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Torino, l’iniziativa del Museo Egizio dedicata agli arabi non piace a FdI e alla Lega

Per l'ente museale l'entrata gratis per i cittadini di lingua araba è una forma di inclusione sociale, finalizzata a raggiungere le migliaia di persone che risiedono a Torino e provincia. Per Giorgia Meloni è "una promozione delirante" e per Matteo Salvini si tratta di “razzismo contro gli italiani” TORINO - La campagna intitolata "Fortunato chi parla arabo" esposta su molti bus cittadini, rilanciata per il secondo anno dal Museo Egizio di Torino, dedicata ai visitatori di lingua araba, sta suscitando non poche polemiche. Non è infatti piaciuta agli esponenti di Fratelli d’Italia e Lega Nord che parlano di “discriminazione” nei confronti degli italiani.  La promozione del museo, già sperimentata nel 2016, propone infatti due ingressi al costo di un biglietto per i cittadini arabi che si presentano in coppia alla cassa e che, come spiegato dalla portavoce dell’ente museale, è una operazione di marketing culturale, con la finalità di raggiungere  le migliaia di persone di lingua araba che risiedono a Torino e provincia. Christian Greco, direttore del Museo torinese, sottolinea che si tratta di “una forma di inclusione sociale, in una città che ha la fortuna di custodire una collezione importantissima, e non può dimenticare il Paese da cui questa proviene”. "E' un'iniziativa assurda, ingiustificabile, discriminatoria nei confronti di chi non arabo e anche offensiva nei confronti delle donne", per la presenza di una signora con il velo, attacca invece  Augusta Montaruli, dell'esecutivo nazionale di FdI. Mentre Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, su twitter scrive: “È una promozione delirante. I cittadini lo hanno scoperto dalla pubblicità rigorosamente in lingua araba e senza traduzione, che ritrae una donna velata e un uomo dietro di lei che sorride. Chiediamo che questa aberrazione sparisca immediatamente”. Meloni aggiunge inoltre:  “il Museo Egizio prende sovvenzioni pubbliche e  tra i cinque membri del cda c’è un esponente nominato dal Comune di Torino e uno dalla Regione e il presidente viene nominato direttamente dal ministero dei Bei Culturali”. Dello stesso avviso anche Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord per il quale si tratta di “razzismo contro gli italiani”.  E su Facebook scrive: “Ma siamo matti? Qualcuno deve chiedere scusa e dimettersi“. ...

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