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Il castello che affascinò Balzac e Mérimée

Azay-le-Rideau (Francia). Sono stati necessari tre anni di lavori e 20 milioni di euro per il restauro del Castello di Azay-le-Rideau, uno dei più belli della valle della Loira. Il castello sorge su un isolotto del fiume Indre, un affluente della Loira. Fu costruito tra il 1518 e 1523 per Gilles Bertholet, tesoriere di Francesco I, nello stile del primo Rinascimento francese. Aperto alle visite dall’Ottocento, affascinò Balzac e Mérimée.Meno maestoso di Chambord, ma elegante come Chenonceau, negli ultimi anni aveva registrato un calo di visitatori: «Azay-le-Rideau non è associato a nessun personaggio o evento storico. Può contare solo sul suo fascino. E i visitatori cominciavano a essere delusi di non trovare più il gioiello che era stato loro promesso. Bisognava restaurare e rinnovare la visita», ha spiegato Philippe Bélaval, presidente del Centre des Monuments Nationaux (Cmn), l’ente pubblico che gestisce numerosi siti del patrimonio francese.Chrystelle Laurent, direttrice del castello, ha spiegato che «la superficie della pietra della facciata, un tufo bianco, era diventata grigia e spenta, attaccata dai licheni per uno spessore di diversi millimetri. I decori scolpiti, in una pietra calcarea molto fragile, così come il lucernario, più esposto alle intemperie, si erano consumati».Ora la facciata è tornata bianca e gli elementi scolpiti sono stati puliti e consolidati, in alcuni casi ricostruiti. È stato inoltre necessario un importante intervento sul tetto, che presenta sulla «cresta» rare lastre di piombo policromo, alcune del XVI-XVII secolo. Il cantiere, «senza precedenti» secondo il conservatore del Cmn Joël Guerin, è stato affidato a Arnaud de Saint-Jouan. L’ardesia, che non si estrae più nella regione, è stata fatta arrivare (per la prima volta con un sistema di tracciabilità) dalla Galizia (Spagna), dove si lavora una roccia molto simile. L’ossatura del tetto era stata profondamente danneggiata dalle infiltrazioni d’acqua.Qui l’intervento è stato fatto nel rispetto di una colonia di pipistrelli, una specie protetta, il vespertilio maggiore. Ora la soffitta, con l’immensa volta e la complessa struttura di travi in legno di quercia del bosco reale di Chinon, si può di nuovo visitare e, con un po’ di fortuna, si possono anche avvistare i mammiferi che vi abitano. Chrystelle Laurent tiene a sottolineare il carattere 100% ecologico del restauro a partire dal rispetto della biodiversità del giardino risistemato nel 2014 secondo il gusto paesaggistico dell’Ottocento.L’interno del castello è stato ricostruito esattamente come si presentava alla fine del XIX secolo, ai tempi degli ultimi proprietari, la famiglia Biencourt. Jean-Jacques Gautier, ispettore del Mobilier National, si è basato sugli inventari dell’Ottocento e su foto d’archivio per restituire in modo più fedele possibile le boiserie e gli arazzi. Il castello è stato arredato con oltre 250 mobili e oggetti d’arte provenienti dai depositi statali. Le conservatrici Magali Bélime-Droguet e Clotilde Roy si sono occupate di acquisire dagli eredi dei Biencourt oggetti e ritratti di famiglia. Al piano terra si visitano il grande salone con il maestoso caminetto del 1856, la sala del biliardo, la dispensa e le cucine, la sala da pranzo e la biblioteca.Al piano superiore è stato realizzato un «percorso onirico» con le installazioni animate del duo di artisti Piet.sO e Peter Keene. Nell’antico frantoio, in giardino, è stato ricavato un moderno spazio informazioni sulla storia del castello. Il Centre des Monuments Nationaux conta attraverso tutto ciò di raddoppiare le visite e accogliere tra 400mila e 500mila visitatori all’anno. ...

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