famosi fotografi premiati al Siena International Photo Awards.
Info e social. Il ‘Siena International Photo Awards Festival’ è promosso dall’associazione culturale Art Photo Travel, con il patrocinio del Ministero degli Esteri, di Comune e Università degli Studi di Siena. Main Partner dell’evento sono Simply Etruria; Rete Ivo, Internet Veloce Ovunque e la catena di negozi specializzati foto/video “Il Fotoamatore”.
Per informazioni è possibile consultare i siti web www.artphonetravel.it,”http://www.sipacontest.com”
i canali social Facebook “https://www.facebook.com/sipacontest“;
Instagram “https://instagram.com/sipacontest/“;
Twitter “https://twitter.com/SIPAContest”
You Tube “https://www.youtube.com/channel/UCzvfZsOkkxHEsImR4lMhw-w”
Dal 26 ottobre al 26 novembre 2017 nel centro culturale Dar Souiri i tanti lavori fotografici dell’artista e fotografa dialogano con alcune opere pittoriche di Vito Tongiani, pittore e scultore
ROMA – Dopo la partecipazione al Festival Puccini a Torre del Lago e una mostra a Rabat, il progetto espositivo “Mogador”, dedicato al porto della città marocchina prosegue il suo viaggio e arriva a toccare la città che ne ha ispirato la creazione: Essaouira. La mostra verrà inaugurata da Mr. Andrè Azoulay, con la partecipazione di Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’UNESCO, Mohamed Laaraj, Ministro della Cultura marocchina e della Comunicazione, Driss Ksikes, Francis Ghilès.
Gaido e Tongiani si confrontano attraverso la visione fotografica e pittorica delle loro opere, con l’obiettivo di raccontare l’atmosfera e la vita dello storico porto della cittadina, battezzata Mogador nel VII secolo (dall’arabo “ben custodita”) quando venne riscoperta dai portoghesi dopo la conquista araba.
Nelle fotografie di Veronica Gaido, in particolare, questa visione di Mogador rimanda ad alcuni temi già indagati da lei in lavori precedenti; ritroviamo l’acqua, il viaggio, il passaggio, reinterpretati da lei dal punto di vista fisico, spirituale e astratto.
Le forme nei suoi lavori si sfanno nella luce e le apparenti dissolvenze creano un’“essenza narrativa” nuova, immediatamente leggibile. Lo spettatore può percepire così in modo istantaneo il sentimento della realtà del luogo, assaporando una dimensione quasi “espressionista” della fotografia. Veronica Gaido restituisce in questi lavori quello che ha avvertito a livello emotivo della città, con un gesto fotografico che gioca con i tempi di esposizione, della messa a fuoco dell’ottica, e crea una sorta di ”onda densa e luminosa, come una piccola epifania” del reale, come l’ha definita Philippe Daverio.
Spiega Veronica Gaido: “I miei lavori su Mogador rappresentano una dimensione del reale in costante movimento, il flusso delle immagini trasmette la sensazione, a livello emotivo, di un luogo a metà tra terra e cielo, a volte luminoso nei colori delle barche e nella luce riflessa sulle onde, a volte oscuro nelle sue visioni notturne e apparentemente vuote. I bagliori, i movimenti continui, le oscillazioni sono come le vibrazioni dell’anima, rappresentazioni della visione di un luogo immutabile. La mia idea di Mogador, nell’esposizione di Essaouira, si fonde con quella delle opere di Vito Tongiani, più concrete nelle forme delle persone e degli oggetti che la popolano. È questa fusione tra pittura e fotografia, tra percepito e visto, che restituisce il concetto universale di un luogo che è di per sé fisico ma anche puramente ideale. Per questo motivo Mogador è un progetto itinerante, per la sua capacità di trasmettere in maniera sensibile ed emotiva il concetto di luogo, di città, a chi osserva la sua rappresentazione. Dopo Essaouira, infatti, il viaggio di Mogador proseguirà, toccando Marrakech e Casablanca, fino ad arrivare alla Fundación Tres Culturas di Siviglia nella primavera del 2018.”
A corredo della mostra, il catalogo con i testi di André Azoulay, Driss Ksikes, Francis Ghilès, Philippe Daverio e Jean Clair.
Vademecum
MOGADOR – Veronica Gaido e Vito Tongiani
Dal 26 ottobre al 26 novembre 2017
Centro culturale Dar Souiri, sala “Tayeb Saddiki” – +212 (0) 661 79 32 36
10 44000, Avenue du Caire, Essaouira, Marocco
Ingresso dalle 09.00 alle 19.00
Per maggiori informazioni: http://www.essaouiramogador.org/