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Museo del Bardo di Tunisi, una mostra sulle antichità romane africane 

A tre anni dall'attentato terroristico del 18 marzo 2015, fino alla fine di settembre, il museo ospita una esposizione con opere delle collezioni degli Uffizi e dei depositi dell'Archeologico di Firenze TUNISI - Inaugura domenica 18 marzo 2018 la mostra dedicata alle antichità romane originarie della Tunisia, presenti nelle collezioni e depositi degli Uffizi e dell'Archeologico di Firenze. Sarà la prima volta che i reperti, raccolti dal medico Giovanni Pagni di Pisa, saranno esposti insieme nella quasi loro totalità. L’esposizione è stata presentata in una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, giovedì 15 marzo, nella quale sono intervenuti per la Regione Toscana la vice presidente ed assessore alla cultura Monica Barni, il direttore delle Gallerie degli Uffizi  Eike Schmidt, il direttore del Museo delle grafica dell'Università di Pisa, Alessandro Tosi,  che ha collaborato all'iniziativa, il curatore della mostra Fabrizio Paolucci,  il console tunisino a Firenze Gualziero Zamperini e il sovrintendente Lorenzo Cinatti della Scuola di Musica di Fiesole, che a Tunisi accompagnerà l'inaugurazione con un concerto di un loro quartetto. Come sottolineato dallavice presidente della Toscana, Monica Barni, questo evento rafforza i legami, gia consolidati, tra la Toscana e Tunisia, le cui radici sono secolari.“E’ il Paese con cui abbiamo rapporto di cooperazione internazionale e questa iniziativa culturale si inserisce nel solco già avviato" - ha specificato Barni. L'idea della mostra, realizzata in collaborazione con l'istituto italiano locale di cultura e la curatela degli Uffizi, interamente finanziata dalla Regione con 70mila euro, era stata rilanciata l'anno scorso, dopo una visita della vicepresidente, nel Paese nord-africano.  Sono ventiquattro i pezzi in mostra, tra epigrafi e stele votive e funerarie, provenienti da Firenze. Curata da Fabrizio Paolucci, l'esposizione vuole restituire visibilità a questo nucleo di antichità provenienti dalla Tunisia, raccolte nel 1666 dal medico Pagni e, da oltre un secolo, diviso fra i depositi del Museo archeologico nazionale di Firenze e le Gallerie degli Uffizi.  I rilievi e le iscrizioni, fra le prime testimonianze dell'Africa romana che era possibile allora ammirare in Europa, furono sistemate nella sala d'ingresso del museo fiorentino e per due secoli furono al centro dell'interesse di studiosi italiani, ma anche francesi e inglesi. Poi sono stati spostati nei depositi e lì, chiusi nelle casse dell'archeologico, sono rimasti per almeno centosessanta anni.  Il direttore degli Uffizi Schmidt ha annunciato chele epigrafi, dopo l’esposizione a Tunisi, torneranno ad animare l'ingresso del museo fiorentino.  Tra i pezzi più rilevanti in mostra spicca una dedica a Giulia Donna, moglie dell'imperatore Settimio Severo, in cui si ricorda la località di Pagus Mercurialis, non altrimenti nota, e un grandioso frammento di architrave dell'antica Suas, che celebra la costruzione, sotto il regno di Marco Aurelio, di un tempio, di un arco e di un complesso di portici. A questi pezzi si aggiungono quattro rilievi punico-romani, provenienti da Cartagine e che raffigurano le massime divinità del Pantheon africano di età imperiale.  In occasione dell'inaugurazione, il quartetto Taag e il giovane soprano Yosra Abid saranno gli interpreti dei Stabat Mater di Lugi Boccherini, il virtuoso violoncellista che fu uno dei grandi ambasciatori della musica italiana all'estero sul finire del Settecento.  Il concerto darà avvio a una stagione di nuove collaborazioni della scuola con la Tunisia e con l'istituto di cultura italiano della capitale africana. La mostra rimarrà aperta fino alla fine di settembre 2018. ...

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