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I colori della Rivoluzione

C’è un dipinto importante, «17 ottobre 1905», terminato nel 1911 da Ilja Repin, che bene illustra la rivoluzione russa del 1905, iniziata con la repressione da parte dell’esercito di una manifestazione di operai intenzionati a presentare le loro rimostranze allo zar Nicola II. L’opera emana allegria e vivacità, anche se prefigura la prossima nascita dei «Soviet» e l’arrivo, dodici anni dopo, della Rivoluzione d’Ottobre con i bolscevichi che formarono un governo presieduto da Lenin. Proprio questi fatti (che ispirarono a Sergej Michajlovič Ėjzenštejn il film «La corazzata Potemkin»), a partire dall’opera citata in apertura, sono al centro della prima mostra del «nuovo» MAMbo diretto da Lorenzo Balbi, organizzata da Bologna Musei in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.Attraverso 70 opere delle avanguardie russe e datate dal 1910 agli anni Trenta, si indaga su uno dei capitoli più importanti e radicali dell’arte moderna durante anni cruciali. La mostra «Revolutija. Da Chagall a Malevic, da Repin a Kandinskij. Capolavori dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo», a cura di Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky, allestita al museo bolognese dal 12 dicembre fino al 13 maggio, mette in luce stili e dinamiche di sviluppo di artisti quali Natan Altman, Natalia Goncarova, Casimir Malevic, Vasilij Kandinskij, Marc Chagall, Valentin Serov e Aleksandr Rodčenko. Sono documentati i movimenti culturali della Russia d’inizio Novecento come il Primitivismo, il Cubofuturismo, il Suprematismo e il Costruttivismo.Si indaga in particolare il passaggio dal Realismo all’Astrattismo con la presenza di un «manifesto» come «Il quadrato, la croce, il cerchio» di Malevic che proclamava la supremazia della pura sensibilità su ogni figurazione. ...

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