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Al MANN di Napoli, archeologia, tecnologie digitali e arte contemporanea nella mostra di Bruno Di Bello

Bruno Di Bello, Studio per Archeo Uno, 2017, inkjet su tela, cm 90x140

“Sono convinto che riusciremo a trovare un linguaggio veramente di avanguardia solo attraverso un uso competente ed esperto delle tecnologie digitali” affermava l’artista nel 2000 inaugurando una nuova fase incentrata sull’immagine ottenuta mediante la tecnologia digitale

NAPOLI – “#digitale #archeologico”, la mostra di Bruno Di Bello ospitata al MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dall’11 novembre al 17 dicembre 2017,  a cura di Maria Savarese, rappresenta un perfetto dialogo tra la mirabile collezione del museo e  i linguaggi contemporanei, in particolare digitali. 

Con l’aiuto del campionario internazionale dei colori PANTONE, Di Bello ha rilevato con precisione i colori usati dagli artisti pompeiani, autori degli affreschi conservati al Museo, per comporre la palette con cui ha poi realizzato tre grandi polittici – di 6 metri ciascuno – di geometria digitale esposti sulle tre pareti della Sala del Cielo Stellato.

Le tele, stampate a inkjet, di Di Bello sono frutto dell’elaborazione di pattern matematici nei quali egli introduce alcuni segni reali generativi di nuove forme astratte.

In Archeo Uno è evidente il rapporto con l’architettura dello spazio espositivo, infatti le forme degli incavi della volta della sala si rintracciano nelle forme frattaliche dell’opera. 

In Archeo Due dominante è la texture verde individuata in un vaso di vetro semifuso dal fuoco della lava che travolse Pompei, scoperto durante una delle visite dell’artista al Museo.

Infine, in Archeo Tre il fondo rosso è un vero e proprio omaggio ai tanti rossi pompeiani rilevati attraverso il riferimento PANTONE.

“Immagini di un’estrema sensualità quelle di Di Bello, il quale guarda al passato della nostra terra usando lo sguardo del futuro” scrive la curatrice Maria Savarese nel suo testo in catalogo.

Il progetto è completato da un video di Roberto Paci Dalò, vincitore del Premio Napoli 2015, visibile per tutta la durata della mostra accanto alle opere di Di Bello, e dal catalogo edito da Skira che contiene la riproduzione delle opere esposte, una selezione di immagini di repertorio, i testi critici di Maria Savarese, Bruno Corà, Raffella Perna, una conversazione tra l’artista e Marco Biraghi, storico dell’architettura, e una poesia di Nanni Balestrini.

Vademecum

Dal 11 Novembre 2017 al 17 Dicembre 2017
Napoli, MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Biglietto: il biglietto d’ingresso al museo comprende la visita alla mostra: intero € 12, ridotto € 6
Info: +39 081 442 2149
www.museoarcheologiconapoli.it

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Il Toro di Nimrud torna a vivere a Parigi

Il Toro di Nimrud torna a vivere a Parigi

La ricostruzione nel suo formato reale di questo simbolo dell’antica civiltà mesopotamica sarà installata di fronte alla sede UNESCO di Parigi  per iniziativa dell’Associazione Incontro di Civiltà, presieduta da Francesco Rutelli

PARIGI – In occasione dello svolgimento della Conferenza Generale UNESCO, in programma a Parigi fino al 14 novembre, sarà installata all’ingresso di Place de Fontenoy, 7 la ricostruzione in formato reale del Toro androcefalo alato dell’antica città di Nimrud, il monumento assiro distrutto nel marzo 2015 dalla furia iconoclasta dell’Isis. 

L’installazione del monumento, per iniziativa dell’Associazione Incontro di Civiltà, presieduta da Francesco Rutelli, costituirà un evento senza precedenti per l’organizzazione ONU delegata per la Cultura. 

All’inaugurazione, che si terrà  il 6 novembre alle 9,30, interverranno Irina Bokova, Direttore generale Unesco; Francesco Rutelli, Presidente di Incontro di Civiltà; il Ministro della Cultura dell’Iraq, Faryad Rawandozi; la Rappresentante Permanente d’Italia presso l’UNESCO, Ambasciatore Vincenza Lomonaco.

Il capillare lavoro di ricostruzione in scala 1:1 del monumento, alto circa cinque metri, è stato realizzato dalla ditta Nicola Salvioli di Firenze, che si è occupata anche del montaggio e dell’allestimento in situ.

Il Comitato Scientifico di Incontro di Civiltà, presieduto dal grande archeologo Paolo Matthiae, con la consulenza di Cristina Acidini e Frances Pinnock, ha sovrinteso alla realizzazione dell’opera. 

Il Toro di Nimrud rimarrà esposto presso la sede UNESCO fino alla prima settimana di dicembre. 

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Il Toro di Nimrud torna a vivere a Parigi

Il Toro di Nimrud torna a vivere a Parigi

La ricostruzione nel suo formato reale di questo simbolo dell’antica civiltà mesopotamica sarà installata di fronte alla sede UNESCO di Parigi  per iniziativa dell’Associazione Incontro di Civiltà, presieduta da Francesco Rutelli

PARIGI – In occasione dello svolgimento della Conferenza Generale UNESCO, in programma a Parigi fino al 14 novembre, sarà installata all’ingresso di Place de Fontenoy, 7 la ricostruzione in formato reale del Toro androcefalo alato dell’antica città di Nimrud, il monumento assiro distrutto nel marzo 2015 dalla furia iconoclasta dell’Isis. 

L’installazione del monumento, per iniziativa dell’Associazione Incontro di Civiltà, presieduta da Francesco Rutelli, costituirà un evento senza precedenti per l’organizzazione ONU delegata per la Cultura. 

All’inaugurazione, che si terrà  il 6 novembre alle 9,30, interverranno Irina Bokova, Direttore generale Unesco; Francesco Rutelli, Presidente di Incontro di Civiltà; il Ministro della Cultura dell’Iraq, Faryad Rawandozi; la Rappresentante Permanente d’Italia presso l’UNESCO, Ambasciatore Vincenza Lomonaco.

Il capillare lavoro di ricostruzione in scala 1:1 del monumento, alto circa cinque metri, è stato realizzato dalla ditta Nicola Salvioli di Firenze, che si è occupata anche del montaggio e dell’allestimento in situ.

Il Comitato Scientifico di Incontro di Civiltà, presieduto dal grande archeologo Paolo Matthiae, con la consulenza di Cristina Acidini e Frances Pinnock, ha sovrinteso alla realizzazione dell’opera. 

Il Toro di Nimrud rimarrà esposto presso la sede UNESCO fino alla prima settimana di dicembre. 

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Mantova, parte la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea

Mantova, parte la Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea

La manifestazione, che si svolgerà dal 4 al 10 novembre presso il Museo Diocesano Francesco Gonzaga, presenterà ai visitatori uno spaccato significativo della creatività attuale che solleciterà un  interessante scambio culturale con tante nuove testimonianze creative

MANTOVA – Al via la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Mantova, curata da Ea Editore di Palermo e lo Studio di Consulenza Artistica Russo di Roma, che dal 4 al 10 novembre ospiterà, nelle sale del Museo Diocesano Francesco Gonzaga, i lavori di trecento artisti contemporanei provenienti da oltre quaranta paesi diversi. Le opere spazieranno tra pittura, scultura, fotografia, design e videoart, in un’esperienza fruitiva innovativa. 

Il Museo Diocesano ha sede nel chiostro maggiore dell’ex-monastero agostiniano di Sant’Agnese. Si tratta di un edificio carico di storia, in un contesto urbano che si colloca a poche decine di metri dalla Cattedrale e dal Palazzo Ducale. Il museo conserva opere provenienti dal Duomo, dalla Basilica Palatina di Santa Barbara, dal territorio diocesano e da numerose collezioni private. Al suo interno sono custodite opere di Andrea Mantegna, Correggio, Domenico Fetti, Francesco Cairo. Nelle sue sale è possibile visionare preziosi oggetti del tesoro della cattedrale di San Pietro Apostolo e della Basilica palatina di Santa Barbara oltre a un consistente numero di arazzi, ceramiche e armature. 

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Mantova, parte la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea

Mantova, parte la Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea

La manifestazione, che si svolgerà dal 4 al 10 novembre presso il Museo Diocesano Francesco Gonzaga, presenterà ai visitatori uno spaccato significativo della creatività attuale che solleciterà un  interessante scambio culturale con tante nuove testimonianze creative

MANTOVA – Al via la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Mantova, curata da Ea Editore di Palermo e lo Studio di Consulenza Artistica Russo di Roma, che dal 4 al 10 novembre ospiterà, nelle sale del Museo Diocesano Francesco Gonzaga, i lavori di trecento artisti contemporanei provenienti da oltre quaranta paesi diversi. Le opere spazieranno tra pittura, scultura, fotografia, design e videoart, in un’esperienza fruitiva innovativa. 

Il Museo Diocesano ha sede nel chiostro maggiore dell’ex-monastero agostiniano di Sant’Agnese. Si tratta di un edificio carico di storia, in un contesto urbano che si colloca a poche decine di metri dalla Cattedrale e dal Palazzo Ducale. Il museo conserva opere provenienti dal Duomo, dalla Basilica Palatina di Santa Barbara, dal territorio diocesano e da numerose collezioni private. Al suo interno sono custodite opere di Andrea Mantegna, Correggio, Domenico Fetti, Francesco Cairo. Nelle sue sale è possibile visionare preziosi oggetti del tesoro della cattedrale di San Pietro Apostolo e della Basilica palatina di Santa Barbara oltre a un consistente numero di arazzi, ceramiche e armature. 

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Siena, un app per conoscerne i tesori

Siena, un app per conoscerne i tesori

L’applicazione è stata ideata nell’ambito de “La storia per immagini”, progetto Musst, finanziato dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo e curato dalla Pinacoteca Nazionale di Siena – Polo Museale della Toscana, in collaborazione con le istituzioni culturali del territorio

SIENA – Le opere d’arte della città di Siena si possono ammirare ora anche attraverso un app gratuita, realizzata per sistemi operativi Android e Ios. 

Il progetto ha l’obiettivo di proporre dei percorsi inediti per far conoscere il racconto della vita quotidiana e del paesaggio di Siena e del suo territorio. L’app permette di navigare attraverso 8 sezioni, si va dall’illustrazione del progetto Musst alla descrizione delle opere e dei luoghi, passando per gli eventi in programma (come le numerose aperture straordinarie di musei, chiese e palazzi) e la possibilità di ammirare le opere scegliendo diversi percorsi tematici. 

Gli utenti possono utilizzare anche il sito, realizzato in italiano e in inglese, all’indirizzo https://musst.siena.it/. Qui è possibile ammirare nel dettaglio le opere che rientrano nel progetto Musst. Si potranno inoltre ricevere tutte le informazioni necessarie sui palazzi, i musei e le chiese di Siena e del territorio coinvolti. 

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Siena, un app per conoscerne i tesori

Siena, un app per conoscerne i tesori

L’applicazione è stata ideata nell’ambito de “La storia per immagini”, progetto Musst, finanziato dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo e curato dalla Pinacoteca Nazionale di Siena – Polo Museale della Toscana, in collaborazione con le istituzioni culturali del territorio

SIENA – Le opere d’arte della città di Siena si possono ammirare ora anche attraverso un app gratuita, realizzata per sistemi operativi Android e Ios. 

Il progetto ha l’obiettivo di proporre dei percorsi inediti per far conoscere il racconto della vita quotidiana e del paesaggio di Siena e del suo territorio. L’app permette di navigare attraverso 8 sezioni, si va dall’illustrazione del progetto Musst alla descrizione delle opere e dei luoghi, passando per gli eventi in programma (come le numerose aperture straordinarie di musei, chiese e palazzi) e la possibilità di ammirare le opere scegliendo diversi percorsi tematici. 

Gli utenti possono utilizzare anche il sito, realizzato in italiano e in inglese, all’indirizzo https://musst.siena.it/. Qui è possibile ammirare nel dettaglio le opere che rientrano nel progetto Musst. Si potranno inoltre ricevere tutte le informazioni necessarie sui palazzi, i musei e le chiese di Siena e del territorio coinvolti. 

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Firenze, approvato il progetto di ampliamento di Santa Maria Novella

Firenze, approvato il progetto di ampliamento di Santa Maria Novella

I nuovi lavori, finanziati dal ‘Patto per Firenze’, riguarderanno una superficie di 540 metri quadrati che costituirà tutto il nuovo sistema di servizi museali, dalla biglietteria al guardaroba, dai servizi igienici agli spazi multimediali

FIRENZE – Partiranno entro la fine del 2018 i cantieri per l’ampliamento del museo di Santa Maria Novella a Firenze, il quarto più visitato dopo Uffizi, Accademia e Palazzo Vecchio. Il progetto è stato infatti approvato dalla giunta comunale. Durante i lavori, finanziati dal ‘Patto per Firenze’, il museo rimarrà sempre aperto al pubblico. 

Il Comune spiega che il museo di Santa Maria Novella, dopo l’addio della vecchia caserma dei carabinieri, trasferitasi nella Scuola Marescialli di Castello, lo scorso anno,  è in una fase di profonda trasformazione.  Il complesso infatti si è ampliato con nuovi spazi museali già fruibili: il Chiostro Grande, il Dormitorio settentrionale e la Cappella del Papa. 

I nuovi lavori riguarderanno una superficie di 540 metri quadrati che costituirà tutto il nuovo sistema di servizi museali, dalla biglietteria al guardaroba, dai servizi igienici agli spazi multimediali. 

Verrano inoltre adeguati gli impianti e sarà ripensato anche il percorso museale, che troverà nuova organicità e semplificazione. 

Il sindaco e assessore alla cultura Dario Nardella ha sottolineato: “Inauguriamo il ‘Patto per Firenze’ con un intervento imponente in uno dei complessi artistici e architettonici più pregevoli e importanti di Firenze, che i fiorentini hanno dimostrato di amare e apprezzare affollando gli open day del 2016 che hanno svelato i nuovi spazi museali, in particolare il magnifico Chiostro, il più grande della città. La cultura non è un optional ma permea tutto l’operato della nostra amministrazione. A fine mandato avremo un museo più bello, più grande e più attrattivo”. 

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A Roma “I colori della speranza” di Karen Thomas

A Roma “I colori della speranza” di Karen Thomas

Dal 3 al 25 novembre la personale dell’artista è ospitata negli spazi della galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio 

ROMA –  “I colori della speranza” è questo il titolo della mostra di Karen Thomas che inaugura venerdì’ 3 novembre 2017 alle ore 18.30 presso la galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma. 

L’esposizione, presentata dal Rettore dell’Istituto, Mons. Agostinho da Costa Borges, sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede, è una esperienza emotiva e sensoriale realizzata con la collaborazione di Claudio Zaccaretti (luce e design). 

Quadri su tela o su plexiglass e colonne luminose raccontano e ripercorrono i temi forti dell’attualità geo-politica del nostro tempo, con l’auspicio di trasmettere colore e luce e dissipare l’oscurità.

Le tematiche

LE COLONNE

Come in un parco illuminato, che affonda le radici nel mondo classico, nell’arte ellenistica-romana, nel rispetto delle proporzioni e del “bello”, l’artista Karen Thomas ha scelto di realizzare delle colonne tematiche con tecnica mista acrilico, oro ed argento su plexiglass per raccontare, attraverso una forte denuncia forte e in un grido di colore, il nostro tempo.

Colonne grandi si alternano ad elementi più piccoli, anch’essi montati su base “classica” e

realizzati in temi che esprimono Luce, Pace, Ambiente e Speranza.

L’uso dell’ oro simboleggia la preziosità della vita che ci è stata regalata e che va tratta con delicatezza e gratitudine. L’uso dell’argento simbolizza Leggerezza e Serenita’; porta Luce dove prima c’era il buio e insieme al verde significa per l’artista Speranza.

La tecnica di pittura utilizzata non è astratta e non è figurativa: viene chiamata “astratto-figurativa” a causa del flusso dei colori nei quali si riconoscono delle figure che si fondono ed interagiscono con essi.

L’intenzione è quella di fornire una “chiave di lettura” all’osservatore cercando di instaurare a mezzo dei colori, dei segni e della luce, un dialogo con l’opera, destando curiosità, generando domande e fornendo spunti per le risposte. A volte è sufficiente anche il solo guardare, farsi trasportare e perdersi tra i colori… Design e Luce si integrano al colore fondendosi con il colore in una forte sensibilità artistica che crea Luce e Bellezza.

SPERANZA

La visione dell’artista della natura e dell’ambiente si fa segno e colore.

Il nostro pianeta – maltrattato, ferito, sanguinante, in lacrime, eppure forte e bellissimo – non si stanca di proteggersi e di continuare a regalarci spettacoli indimenticabili, fatti di albe e tramonti, ma anche di fioriture, frutti di un orto mediterraneo con farfalle, uccelli e lucertole illuminati dal sole, cani liberi e felici, di un cielo azzurro-cobalto, vento e onde rumorosi e spettacolari.

PACE, EUROPA

Un artista in solitaria oggi può fare poco ma, ribaltando la visione e unendosi agli altri, può produrre come un gigantesco mosaico dove ciascuno con le proprie capacità e la propria sensibilità va ad aggiungere un sassolino per realizzare l’Opera massima.

Questa colonna è creata nelle sfumature del colore Blu, con accenni ai singoli paesi, come stelle dorate: ognuno con i suoi problemi, ma uniti nel cerchio d’oro, ad auspicio di garanzia di Pace e stabilità nel rispetto delle singole identità.

INCONTRO

Figure nella Luce si incontrano, percorrono un cammino insieme, escono dal buio della solitudine verso l’alto, verso la Luce.

In questo dialogo di empatia ci si muove in un bluceleste, tra accenni di alberi e fiori, adulti, giovani, coppie con bambini in colori dolci e “caldi come la terra”.

Vademecum

ISTITUTO PORTOGHESE DI SANT’ANTONIO IN ROMA
via dei Portoghesi, 6 – 00186 – Roma
Vernissage: venerdì, 3 novembre 2017, ore 18.30
Finissage: sabato, 25 novembre 2017, ore 18.30
APERTURA da lunedì a sabato, dalle 18.00 alle 20.00
Sono possibili incontri con l’artista in orario alternativo su appuntamento scrivendo alla mail karen@karenthomas.it.
Ingresso libero
INFOLINE:
Karen Thomas: +39 3355495870
Claudio Zaccaretti: +39 3927693359
Altre informazioni in http://www.karenthomas.it/

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Archeologia. Scoperta una grande cavità nella piramide di Cheope

Archeologia. Scoperta una grande cavità nella piramide di Cheope

Un grande spazio vuoto, la cui funzione rimane un mistero, rilevato grazie a una tecnica molto sofisticata e non invasiva basata sulla fisica delle particelle subatomiche

IL CAIRO – Il team di ricercatori del progetto internazionale ScanPyramids, di cui fanno parte anche  l’ex ministro per le antichità egiziano Zahi Hawass e l’archeologo Mark Lehner, che da due anni stanno compiendo delle ricerche nel cuore della piramide di Cheope, la più grande ed antica delle tre piramidi che si trovano nella piana di Giza al Cairo, hanno annunciato di aver individuato un ambiente segreto che si estende per almeno 30 metri, collocato al di sopra della grande galleria, un corridoio ascendente che collega la camera della Regina a quella del Re nel cuore del monumento. 

La notizia è stata diffusa dalla rivista “Nature”. La scoperta è stata realizzata grazie a una tecnica di rilevamento non invasiva, denominata “muografia”, basata sulla fisica delle particelle subatomiche, chiamate “muoni”, che viaggiano a una velocità prossima a quella della luce e si comportano come i raggi X quando incontrano dei corpi. Attraverso questa tecnica vengono rilevate quelle che sono definite delle “anomalie”, dei vuoti, delle cavità all’interno della costruzione.

In questo caso è stato scoperto lo spazio vuoto più grande finora rilevato, le misure di questa cavità sono simili a quelle della grande galleria, che è lunga circa 50 metri, alta 8 e larga un metro. 

Una scoperta impressionante e di grande importanza che conferma come la piramide continui a riservare sorprese. Risale infatti all’ottobre del 2016 la scoperta del corridoio localizzato vicino alla parete nord.

Al momento è ancora un mistero quale potesse essere la funzione di questa sorta di camera segreta. 

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