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Praemium Imperiale 2017, i nomi dei vincitori

Neshat per la pittura, Anatsui per la scultura, Moneo per l’architettura, N’Dour per la musica, Baryshnikov per il teatro/cinema. La premiazione avrà luogo il 18 ottobre a Tokyo ROMA - Si è svolta martedì 12 settembre, in contemporanea con Tokyo, Londra, New York, Parigi e Berlino, la conferenza stampa nella quale sono stati annunciati i nomi dei vincitori dell’edizione 2017 del prestigioso Praemium Imperiale, assegnato dalla Japan Art Association. Sono l’iraniana Shirin Neshat per la pittura, il ghanese El Anatsui per la scultura, lo spagnolo Rafael Moneo per l’architettura, il senegalese Youssou N’Dour per la musica e lo statunitense-lettone Mikhail Baryshnikov per il teatro/cinema, i vincitori della ventinovesima edizione di questo importante riconoscimento che conferisce un prestigio internazionale in campo artistico pari a quello dei Premi Nobel in campo scientifico.  Gli artisti, premiati per i risultati conseguiti, per l’influenza da essi esercitata sul mondo dell’arte a livello internazionale e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività, riceveranno ciascuno un ricco premio pari a 15 milioni di yen (circa 117.000 euro), un diploma e una medaglia conferiti dal Patrono Onorario della Japan Art Association, il Principe Hitachi, durante la cerimonia di premiazione che si svolgerà a Tokyo il prossimo 18 ottobre. I premiati vengono ogni anno scelti tra una rosa di candidati proposti da appositi Comitati nazionali di Giappone, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia. Tra i Consiglieri internazionali figurano statisti ed esponenti di spicco del mondo istituzionale, politico e culturale: Lamberto Dini, Klaus-Dieter Lehmann, William H. Luers, Christopher Patten, Jean-Pierre Raffarin e Yasuhiro Nakasone. Sono Consiglieri onorari Jacques Chirac, David Rockefeller Jr. e François Pinault. I vincitori del 2017 vanno dunque ad aggiungersi ai 144 artisti già insigniti del premio, tra i quali Claudio Abbado, Gae Aulenti, Ingmar Bergman, Luciano Berio, Cecco Bonanotte, Leonard Bernstein, Peter Brook, Anthony Caro, Enrico Castellani, Christo e Jeanne-Claude, Federico Fellini, Dietrich Fischer-Dieskau, Norman Foster, Frank Gehry, Jean-Luc Godard, David Hockney, Willem de Kooning, Akira Kurosawa, Wolfgang Laib, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Issey Miyake, Giuseppe Penone, Renzo Piano, Michelangelo Pistoletto, Maya Plisetskaya, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Robert Rauschenberg, Mstislav Rostropovich, Ravi Shankar, Mitsuko Uchida, Giuliano Vangi. E’ stata inoltre assegnata a Zoukak Theatre Company and Cultural Association (Libano) la Borsa di Studio del Praemium Imperiale 2017 per Giovani Artisti, istituita nel 1997 in occasione del decimo anniversario del Praemium Imperiale. La Borsa di studio, consistente in un contributo di 5 milioni di yen (circa 39.000 euro), è stata consegnata assieme a un diploma a Maya Zbib, fondatrice e presidente della Zoukak Theatre Company, in una conferenza stampa presieduta dal Consigliere internazionale americano William Luers, sempre il 12 settembre a New York.  La Japan Art Association  precedentemente denominata Ryuchi-kai, è una istituzione fondata nel 1879, per promuovere le attività culturali e artistiche del Giappone e coltivare buoni rapporti con gli altri Paesi. L’attuale nome risale al 1887, mentre l’anno successivo venne inaugurato nel Parco Ueno uno spazio espositivo in cui tra il 1889 e il 1943 furono allestite 123 mostre. Nel 1988, in occasione del centenario della Japan Art Association, è stato istituito il Praemium Imperiale in onore del defunto Principe Takamatsu, che era stato Patrono onorario dell’Associazione per 58 anni. La prima cerimonia di premiazione si è tenuta a Tokyo nel 1989. Il principio ispiratore della Japan Art Association è la promozione da parte del Giappone della pace nel mondo attraverso le arti, secondo l'aspirazione del Principe Takamatsu. {igallery id=3182|cid=692|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} Le biografie dei premiati  Per la Pittura SHIRIN NESHAT (Iran e Stati Uniti) Nata a Qazvin (Iran) il 26 marzo 1957 Shirin Neshat è un’artista iraniana che vive a New York. Avvalendosi di mezzi visivi diversi quali la fotografia, le videoinstallazioni e il cinema, focalizza spesso la sua attenzione su questioni attinenti le donne musulmane di oggi, in particolare quelle che vivono in contesti religiosi estremi come nella società iraniana. Lasciò l’Iran trasferendosi negli Stati Uniti a diciassette anni, per studiare arte alla University of California, Berkeley. Nel 1993 iniziò a creare opere dettate dal desiderio di esprimere le proprie riflessioni sulla sua patria dopo la Rivoluzione Islamica del 1979. La serie fotografica Women of Allah (1993-97) e la videoinstallazione Turbulent (1998) sono considerate due esempi importanti della sua produzione risalente a quel periodo e hanno fatto di lei una voce prestigiosa nel mondo dell’arte. Nel 2005 ha ricevuto il Premio d’Arte di Hiroshima e nel 2009 il suo primo lungometraggio, Women Without Men, con musiche di Ryuichi Sakamoto, si è aggiudicato il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia. La sua mostra più recente, Dreamers, inaugurata lo scorso maggio, conteneva un film e una serie di fotografie che costituiscono il primo tentativo dell’artista di catturare la cultura americana dalla sua prospettiva di esule iraniana che vive negli Stati Uniti. Per la Scultura EL ANATSUI (Ghana) Nato a Anyako (Ghana) il 4 febbraio 1944 La complessa produzione artistica di El Anatsui sfida le categorie tradizionali. Lo scultore è celebre per le sue sculture malleabili, create con metallo di scarto ricavato dalle macchine per la lavorazione della manioca o dai tappi delle bottiglie di liquore. Spesso di ampie dimensioni, la loro grandezza e la loro natura luminosa riescono a renderle avvolgenti. La trasformazione operata dall’artista di questi materiali di recupero ne amplifica il significato investendoli di una particolare dignità, cosa a cui egli tiene profondamente. Da molto tempo ritiene che l’arte sia “qualcosa che si sviluppa dall’ambiente, non qualcosa che dobbiamo creare”. Nato nel Ghana, si trasferì in Nigeria nel 1975, dove oggi vive. Le sue opere sono entrate a far parte delle collezioni di prestigiosi musei internazionali, tra i quali il Metropolitan Museum, la Tate Modern, il Centre Pompidou e la Smithsonian Institution. Nel 2015 è stato premiato con il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia. A lui è stata dedicata una grande retrospettiva in Giappone che ha viaggiato in diversi luoghi (2010-2011). Nel 2015 un’importante opera è stata inclusa nella mostra The Contemporary 2: Who Interprets the World? nel 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Giappone. El Anatsui è il primo cittadino ghanese a essere insignito del Praemium Imperiale. Per l’Architettura RAFAEL MONEO (Spagna) Nato a Tudela, Navarra (Spagna) il 9 maggio 1937 L’architetto spagnolo Rafael Moneo è molto apprezzato per il lavoro di progettazione dei suoi edifici. Egli infatti tiene conto delle specifiche condizioni dell’ubicazione proposta, facendo sì che essi si mescolino armoniosamente con il panorama urbano, rispettando allo stesso tempo l’ambiente. Uno dei suoi primi progetti, il Museo Nazionale di Arte Romana (1986) a Mérida, Spagna, lo impose sulla scena internazionale. Ha completato con successo molti progetti sia in Spagna che all’estero, quali ad esempio la Stazione ferroviaria di Atocha a Madrid (1992), la Cattedrale di Nostra Signora degli Angeli (2002) a Los Angeles e l’Ampliamento del Museo del Prado a Madrid (2007). Nel progetto di quest’ultimo ampliamento è meravigliosamente esemplificata la sua capacità di combinare il vecchio e il nuovo senza soluzione di continuità. Moneo ritiene che gli edifici debbano integrarsi nell’ambiente cittadino ed è attento a evitare che i suoi raffinati progetti risultino invadenti, mantenendo tuttavia una chiara identità e un legame con la sua visione creativa. Egli è anche un educatore e un teorico e ha insegnato in molte istituzioni prestigiose tra le quali la facoltà di Architettura dell’Università di Harvard. Nel 1996 è stato insignito del Premio Pritzker per l’Architettura e nel 2003 ha ricevuto la Medaglia d’Oro del Royal Institute of British Architects (RIBA). Per la Musica YOUSSOU N’DOUR (Senegal) Nato a Dakar (Senegal) il 1° ottobre 1959 Youssou N’Dour è un cantante, autore e compositore senegalese. Sebbene fosse nato in una famiglia di griot (i tradizionali cantastorie africani), fu influenzato fin da bambino dalla musica moderna, spesso internazionale, i cui echi possono ancora essere ascoltati nella sua opera, capace di spaziare dal punto di vista culturale. Cominciò a esibirsi a 12 anni, dapprima con la Star Band e poi con una band sua, la ”Étoile de Dakar”. La musica di N’Dour è un mix vivace di mbalax tradizionale senegalese, jazz, soul, musica latina e persino hip hop, ma le parole restano al centro della sua arte. Le sue canzoni trattano una vasta gamma di questioni sociali. La sua voce fenomenale è strettamente associata al genere della world music, creato alla fine degli anni ’80 attraverso le collaborazioni musicali di artisti come N’Dour con musicisti occidentali quali Peter Gabriel, Paul Simon e Sting. Nel 1994 una collaborazione con Neneh Cherry, 7 Seconds, riscosse un enorme successo facendo di lui un musicista di fama internazionale. Nel 2004 si aggiudicò un premio Grammy per il suo album Egypt. Nel 2012 sospese le sue esibizioni per candidarsi alle elezioni presidenziali senegalesi, ma tornò a esibirsi nel 2013. Il suo 34° album Africa Rekk è uscito nel 2016. Youssou N’Dour è il primo cittadino senegalese a essere insignito del Praemium Imperiale. Per il Teatro/Cinema MIKHAIL BARYSHNIKOV (Stati Uniti e Lettonia) Nato a Riga (Lettonia) il 27 gennaio 1948 Considerato uno dei più grandi ballerini dei nostri tempi, Mikhail Baryshnikov ha incantato le platee con le sue stupefacenti qualità fisiche e tecniche e con le sue doti espressive. Il suo successo come attore drammatico sul palcoscenico, al cinema e in televisione lo ha portato a essere uno degli interpreti contemporanei più apprezzati al mondo. Dopo avere iniziato una carriera spettacolare con il Balletto Kirov a Leningrado, nel 1974 giunse in Occidente in cerca di libertà artistica, stabilendosi a New York come primo ballerino dell’American Ballet Theatre (ABT). Nel 1979 entrò a far parte del New York City Ballet, dove lavorò con George Balanchine e Jerome Robbins. Un anno dopo fu nominato direttore artistico dell’ABT dove, nel corso del decennio successivo, introdusse una nuova generazione di ballerini e coreografi. Dal 1990 al 2002 Baryshnikov è stato direttore e ballerino del White Oak Dance Project, da lui fondato insieme al coreografo Mark Morris per ampliare il repertorio e la visibilità della danza moderna americana. Come attore, ha ricevuto una nomination al Premio Oscar per The Turning Point (Due vite, una svolta). Attualmente è in tournée con due produzioni teatrali che lo vedono unico protagonista: Letter to a Man, diretto da Robert Wilson, e Brodsky/Baryshnikov, diretto da Alvis Hermanis. Nel 2005 ha lanciato il Baryshnikov Arts Center (BAC) a New York, uno spazio creativo pensato per sostenere artisti multidisciplinari provenienti da tutto il mondo. Baryshnikov ha doppia cittadinanza, statunitense e lettone. Borsa di Studio del Praemium Imperiale 2017 per Giovani Artisti COMPAGNIA TEATRALE E ASSOCIAZIONE CULTURALE ZOUKAK (Libano) Selezionata dal Consigliere internazionale del Praemium Imperiale William Luers (Stati Uniti) Nel 2006, poco prima degli attacchi israeliani nel Libano, la giovane attrice Maya Zbib fondò a Beirut insieme ad altri attori la Compagnia Teatrale Zoukak e cominciò a utilizzare strumenti quali la drammaterapia e interventi psicosociali, lavorando con le donne e nelle scuole con i bambini provenienti dal Sud del Libano. La compagnia tiene workshop di drammaterapia con lo scopo di “accrescere il benessere psicologico delle persone”, lavorando con rifugiati palestinesi, siriani, sudanesi e iracheni, oltre che con altre comunità marginalizzate. Nel suo atelier tiene anche diverse conferenze e realizza percorsi formativi per giovani artisti. Sono state anche elaborate pièces teatrali che affrontano argomenti come la storia libanese e che vengono messe in scena in tutto il Libano e all’estero. La Zoukak è un’organizzazione piccola ma dinamica composta da circa 25 persone. Il suo cuore creativo è costituito da Maya Zbib e da altri sei artisti, tutti trentenni. Lo scorso aprile la sede della compagnia è stata ampliata grazie all’aiuto economico di una fondazione elvetica. Ciò consentirà l’apertura di un teatro da 100 posti nel prossimo mese di novembre. “Attualmente la compagnia è in una nuova fase - spiega la fondatrice. - Vogliamo offrire ai giovani la possibilità di condividere i nostri strumenti per fare teatro, facendo crescere un pubblico di giovani.”   ...

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