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Beni culturali. Bonisoli, “nel 2019 vorrei lanciare un concorso per 2mila posti”

Ad annunciarlo il ministro dei Beni culturali durante l'audizione di fronte alle commissioni riunite Cultura di Camera e Senato ROMA - Secondo il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, un concorso servirebbe “per avere un serbatoio più ampio su cui lavorare per controbilanciare il numero di coloro che andranno in pensione".Il ministro ha spiegato infatti che sarebbe sua intenzione procedere con un concorso per 2mila posti nel 2019 e poi con uno di uguale o maggiore entità tra un paio di anni “per evitare l'entrata massiccia, in un unico anno, di un forte numero di persone che crea un blocco generazionale che rappresenta una distorsione di quelli che dovrebbero essere dei buoni processi organizzativi. Andrebbe a beneficio di tutti se riuscissimo a far sì che l'organizzazione potesse crescere in maniera graduale e armonica con tempi tali da assimiliare le persone che entrano al lavoro" - ha aggiunto Bonisoli. Il ministro ha inoltre spiegato: "l'organico complessivo del Mibac è di oltre 16mila persone, che non sono poche. Però la pianta organica è di 19.050 unità e ci mancano migliaia di posizioni per raggiungere questo obiettivo". Inoltre a fine anno, più di ttremila persone andranno in pensione, si tratta di circa il 20% dei funzionari e degli addetti del ministero. “L’età media del Mibac è di 54,66 anni - ha aggiunto Bonisoli - e, tenendo conto anche che l'età media della pubblica amministrazione è di 48 anni, si arriva alla conclusione che questo è un ministero vecchio e sottodimensionato". Fino ad oggi - ha aggiunto - abbiamo utilizzato la creatività: abbiamo usato il servizio civile per sopperire ad alcuni deficit di organico e usiamo in maniera importante Ales". Il ministro ha ricordato che "dal 1980 ad oggi solamente il 32% delle assunzioni è stato fatto su concorso. Se vogliamo mettere in pratica la meritocrazia, ad oggi la forma più opportuna per entrare nella pubblica amministrazione dovrebbe essere un concorso". Per quel che concerne le possibili soluzioni attuabili "a costo zero o a costi molto limitati", Bonisoli ha evidenziato la possibilità di ricorrere agli esuberi di altri ministeri "in funzioni o profili che a noi interessano". Un esempio è dato dal Miur. In alcune regioni ci sono degli esuberi nelle graduatorie per l'insegnamento di persone che si occupano di temi legati ad esempio alle biblioteche, agli archivi. Ci sono archeologi, storici dell'arte.  “Sarebbe opportuno - ha concluso il ministro - se riuscissi a prendere alcune centinaia di persone che vivono di supplenze e riuscissi a dare loro, su base volontaria, la possibilità di venire a lavorare da noi”. ...

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