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Al Mudec di Milano arrivano gli Asmat, i cacciatori di teste della Nuova Guinea. Foto

Al Mudec di Milano arrivano gli Asmat, i cacciatori di teste della Nuova Guinea. Foto

Riti, vita e arte di questa popolazione sono al centro della mostra che sarà ospitata al Museo delle culture dal 27 settembre 2017 all’8 luglio 2018 è presso lo Spazio Focus

MILANO – Dopo aver festeggiato il raggiungimento di  un milione di visitatori in soli due anni dall’apertura, il Mudec di Milano prosegue la sua interessante programmazione con una  particolare mostra, la prima in un museo pubblico italiano interamente dedicata ad uno dei popoli più affascinanti della Nuova Guinea, gli Asmat.

“Eravamo cacciatori di teste. Riti, vita e arte delle popolazioni Asmat”, questo il titolo della mostra che apre al pubblico il 27 settembre e racconta i profondi mutamenti sociali e culturali avvenuti in seno alla ricchissima tradizione rituale e artistica delle popolazioni Asmat nel corso del XX secolo. 

Si tratta di una esposizione nata dalla forte volontà di valorizzare una parte della collezione permanente solitamente conservata nei depositi del Mudec.

Il percorso espositivo presenta una selezione di circa 150 opere, suddivise in quattro sezioni, provenienti dalla Nuova Guinea e appartenenti alla collezione Fardella-Azzaroli, concessa in comodato al museo, e alla Collezione Leigheb-Fiore, acquisita nel 2015 dal Comune, poco prima dell’apertura del Mudec per incrementarne il patrimonio e colmare la dolorosa lacuna creatasi più di settanta anni fa a causa dei bombardamenti che colpirono il Castello Sforzesco, allora sede delle Collezioni Etnografiche. 

Sculture, armi, strumenti musicali, oggetti d’uso e rituali, permetteranno al visitatore di approfondire non solo gli aspetti legati alla vita quotidiana di queste popolazioni, ma anche i complessi rituali e le tradizioni che legano indissolubilmente la pratica scultorea alla dimensione spirituale più profonda del popolo Asmat. L’esposizione si completa con un documentario e numerose fotografie che permetteranno ai visitatori di immergersi nella cultura di una delle popolazioni più affascinanti della Nuova Guinea.

Gli Asmat, che vivono nell’area situata sulla costa sud-occidentale della Nuova Guinea, politicamente appartenente all’Indonesia, ma stilisticamente e culturalmente legata al mondo oceanico, sono conosciuti dalla metà del secolo scorso e hanno attirato l’attenzione non solo di studiosi, antropologi ed etnografi, ma anche di collezionisti d’arte e artisti. Tuttora esercitano un gran fascino, basti pensare che Sebastião Salgado ha scelto di realizzare alcuni scatti del suo recente progetto Genesi, proprio tra le popolazioni Asmat, quali testimoni viventi di un perfetto equilibrio tra uomo e natura. 

La mostra, che resterà aperta fino all’8 luglio 2018,  ha visto la collaborazione tra il personale scientifico del museo e alcuni esperti di arte Asmat e della Melanesia, tra i quali il Dottor Paolo Campione, Direttore del Museo delle Culture di Lugano.

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Vademecum

MILANO, MUDEC – Museo delle Culture di Milano 
via Tortona 56
Info. +39 0254917
 SITO UFFICIALE: http://www.mudec.it/

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Roma, Centrale Montemartini. FREEDOM MANIFESTO. Umanità in movimento

Roma, Centrale Montemartini. FREEDOM MANIFESTO. Umanità in movimento

Una grande mostra collettiva sul tema dell’immigrazione. Il mezzo di comunicazione scelto è il poster che continua a rappresentare il medium più immediato per esporre messaggi davanti ai nostri occhi distratti

ROMA – Può un poster cambiare il mondo? Forse non piò cambiarlo, ma sicuramente può essere un mezzo efficace ed immediato per comunicare un messaggio, tra parole e immagini. E’ quanto hanno fatto alcuni artisti sollecitati dal Centro di ricerca interdisciplinare sul paesaggio contemporaneo, che ha lanciato un appello per raccogliere il loro punto di vista su un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti: la migrazione di uomini e donne in fuga dalla guerra, dalla miseria, dalla sopraffazione. 

Il risultato di questa “chiamata” è la grande mostra collettiva, a cura di Fulvio Caldarelli, Armando Milani e Maurizio Rossi, dal titolo “FREEDOM MANIFESTO. Humanity on the move / Umanità in movimento”, ospitata al Museo Centrale Montemartini di Roma, dal settembre al 31 dicembre 2017. 

A impreziosire il curioso mini-catalogo della mostra, pubblicato nel classico formato dei manifesti per affissione (70 x 100 cm), il contributo critico del sociologo Alberto Abruzzese che scrive: “Il manifesto storico – con tutte le sue appendici tardo-moderne e post-moderne – è stato lo strumento di persuasione o dissuasione di soggetti sociali individuati nel loro ruolo politico e professionale. Ora dovrebbe aprirsi la fase di una comunicazione attenta alla vocazione delle persone, al senso rimosso della vita vissuta piuttosto che alla professione alla quale essa stessa ci costringe”.

L’esposizione presenta al pubblico, oltre ai poster realizzati per l’occasione da maestri del graphic design contemporaneo – come Félix Beltrán, Ginette Caron, Milton Glaser, Alain Le Quernec, Italo Lupi, Astrid Stavro, Heinz Waibl – anche una nutrita rassegna di autori provenienti da tutto il mondo, tra i più interessanti della nuova generazione

La mostra, con il patrocinio di RAI, AGI (Alliance Graphique Internationale) e AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva), è parte del calendario di eventi che animano l’edizione romana 2017 di “AIAP Design per”.

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra si svolge anche sotto il significativo patrocinio della Comunità di Sant’Egidio, movimento laicale internazionale fondato a Roma nel 1968, da sempre impegnato nell’accoglienza e nell’integrazione di immigrati e rifugiati. 

Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Autori in mostra: VALENTINA AGRIESTI/ STEFANO ASILI / RUEDI BAUR / ERIN BAZOS / FÉLIX BELTRÁN / MAURO BUBBICO / MARLENE BUCZEK / ANGELO BUONUMORI / FULVIO CALDARELLI / ELIO CARMI / GINETTE CARON / FANG CHEN / ALESSIO COSMA / ROBERTO DEL BALZO / FRANCESCO DONDINA / ERIKA GIUSTI / MILTON GLASER / PUYA HABIBZADEHKAVKANI / GIANNI LATINO / GLI IMPRESARI / ITALO LUPI / ALAIN LE QUERNEC / GIOVANNI LUSSU / ARMANDO MILANI / MAURIZIO MILANI / GERMAN MONTALVO / RICARDO SALAS MORENO / ANTONIO PACE / MARIO PIAZZA / ANTONIO ROMANO / MICHELE REGINALDI / MICHELE SANTELLA / FILIPPO SASSOLI / ASTRID STAVRO / STUDIO ORIGONI STEINER / PARISA TASHAKORI / PAOLO TASSINARI / LUIGI VERNIERI / MARIO FOIS (VERTIGO DESIGN) / HEINZ WAIBL / ZUP DESIGN 

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Milano. Allo Spazio Ventura XV la mostra NASA – A Human Adventure. Foto

Modulo di comando dell’Apollo Photo courtesy ofJohn Nurminen Events B.V.

Una esposizione che racconta la storia della National Aeronautics and Space Administration, per tutti la NASA, e delle sue incredibili conquiste ottenute nei voli e nelle esplorazioni spaziali

MILANO – Spazio Ventura XV a Milano ospita a partire dal 27 settembre la mostra dal titolo “NASA – A Human Adventure”, prodotta da John Nurminen Events in collaborazione con AVATAR – che ha già affascinato nel suo tour mondiale iniziato nel 2011 milioni di visitatori perché concepita per adulti e bambini.

I visitatori, non solo potranno ammirare le splendide astronavi costruite dalla NASA e scoprire le storie delle persone che vi sono state a bordo o che le hanno progettate e costruite, ma anche sperimentare una simulazione di volo a “bordo” del Mercury Liberty Bell 7 dove si trovava l’astronauta, Gus Grissom. Il simulatore “G-Force – Astronaut Trainer” sarà per il pubblico come una sorta di grande salto adrenalinico, proprio grazie alla forza di gravità generata.

La mostra è suddivisa in sei sezioni: Gantry Entrance, SognatoriLa Corsa allo SpazioPionieriResistenza e Innovazione.

I visitatori verranno dunque catapultati in una delle storie più affascinanti e ambiziose dell’uomo, la scoperta dello spazio attraverso un’esperienza immersiva che inizia fin dall’ingresso, quando dovranno attraversare una passerella, la stessa che gli astronauti della NASA percorrono prima di salire a bordo del Saturn V e la stessa sulla quale, nella notte del 7 dicembre 1972, camminarono tre astronauti dell’Apollo 17 per atterrare sulla Luna. Potranno ammirare un enorme modello in scala del gigantesco razzo lunare Saturn V o la replica fedele della pioneristica navicella Mercury con la quale venivano condotte le prime missioni spaziali, e la navicella Gemini, costruita per missioni di lunga durata e ancora un modulo dell’Apollo che portò il primo essere umano sulla Luna e il Rover Lunare che servì agli astronauti per esplorarla. Inoltre non poteva mancare l’ormai iconico Space Shuttle, prima navicella riutilizzabile, con una sezione che consentirà ai visitatori di vedere il ponte di volo e il ponte di mezzo dove invece mangiano, dormono e lavorano sugli esperimenti. 

La mostra resterà aperta fino al 4 marzo 2018.

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Vademecum

SPAZIO VENTURA XV,
Via Giovanni Ventura 15, Milano
27 settembre 2017 – 4 marzo 2018
lunedì – domenica 10.00 – 19.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Aperture straordinarie: 24 e 31 dicembre ore 10.00 – 14.00
25 dicembre e 1gennaio 14.30 – 19.30
Biglietti: Intero € 18,00 Ridotto € 16,00

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A Palazzo Pallavicini di Bologna la grande mostra dedicata a Milo Manara

A Palazzo Pallavicini di Bologna la grande mostra dedicata a Milo Manara

Fino al 21 gennaio 2018 una rassegna renderà omaggio all’artista che ha rivoluzionato l’universo dei fumetti con il suo tratto inconfondibile, attraverso un percorso espositivo di circa 130 opere suddiviso in sette sezioni

BOLOGNA – E’ sicuramente tra le più importanti esposizioni, dedicate alla produzione artistica del fumettista Milo Manara, quella che apre il 22 settembre a Bologna nelle sale di Plazzo Pallavicini, con il titolo “Nel segno di Manara. Antologica di Milo Manara”. 

Curata da Claudio Curcio, la rassegna, attraverso 130 opere suddivise in sette sezioni, abbraccia infatti sia la produzione a fumetti, che il lavoro d’illustratore per la stampa, il cinema e la pubblicità: dalle tavole quasi mai viste di “Un Fascio di Bombe” fino all’assoluta anteprima delle tavole del secondo volume dedicato a Caravaggio, ancora non disponibile in libreria. E poi ancora le tavole con il suo alter ego Giuseppe Bergman e i frutti delle collaborazioni con l’amico e maestro Hugo Pratt, con Alejandro Jodorowsky e con Federico Fellini, di cui sono esposti una serie di preziosi disegni autografati dal regista riminese, insieme a degli storyboard e delle indicazioni che lo scrupoloso Fellini mandava al giovane Manara come canovacci per le sue storie. 

Vengono presentati anche alcuni lavori più datati o quasi mai esposti al pubblico, come la serie d’illustrazioni ispirate ai testi di Shakespeare o le tavole realizzate per le celebrazioni del 250° anniversario della nascita di W. A. Mozart. Per la prima volta inoltre sono mostrati gli acquerelli, realizzati nel 2016 per un’asta di beneficenza, con soggetto la mitica Brigitte Bardot. 

Infine, Palazzo Pallavicini presenta anche le recentissime illustrazioni realizzate per il magazine francese LUI, con protagoniste alcune splendide attrici contemporanee e delle illustrazioni personali inedite prodotte per la famiglia. 

La mostra promossa dal gruppo Pallavicini S.r.l in collaborazione con Comicon, resterà aperta fino al 21 gennaio 2018. 

Vademecum

Dal 22 Settembre 2017 al 21 Gennaio 2018
Bologna, Palazzo Pallavicini
Biglietti: intero e 13, ridotto € 10 (dai 6 ai 18 anni compresi, over 65, studenti universitari con tesserino, militari con tesserino). Gratuito: bambini sotto i 6 anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti e guide turistiche con tesserino
Info: info@palazzopallavicini.com
www.palazzopallavicini.com

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Castello di Novara. Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi

Castello di Novara. Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi

Un viaggio attraverso oltre 120 capolavori provenienti dalla collezione Cavallini-Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Lorenzo Lotto, da Guercino a Guido Cagnacci, da Artemisia Gentileschi fino a Francesco Hayez e Gaetano Previati

NOVARA – Il Castello di Novara, dopo un  decennio di ristrutturazione, ospita nelle sue sale la prestigiosa collezione d’arte della Fondazione Cavallini Sgarbi, frutto dell’appassionata ricerca di Vittorio Sgarbi, svolta assieme alla madre Rina Cavallini, la quale ha acquistato le opere in numerose aste in ogni angolo del mondo. 

La mostra, dal titolo Dal Rinascimento al Neoclassico. Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi, a cura di Pietro Di Natale, presenta al pubblico oltre 120 capolavori che abbracciano un arco temporale che spazia dal Quattrocento alla fine dell’Ottocento. L’esposizione mette inoltre in luce la peculiare e complessa geografia artistica italiana, una cartografia del cuore, di cui sono rappresentate le principali “scuole”: la lombarda, la marchigiana, la veneta, l’emiliana e la romagnola, la toscana, la romana. Alcune opere presenti sono inoltre state sottratte a musei americani e riportate nel nostro Paese, come nel caso del Ritratto di Francesco Righetti di Guercino proveniente dal Kimbell Art Museum di Forth Worth.

Osserva Pietro Di Natale: “l’arte ha una funzione culturale, è autenticamente cultura animi, e per questo non è solo utile, ma anche necessaria nel percorso di ogni uomo. Una collezione d’arte privata è dunque la fondazione di un sistema simbolico, la creazione di una palestra per l’anima, un luogo dove si materializzano scelte intime, meditate e, talvolta, sofferte. Sovente si dimentica che la sua più alta vocazione sia quella di accogliere il pubblico, di offrirsi agli sguardi, di raccontare la propria storia”. 

Alessandro Canelli, Sindaco della città di Novara, dichiarandosi molto orgoglioso di ospitare la rassegna, ha commentato: “Una collezione di grande importanza, nata dalla creatività di vere e proprie pietre miliari dell’arte pittorica italiana, cornice ideale per valorizzare la prima e vera grande première di un altro gioiello recentemente restituito alla città: il nostro castello visconteo-sforzesco. Da settembre a gennaio i visitatori avranno la possibilità di vivere una esprienza unica di bellezza e meraviglia, un primo tassello importante perché Novara possa diventare un punto di riferimento e di attrazione culturale anche fuori dai propri confini”.

La mostra, con il patrocinio del Comune di Novara, della Regione Piemonte, della Fondazione Cavallini Sgarbi e la direzione artistica di Giovanni C. Lettini, Sara Pallavicini e Stefano Morelli, è promossa dalla Fondazione Castello per valorizzare il sito visconteo, vero fiore all’occhiello e scrigno storico della città, che riapre al pubblico e viene restituito ai suoi cittadini

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Vademecum

21 SETTEMBRE 2017 > 14 GENNAIO 2018
“Dal Rinascimento al Neoclassico. Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi”
SEDE DELL’ESPOSIZIONE
Castello di Novara, Piazza Martiri della Libertà
ORARI
Da Lunedì a Domenica dalle 10:00 alle 19:00. La biglietteria chiude un’ora prima.
DURATA INDICATIVA VISITA 1:15 h • CAPIENZA: 350 persone
INGRESSO
Intero € 10,00 | Ridotto € 7,00 Over 65; Under 26; Gruppi 15-25 persone; studenti universitari
Scuole € 5,00
INFO, PRENOTAZIONI E VISITE GUIDATE:
ATL Turismo Novara Tel. 0321.394059 – info@turismonovara.it
orari: da Lunedì a Venerdì: 9:00 -13:00 e 14:00 -18:00; Sabato 10:00 – 17:00
INFO E BIGLIETTERIA: lestanzesegrete.sgarbi@gmail.com • 334 6273975
21 SETTEMBRE 2017 > 14 GENNAIO 2018
CASTELLO VISCONTEO SFORZESCO Piazza Martiri della Libertà, Novara
www.lestanzesegretedivittoriosgarbi.it
APERTURE STRAORDINARIE
Ultimo Venerdì del mese apertura straordinaria dalle ore 10:00 alle ore 23:00
La biglietteria chiude un’ora prima.
CHIUSURE STRAORDINARIE
chiuso la mattina del 25 dicembre (aperto dalle ore 16:00 alle ore 21:00)
SITO UFFICIALE MOSTRA
www.lestanzesegretedivittoriosgarbi.it

 

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A Brescia la mostra su Lawrence Ferlinghetti e la Beat Generation

Christopher Felver, Ferlinghetti at Ellis Island, 1994. Collezione dell’artista, Sausalito, California

Di origini bresciane, Ferlinghetti è stata una figura poliedrica fondamentale nel panorama culturale e letterario degli anni Cinquanta e Sessanta, in particolare all’interno del fenomeno Beat. Una esposizione per ripercorrere la storia e l’atmosfera di quegli anni

BRESCIA – Si intitola “A Life: Lawrence Ferlinghetti. Beat Generation, ribellione, poesia” la mostra che, dal 7 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018, verrà ospitata al Museo di Santa Giulia di Brescia.

L’esposizione è una imperdibile occasione per ripercorrere e rivivere la storia e le affascinanti e irripetibili atmosfere di quegli anni, attraverso materiali stampa, fotografie e registrazioni video. Il percorso espositivo ha l’obiettivo di raccontare la figura di Ferlinghetti e in generale la Beat Generation, la corrente letteraria che in Italia ebbe un particolare seguito grazie a Fernanda Pivano, che per prima tradusse e fece pubblicare l’opera di scrittori come Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Gregory Corso, Charles Bukowski e lo stesso Ferlinghetti, personaggi di cui divenne sostenitrice ed amica.

In questa compagine culturale la figura poliedrica di Lawrence Ferlinghetti assume un ruolo centrale e imprescindibile. Come spiegato da Luigi Di Corato, Direttore di Brescia Musei, ‘’Ferlinghetti oltre ad essere autore di una delle raccolte di poesia più vendute al mondo, ‘A Coney Island of the Mind’ (1958), ha avuto un ruolo determinante nella diffusione dell’opera degli scrittori della Beat Generation, tramite la libreria e casa editrice City Lights Bookstore, da lui fondata nel 1953 assieme a Peter D. Martin. La mostra bresciana ripercorre la carriera dell’artista, rendendo omaggio al tempo stesso al movimento letterario, aprendo quindi lo sguardo non solo sull’opera dei singoli autori ma più in generale sul fenomeno Beat, che da New York a San Francisco, dalla costa est alla costa ovest, ha animato il panorama culturale underground americano degli anni Cinquanta e Sessanta”.

In Italia il fenomeno Beat è stato molto sentito, grazie innanzi tutto al lavoro svolto da Fernanda Pivano e poi anche alla visita di alcuni di questi autori nel nostro paese. Kerouac ad esempio partecipò a diverse conferenze enel 1966 e rilasciò una intervista alla Rai,Ginsberg prese parte nel 1967 al Festival dei due Mondi di Spoleto. 

La mostra bresciana offre l’opportunità di visionare molti libri e documenti dell’epoca, ma anche numerose foto inedite scattate da Ettore Sottsass, provenienti dallo sterminato archivio di Fernanda Pivano, oggi preso in carica dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dalla Fondazione Corriere della Sera. In esposizione anche fotografie di Robert Capa, Aldo Durazzi, Larry Keenan, Allen Ginsberg, Christopher Felver e Fred Lyon.

La mostra espone anche alcuni diesegni e dipinti dell’artista. In particolare viene presentato un olio su tela del 1950, che rappresenta la prima opera dipinta da Ferlinghetti. In esposizione anche numerosi disegni realizzati tra gli anni Cinquanta e Duemila, mai esposti prima in Italia, provenienti dalla collezione dell’artista. 

Le ultime sale della mostra sono invece dedicate proprio al rapporto di Ferlinghetti con l’Italia. L’artista scopre solo a vent’anni di avere origini italiane, in occasione della sua richiesta di certificato di nascita per arruolarsi nella Marina militare americana. Nel 1955 l’artista decide di adottare il cognome italiano col quale firmerà poi tutte le sue opere. 

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A Bellinzona una monografica dedicata a Honoré Daumier

Honoré Daumier (Marsiglia 1808 – Valmondois 1879),

Attraverso una copiosa quantità e varietà di opere esposte, la mostra permette di ricostruire il percorso creativo dell’artista che, insieme a Gustave Courbet e Jean-François Millet, si colloca tra i pionieri del movimento Realista

BELLINZONA – Con oltre 180 opere si è aperta il 16 settembre, al Museo Civico di Villa dei Cedri a Bellinzona in Canton Ticino (Svizzera),  la monografica “Honoré Daumier: attualità e varietà”, a cura di Matteo Bianchi e Carole Haensler Huguet, conservatore del Museo stesso.

Daumier, artista poliedrico, pittore, scultore, litografo, giornalista, si annovera, insieme a  Gustave Courbet e Jean-François Millet, fra i padri del Realismo. E’ infatti la realtà umana il centro di tutta la sua vasta produzione, attraverso la quale ha esplicato la sua azione di “grande divulgatore di idee”. Fra polemica e ironia, utilizzando molteplici linguaggi artistici, Daumier ha affrontano e “commentato”, senza mai soffocare la vena realistica, pur sempre connotata da un giudizio morale, alcuni temi sociali di grande rilevanza dell’epoca, ma che sotto alcuni aspetti appaiono ancora oggi attuali. 

Attraverso un cospicuo corpus di stampe, disegni e sculture, organizzate in sezioni tematiche, il percorso espositivo offre una visione completa ed esaustiva dell’evoluzione creativa e stilistica di Daumier, dagli esordi fino alle ultime litografie. Il tema dominante della mostra rimane sempre quello politico e sociale, con un occhio attento rivolto all’armata dei poveri, alla crescita della classe operaia, ma anche alle innovazioni nella stampa, allo sviluppo urbanistico, al mondo dell’arte e degli artisti.

La mostra rimarrà aperta dino al 7 gennaio 2018.

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L’arte incontra il divertimento al Chiostro del Bramante

Piero Fogliati, Prisma Meccanico

Tinguely, Calder, Fogliati, Erlich, Creed, Neto, Collishaw, Ourlser, Wurm, TeamLab, Hans op De Beeck, De Dominicis, Gander, questi alcuni dei nomi protagonisti della mostra ENJOY , a cura di Danilo Eccher

ROMA – Al Chiostro del Bramante a Roma, il 23 settembre, apre ENJOY. L’arte incontra il divertimento, una mostra a cura di Danilo Eccher. L’esposizione prosegue il percorso iniziato già con  LOVE. L’Arte incontra l’amore, una mostra di grande successo, che in soli sei mesi ha registrato oltre 150mila presenze. 

Con queste rassegne, a cura di DART Chiostro del Bramante, il Chiostro del Bramante persegue una nuova linea programmatica del tutto originale e fuori dagli schemi delle convenzioni espositive.

Enjoy dunque vuole indicare non solo una diversa modalità di vivere l’arte, ma soprattutto dare “spazio e spazialità” alle opere di artisti di acclamata fama.  Saranno molti i lavori site specific, pensati e costruiti dagli artisti proprio per gli ambienti del Chiostro del Bramante, così come verranno proposte molte opere inedite. 

Tra i grandi nomi ospitati troviamo Tinguely, Calder, Fogliati, Erlich, Creed, Neto, Collishaw, Ourlser, Wurm, TeamLab, Hans op De Beeck, De Dominicis, Gander, i protagonisti del ‘900 storico e del terzo millennio, accomunati da un filo sotteso, il divertimento, assunto nell’accezione etimologica della parola: portare altrove.

Afferma Danilo Eccher, curatore della mostra: “La dimensione del piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti. L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della sorpresa”.

Dalle sculture leggere di Alexander Calder al labirinto infinito di specchi di Leandro Erlich, fino alle installazioni ludico-concettuali di Martin Creed e ai giochi di luci illusorie di TeamLab, lo spettatore potrà perdersi in una nuova realtà tutta da scoprire. 

Come sosteneva Paul Klee: “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.

Vademecum

Dal 23 Settembre 2017 al 18 Febbraio 2018
ROMA, Chiostro del Bramante
www.chiostrodelbramante.it/
dal 23 settembre 2017 al 25 febbraio 2018 HASHTAG UFFICIALE
#enjoychiostro
INFO e PRENOTAZIONI
T / M +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00)
infomostra@chiostrodelbramante.it
Orari
Da lunedì a venerdì 10.00 – 20.00
Sabato e Domenica 10.00 – 21.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Aperture straordinarie
1° novembre 10.00 – 21.00
8 dicembre 10.00 – 21.00
24 dicembre 10.00 – 17.00
25 dicembre 16.00 – 21.00
26 dicembre 10.00 – 21.00
31 dicembre 10.00 – 19.00
1° gennaio 10.00 – 21.00
6 gennaio 10.00 – 21.00
La biglietteria chiude un’ora prima
BIGLIETTI
Acquisto biglietti online: www.ticketone.it
Biglietto intero 13 € (audio guida inclusa) Biglietto ridotto 11 € (audio guida inclusa)

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Milano. Viasaterna ospita Milan Unit. Un’opera aperta di Ramak Fazel

Milano. Viasaterna ospita Milan Unit. Un’opera aperta di Ramak Fazel

La mostra, della durata di un anno, presenta l’intero archivio realizzato dall’artista iraniano tra il 1994 e il 2009. L’esposizione proseguirà con una project room e una serie di incontri di approfondimento

MILANO – Da mercoledì 20 settembre, per un interno anno, fino a venerdì 14 settembre 2018, Viasaterna presenta Milan Unit, l’archivio fatto di stampe, negativi, originali e personal ephemera, che l’artista iraniano Ramak Fazel ha costruito e assemblato lungo un arco temporale che va dal 1994, anno in cui si è trasferito a Milano, sino al 2009 quando ha fatto ritorno negli Stati Uniti.

Come ha spiegato lo stesso Fazel, l’archivio non è solo la somma dei suoi contenuti, ma qualcosa di più articolato e complesso. Si tratta di una raccolta multiforme di materiali in cui l’esperienza professionale dell’artista ha finito per mescolarsi a tutta una serie di documenti, oggetti e collezioni appartenenti alla sua vita privata, dando vita ad un racconto che è sì unitario e personale, ma anche al tempo stesso estremamente espanso, frammentato, capace di includere approcci e toni estremamente diversi tra loro.

Nato a cavallo del Duemila, negli anni di spartiacque che hanno segnato il passaggio dall’analogico al digitale, Milan Unit rappresenta un tentativo di rispondere alla crisi di senso, offrendosi quale “survival strategy” rispetto al progressivo avvento del digitale ed alla conseguente smaterializzazione dei corpi, a favore del virtuale.

Niente in Milan Unit sembra essere stato affidato al caso. Al tempo sì, ma non al caso. Esistono un ordine e una regola, sistematicamente applicati. Uno schema di etichette, colori e parole chiave che da una parte funzionano come cardini per una strategia di orientamento, categorie pre-individuali messe a disposizione di chi guarda ed è chiamato a farsi parte attiva del progetto, e dall’altra sembrano ricostruire gli stessi processi di pensiero che hanno guidato l’attività di catalogazione e conservazione di Fazel.

Da qui Milan Unit come opera aperta e da-aprire, con la volontà di riattivare un rapporto tra soggetto e oggetto che sia partecipato ed anche partecipativo, con la consapevolezza che “di fronte a un’immagine, infine, dobbiamo riconoscere con umiltà che essa probabilmente ci sopravvivrà, che siamo noi l’elemento fragile, passeggero, e che è l’immagine l’elemento futuro, l’elemento della durata. L’immagine ha spesso più memoria e più avvenire di colui che la guarda”

Vademecum

Milan Unit
Un’opera aperta di Ramak Fazel
Da mercoledì 20 settembre 2017 a venerdì 14 Settembre 2018
Inaugurazione: martedì 19 settembre 2017, dalle 18.00 alle 21.00
Un anno di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle 12 alle 19. Mattine e sabato su appuntamento.
Dove: VIASATERNA, Via Giacomo Leopardi 32, Milano, 02.36725378
www.viasaterna.com

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Paul Klee in mostra al Beyeler Museum di Basilea

Paul Klee, Segno in giallo, 1937, 210 (U 10). Pastello su cotone e pasta colorata su tela, 83,5 x 50,3 cm. Fondation Beyeler, Riehen / Basilea, Beyeler

Dal 1 ottobre al 27 gennaio 2018 una retrospettiva che presenta al pubblico un nucleo di circa 100 creazioni astratte dell’artista svizzero, riunendo preziosi prestiti da numerose istituzioni e collezioni private d’Europa e altrove

BASILEA – Nella prima metà del XXesimo secolo, la rinuncia al figurativo e lo sviluppo dell’arte astratta divengono tema primario per molti artisti europei. Tra questi l’artista svizzero Paul Klee, a cui il Beyeler Museum di Basilea dedica una mostra in forma retrospettiva incentrata appunto sulle sue creazioni astratte.

La produzione artistica di Klee, ricca di quasi 10.000 lavori, offre infatti alcuni esempi assolutamente appassionanti – composizioni di gioventù come anche opere tardive – di elaborazione di universi iconografici astratti e processi di astrazioni pittoriche. 

D’altra parte è lo stesso Klee ad affermare in uno scritto del 1914: “Io sono astratto con qualche ricordo”. Egli non fa distinzione tra opere astratte e figurative, come le immagini figurative hanno sempre nella sua pittura un significato simbolico e non imitativo, anche le opere astratte nascono spontaneamente dal ricordo della realtà. 

Gli aspetti essenziali di opere non figurative di Klee assumono dunque una importanza capitale in tutta la sua creazione: natura, architettura, musica e segni grafici.

La mostra di Basilea ospita circa un centinaio di opere dell’artista svizzero, a partire dal 1913. L’esposizione riunisce preziosi prestiti importanti di numerose istituzioni e collezioni private d’Europa e altrove. In mostra anche lavori solitamente poco esposti che permetteranno di scoprire Klee sotto una nuova luce. 

Klee, insieme a Picasso è l’artista più rappresentato nella Collezione Beyeler. Il fondatore del museo, Ernst Beyeler, ha sostenuto in molteplici modi l’opera di Paul Klee. La passione del collezionista si focalizzava principalmente sull’opera tardiva di Klee, che apprezzava particolarmente per “la sua qualità cromatica e la sua forza espressiva”.

Vademecum

Dal 01 Ottobre 2017 al 21 Gennaio 2018
Fondation Beyeler,
Baselstrasse 101 – CH-4125 Basilea
Info: gatmata@libero.it
www.fondationbeyeler.ch

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