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Furla in azione

Milano. Dopo la parabola del Premio Furla, la cui decima e ultima edizione si è tenuta nell’autunno del 2015, l’omonima Fondazione nata a Bologna nel 2008 per volontà di Giovanna Furlanetto, titolare della nota casa di moda, inaugura il suo nuovo corso al Museo del Novecento: sede, quest’ultima, di «Time after Time, Space after Space», un programma di appuntamenti dedicati all’arte performativa a partire da questo mese fino al prossimo maggio. Il progetto è a cura di Peep-Hole (alias Bruna Roccasalva e Vincenzo de Bellis), organizzazione non profit milanese. Il ciclo nasce da un confronto con l’opera di Lucio Fontana, del quale, nel 2018, cadrà il cinquantesimo anniversario della morte. Fontana è individuato come performer ante litteram, avendo attribuito al gesto un inconfondibile valore artistico. Le performance di «Time after Time, Space after Space», non a caso, saranno illuminate dall’imponente neon che occupa il secondo piano del museo milanese concepito dall’artista per la IX Triennale di Milano nel 1951.Protagonista del primo appuntamento, dal titolo «To Play the Flute» è l’ottantaduenne coreografa e artista italoamericana Simone Forti (21, 22 e 23 settembre), pioniera della danza postmoderna. Nella Sala Fontana sono riproposte quattro performance storiche: «Huddle» e «Censor», entrambe del 1961 (la prima consiste in una pila di corpi umani stretti l’uno all’altro, che ciascun performer scala fino in cima, per poi tornare a farne parte), «Cloths» (1967) e «Sleepwalkers» (1968), quest’ultima eseguita per la prima volta dalla Forti nella Galleria L’Attico di Roma in risposta alle sue frequenti visite allo zoo della città. A seguire altri quattro appuntamenti, a cadenza bimestrale: Alexandra Bachzetsis a novembre, Adelita Husni-Bey a gennaio, Paulina Olowska a marzo e Christian Marclay ad aprile. ...

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