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L’essenza di Warhol al Vittoriano

Dal 3 ottobre, 170 opere riassumono l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati, non solo del mondo dell’arte, ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso estetico totalmente nuovo e originale  ROMA - Era il 1962 quando Andy Warhol inizia a usare la serigrafia per creare la serie Campbell's Soup, minestre in scatola prese dagli scaffali dei supermercati, per consegnarle direttamente all’Olimpo dell’arte.  Parte proprio dalle origini, la mostra dal semplice titolo Andy Warhol, ospitata dal 3 ottobre al Vittoriano di Roma, che ripercorre la vita e la carriera di un personaggio in grado di stravolgere, in maniera radicale, qualunque definizione estetica precedente. Tra gli anni ’60 e ’80,  Warhol diventail centro catalizzatore della cultura newyorchese, frequenta i locali più ambiti del momento, come lo Studio 54 o il Max's Kansas City dove si fa fotografare, tra gli altri, con Liza Minnelli, Debbie Harry, Paloma Picasso, Truman Capote. Crea sulla quarantasettesima est la “Silver Factory”, la fabbrica d’argento, per l’aspetto che Billy Name - fotografo e grande amico di Warhol - riuscì a darne riempiendo i muri di carta stagnola. E qui convergono tutti i grandi nomi dell’epoca, personaggi che vanno dal mondo della musica, al cinema fino alla letteratura: Bob Dylan, Truman Capote, John Lennon, Mick Jagger, Jack Kerouac, Salvador Dalì, Tennessee Williams, Rudolf Nureyev, Montgomery Clift sono assidui frequentatori della Factory. La mostra romana, con le sue 170 opere, è una immersione nel magico mondo di Andy, per comprenderne la vera essenza. Il percorso espositivo inizia con le principali icone che hanno condizionato il divenire dell’artista: dalla celebre Campbell’s Soup a Ladies and Gentlemen (1975), fino ai ritratti di grandi personaggi - alcuni dei quali mai incontrati - che da figure storiche ha trasformato in icone pop, come Marilyn (1967) Mao (1972) e gli stessi Self portrait.  Si prosegue evidenziando e affrontando il tema dei legami con la moda, anche in ambito italiano grazie ai ritratti di Giorgio Armani (1981) e Regina Schrecker (1983). Ma ci sono anche le preziose polaroid dell’epoca che rappresentano anche il punto di partenza per la realizzazione dei ritratti serigrafici e i celebri self portrait: Grace Jones (1984), la Principessa Carolina di Monaco (che finì sulla copertina di “Vogue” nel 1984), i ritratti di noti stilisti come Valentino (1973) e cantanti come Paul Anka (1975), Stevie Wonder (1972) e Carly Simon (1979). L’ampia selezione si chiude poi con un omaggio al mondo cinematografico, celebrato attraverso i ritratti di Liz (1964), Judy Garland (1985), Silvester Stallone (1980) e Arnold Schwarzenegger (1977). La mostra, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Eugenio Falcioni & Art Motors srl, è curata da Matteo Bellenghi, che spiega: “Padre e figlio della Pop Art, non è azzardato sostenere che se Warhol fosse vivo oggi avremmo assaporato una ulteriore evoluzione del suo modus operandi, più istantaneo e immediato in rapporto ai frutti di una società ulteriormente globalizzata e veloce”. Scrive ancora Bellenghi: “a distanza di trentun anni, il nome di quel timido e pallido artista viene celebrato ancora come uno dei più importanti e influenti dell'intera storia dell'arte contemporanea, oggi divisibile paradossalmente in ‘before Warhol’ e ‘after Warhol’. Warhol è l'artista del ‘why not’ per antonomasia. Nell'epoca dove il termine multitasking è entrato nella quotidianità di ognuno di noi rendendoci schiavi di una necessità non dittatoriale quanto obbligatoria, possiamo immaginarlo all'arzilla età di novant'anni con un suo smartphone a scattare innume-revoli foto condividendole su Facebook o lnstagram per i suoi probabili e improbabili follower, contornate dai like e commenti di amici come Mick Jagger o Christopher Makos, senza dimenticare quanto sarebbe divertente leggere le reazioni e i litigi socia I con gli artisti di altre correnti e principi, ognuno di loro con il proprio diritto di accusa e di replica”. Insomma con Warhol passato e presente si ricongiungono e lui, artista “ossessionato dall'idea di guardarmi allo specchio e di non vedere nessuno, niente", è invece ancora oggi prepotentemente sulla cresta dell’onda.  Foto di Gianfranco Fortuna {igallery id=8479|cid=1163|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} Vademecum Andy WarholComplesso del Vittoriano - Ala BrasiniRoma3 ottobre 2018 – 3 febbraio 2019Orario aperturaDal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30Venerdì e sabato 9.30 - 22.00Domenica 9.30 - 20.30(la biglietteria chiude un'ora prima) Aperture straordinarieGiovedì 1 novembre 9.30 - 20.30Sabato 8 dicembre 9.30 - 22.00Lunedì 24 dicembre 9.30 - 15.30Martedì 25 dicembre 15.30 - 20.30Mercoledì 26 dicembre 9.30 - 20.30Lunedì 31 dicembre 9.30 - 15.30Martedì 1 gennaio 15.30 - 19.30Domenica 6 gennaio 9.30 - 20.30 (la biglietteria chiude un'ora prima)BigliettiIntero € 13,00 (audioguida inclusa)Ridotto € 11,00 (audioguida inclusa)65 anni compiuti (con documento); ragazzi da 11 a 18 anni non compiuti; studenti fino a 26 anniInformazioni e prenotazioniT. + 39 06 87 15 111www.ilvittoriano.com   ...

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