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Rai 5. Antonio Paolucci racconta la Basilica di San Pietro in Vaticano

Rai 5. Antonio Paolucci racconta la Basilica di San Pietro in Vaticano

Mercoledì 27 settembre alle 19.25 per la serie “I luoghi simbolo del Giubileo” comincia un viaggio nella storia della Chiesa, nelle profondità e nelle mutazioni della storia e soprattutto nello splendore dell’arte italiana

Un percorso attraverso i luoghi simbolo del Giubileo e i capolavori artistici che a Roma, nella capitale del Cattolicesimo, hanno dato immagine alle forme della spiritualità e della religione.

A fare da guida in questo itinerario artistico e spirituale, lo storico dell’arte Antonio Paolucci. Dalle grandi Basiliche come San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura ai luoghi celebri della devozione popolare, come il santuario della Scala Santa e i siti monumentali legati al culto dei martiri: il Colosseo, San Pietro in carcere nel Foro romano, San Pietro in Vincoli, il Pantheon. I capolavori artistici, immagine della spiritualità e religione, come le tele del Caravaggio che rappresentano il martirio di San Pietro e di San Paolo, nella Cappella Cerasi a Santa Maria del Popolo; o le forme pittoriche del naturalismo che si piegano ai valori evangelici della Misericordia e della Conversione, sempre in confronto con il Caravaggio, simboleggiate  dai dipinti “Chiamata di Matteo” e “Madonna di Loreto, nella chiesa di San Luigi dei Francesi e Sant’Agostino che ospita la Madonna di Loreto. 

Nella prima puntata, Paolucci spiega come dal martirio di un uomo, ebreo itinerante giustiziato per croce al tempo dell’imperatore Nerone, è nata la straordinaria concentrazione artistica e monumentale di S. Pietro in Vaticano, il cuore della Cristianità, che da secoli accoglie con l’abbraccio in pietra del suo colonnato, i pellegrini da tutto il mondo.

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Sky Arte HD. Le meraviglie di Ferrara, la prima “città moderna”

Sky Arte HD. Le meraviglie di Ferrara, la prima “città moderna”

Lunedì 25 settembre alle ore 21:15 per la serie “Sei in un Paese meraviglioso”, un viaggio alla scoperta di questa città, gioiello rinascimentale

Sei in un Paese meraviglioso” è il programma promosso da Autostrade per l’Italia che ci porta alla scoperta di alcuni siti italiani inclusi nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, raggiungibili  dalla rete autostradale nostrana.

A far da guida in questi viaggi sono Dario Vergassola e Veronica Gentili.

Protagonista della puntata, in onda lunedì 25 settembre  alle ore 21:15 ,  è la città di Ferrara che raggiunse il suo massimo splendore sotto il dominio degli Estensi, diventando una delle città più importanti d’Italia oltre che la prima “città moderna”. 

La puntata ci porterà alla scoperta della città in cui è possibile ammirare la perfetta fusione tra  la zona medievale a quella rinascimentale. Andremo in visita al Castello Estense,  a piazza Trento e Trieste dove un tempo sorgeva il Palazzo della Ragione, al Duomo e infine al magnifico Palazzo dei Diamanti.

La puntata si potrà commentare sui social attraverso l’hashtag #PaeseMeraviglioso.

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Rai Scuola. Milano: il Design

Rai Scuola. Milano: il Design

Per il ciclo Memex Doc, domenica 24 settembre alle 21.00andrà in onda “Passi di scienza” un viaggio tra le città d’Italia e i loro simboli

Si parte con la città di Milano il cui simbolo è il Duomo. Una cattedrale di pietra alta più di 100 metri, “abitata” da migliaia di statue – oltre 2000 solo nella parte esterna – senza contare le mezze figure sulle finestre, i 96 giganti dei doccioni e le centinaia di figure scolpite negli altorilievi. Un popolo in marmo su cui domina la Madonnina in lamina di rame innalzata sulla guglia maggiore. Il primo episodio, dedicato alla Milano del design, parte da qui. Si prosegue parlando di Leonardo Da Vinci, andando a visitare il Museo della Scienza e della Tecnologia che porta il suo nome, dove parla Claudio Giorgione. Al Museo del Design, invece, la guida è Arturo Dell’Acqua Bellavitis. La parola, poi, a Stefano Boeri e, ancora, a Claudio Balestri, che ha curato il restauro della Pinacoteca di Brera. 

Si entra anche nel vivo della ricerca, esplorando i laboratori di Università, Politecnico e Istituto Nazionale di Astrofisica, dove Sergio Brovelli, Annalisa Dominoni, Chiara Tonelli, Bianca Salmaso e Patrizia Caraveo raccontano il loro lavoro. Gli approfondimenti sono a cura del professor Vittorio Marchis del Politecnico di Torino, anatomopatologo di oggetti e invenzioni.

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Sky arte Hd. Notte impressionista

Claude Monet, I papaveri (1873); olio su tela, 50×65 cm, museo d'Orsay, Parigi

Giovedì 21 settembre a partire dalle ore 21:15 un viaggio attraverso il movimento che ha rivoluzionato l’arte moderna

Sky arte regala al pubblico una serata interamente dedicata a questo movimento artistico rivoluzionario ed epocale.  Si comincia alle 21.15 con il primo episodio della serie Gli Impressionisti, condotta da Waldemar Januszczak. In questa prima puntata il critico prenderà in esame in particolare la poetica di Pissarro, Monet, Renoir e Bazille, che stabilirono le linee guida del movimento. Scopriremo dunque il contesto sociale e culturale in cui nacque questa poetica rivoluzionaria. 

La serata prosegue e chiude con il docu-film di Phil Grabsky dal titolo  Io, Claude Monet, dedicato alla tumultuosa vita del grande pittore, sempre in bilico tra momenti di profonda depressione e disperazione e giorni di euforia creativa.

La puntata si potrà commentare sui social con  l’hashtag #NotteImpressionista.

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Arte e denaro. Quando l’arte incontra la finanza su Rai 5

Arte e denaro. Quando l’arte incontra la finanza su Rai 5

Quattro puntate: “Soldi e Arte”, “Banche e Arte”, “Arte e Stato”, “I nuovi Mecenati” per spiegare come la storia dell’arte sia legata con quella dell’economia

Un intreccio raccontato dalla serie “MoneyArt” nata da un’idea di Patrizia De Micheli – scritta e diretta da Massimo Brega –  che Rai Cultura propone da giovedì 21 settembre alle 19.30 su Rai5.

La serie è un viaggio in cui Alex Ricchebuono – un giovane e affermato esperto di alta finanza, e appassionato collezionista – guida i telespettatori attraverso le storie, i segreti, i misteri “dietro le quinte” di innumerevoli capolavori per conoscere la relazione tra arte e denaro che mette gli artisti di fronte a governanti, banchieri, mercanti, collezionisti e mecenati.

Una storia che parte da Alessandro Magno a Napoleone, da Mecenate alla Deutsche Bank, fatta anche da  personaggi, sconosciuti ai più, che hanno invece profondamente influenzato arte e finanza in tutti i tempi. Come Jacob Fugger detto il Ricco, il banchiere che tenne in scacco Papi e Imperatori o John Law, lo spregiudicato finanziere scozzese che all’inizio del ‘700 fu il primo a mettere in circolazione la carta moneta. E John Maynard Keynes, uno dei più grandi economisti del XX secolo che ha sostenuto la necessità dell’intervento pubblico statale nel sostegno alle arti. Fino ai grandi Mecenati di ieri e di oggi: da George Costakis a Axel Vervoordt a Uli Sigg, il più importante collezionista al mondo di arte cinese contemporanea.

Protagonisti della serie anche i grandi artisti del passato come Michelangelo, Caravaggio e Dürer, e le loro opere, insieme ai contemporanei come Safet Zec, grande artista estraneo al jet set, che ha realizzato la Pala della Deposizione di Cristo, commissionata nel 2014 dai Gesuiti per la Chiesa del Gesù a Roma e inaugurata e benedetta da Papa Francesco.

La serie permetterà di visitare anche alcuni luoghi raramente accessibili, come la cripta della Pinacoteca e Biblioteca Ambrosiana di Milano o per la prima volta,  gli interni delle sedi di Milano, Londra, Francoforte e New York della Deutsche Bank,  per ammirare  una delle più importanti collezioni private di arte contemporanea del mondo.

Il tutto arricchito dalle musiche di Pino Donaggio e dagli interventi di grandi personalità dell’arte, della cultura e dell’economia, come Marina Abramovic, Jacques Attali e Giandomenico Romanelli,  “Money Art” apre, infine, una finestra sulle nuove frontiere che uniscono arte ed economia, dal crowdfounding alla crypto arte.

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Per TripAdvisor l’Egizio di Torino è il museo più amato in Italia

La nuova galleria espositiva del Museo Egizio di Torino

L’istituzione torinese si colloca al primo posto seguita dalla Galleria degli Uffizi e dalla Galleria dell’Accademia di Firenze. Grazie all’Egizio, l’Italia entra nella top ten della classifica europea dei musei, dominata dal Musée d’Orsay di Parigi e dall’Hermitage di San Pietroburgo

ROMA – Il Museo Egizio di Torino domina la classifica dei musei italiani più apprezzati dai viaggiatori internazionali, superando anche gli Uffizi a Firenze che si piazzano invece in seconda posizione. A determinare i vincitori di questa classifica, stilata da TripAdvisor, è stato un algoritmo che  ha preso in considerazione la quantità e la qualità delle recensioni per i musei di tutto il mondo, raccolte in un periodo di 12 mesi. Sono stati inoltre selezionati i tour e pass più apprezzati prenotabili sul sito per ciascun museo della Top 10 italiana.

Valentina Quattro, portavoce di TripAdvisor per l’Italia spiega: “I vincitori dei premi Travelers’Choice Musei hanno conquistato i visitatori grazie alle loro opere d’arte e al loro patrimonio artistico e culturale, oltre ai loro percorsi didattici curati nei minimi dettagli. Per trarre il meglio dalla visita di questi musei è possibile prenotare un biglietto saltafila o un tour guidato (o entrambi!) su TripAdvisor. Non solo risparmierete tempo, ma avrete anche modo di scoprire la storia e le curiosità di questi fantastici luoghi”.

Torino si piazza comunque ai primi posti anche con altri due musei in classifica: il Museo nazionale del cinema al settimo posto  e il Museo nazionale dell’automobile al nono. Firenze anche si difende abbastanza bene, infatti entra nella top 10 anche con la Galleria dell’Accademia  che si piazza al terzo posto. Per quanto concerne Roma e  Città del Vaticano abbiamo tre vincitori, che sono: la Galleria Borghese al quarto posto, i Musei Vaticani al quinto e Castel Sant’Angelo al sesto. A Venezia rimane stabile all’ottavo posto la Collezione Peggy Guggenheim. Entra al decimo posto della classifica il Museo archeologico nazionale di Napoli. 

In ambito Europeo domina su tutti il Musée d’Orsay a Parigi, seguito dal Palazzo d’inverno e Hermitage a San Pietroburgo e dal Museo dell’Acropoli ad Atene

A livello mondiale si riconferma invece sul podio il Metropolitan Museum of Art di New York, seguito dal Museo nazionale della Seconda Guerra Mondiale di New Orleans, mentre al terzo posto troviamo ancora il Musée d’Orsay a Parigi. 

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Spagna.Test del Dna di Dalì, la donna catalana non è figlia del pittore

Spagna.Test del Dna di Dalì, la donna catalana non è figlia del pittore

Dopo il prelievo dei campioni di DNA, in seguito alla riesumazione della salma dell’artista, i risultati hanno avuto esito negativo. La Fondazione Gala-Dalì: “è la fine di un’assurda e artificiale polemica”

MADRID – Pilar Abel Martinez, la donna catalana di 61 anni che rivendicava il legame di parentela con il pittore surrealista Salvador Dalì, non è invece figlia dell’artista. Lo si è appreso qualche giorno fa dal quotidiano El Paisonline.

La salma di Dalì, morto nel 1989 in seguito a un attacco di cuore, era stata riesumata lo scorso 21 luglio su ordine del giudice di Madrid María del Mar Crespo. L’analisi genetica effettuata sulla salma ha però dimostrato l’assenza di legami di parentela tra i due, contrariamente a quanto sostenuto dalla donna.  Martinez, infatti, aveva presentato una domanda di paternità a un tribunale di Madrid nel 2015, affermando di essere frutto di una relazione clandestina avvenuta nel 1956 a Cadaques, il località marittima della Costa Brava dove il pittore aveva la residenza, fra sua madre, domestica in una famiglia in vacanza nella zona, e l’artista. 

“Questo risultato pone fine a un’assurda e artificiale polemica”, dopo la decisione “inusuale e ingiustificata” di riesumare il corpo del pittore, questo quanto dichiarato dalla fondazione Gala-Dalì in seguito all’esame del dna. 

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ll vino italiano più antico ha 6000 anni ed è stato scoperto ad Agrigento

ll vino italiano più antico ha 6000 anni ed è stato scoperto ad Agrigento

I residui chimici, risalenti all’Età del Rame, sono stati individuati all’interno di una giara di terracotta. I ricercatori intendono ora scoprire se questo vino fosse rosso o bianco

MILANO – Ha quasi 6000 anni il vino italiano più antico del mondo. I suoi residui sono stati individuati all’interno di una grande giara di terracotta risalente all’Età del Rame che è stata rinvenuta nei pressi di Agrigento, all’interno di una grotta del Monte Kronio. La scoperta si deve a un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dall’archeologo Davide Tanasi, dell’Università della Florida Meridionale, a cui hanno preso parte anche il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Università di Catania e gli esperti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento.

Finora si era ipotizzato che la viticoltura e la produzione di vino in Italia fossero cominciate nell’Età del Bronzo. La scoperta, pubblicata su Microchemical Journal, dimostra invece che la produzione risale a 2000 anni prima. I residui chimici individuati nella giara di Monte Kronio, risalgono infatti al IV millennio avanti Cristo. La terracotta non smaltata del recipiente è riuscita a conservare le tracce di acido tartarico e del suo sale di sodio, che si trovano naturalmente negli acini d’uva e nel processo di vinificazione. 

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QuickMuseum, un app racconta i capolavori dei musei più importanti d’Europa

QuickMuseum, un app racconta i capolavori dei musei più importanti d’Europa

Attualmente ospita le guide dei musei Vaticani e di Galleria Borghese (Roma), Museo d’Orsay e Louvre (Parigi), National Gallery e Tate Modern (Londra), Reina Sofia e Museo del Prado (Madrid)

QuickMuseum è un’app pensata per chi viaggia e ovviamente ama l’arte. Una guida quindi per i visitatori ai principali musei europei, realizzata in modo nuovo e coinvolgente, grazie a percorsi personalizzati, giochi quiz e storie raccontate con un linguaggio semplice e soprattutto alla portata di tutti.

L’idea nasce da quattro giovani professionisti appassionati di arte che hanno fondato la start up Arternative con l’idea di rendere l’arte accessibile a tutti, raccontandola in modo innovativo con il supporto della tecnologia. 

Al momento l’app permette di avere in tasca uno strumento per orientarsi facilmente nei principali musei d’arte di Roma, Parigi, Londra e Madrid. Ospita infatti le guide dei musei Vaticani e di Galleria Borghese (Roma), Museo d’Orsay e Louvre (Parigi), National Gallery e Tate Modern (Londra), Reina Sofia e Museo del Prado (Madrid). 

Tuttavia l’obiettivo dei fondatori è quella di “ospitare” nell’app i piccoli musei italiani, che custodiscono tesori che meritano di essere raccontati al grande pubblico. Per fare questo la startup ha pensato di coinvolgere i blogger del settore dell’arte per lavorare insieme ad un progetto comune, una sorta di crowdsourcing finalizzato raccontare le bellezze dei nostri musei. I testi di QuickMuseum sono infatti curati da art-blogger che raccontano l’arte con leggerezza e competenza, usando un linguaggio alla portata di tutti per raccontare al visitatore le storie e le curiosità che ogni opera nasconde… 

È possibile scaricare l’app gratuitamente sull’App Store, così come è possibile scaricare gratuitamente le audioguide dei Musei Vaticani, del Louvre e della tate Modern di Londra. L’app è disponibile sia in italiano che in inglese, al momento però solo per iOS.

Il team di Arternative è formato da Alessandro Gallo, programmatore di Parma con anni di esperienza in Inghilterra; Andrea Maio, web e graphic designer di Caserta nonché amico di infanzia di Alessandro; Cristian Camanzi da Bologna e Marco Lovisco da Trento. 

Info: www.quickmuseum.it

 

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