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Aste. A dicembre alla Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art di Copenhagen un raro “Achrome” di Piero Manzoni

Cortesia HEART Herning Museum of Contemporary Art. Foto: @ Ole Bagger

L’opera, realizzata durante il periodo trascorso dall’artista italiano in Danimarca, non è mai stata messa in vendita.  La stima è compresa tra i 200mila e i 270mila euro

ROMA – Il prossimo 5 dicembre andrà all’asta, presso la Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art di Copenhagen, un raro “Achrome” di Piero Manzoni, realizzato dall’artista proprio in Danimarca nel 1961.

Manzoni, infatti, scomparso prematuramente a soli 29 anni per un infarto e considerato come uno dei più rappresentativi esponenti dell’Arte concettuale degli anni Sessanta, arrivò in Danimarca verso la fine degli anni ’50, per esporre nella Galerie Koepcke di Copenhagen, ma anche per sperimentare alcune fibre naturali e artificiali nella fabbrica di camicie di Aage Damgaard, imprenditore tessile e mecenate. 

Il rapporto di  Manzoni con la Danimarca si deve soprattutto a tre persone: un gallerista, un imprenditore e un artista. Il primo è Arthur (Addi) Köpcke che ha gestito la Galerie Köpcke a Copenhagen fra il 1958 e il 1963, dove Manzoni ha esposto alcune delle sue opere riscuotendo grande successo fra il pubblico; il secondo è Aage Damgaard che, a partire dagli anni Cinquanta, si è affidato a una serie di artisti perché esprimessero sulle pareti della sua azienda il proprio estro creativo; il terzo è Paul Gadegaard, impiegato in maniera stabile da Damgaard per dipingere la sua fabbrica a Herning, che fece da tramite fra il suo illuminato committente e il giovane artista italiano.

Come racconta Niels Raben, direttore del dipartimento di Arte Moderna alla Bruun Rasmussen: La particolare collaborazione con il produttore di camicie e mecenate Aage Damgaard di Herning è stata di grande importanza per il lavoro di Manzoni negli anni immediatamente precedenti la sua prematura scomparsa nel 1963, in quanto Damgaard lasciava che l’artista italiano si esprimesse in totale autonomia, plasmando spontaneamente il suo grande talento”. 

Piero Manzoni è stato presente alla Galerie Köpcke di Copenhagen nel mese di giugno del 1960, esponendo “Corpi d’Aria”, palloncini contenenti il suo stesso fiato, “Achrome”, una serie di opere monocromatiche bianche realizzati con gesso e caolino prima, con fibre naturali e artificiali dopo, “Linea”, costituita da una linea tracciata su un foglio di carta arrotolato e posta all’interno di contenitori sigillati, “Uova Scultura”, uova bollite con l’impronta digitale dell’artista sull’albume sodo. In una lettera del tempo, Manzoni riflette sulla propria esperienza a Herning: «(…) A Copenhagen ho avuto un successo che mi ha stupefatto. Galleria piena, articoli su tutti i giornali, su 3-4 colonne da capo a fondo pagina, ecc. Incredibile poi, sono stato ingaggiato da una fabbrica di camicie (vitto e alloggio gratuiti più L. 11.000 al giorno e un assistente-aiutante con macchina) per un mese, con a disposizione tutti i tecnici della fabbrica perché faccia liberamente tutte le ricerche tecnico-artistiche che voglio.» (Celant G. Manzoni, Skira Editore, Milano, 2004, p. 652). Dopo la mostra alla Galerie Köpcke, Manzoni si recò a Herning, dove trascorse il mese di luglio creando la sua famosa “Linea” lunga 7.200 metri e in generale sperimentando l’uso di tutti i materiali che la fabbrica tessile poteva mettere a sua disposizione. Dopo un’ulteriore mostra alla Köpcke nell’ottobre del 1961, dove presentò al pubblico la sua famosa “Merda d’Artista”, la scatoletta di latta contenente le proprie feci, Manzoni ritornò a Herning: «(…) In questo periodo –scrive Celant– vanno collocati i ‘quadri pelosi’, così Manzoni chiama gli Achrome che vedono fissato al supporto fibre naturali e sintetiche, come il nylon, signore e padrone della produzione tessile di quegli anni.» (Celant G. Manzoni, op. cit., p. 621).

“Achrome”, prima di essere battuta all’asta, è stata esposta a Parigi, il 21-22 settembre, mentre sarà in mostra a Londra, presso la Shapero Modern dal 5 all’8 novembre. Poi, fra il 23 e il 27 novembre, Bruun Rasmussen organizzerà una presentazione in anteprima. Seguirà quindi l’asta, in programma per il 5 dicembre. 

Curiosità sull’opera. Il pezzo destinato all’asta è appartenuto a un assistente di galleria che ha avuto l’opera nel 1962 grazie al suo datore di lavoro presso la Galerie Köpcke. Nel 1989 è stata mostrata a Freddy Battino, art director della Galleria Blu di Milano, in occasione della presentazione del catalogo ragionato nel quale è inclusa.

PROGRAMMA

“ACHROME” IN MOSTRA A LONDRA

Dal 5 all’8 novembre 2017. Orario: domenica dalle 12 alle 17, lunedì dalle 10 alle 21, martedì dalle 10 alle 17, mercoledì dalle 10 alle 17.

Shapero Modern, 32 St George Street

Londra W1S 2EA

“ACHROME” ALL’ASTA A COPENHAGEN

5 dicembre 2017 alle ore 16. Anteprima dal 23 al 27 novembre: giovedì dalle 15 alle 18, venerdì, dalle 11 alle 17, sabato e domenica dalle 11 alle 16, lunedì dalle 11 alle 17.

Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art

Bredgade 33

1260 Copenhagen

 

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I predatori dell’arte perduta. Le lezioni di Leonardo

I predatori dell’arte perduta. Le lezioni di Leonardo

Mercoledì 18 ottobre alle 13.40 su Rai5 grazie a illustri esperti si scopriranno i segreti legati a uno dei capolavori di Leonardo, ‘La Dama con l’ermellino’

Leonardo da Vinci è ritenuto da molti l’artista più talentuoso mai vissuto. La sua opera viene ancora oggi studiata e gelosamente conservata, ma c’è ancora molto da scoprire su come lavorava e sulle tecniche che usava. Il nuovo episodio della serie in prima visione “I predatori dell’arte perduta” prova a fare luce sui misteri che si celano dietro i capolavori di questo artista.  In particolare ci si inoltrerà nei segreti legati al capolavoro “La Dama con l’ermellino”. 

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L’Altrove a Firenze. Testimonianze fra arte e scienza

L’Altrove a Firenze. Testimonianze fra arte e scienza

Nuovo ciclo di conferenze pomeridiane dedicato all’Unità del Sapere e programmate insieme alla Facoltà di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze

FIRENZE – Prende il via mercoledì 18 ottobre un nuovo ciclo di conferenze, pensate per coloro che desiderino conoscere meglio la storia di Firenze e ricevere spunti di riflessione e studio. Un appuntamento autunnale che si ripete da sei anni. Quest’anno sarà inaugurato alle ore 17.00 presso il Teatro del Rondò di Bacco, con l’intervento di Roberto Mancini dal titolo “Appropriazioni. L’“altrove” a Firenze tra strategie cognitive e logiche di potere”, il nuovo ciclo di conferenze “L’Altrove a Firenze. Testimonianze fra arte e scienza” messo a punto dalle Gallerie degli Uffizi con la collaborazione del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze. 

Il ciclo di è incontri dedicato sia ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, che potranno farlo valere anche come corso di aggiornamento, sia all’ampio e affezionato pubblico dei musei fiorentini. Gli appuntamenti prevedono una serie di contributi intellettuali elaborati da studiosi di formazione sia umanistica che scientifica. 

In consonanza con il soggetto delle conferenze di quest’anno e nell’ambito della mostra attualmente presso la Galleria degli Uffizi “Rinascimento giapponese. Dipinti di natura sui paraventi dal XV al XVII secolo”, in collaborazione con l’Ambasciata giapponese di Roma, sono previste altre tre conferenze di cui la prima si terrà il giorno sabato 21 ottobre presso l’aula di San Pier Scheraggio alla Galleria degli Uffizi.

Oltre agli appuntamenti stabiliti dal calendario è prevista l’organizzazione di una serie di visite guidate collegate all’argomento, di cui sarà data comunicazione nel corso delle conferenze.

“La collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, nell’offrire il ciclo di conferenze pubbliche, gratuite per tutti i partecipanti, conferma il ruolo centrale di ricerca e divulgazione proprio all’istituzione museale, mentre quella con l’Ambasciata del Giappone in Italia dimostra l’importanza dello scambio internazionale e interculturale all’interno della nostra società”, afferma Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi.

Informazioni su www.uffizi.it e presso il Dipartimento Educazione e Ricerca, Area Scuola e Giovani ≈ Tel 055 284272 –  uffiziscuola@beniculturali.it

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ArtVerona 2017, ecco i premiati

Flavio Favelli, Extra Profondo Oro, 2017, collage di carte di cioccolatini su pannello, cm 120 x 190

Assegnati i riconoscimenti per le varie sezioni della Fiera, il cui tema per questa edizione diretta da Adraina Polveroni era “Viaggio in Italia #backtoitaly” 

VERONA –  E’ stato l’artista Flavio Favelli a vincere il Concorso Icona ArtVerona 2017.  Con ICONA, quest’anno alla sua dodicesima edizione, si intende dare riconoscimento alle Gallerie che di anno in anno partecipano alla manifestazione, essendo queste ultime l’anima e l’espressione della fiera stessa, attraverso l’acquisto, da parte di un’azienda, dell’opera che diventerà l’immagine della campagna di comunicazione di ArtVerona dell’anno successivo. La Commissione riunita ha decretato vincitrice l’opera di Flavio Favelli, Extra Profondo Oro, 2017, collage di carte di cioccolatini su pannello, cm 120 x 190, presentata in fiera dalla galleria Studio Sales di Norberto Ruggeri, Roma,  per la riconosciuta capacità dell’artista di lavorare con l’immaginario e con la memoria del nostro paese riuscendo a sintetizzare con diversi registri, felici o drammatici, suggestioni personali e collettive. L’opera scelta diventerà dunque l’immagine della prossima edizione di ArtVerona. 

Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi sono i vincitori dello Sustainable Art Prize, il premio dell’Università Ca’ Foscari ad ArtVerona 2017. Presentati ad ArtVerona dalla galleria aA29 Project Room, con sedi a Caserta, Milano e Praga. Vinci/Galesi hanno convinto per la dedizione a dir poco genetica con cui affrontano i temi della sostenibilità ambientale, sociale e politica. Ha colpito, inoltre, la loro capacità di tradurre tale impegno in progetti esteticamente risolti e particolarmente efficaci dal punto di vista comunicativo. Si è apprezzata, infine, l’onesta e disponibilità di Vinci/Galesi al coinvolgimento del territorio e delle comunità, che emerge quale cifra caratteristica dei propri interventi. 

L’opera vincitrice del Premio Fotografia under 40 ad ArtVerona 2017,  nato quest’anno da un’idea di Adriana Polveroni, direttrice artistica di ArtVerona, è The Cool Couple, Meditation Rocks®, 4 Elements, Fire/Air/Water/Earth, dalla serie Karma Fail, 2017, Diasec 4+3mm, cm 100×70 presentato dalla galleria MLZ Art Dep di Trieste. All’unanimità la commissione ha selezionato un lavoro di una coppia di artisti italiani in linea con il focus sull’italianità dell’edizione di quest’anno di ArtVerona, ispirato al concetto di sortilegio e immaginazione che scava l’attualità nelle sue contraddizioni. Una menzione speciale va ai due lavori dell’artista Marco Ceroni Senza titolo, 2016, stampa inkjet su carta baritata, cornice, cm 43×43 e Strong belief, 2016, stampa inkjet su carta baritata, cornice, cm 64×43 presentati in fiera dalla Gallleriapiù di Bologna.

I vincitori del Premio OTTELLA for GAM, che approda alla sua seconda edizione ed ha tra i suoi obiettivi più rilevanti la divulgazione della conoscenza dell’arte contemporanea, sono bianco di Julia Bornefeld (Galleria Antonella Cattani, Bolzano) e Notes for a book “Dear Michael” di Antonio Rovaldi (Galleria Michela Rizzo, Venezia).  Julia Bornefeld: Una nuvola bianca si alza sempre più e si espande, ma lasciando alle sue spalle un cielo nero e tutto intorno una cornice bruciata.  Quindi “bianca” come dice il titolo è il risultato di un sacrificio di tutto ciò che la circonda e l’ha generata. L’opera fa riflettere sulla facilità del consumo umano.  Antonio Rovaldi: L’esplorazione nel perimetro di Manhattan racconta di una periferia universale, come percezione intima di una esplorazione in walking artist pertinente a mille e una città.

MORE – a museum of refused and unrealised project vince il Concorso di ArtVerona | Art Project Fair, dedicato agli spazi indipendenti, i8, con la seguente motivazione espressa della Giuria: “Il Premio quest’anno va a MORE per il rigore scientifico della ricerca accademica, la sua accessibilità, per la sua prospettiva di crescita contenutistica e di sostenibilità”.

Il Premio Display, alla sua terza edizione, riconoscimento che ArtVerona assegna agli spazi che perseguono un criterio progettuale, per qualificare ulteriormente la presenza dell’offerta nei padiglioni, è stato vinto da 10 A. M. Art di Milano Z2O Sara Zanin Gallery di Roma per i migliori progetti allestitivi. 

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“La Cappella Sistina in VR” vince i Content Innovation Awards 2017 di Cannes

ROMA – ”La Cappella Sistina in VR”, l’esperienza VR interattiva realizzata da Sky e Untold Games di Flavio Parenti in collaborazione con i Musei Vaticani, vince la sezione Virtual Reality Initiative of the Year ai Content Innovation Awards 2017 di Cannes, i premi per l’innovazione tecnologica nel video entertainment organizzati da Digital TV Europe e Television Business International a Cannes. Il contenuto Sky si è aggiudicato il premio dedicato alle innovazioni che sono riuscite ad avvicinare le potenzialità del VR all’esperienza del video entertainment. ”La Cappella Sistina in VR” è un tour interattivo di uno dei luoghi più noti al mondo, reso possibile attraverso le più moderne tecniche di ricostruzione e la rimodellazione in 3D della Cappella Sistina su un modello CGI in 360 partendo da foto ad altissima risoluzione. Un’esperienza unica, sorprendente e di fortissimo impatto emotivo realizzata in uno dei luoghi più noti e visitati al mondo attraverso un inedito incontro tra l’arte millenaria e la tecnologia contemporanea. 

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Roma. Iniziata la demolizione del villino nello storico quartiere Coppedé

Roma. Iniziata la demolizione del villino nello storico quartiere Coppedé

Il Presidente di Italia Nostra, Oreste Rutigliano, aveva inviato una lettera a MiBact, alla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma per chiedere di bloccare l’abbattimento dell’immobile

ROMA – A poco è valso l’appello di residenti e associazioni per fermare la demolizione del villino nel quartiere Coppedè a Roma. La demolizione dello storico edificio di via Ticino 3 è, infatti, cominciata dalle prime ore del mattino del 16 ottobre, tra le proteste. Proprio qualche giorno fa il Presidente di Italia Nostra, Oreste Rutigliano, aveva inviato una lettera a MiBact, alla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma per chiedere di bloccare l’abbattimento dell’immobile, il cui posto verrebbe preso da un moderno condominio, progettato da Alessandro Ridolfi, presidente degli architetti di Roma. All’appello si era unito anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi: “Non sarebbe meglio restaurare la palazzina che già c’è? Questo deve fare un sindaco, questo deve fare un sovrintendente”.

Italia Nostra in una nota affermava: “Confinante con i villini storici del quartiere Coppedè, il palazzo presenta elementi di decoro e riferimenti formali tipici dell’architettura degli anni ’30 del secolo scorso, ed è stato oggetto poi di un successivo intervento di sopraelevazione. Appartenuto alla congregazione di suore ‘le Ancelle Concezioniste del Divin Cuore’, oggi l’immobile è di proprietà dalla società ‘NS costruzioni’ S.r.L. che, nel progetto presentato in Conferenza dei servizi, intende demolirlo e sostituirlo con una palazzina residenziale di moderna concezione”.  “La demolizione dell’edificio – continuava il comunicato –  avrà l’effetto di alterare irreversibilmente la visione e la percezione unitaria e di insieme del contesto nel quale l’immobile è collocato, contesto di indiscutibile pregio storico e architettonico”. 

Italia Nostra chiedeva dunque al MiBact di svolgere ogni azione utile, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 12 e ss. del Codice dei beniculturali e del paesaggio, al fine di assicurare la piena e più opportuna tutela al bene immobile in questione e salvaguardare il contesto storico e architettonico nel quale è inserito. 

Le proteste non hanno sortito effetto e attualmente dell’edificio rimane poco più che lo scheletro. “A questo punto prima finiscono i lavori e meglio è” – ha commentato qualche residente. 

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