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Firmato a dicembre il Decreto che equipara i titoli rilasciati dalle Scuole Statali di Restauro alla Laurea

Con questo atto anche i diplomi ottenuti prima del 2009, quando iniziò il percorso di accreditamento degli Istituti centrali del Mibact, sono finalmente equiparati alla laurea magistrale a ciclo unico in conservazione e restauro dei Beni Culturali ROMA - Il 20 dicembre 2017 il Ministro per i beni e le attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli hanno firmato il decreto che conclude il percorso di equiparazione dei diplomi rilasciati dalle scuole statali di restauro dell’Istituto Centrale per il Restauro, dell’Opificio delle Pietre Dure, della Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna e dell’Istituto Centrale per la Patologia del libro, al diploma di laurea.  Il D.I. n. 564 del 20/12/2017 è stato trasmesso agli organi di controllo per la sua successiva registrazione, secondo il consueto iter legislativo. Con questo atto anche i diplomi ottenuti prima del 2009, quando iniziò il percorso di accreditamento degli Istituti centrali del Mibact, sono finalmente equiparati alla laurea magistrale a ciclo unico in conservazione e restauro dei Beni Culturali. Il decreto è frutto di un lungo percorso di collaborazione nato inizialmente fra il Comitato Nazionale delle Lauree in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali nella persona della presidente Laura Baratin e un gruppo di ex-allievi diplomati presso l’OPD e l’ICR, successivamente costituitisi nell’associazione ORA Organizzazione Restauratori Alta-formazione nel marzo del 2015, in vista di affrontare il problema del riconoscimento del titolo acquisito negli storici istituti. A tal fine, è stato svolto un lungo e meticoloso lavoro di confronto fra monte ore e contenuti didattici dei corsi impartiti dalle SAF prima del DM del 2 marzo 2011 e i nuovi corsi impartiti dalle istituzioni preposte alla formazione del Restauratore. Il lavoro di comparazione, assolutamente necessario per ottenere l’equiparazione presso il MIUR e mai prodotto finora, è stato svolto dalle restauratrici Nanni Molè, Daphne De Luca, e Debora Minotti, rispettivamente nel ruolo di vice-presidente e consiglieri dell’Associazione ORA, per quanto riguarda i corsi dell’Istituto Centrale per il Restauro, dell’Opificio delle Pietre Dure e della Scuola per il restauro del mosaico di Ravenna dalle origini fino al 2009 e per quanto riguarda l’Istituto Centrale per la Patologia del Libro ha visto la collaborazione dell’Istituto stesso e del restauratore Paolo Crisostomi per arrivare alle tabelle comparative sintetiche. Il tutto è stato poi verificato e aggiornato da Laura Baratin secondo quanto disposto dalle tabelle della rispettiva classe di laurea e infine gli schemi sono stati allegati alla lettera inoltrata il 9 maggio 2017 al Capo del Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca del MIUR a cui è stato illustrato il lavoro di comparazione e ne sono state chiarite le diverse istanze. Il lavoro successivo degli uffici legali competenti dei due Ministeri, ha portato alla firma congiunta del decreto alla fine del 2017.  Per questo risultato i restauratori possono ringraziare, naturalmente, l’Associazione ORA che è stata il portavoce di questa istanza con un lavoro costante, tenace e continuo e anche tutte le persone che hanno, a vario titolo e in modo più o meno palese, collaborato e sostenuto questo percorso in un complesso lavoro di squadra, tra diverse competenze all’interno e all’esterno dei due ministeri coinvolti. Come affermato dai due ministri questo decreto rappresenta la conclusione di un percorso importante riconoscendo “il valore dell'alta formazione culturale di qualità in tutte le sue declinazioni” e, in particolare, il percorso formativo fornito dalle scuole del MiBACT nel restauro, modello per tutte le istituzioni che sostengono questo rilevante settore formativo, quali Università, Accademie e alcuni Enti privati. Con questo atto tutti coloro che sono in possesso del diploma conseguito presso le SAF prima del 2009 e in possesso del diploma di scuola media superiore, sono finalmente equiparati alla laurea magistrale a ciclo unico in conservazione e restauro dei Beni Culturali (LM02). Si tratta pertanto di un atto dovuto atteso da tempo e che riconosce il merito ai diplomati delle Scuole statali del MiBACT che tanto hanno contribuito alla diffusione del restauro a livello nazionale e internazionale.  Tuttavia, il titolo di studio non entra nel merito della qualifica professionale (articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 e successive modificazioni, concernente la disciplina transitoria del conseguimento delle qualifiche professionali di restauratore di beni culturali e di collaboratore restauratore), la quale segue un iter diverso e la cui imminente conclusione è auspicata da tutto il settore.  La necessità di regolamentare un settore da anni governato dal caos riguarda infatti tutte le varie istituzioni preposte alla formazione nel campo della Conservazione e del Restauro. Si fa notare, infatti, che in attesa della fine di questa transitorietà, anche i giovani laureati nella classe LMR/02, che ormai sono più di 500, sia che provengano dalle SAF, dalle Università o dalle Accademie, pur avendo una laurea abilitante ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004, non compaiono in nessun elenco del MiBACT e quindi non sono ancora riconosciuti come professionisti. Ad oggi le istituzioni accreditate dalla Commissione MiBACT-MIUR che preparano i restauratori, sono ormai più di 27 su tutto il territorio nazionale e la docenza, per i laboratori di restauro, è nella maggior parte dei casi docenza a contratto, secondo determinati requisiti stabiliti dall’art.3 del DM n. 87 del 2009, ma senza nessuna stabilità, né prospettive a lungo termine, né tanto meno possibilità di sviluppare ricerca all’interno delle istituzioni in cui viene coinvolta se non in termini del tutto casuali. Si fa notare che in questi corsi circa un terzo dei crediti formativi (mediamente 100 sui 300 richiesti alla fine del ciclo quinquennale) riguardano proprio le attività di restauro con un monte ore nettamente superiore alla parte strettamente teorica.  A questo proposito, in una prospettiva futura, utile alla formazione in questo settore, così importante per la salvaguardia del patrimonio culturale, questo riconoscimento potrebbe essere considerato come uno degli elementi caratterizzanti per la definizione del ruolo della docenza professionalizzante, con la creazione di un settore disciplinare adeguato, attualmente mancante. ...

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