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L’arte e la cultura animano Torpignattara

PLAN ph. Miriam Alé Courtesy Farm Cultural Park

PLAN, il progetto di rigenerazione creativa e culturale concepito per la Scuola elementare Pisacane, ne è un esempio. Il 9 novembre partirà un laboratorio da cui nasceranno 4 itinerari turistico-culturali per la cittadinanza e i turisti. Guide d’eccezione saranno i bambini della scuola 

ROMA – Il quartiere, definito spesso e anche recentemente come difficile, ha un’anima viva e pulsante. Merito della cultura che anima la comunità.  A giorni, ad esempio, prenderà il via un’ulteriore fase del progetto/processo PLAN, Progettiamo luoghi, costruiamo comunità, il primo classificato tra i vincitori del Bando “Scuola, spazio aperto alla cultura” lanciato lo scorso anno dal MiBACT.

Il progetto di rigenerazione creativa e culturale – concepito per la Scuola elementare Pisacane a Torpignattara a Roma – dopo essere partito con la ristrutturazione di parte del cortile e quella strutturale di un’aula che sarà adibita a laboratorio, è proseguito con i laboratori di architettura condotti dalla Farm Cultural Park di Favara, che ha coinvolto il gruppo di paesaggisti Orto Capovolto – per la costruzione coi bambini di orto urbano – e lo street artist Make dai cui esercizi coi piccoli è nato un murale per l’aula recuperata. 

Giunti a un mese dalla fine dei lavori, Melting Pro – organizzazione ideatrice e curatrice del progetto PLAN – lancia il 9 novembre il laboratorio di Storytelling territoriale, da cui nasceranno 4 itinerari turistico-culturali per la cittadinanza e i turisti. Le guide? I piccoli narratori, ovviamente!

I piccoli inventeranno una storia prendendo spunto dalla loro giornata e dal quartiere, una volta mescolata con un po’ di fantasia, si inizierà a camminare “disegnando” un percorso e….via! 

Nasceranno così gli itinerari lungo la via del noto tranvetto di Via Casilina, che taglia a metà il quartiere più multiculturale della Capitale.

In attesa che partano le visite dei bambini, ripercorriamo la storia fotografica di PLAN, lanciando l’appuntamento del 15 dicembre: festa grande nella scuola con anche una mostra dei progetti realizzati!

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“I segreti dell’Hermitage”, il film-evento su Rai 5

“I segreti dell’Hermitage”, il film-evento su Rai 5

I capolavori di uno dei primi musei al mondo in un documentario realizzato per i primi 250 anni del museo che Rai Cultura propone mercoledì 8 novembre alle 19.20 su Rai5

L’Hermitage di San Pietroburgo è uno dei musei più prestigiosi e più grandi del mondo. Sono i suoi inestimabili tesori  i protagonisti del documentario dal titolo “I segreti dell’Hermitage”.

In occasione dei 250 anni dalla sua fondazione, il museo ha eccezionalmente aperto le porte alle telecamere dell’equipe che ha realizzato questo documentario, che alla sua uscita nelle sale è stato definito un ‘grande evento cinematografico’. Con il direttore del museo Mikhail Piotrovsky in veste di guida attraverso saloni, gallerie e dipartimenti, le telecamere svelano capolavori e reperti rari, dalla collezione privata di pietre incise e cammei di Caterina la Grande, non sempre esposta al pubblico, al ‘Ragazzo Accovacciato’ attribuito a Michelangelo, ad “Armonia in Rosso” di Matisse, fino alle più avanguardistiche opere di Manifesta 10, che l’Hermitage ha ospitato nel 2014.

Le testimonianze dei curatori e di alcuni illustri specialisti ospiti, tra i quali l’architetto Rem Koolhaas e lo scultore Antony Gormley, permettono di capire l’evoluzione delle collezioni dell’Hermitage, un museo che ha saputo proteggere e conservare capolavori dell’arte e della cultura mondiale attraverso i secoli, dallo splendore imperiale alla furia della Rivoluzione d’Ottobre, fino alla Seconda guerra mondiale e ai giorni nostri.    

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Roma. Ordine Architetti, Flavio Mangione nuovo presidente

Roma. Ordine Architetti, Flavio Mangione nuovo presidente

Il neo presidente svolge da anni attività di ricerca sull’Architettura Contemporanea pubblicando testi e organizzando mostre e convegni in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali

ROMA – Flavio Mangione è il nuovo presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma. A nominarlo il consiglio composto da Antonio Marco Alcaro, Roberto Grio, Vito Rocco Panetta, Chiara Tonelli, Margherita Aledda, Ombretta Renzi, Alessandro Panci, Christian Rocchi, Andrea Iacovelli, Marco Maria Sambo, Filippo Maria Martines, Francesco Stapane, Silvio Salvini, Fabrizio Asselta. 

Dottore di ricerca in Composizione e Teorie dell’Architettura, Mangione è stato docente di Progettazione Architettonica (1998-2013) presso La Sapienza. Assegnista di ricerca dal 2010 al 2012, si è occupato sia dello studio dell’Housing Sociale in Europa sia delle nuove strategie abitative per l’integrazione sociale. Ha svolto la sua attività professionale in Italia e all’estero occupandosi del restauro di edifici contemporanei degli anni ’30 e ’40 e del recupero di edifici di rilievo del ‘500. Vincitore di concorsi internazionali di progettazione architettonica, ha curato e organizzato conferenze di arte, architettura e fisica applicata a materiali plastici, vetrosi e cementizi. I suoi testi sono stati acquisiti dalle maggiori università e istituti culturali in tutto il mondo e recensiti sulle più importanti riviste di settore.

Mangione, dopo la nomina, ha spiegato: “Le azioni che questo consiglio metterà in campo, individuate nel programma elettorale Pro Architettura in Movimento ruotano attorno a quattro punti: sostenere con una legge nazionale la centralità del progetto e la rifondazione del concorso di architettura nel processo edilizio; tutelare il professionista e la committenza nella gestione ordinaria e più diffusa della nostra professione lavorando in trasparenza per l’unificazione delle procedure e l’accesso immediato, per via telematica, a tutti i documenti abilitativi; promuovere l’utilizzo di un contratto di garanzia che tuteli committente e professionista, assicurando un alto livello di preparazione e specializzazione attraverso un sistema di abilitazione, formazione e perfezionamento avanzato; intensificare la comunicazione e promuovere il dialogo tecnico-culturale tra professionisti per raggiungere una più ampia partecipazione democratica degli iscritti e creare quella solidarietà professionale necessaria a sollecitare dei cambiamenti divenuti ormai improrogabili”.

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Roma. Ordine Architetti, Flavio Mangione nuovo presidente

Roma. Ordine Architetti, Flavio Mangione nuovo presidente

Il neo presidente svolge da anni attività di ricerca sull’Architettura Contemporanea pubblicando testi e organizzando mostre e convegni in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali

ROMA – Flavio Mangione è il nuovo presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma. A nominarlo il consiglio composto da Antonio Marco Alcaro, Roberto Grio, Vito Rocco Panetta, Chiara Tonelli, Margherita Aledda, Ombretta Renzi, Alessandro Panci, Christian Rocchi, Andrea Iacovelli, Marco Maria Sambo, Filippo Maria Martines, Francesco Stapane, Silvio Salvini, Fabrizio Asselta. 

Dottore di ricerca in Composizione e Teorie dell’Architettura, Mangione è stato docente di Progettazione Architettonica (1998-2013) presso La Sapienza. Assegnista di ricerca dal 2010 al 2012, si è occupato sia dello studio dell’Housing Sociale in Europa sia delle nuove strategie abitative per l’integrazione sociale. Ha svolto la sua attività professionale in Italia e all’estero occupandosi del restauro di edifici contemporanei degli anni ’30 e ’40 e del recupero di edifici di rilievo del ‘500. Vincitore di concorsi internazionali di progettazione architettonica, ha curato e organizzato conferenze di arte, architettura e fisica applicata a materiali plastici, vetrosi e cementizi. I suoi testi sono stati acquisiti dalle maggiori università e istituti culturali in tutto il mondo e recensiti sulle più importanti riviste di settore.

Mangione, dopo la nomina, ha spiegato: “Le azioni che questo consiglio metterà in campo, individuate nel programma elettorale Pro Architettura in Movimento ruotano attorno a quattro punti: sostenere con una legge nazionale la centralità del progetto e la rifondazione del concorso di architettura nel processo edilizio; tutelare il professionista e la committenza nella gestione ordinaria e più diffusa della nostra professione lavorando in trasparenza per l’unificazione delle procedure e l’accesso immediato, per via telematica, a tutti i documenti abilitativi; promuovere l’utilizzo di un contratto di garanzia che tuteli committente e professionista, assicurando un alto livello di preparazione e specializzazione attraverso un sistema di abilitazione, formazione e perfezionamento avanzato; intensificare la comunicazione e promuovere il dialogo tecnico-culturale tra professionisti per raggiungere una più ampia partecipazione democratica degli iscritti e creare quella solidarietà professionale necessaria a sollecitare dei cambiamenti divenuti ormai improrogabili”.

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“Fendi Studios”, una mostra racconta il legame tra la casa di moda e il cinema

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi

ROMA – In occasione della Festa del Cinema di Roma, è stata inaugurata nei giorni scorsi, la mostra Fendi Studios presso il Palazzo della Civiltà Italiana, all’EUR, sede della Maison romana e teatro di film come Boccaccio 70Titus Zoolander II

La mostra, visitabile fino al prossimo 25 marzo, esplora il rapporto che lega la storica casa di moda con la settima arte. 

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi nell’arco di diversi decenni, a partire dagli anni Quaranta, collaborando con i registi più celebri. 

Il cinema è sempre stato importante nella nostra famiglia e nella nostra azienda. La Maison ha un rapporto molto stretto con Cinecittà. Le sorelle Fendi, protagoniste della scena creativa e artistica romana, hanno collaborato a progetti che oggi possono essere considerati rivoluzionari. Per costumisti del calibro di Piero Tosi e Milena Canonero, hanno creato pellicce e abiti per produzioni cinematografiche indimenticabili. Abbiamo lavorato con i più importanti registi del passato e del presente, da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Giuseppe Tornatore, e siamo intenzionati a continuare. La mostra rappresenta un omaggio particolarmente innovativo a un rapporto basato sull’affinità e alimentato dal desiderio di sperimentare, raccontare storie e trasformare i sogni in realtà”, ha spiegato Silvia Venturini Fendi, Direttore Creativo degli Accessori, delle linee Uomo e Bambino della Maison.

A sottolineare ulteriormente il legame tra Fendi e il cinema, affianca gli spazi della mostra una sala cinematografica nella quale ogni giorno vengono proiettati 

una selezione di film che meglio raccontano questo sodalizio. 

La mostra consente ai visitatori la possibilità di interagire e reinventare il film, entrare ‘dentro le scene’ e esserne i protagonisti, fare dei selfie e condividere questa esperienza unica in tempo reale.

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“Fendi Studios”, una mostra racconta il legame tra la casa di moda e il cinema

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi

ROMA – In occasione della Festa del Cinema di Roma, è stata inaugurata nei giorni scorsi, la mostra Fendi Studios presso il Palazzo della Civiltà Italiana, all’EUR, sede della Maison romana e teatro di film come Boccaccio 70Titus Zoolander II

La mostra, visitabile fino al prossimo 25 marzo, esplora il rapporto che lega la storica casa di moda con la settima arte. 

Attraverso un percorso sorprendente e multisensoriale, grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, l’esposizione permette una immersione in alcuni set cinematografici interattivi, tratti dai film per i quali Fendi ha realizzato i costumi nell’arco di diversi decenni, a partire dagli anni Quaranta, collaborando con i registi più celebri. 

Il cinema è sempre stato importante nella nostra famiglia e nella nostra azienda. La Maison ha un rapporto molto stretto con Cinecittà. Le sorelle Fendi, protagoniste della scena creativa e artistica romana, hanno collaborato a progetti che oggi possono essere considerati rivoluzionari. Per costumisti del calibro di Piero Tosi e Milena Canonero, hanno creato pellicce e abiti per produzioni cinematografiche indimenticabili. Abbiamo lavorato con i più importanti registi del passato e del presente, da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Giuseppe Tornatore, e siamo intenzionati a continuare. La mostra rappresenta un omaggio particolarmente innovativo a un rapporto basato sull’affinità e alimentato dal desiderio di sperimentare, raccontare storie e trasformare i sogni in realtà”, ha spiegato Silvia Venturini Fendi, Direttore Creativo degli Accessori, delle linee Uomo e Bambino della Maison.

A sottolineare ulteriormente il legame tra Fendi e il cinema, affianca gli spazi della mostra una sala cinematografica nella quale ogni giorno vengono proiettati 

una selezione di film che meglio raccontano questo sodalizio. 

La mostra consente ai visitatori la possibilità di interagire e reinventare il film, entrare ‘dentro le scene’ e esserne i protagonisti, fare dei selfie e condividere questa esperienza unica in tempo reale.

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Gallerie degli Uffizi. Prima mostra di cinema con Eizenstein

Sergej M. Ejzenštejn, foto dal set del film Ivan il Terribile, 1943

Dal 7 novembre al 7 gennaio 2018, in occasione dell’anniversario della Rivoluzione ottobre, una esposizione dedicata al padre della “Corazzata Potemkin” ospitata al primo piano della galleria fiorentina

FIRENZE – Gli Uffizi ospitano per la prima volta una mostra dedicata al cinema, una assoluta novità per il Museo fiorentino che, in questo modo sottolinea un interesse non solo per le arti figurative, ma anche per le cosiddette arti dello spettacolo. 

Si tratta di Ejzenštejn. La rivoluzione delle immagini, una esposizione a cura di Marzia Faietti, Pierluca Nardoni, Eike D. Schmidt,realizzata in occasione del centenario della Rivoluzione russa. Protagonista è appunto il talento di Sergej M. Ejzenštejn, presentato in un percorso che ne restituisce la multiforme creatività e che unisce l’attività del disegnatore a quella del cineasta, trovando uno speciale filo conduttore nel riferimento all’arte italiana del tardo Medioevo e del Rinascimento.

Per la prima volta vengono esposti settantadue disegni del regista, tutti provenienti dall’Archivio Statale di Letteratura e Arte di Mosca (RGALI). La selezione è avvenuta seguendo rigorosamente due principi. Il primo è l’autonomia di queste prove grafiche, comprese per la quasi totalità tra i primi anni Trenta e il 1948 e considerate dallo stesso regista una sorta di trascrizione automatica dei pensieri, capace di fissare sulla carta un flusso costante di idee che dialoga con i film e li ispira, senza però subordinarsi a essi. Il secondo discende dal primo e riguarda lo stile dei disegni, contrassegnato da una linearità sintetica che rimanda al Tre e al Quattrocento e al tempo stesso appartiene a pieno titolo al clima artistico del periodo, tra echi surrealisti e deformazioni neo espressioniste.

Scrive Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi: “L’immaginario ejzenštejniano arricchiva la produzione di cinema e disegni tramite il costante confronto con alcuni esempi del Rinascimento italiano conservati agli Uffizi, quali la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, o attraverso la meditazione sui lavori di un grande fiorentino come Leonardo da Vinci, in particolare sul celebre Cenacolo. Questo complesso e avvincente intreccio è tessuto ulteriormente attraverso il concetto di montaggio, da sempre il perno della rivoluzione narrativa di Ejzenštejn, che fornisce l’amalgama al percorso espositivo e descrive un cammino in “crescendo”. Si passa così dalle singole e veloci inquadrature (“cellule” del montaggio, secondo la definizione dello stesso regista) presenti nella prima sala, ai fotogrammi della seconda, per giungere alle sequenze compiute che animano la terza, la quarta e la quinta sala. Il montaggio di Ejzenštejn prefigurava senza alcun’ombra di dubbio anche il futuro e non è un caso che il grande protagonista della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard ne approfondisca le idee per assegnare a esso un ulteriore scatto qualitativo. La rivoluzione delle immagini ha dunque un volto antico e uno moderno in continua dialettica. E il Rinascimento, oltre a essere uno straordinario serbatoio di immagini, diventa anche il sinonimo per eccellenza di quella rifioritura culturale a cui ogni rivoluzione dovrebbe ambire”. 

Chi ha conosciuto Sergej Ejzenštejn racconta che si rammaricava spesso di non aver mai potuto mettere piede agli Uffizi: questa mostra sarà l’occasione di riparare a un piccolo torto della Storia.

Nel pieno clima di rinascenza e rivoluzione inaugurato dalla mostra degli Uffizi, Firenze e Bologna concorrono alla creazione di una Settimana della Rivoluzione (7-10 novembre 2017), un ciclo di eventi che si apre con la mostra fiorentina, prosegue con il convegno internazionale Avanguardia e rivoluzione. Il cinema di Sergej M. Ejzenštejn, organizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi (Bologna, 8 novembre), e termina con un secondo convegno internazionale promosso dal Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut: The future is our only goal. Revolutions of Time, Space and Image. Russia 1917 – 1937 (Firenze, 9-10 novembre).

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Vademecum

Ejzenštejn. La rivoluzione delle immagini
Firenze, 7 novembre 2017 – 7 gennaio 2018
Sale di Levante, Gallerie delle Statue e delle Pitture degli Uffizi
www.uffizi.it

 

 

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