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A Palazzo Braschi una mostra dedicata all’Icona russa

In esposizione 36 icone del XVII-XVIII secolo. Il tema centrale della mostra, dal titolo “L’icona russa: Preghiera e Misericordia”, non resta confinato all’ambito delle opere d’arte medioevali, ma trova prosecuzione anche nell’epoca dell’avanguardia russa e nell’arte russa contemporanea 

ROMA – Il Museo di Roma a Palazzo Braschi il 10 ottobre apre al pubblico la preziosa mostra “L’icona russa: Preghiera e Misericordia”, dedicata al 25° anniversario delle relazioni ufficiali tra la Federazione russa e Sovrano militare Ordine di Malta.

L’esposizione, a cura di Lilija Evseeva, direttrice della sezione di studi e ricerche scientifiche del Museo Andrey Rublev, si colloca in un anno particolarmente significativo, nel quale si celebra il 320° anniversario dell’avvio ufficiale delle relazioni tra l’Impero russo – guidato da Pietro il Grande – e l’Ordine al tempo in cui governava l’isola di Malta.

La mostra, il cui scopo è quello di testimoniare l’eccellenza delle maestranze russe, capaci di rinnovare ogni volta la suggestione spirituale pur attenendosi fermamente alla tradizione figurativa, presenta 36 splendide icone, databili tra il  XVIIe il XVIII secolo, provenienti dalle collezioni di due musei importanti musei russi: il Museo centrale di arte e cultura russa antica Andrey Rublev e la fondazione Museo privato dell’icona russa, istituita da Mikhail Abramov.

I visitatori avranno l’opportunità di ammirare anche un’opera di Vladimir Tatlin, Composizione con superfici trasparenti (1916), mai esposta finora, e una scultura contemporanea, Madre di Dio Grande Panagia di Dmitrij Gutov (2012), entrambe appartenenti a collezioni private. Verrano presentate inoltre icone mariane (la Madre di Dio Odigitria di Šuja e la Madre di Dio Odigitria di Tichvin del XVII secolo, la Madre di Dio della Passione della fine XVII-primo terzo del XVIII secolo), un ciclo cristologico (la Trasfigurazione del XVII secolo, l’Entrata del Signore a Gerusalemme del XVIII secolo, la Resurrezione di Cristo del XVIII secolo), e anche l’Arcangelo Michele, San Nicola Taumaturgo (di Zarajsk), il Miracolo di san Giorgio e il drago, i Martiri Quirico e Giulitta, la Grande Martire Parasceve, e infine, raffigurazioni di santi monaci russi: San Sergio di Radonež, i Santi Zosima e Savvatij, San Makarij di Unža, San NildiStolbnyj, i Santi Evfimij e Chariton di Sjamžem.

La mostra, visitabile fino al 3 dicembre, è patrocinata e organizzata dalle ambasciate presso la Santa Sede della Federazione russa e dall’Ordine di Malta e promossa da Roma Capitale, Assessorato per la crescita culturale, soprintendenza capitolina. 

Di seguito alcune immagini delle opere in mostra.

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Vademecum

L’icona russa: Preghiera e Misericordia
Museo di Roma a Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10
10 ottobre – 3 dicembre 2017
Dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle 19.00
(la biglietteria chiude alle 18) chiuso il lunedì
Biglietti : Entrata libera per i visitatori del Museo di Roma a Palazzo Braschi muniti di biglietto
Info:Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
“www.museodiroma.it; www.mondomostre.it; www.museiincomune.it

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Teatrino di Palazzo Grassi. Unbelievable Cinema

Orson Welles, Quarto Potere

Fino al 19 ottobre incontri e proiezioni per una rassegna interamente organizzata da Palazzo Grassi in occasione della mostra di Damien Hirst, “Treasures from the Wreck of the Unbelievable” 

VENEZIA – In occasione della mostra di Damien Hirst Treasures from the Wreck of the Unbelievable, a cura di Elena Geuna in corso presso Palazzo Grassi e Punta della Dogana fino al 3 dicembre,  il Teatrino di Palazzo Grassi propone una serie di appuntamenti dedicati all’esplorazione del rapporto tra verità e finzione nella narrazione. 

Gli appuntamenti indagano alcune delle tematiche alla base del progetto espositivo che racconta dell’antico naufragio della nave Unbelievable (Apistos, in greco antico) il cui prezioso carico costituiva l’imponente collezione appartenuta al liberto Aulus Calidius Amotan e destinata a un tempio dedicato al Dio Sole in oriente.

L’attenzione si accende sul cinema attraverso la rassegna, organizzata da Palazzo Grassi – Punta della Dogana, intitolata Unbelievable Cinema. Un ciclo di incontri di approfondimento con autorevoli critici cinematografici come Roy Menarini e Andrea Bellavita e proiezioni con un focus specifico su Orson Welles (Kenosha, 1915 – Los Angeles, 1985) e sul genere mockumentary a partire dal caso esemplare di Forgotten Silver (Nuova Zelanda, 1995) di Peter Jackson e Costa Botes.

Tutti gli appuntamenti del Teatrino sono comunicati e costantemente aggiornati sul sito di Palazzo Grassi alla voce “calendario”

Lunedì 9 ottobre, ore 20.30: Quarto Potere (USA, 1941) di Orson Welles.

Proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Mercoledì 11 ottobre, ore 20.30: F come Falso (Francia/Iran/Germania, 1973) di Orson Welles.

Proiezione in lingua originale con sottotitoli.

Giovedì 19 ottobre, ore 20.30: Più falso del vero: perché la realtà non ci può bastare.

Incontro con Andrea Bellavita, critico cinematografico.

Proiezione di Forgotten Silver di Peter Jackson e Costa Botes (Nuova Zelanda, 1995).

Proiezione in lingua orginale con sottotitoli in italiano.

Ingresso libero sino a esaurimento posti.

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Florence Biennale 2017. Gli appuntamenti di martedì 10 ottobre

Florence Biennale 2017. Gli appuntamenti di martedì 10 ottobre

L’undicesima edizione della manifestazione ospita, fino al 15 ottobre, nel suo palinsesto 35 appuntamenti tematici 

FIRENZE – Dal 6 al 15 ottobre 2015 la Fortezza da Basso di Firenze (padiglione Spadolini) ospita l’undicesima edizione di Florence Biennale – Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea di Firenze. Dieci giorni di esposizione, 462 artisti provenienti da 72 paesi di tutti e 5 i continenti, tre premi alla carriera e 35 appuntamenti tematici sono il palinsesto dell’evento che a 20 anni dall’edizione di esordio farà di Firenze la capitale mondiale dell’arte contemporanea. 

Questo il programma degli appuntamenti di martedì 10 ottobre: 

ore 10.00 Visite didattiche per le scuole. 

ore 14.00 Presentazioni e proiezioni di Video Art. 

ore 16.00 Conferenza – “La sostenibilità come principio per la produzione artistica”. Parteciperanno: Vitalina Foresta (Palazzo Spinelli), Matty Roca (storica dell’arte e membro della giuria internazionale di Florence Biennale), Simone Guaita (Fondazione Il Bisonte), Zsuzsanna Ardó (Creatives without Borders | AtelierA | SynergySync Art), Wu Hongbin (AACI – Università di Pechino), Gregorio Luke (Museum Of Latin America Art di Los Angeles e membro della giuria internazionale di Florence Biennale); modera: Melanie Zefferino. 

ore 19:00 Performance degli artisti. 

Vademecum

XI Florence Biennale – Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea di Firenze 6 – 15 ottobre 2017
Fortezza da Basso, Viale Filippo Strozzi 1 – 50129 Firenze
info@florencebiennale.org www.florencebiennale.org Tel +39 055 3249173
Orari mostra: 10.00 – 20.00
Biglietto intero: intero € 8
Biglietto ridotto: intero € 5 per:
studenti universitari;
soci UniCoop Firenze;
soci Touring Club;
soci Icomos;
utenti ATAF&LI-NEA e BusItalia con abbonamento o titolo di viaggio obliterato in giornata;
dipendenti AMV Scarl o ACV Scarl;
dipendenti Publiacqua;
dipendenti Università di Siena;
possessori di abbonamento Teatro del Maggio Fiorentino;
soci AMFI – Associazione medici fotografi italiani;
soci Confcommercio/Federalberghi;
promozione “2.1” che consente ai soci del programma Cartafreccia di Trenitalia e ai possessori di un biglietto di viaggio valido sui treni Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca ed Intercity di Trenitalia con data di viaggio compresa all’interno del periodo di svolgimento della Manifestazione di acquistare due biglietti interi di ingresso al prezzo di uno;
clienti “Acqua dell’Elba” con scontrino attestante l’acquisto di prodotti effettuato durante i giorni della mostra;
over 65 anni;
diversamente abili con accompagnatore gratuito.

Ingresso gratuito per minori di 10 anni accompagnati.
Acquisto Catalogo della mostra: sconto del 10% sul prezzo di vendita presso il bookshop della mostra riservato a soci UniCoop Firenze, utenti ATAF&LI-NEA e BusItalia con abbonamento o titolo di viaggio obliterato in giornata, AMV Scarl o ACV Scarl.
Per ulteriori informazioni visitare il sito internet www.florencebiennale.org alla sezione INFO.

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Firenze. Dopo la Tac parte il restauro per il Cristo crocifisso di Giambologna

Firenze. Dopo la Tac parte il restauro per il Cristo crocifisso di Giambologna

La scultra del XVI secolo, custodita nella Chiesa di Sant’Egidio in Santa Maria Nuova, grazie al finanziamento del Rotary Club Valdisieve, verrà sottoposta a un esame radiologico e successivamente a un delicato intervento conservativo

FIRENZE – Il Cristo crocifisso di Giambologna, scultura del XVI secolo realizzata in cartapesta dipinta color bronzo verrà a breve restaurata. L’opera, delle dimensioni di 1 metro e 80, sarà rimossa mercoledì 11 ottobre dall’altare maggiore della Chiesa di Sant’Egidio in Santa Maria Nuova,  per essere sottoposta dapprima a un esame radiologico e successivamente a un delicato intervento di restauro.

I lavori saranno finanziati dal Rotary Club Valdisieve. Ad occuparsi della Tac sarà il dottor Roberto Carpi, direttore della radiologia di Santa Maria Nuova, che già in passato si era occupato dei crocifissi di Santa Maria Nuova, due dei quali, restaurati ed esposti nel percorso museale. La tomografia sarà utile per comprendere lo stato attuale dell’opera, compresi i punti di indebolimento della struttura, ma anche gli eventuali interventi di restauro a cui la scultura è stata sottoposta precedentemente. 

Per il restauro, invece, la scultura, su segnalazione del Rotary Club, sarà affidata alle cure della dottoressa Anna Fulimeni, specializzata presso l’Opificio delle Pietre Dure.

Complessivamente l’intervento dovrebbe durare 18 mesi. 

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Il Che Vive! Ernesto Guevara e l’America Latina nel patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Guerrillero Heroico, 1960 ©Alberto Korda

A cinquant’anni dalla scomparsa il percorso di visita offre la possibilità di misurarsi con le vicende biografiche di Ernesto Guevara e con il suo rapporto con il contesto e i problemi della realtà latino-americana del Novecento

MILANO –  Il 9 ottobre 1967 moriva Ernesto Guevara, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli propone la mostra Il Che Vive! Ernesto Guevara e l’America Latina nel patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, un viaggio nel pensiero e nell’attivismo politico che hanno guidato la vita di uno dei protagonisti del ventesimo secolo.

La mostra, allestita nella Sala Polifunzionale del centro culturale di viale Pasubio 5 a Milano con ingresso gratuito, propone oltre 50 documenti esposti fra rare fotografie che ritraggono Ernesto Guevara nei primi anni di vita insieme alla famiglia e in momenti di vita quotidiana, immagini, periodici, manifesti e monografie tratti dal patrimonio della Fondazione stessa. Nel percorso espositivo anche il ritratto di Ernesto Guevara di Alberto Korda proveniente dalla Collezione Composti in prestito per tutta la durata della mostra.

La curatela di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha visto anche la partecipazione di Guillermo Gracia Santos, ricercatore dell’Università di Santiago de Compostela, che afferma: «I viaggi che Ernesto Guevara fa prima di arrivare a Cuba sono stati fondamentali per capire la realtà latino-americana che egli ancora non conosceva. Dopo il trionfo della rivoluzione cubana, Guevara diventa una figura pubblica, uno dei grandi referenti della rivoluzione dell’isola caraibica pur essendo argentino. La mostra cerca di rompere con l’idea romantica o idilliaca dell’immagine di Korda, cercando di capire l’America Latina di quegli anni: a partire da un’unica persona si può comprendere un intero continente».

La mostra è arricchita da un catalogo che costituisce un’opportunità di approfondimento sui temi del percorso di visita. La pubblicazione verrà presentata al pubblico mercoledì 11 ottobre alle ore 18.30 nella Sala Polifunzionale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

Sono previste inoltre alcune attività correlate all’esposizione:

Sabato 14 ottobre 

Ore 19.00 Federico Rossin, storico e critico del cinema, introduce gli spettatori alla storia, alla metamorfosi, e all’uso pubblico della fotografia di Alberto Korda e alla filmografia sviluppata attorno alla figura di Che Guevara.

Ore 20.30 Proiezione di Ernesto Che Guevara, le journal de Bolivia (1994) di Richard Dindo. Un documentario sugli ultimi venti giorni di Ernesto Guevara, partendo dal resoconto dettagliato e personale del suo diario, fino al giorno della sua morte il 9 ottobre 1967. Durata 92 minuti, versione originale con sottotitoli in italiano.

Domenica 15 ottobre 

19.00 Proiezione del film Mi hijo el Che (1985) di Fernando Birri. L’Avana. Intervista a Ernesto Guevara Lynch, padre del Che, con immagini di repertorio sulla sua infanzia, Durante 71 minuti, versione originale con sottotitoli in italiano.

Le proiezioni sono in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana.

Vademecum

Il Che Vive! Ernesto Guevara e l’America Latina nel patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
viale Pasubio 5 a Milano
Dal 10 Ottobre 2017 al 03 Novembre 2017
 ingresso gratuito
www.fondazionefeltrinelli.it
Orari
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 – Gli orari di apertura e chiusura potrebbero subire variazioni

 

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Londra. Niente record per il “papa rosso” di Bacon all’asta da Christie’s

Londra. Niente record per il “papa rosso” di Bacon all'asta da Christie's

La vendita di sabato si è fermata a 58 milioni di sterline, non rispettando le previsioni ottimistiche dei giorni precedenti l’asta. Il record per un’opera di Bacon rimane quello stabilito nel 2013 da un trittico che raffigura il suo amico e pittore britannico Lucian Freud, venduto all’asta per 89 milioni di sterline

LONDRA – Si pensava avrebbe conquistato un nuovo primato il capolavoro “Study of Red Pope 1962. 2nd version 1971” di Francis Bacon, messo all’asta da Christie’s a Londra il 7 ottobre con la stima di 60 milioni di sterline, invece così non è stato.  Nessuna vendita da record dunque per il dipinto ispirato alla nuova epoca di Papa Giovanni XXIII, uno dei più celebri dipinti della famosa serie di ritratti papali del pittore irlandese.Per questo dipinto Bacon rivisitò la serie “Study of Red Pope 1962”, ispirandosi al capolavoro del pittore spagnolo Diego Velázquez “Ritratto di Papa Innocenzo X” (1650) ma anche alla figura di George Dyer, il suo amante. 

La vendita di sabato si è fermata a 58 milioni di sterline non trovando compratori disposti a superare la stima di 60 milioni di sterline. Il record per un’opera di Bacon rimane quello del 2013, stabilito da un trittico che raffigura il suo amico e pittore britannico Lucian Freud, venduto all’asta per 142 milioni di dollari (89 milioni di sterline).

“Study of Red Pope 1962. 2nd version 1971”  fu esposto per la prima volta a Parigi nel 1971, sei mesi dopo essere stato terminato, successivamente venne mostrato a Dusseldorf per poi “svanire” dal mercato. Dopo aver fatto parte di una collezione privata il dipinto non è mai più stato presentato in pubblico dal 1973. 

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Sky Arte HD. “Sei in un Paese meraviglioso” fa tappa alla Reggia di Caserta

Sky Arte HD. “Sei in un Paese meraviglioso” fa tappa alla Reggia di Caserta

Lunedì 9 ottobre alle ore 21:15 il programma condotto da Dario Vergassola e Veronica Gentili ci porta alla scoperta della maestosa dimora settecentesca

Dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità nel 1997,  la splendida Reggia di Carlo di Borbone, costruita per dare a Napoli e alla sua casata una sede di rappresentanza che potesse reggere il confronto  con Versailles e con il palazzo dell’Escorial di Madrid, è protagonista del programma dedicato alle bellezze paesaggistiche e culturali del Bel Paese. 

“Sei in un Paese meraviglioso”, la serie realizzata da Ballandi Arts e promossa da Autostrade per l’Italia,  è condotta da Dario Vergassola e Veronica Gentili che anche in questa occasione ci faranno da guida alla scoperta di questa maestosa dimora vanvitelliana, dotata di oltre 1200 stanze,  sorprendente sintesi architettonica fra barocco e neoclassicismo. 

La speciale serata si potrà commentare sui social attraverso l’hashtag #PaeseMeraviglioso.

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Florence Biennale 2017, assegnato il Premio alla carriera in memoriam a Sauro Cavallini

Florence Biennale 2017, assegnato il Premio alla carriera in memoriam a Sauro Cavallini

In eposizione alla Fortezza da Basso, dal 6 al 15 ottobre 2017, il disegno dell’Ultima cena (1979) e le tre opere minori in bronzo (ca. 1982-1987) nonché il busto di un discepolo, parte dell’opera monumentale in gesso che raffigura lo stesso soggetto (1988), la cui fusione in bronzo è incompiuta

FIRENZE – E’ stato assegnato sabato 7 ottobre il Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera in memoriam a Sauro Cavallini. Di seguito il testo della curatrice di Florence Biennale, Melanie Zefferino, redatto per l’occasione. 

La parabola artistica di Sauro Cavallini (La Spezia, 4 marzo 1927 – Fiesole, 27 luglio 2016) comincia nei primi anni Cinquanta a Firenze, dove nel 1957 apre il suo studio in via Orsammichele e sperimenta materiali diversi.  Nel 1960 si trasferisce nella villa di Fiesole che, per volontà dei figli Teo e Aine, oggi ospita il centro studi a lui dedicato. Nel 1964 si appassiona alla scultura in bronzo e realizza il famoso Gatto che gli varrà il Premio Nazionale “Il Fiorino” a Palazzo Strozzi nel 1965. Nel 1966 completa la sua prima opera pubblica, il Volo di gabbiani, destinato alla nuova sede della RAI TV a Firenze. In quello stesso anno l’alluvione della città medicea segna l’artista in modo indelebile (più di quanto faranno i soggiorni a Zurigo, Parigi, Londra e Detroit negli anni a venire), dal momento che si dedica al restauro di sculture in marmo alla Basilica di Santa Croce e al Museo del Bargello: negli anni della maturità, Sauro Cavallini si confronta dunque con l’antico, per il quale aveva una spiccata sensibilità. È così che da autodidatta perfeziona la tecnica e sublima il suo senso estetico, che si estrinseca in sculture con anatomie plastiche di estrema naturalezza, pur nella loro stilizzazione. Sculture all’apparenza mutevoli e mai statiche, se non per il tempo di un respiro. 

Del 1968 è la sua Crocifissione in bronzo, collocata presso la Basilica di San Miniato al Monte (Firenze) nel Cimitero delle Porte Sante, ove la figura del Cristo ci appare una realtà “naturale… alla pari di un albero, una casa, un essere vivente” – come ha osservato Umberto Baldini. L’intensa drammaticità di quell’opera cederà il passo all’assoluta armonia di ritmo e forma in bronzi inconfondibili, che per il loro élan vital riscuotono il plauso della critica, del collezionismo e della committenza pubblica. 

Nel 1978, anno in cui riceve la “Fronda d’oro” dal Sindaco di Genova, Cavallini realizza il Monumento alla pace per il Palazzo degli Affari a Firenze. Seguiranno opere monumentali in cui il senso aulico e l’equilibrio formale si fa sempre più marcato: il Monumento ai Caduti (1983) di Diano Marina; il Monumento alla vita (1991) destinato al Palazzo dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo e realizzato anche in scala minore quale dono per Papa Giovanni Paolo II (al secolo Karol Wojtiła); il Monumento a Colombo (1992) oggi a Genova; il Monumento alla danza (1992) commissionatogli dal Principato di Monaco così come Fraternità (2000). 

Nel 1984 è insignito del Premio d’oro “San Valentino” e nel 1996 riceve il Premio “Columbus” per le arti. Nel 1998 Sauro Cavallini pubblica una raccolta di poesie, Cantici del mare e della vita

Quando la salute precaria non gli consente più gli sforzi fisici legati all’amato medium artistico, sintetizza le linee dei suoi soggetti giocando col colore puro nelle tempere su carta, che con i bronzi espone fino al 2010. Sei anni più tardi si spegne nella sua villa di Fiesole, dove i Gatti, Cavalli, Danzatori, Acrobati e altre figure da lui immortalate in bronzo sono “presenze” frutto del “canto” con cui l’uomo e l’artista ha “reso le fatiche fertili”, come lui stesso ha scritto. 

A celebrazione del grande scultore recentemente scomparso sono esposti per la prima volta insieme, alla Fortezza da Basso dal 6 al 15 ottobre 2017, il disegno dell’Ultima cena (1979) e le tre opere minori in bronzo (ca. 1982-1987) nonché il busto di un discepolo facente parte dell’opera monumentale in gesso che raffigura lo stesso soggetto (1988), la cui fusione in bronzo è incompiuta. In questa mostra, realizzata in collaborazione con il Centro Studi Cavallini, si ripercorre così il processo creativo del Maestro, il suo “fare”, dalla rappresentazione bidimensionale dell’idea di un’opera in divenire alla sua esplicitazione tridimensionale passando per almeno tre varianti certe prima di addivenire alla definizione finale, da cui si ricava il calco per la fusione in bronzo. Le differenze formali e gestuali che si rilevano comparando le figure di Cristo e dei discepoli nelle diverse fasi del processo creativo dell’Ultima cena rivelano l’anelito dell’autore a catturare e restituire con esito perfetto la sua visione del sacro. Una visione di amore e fratellanza che si esplicita in una opera magna, seppure incompiuta, a cui Sauro Cavallini ha lavorato a più riprese per anni.

L’Ultima cena, opera che si colloca al culmine della ricerca artistica di Cavallini, rappresenta la vita che trionfa sulla morte e restituisce eternità al destino dell’Uomo attraverso l’Amor divino, mediatore fra spirito e materia ma anche matrice di fratellanza universale. 

La Florence Biennale conferisce a Sauro Cavallini (1927-2016) il Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera in memoriam per aver magistralmente infuso, attraverso l’arte della scultura, vita alla forma conferendo levità e ritmo al bronzo di figure originali quanto armoniose, dalle anatomie di estrema naturalezza nella loro stilizzazione. Sculture, le sue, che sono espressione di uno straordinario estro creativo. 

Il premio è stato ritirato da Aine e Teo Cavallini.

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Il design contemporaneo torna protagonista a Torino dal 10 al 16 ottobre

Il design contemporaneo torna protagonista a Torino dal 10 al 16 ottobre

Torino Design of the City, una settimana di eventi, meeting, workshop, esposizioni e tour organizzati nei luoghi strategici della città che hanno vissuto e stanno vivendo il fenomeno della rigenerazione urbana

TORINO – Si svolgerà dal 10 al 16 ottobre Torino Design of the City, la manifestazione nata con l’obiettivo di portare all’attenzione dei cittadini e degli esperti del settore, nazionali e internazionali, lo stato dell’arte e le nuove tendenze del design contemporaneo e raccontare come, attraverso questa disciplina, si possa intervenire su un organismo complesso come la città. 

Una settimana di eventi, meeting, workshop, esposizioni e tour organizzati nei luoghi strategici della città che hanno vissuto e stanno vivendo il fenomeno della rigenerazione urbana, dalla via Sacchi, alla Cavallerizza, aTorino Incontra, fino Lingotto Fiere, BasicVillage, Toolbox, Hangar25 e Circolo del Design, Mastio della Cittadella. 

Quasi dieci anni fa Torino è stata nominata World Design Capital, un riconoscimento assegnato ogni due anni dall’International Council of Societies of Industrial Design (ICSID). Ma non solo, infatti nel 2014  è stato attribuito al capoluogo sabaudo anche il titolo di Creative City UNESCO per il Design che ha trovato conferma quest’anno con la scelta di Torino come sede della convention biennale di World Design Organization (WDO)™, l’organizzazione internazionale che promuove il design. 

Dopo Seoul, Helsinki, Città del Capo, Taipei, WDO™ (già ICSID) sceglie dunque una città italiana per ospitare la trentesima Assemblea Generale che vede coinvolti il 14 e 15 ottobre i propri referenti provenienti da tutto il mondo. Guidata attualmente dal professore e industrial designer africano Mugendi M’Rithaa, che in quei giorni passerà la presidenza all’architetto e designer piemontese Luisa Bocchietto, la World Design Organization (WDO)™ comprende 140 organizzazioni ed è attiva in 60 nazioni e 6 continenti in tutto il mondo. E’ dunque in questa occasione che la città di Torino promuove la settimana del Design, realizzata grazie al lavoro congiunto del Tavolo consultivo del Design, che coinvolge oltre 30 soggetti pubblici e privati – tra cui associazioni di categoria, enti di formazione, archivi e musei – e di una cabina di regia formata dal Vicesindaco Guido Montanari e dagli Assessori alla Cultura Francesca Leon, alla Viabilità Maria Lapietra, all’Istruzione Federica Patti, all’Innovazione Paola Pisano e al Commercio Alberto Sacco.

Torino Design of the City sarà dunque il palcoscenico per confrontarsi sulle possibilità di innovare attraverso il design thinking applicato alla politica pubblica con soluzioni di mobilità sostenibile e rigenerazione urbana. 

 www.torinodesigncity.it/

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