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Firenze. “Di queste luci si servirà la notte”, la personale di Adrian Paci

Firenze. “Di queste luci si servirà la notte”, la personale di Adrian Paci

La mostra è articalata in due sedi: quindici le opere esposte al Museo Novecento, tre delle quali inedite, due in mostra a “Le Murate. Progetti Arte Contemporanea”, a cui si aggiungono le video installazioni a Pelago e a Montelupo Fiorentino

FIRENZE – Nelle sedi fiorentine del Museo Novecento e de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e nei comuni di Pelago e Montelupo Fiorentino, co-produttori dell’evento, si svolgerà dall’11 novembre 2017 all’11 febbraio 2018, la personale di Adrian Paci dal titolo “Di queste luci si servirà la notte”,  a cura di Valentina Gensini. 

In mostra un corpus di lavori articolato che vede al centro i temi della migrazione, dell’identità e del flusso, sviscerati con intensità e poesia dall’artista, che ha molto a cuore questi soggetti. Rintracciando storie personali e richiamando alla mente fatti e trasformazioni della storia recente, Paci pone al centro la migrazione e la mobilità come una condizione ontologica dell’uomo, quanto mai attuale nell’epoca odierna in cui i concetti stessi di casa e di identità (culturale, politica e sociale) sono continuamente messi in discussione. L’esistenza viene interpretata come una ricerca continua, un movimento perenne e l’acqua, in questo senso, viene utilizzata dall’artista come metafora per eccellenza dell’idea di scorrimento e di flusso.

Spiega la curatrice: “Il progetto di Adrian Paci parte da lontano sono due anni che lavoriamo insieme, instaurando un rapporto privilegiato con la città e con il fiume. Quest’anno Paci è tornato per produrre una performance ed un video inediti: il poetico passaggio notturno di una barca sul fiume, sinuosa come una medusa con dieci tentacoli luminescenti (particolari fibre ottiche), ha indagato l’archeologia del fiume, con il flusso che nasconde e rivela, tradisce e risignifica. Da qui parte l’installazione prodotta da Murate. Progetti Arte Contemporanea e Museo Novecento per questo progetto, al centro della mostra”.

Vademecum

Firenze, Museo Novecento e altre sedi
Dal 11 Novembre 2017 al 11 Febbraio 2018
– Firenze, Museo Novecento e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea ( da Martedi a Sabato 14-19.30, ingresso gratuito)
 11 novembre 2017 – 11 febbraio 2018
– San Francesco (Pelago), Ex fabbrica Tappeti (ingresso gratuito) 18 novembre 2017 – 11 febbraio 2018
– Montelupo Fiorentino, Fornace Cioni Alderighi (ingresso gratuito) 18 novembre 2017 – 11 febbraio 2018
Biglietti: Intero museo € 8,50; Ridotto museo (18-25 anni e studenti universitari) € 4; Intero mostra temporanea € 4; Ridotto mostra temporanea € 2; Museo + temporanea € 10; Ridotto Museo + temporanea € 5; Gratuito fino a 18 anni, gruppi di studenti e rispettivi insegnanti, guide turistiche e interpreti, disabili e rispettivi accompagnatori, membri ICOM, ICOMOS e ICCROM
www.museonovecento.it

 

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Firenze. “Di queste luci si servirà la notte”, la personale di Adrian Paci

Firenze. “Di queste luci si servirà la notte”, la personale di Adrian Paci

La mostra è articalata in due sedi: quindici le opere esposte al Museo Novecento, tre delle quali inedite, due in mostra a “Le Murate. Progetti Arte Contemporanea”, a cui si aggiungono le video installazioni a Pelago e a Montelupo Fiorentino

FIRENZE – Nelle sedi fiorentine del Museo Novecento e de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e nei comuni di Pelago e Montelupo Fiorentino, co-produttori dell’evento, si svolgerà dall’11 novembre 2017 all’11 febbraio 2018, la personale di Adrian Paci dal titolo “Di queste luci si servirà la notte”,  a cura di Valentina Gensini. 

In mostra un corpus di lavori articolato che vede al centro i temi della migrazione, dell’identità e del flusso, sviscerati con intensità e poesia dall’artista, che ha molto a cuore questi soggetti. Rintracciando storie personali e richiamando alla mente fatti e trasformazioni della storia recente, Paci pone al centro la migrazione e la mobilità come una condizione ontologica dell’uomo, quanto mai attuale nell’epoca odierna in cui i concetti stessi di casa e di identità (culturale, politica e sociale) sono continuamente messi in discussione. L’esistenza viene interpretata come una ricerca continua, un movimento perenne e l’acqua, in questo senso, viene utilizzata dall’artista come metafora per eccellenza dell’idea di scorrimento e di flusso.

Spiega la curatrice: “Il progetto di Adrian Paci parte da lontano sono due anni che lavoriamo insieme, instaurando un rapporto privilegiato con la città e con il fiume. Quest’anno Paci è tornato per produrre una performance ed un video inediti: il poetico passaggio notturno di una barca sul fiume, sinuosa come una medusa con dieci tentacoli luminescenti (particolari fibre ottiche), ha indagato l’archeologia del fiume, con il flusso che nasconde e rivela, tradisce e risignifica. Da qui parte l’installazione prodotta da Murate. Progetti Arte Contemporanea e Museo Novecento per questo progetto, al centro della mostra”.

Vademecum

Firenze, Museo Novecento e altre sedi
Dal 11 Novembre 2017 al 11 Febbraio 2018
– Firenze, Museo Novecento e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea ( da Martedi a Sabato 14-19.30, ingresso gratuito)
 11 novembre 2017 – 11 febbraio 2018
– San Francesco (Pelago), Ex fabbrica Tappeti (ingresso gratuito) 18 novembre 2017 – 11 febbraio 2018
– Montelupo Fiorentino, Fornace Cioni Alderighi (ingresso gratuito) 18 novembre 2017 – 11 febbraio 2018
Biglietti: Intero museo € 8,50; Ridotto museo (18-25 anni e studenti universitari) € 4; Intero mostra temporanea € 4; Ridotto mostra temporanea € 2; Museo + temporanea € 10; Ridotto Museo + temporanea € 5; Gratuito fino a 18 anni, gruppi di studenti e rispettivi insegnanti, guide turistiche e interpreti, disabili e rispettivi accompagnatori, membri ICOM, ICOMOS e ICCROM
www.museonovecento.it

 

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Pirelli Hangar Bicocca. “Take Me (I’m Yours)”, la mostra dove si infrangono i divieti museali

“Take Me (I’m Yours)”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto: Agostino Osio

Una collettiva dove le opere si possono toccare usare o modificare, consumare o indossare, comprare e perfino prendere gratuitamente. Allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra è stata ripetuta a Parigi, Copenhagen, New York e Buenos Aires

MILANO – “Take Me (I’m Yours)”  è il titolo della insolita mostra collettiva che va in scena, dal 1 novembre al 14 gennaio 2018, al Pirelli Hangar Bicocca. Insolita perché, a differenza di quanto accade all’interno di un museo e in una qualsiasi mostra, qui le opere esposte si possono toccare, usare o modificare; si possono consumare o indossare; si possono comprare e perfino prendere gratuitamente, o magari portare via lasciando in cambio cimeli personali. Una mostra collettiva che reinventa dunque le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte.

La mostra è anche un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra e, a partire dal 2015 ripetuta in versioni ogni volta diverse in istituzioni a Parigi, Copenhagen, New York e Buenos Aires, la mostra è stata ideata in seguito a una serie di conversazioni e riflessioni tra il curatore Hans Ulrich Obrist e l’artista Christian Boltanski sulla necessità di ripensare i modi in cui un’opera d’arte viene esposta. Il progetto è cominciato con Quai de la Gare (1991), un lavoro di Boltanski costituito da pile di vestiti di seconda mano che il pubblico poteva prendere e portare via in una busta marchiata con la scritta “Dispersion”: un’opera destinata per sua natura a disperdersi e a scomparire ma anche ad acquisire nuova vita al di fuori del museo.

Nella mostra milanese lavori storici, presentati nell’iconica rassegna del 1995, sono affiancati a nuove produzioni appositamente concepite. 

Oltre a Christian Boltanski, il percorso propone artisti di diverse generazioni e provenienze. Nell’atrio il pubblico viene accolto dall’installazione dell’artista giapponese Yoko Ono, Wish Trees (1996/2017), due alberi di limone su cui è possibile lasciare biglietti con i propri desideri; al bookshop di Pirelli HangarBicocca, invece, è disponibile in vendita una nuova versione di un progetto di Gianfranco Baruchello presentato nel 1968, Artiflex. Finanziaria Artiflex, una società fittizia che propone a 1 euro confezioni che contengono monete da 50 centesimi e monete da 1 vendute a 50 centesimi – gli introiti sono devoluti in beneficenza dall’artista. All’interno della mostra i visitatori hanno la possibilità di prendere una copia del poster che Maurizio Cattelan ha ricevuto in dono dall’artista Alighiero Boetti, raccogliere le caramelle alla menta dell’installazione “Untitled” (Revenge) (1991) di Félix González-Torres; oppure creare la propria mappa personale di Milano con La riappropriazione della città. I propri itinerari, 1975/2017, il progetto di Ugo La Pietra realizzato in collaborazione con Lucio La Pietra; mangiare uno scheletro o simboli fallici pompeiani di marzapane o anche pescare scatole di sardine con le opere di Daniel Spoerri Eat Art Happening (2004-2017), Amulette phallique de Pompéi (2015/2017) e Boîte de Sardines (2015/2017); scattarsi un “selfie” con il progetto di Franco Vaccari, attualizzazione dello storico Esposizione in tempo reale N.4, presentato alla Biennale di Venezia del 1972, dove i visitatori avevano la possibilità di utilizzare una cabina per fototessere e appendere le foto alle pareti, lasciando un traccia del loro passaggio; farsi fare un ritratto da un disegnatore con l’opera performativa di Francesco Vezzoli; o scoprire il proprio futuro con i biscotti della fortuna, nati dalla collaborazione tra Ian Cheng e Rachel Rose in occasione di “Take Me (I’m Yours)” al Jewish Museum nel 2016; scambiare e lasciare oggetti all’interno delle installazioni di Alison Knowles e Jonathan Horowitz e partecipare a performance e azioni di artisti come Pierre Huyghe, Tino Seghal, James Lee Byars, Otobong Nkanga, David Horvitz e Patrizio Di Massimo, che prevedono il coinvolgimento diretto del pubblico durante il periodo di apertura della mostra.

Informazioni sulla visita

L’ingresso alla mostra è sempre gratuito, ma per prendere e collezionare le opere è necessario acquistare la borsa creata dall’artista Christian Boltanski. La borsa è in vendita presso l’Info Point o al Bookshop al costo di 10 euro. Gli introiti contribuiscono a supportare la produzione delle opere distribuite in mostra.

Dati gli elevati flussi di visitatori durante i weekend è necessario prenotare, online o sul luogo, per potere accedere alla mostra “Take Me (I’m Yours)” (70 persone ogni 30 minuti). L’ultimo ingresso consentito ai visitatori è alle 21.15.

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Ugo Nespolo, tra arte, cinema e teatro

Ugo Nespolo, tra arte, cinema e teatro

Dal 20 ottobre 2017 all’8 aprile 2018, l’esposizione a cura di Alberto Fiz e Maurizio Ferraris, attraverso 80 opere, ripercorre la carriera artistica di Nespolo, che spazia dall’arte al cinema, dai cartoon televisivi alla logica matematica sino al teatro

AOSTA –  Il Centro  Saint-Bénindi Aosta ospita dal 20 ottobre “A modo mio. Nespolo tra arte, cinema e teatro”, la personale dedicata all’esperienzamultidisciplinare dell’artista piemontese. L’esposizione, curata dal critico d’arte Alberto Fiz in collaborazione con il filosofo Maurizio Ferraris, presentaoltre 80 opere tra dipinti, disegni, maquettes per il teatro, sculture, tappeti, fotografie e manifesti realizzati dal 1967 sino a oggi. 

“Un percorso spettacolare e coinvolgente  ideato per gli spazi dell’ex chiesa sconsacrata. Non manca nemmeno la BMW K1 del 1993 e uno Skiff Olimpico Black Fin lungo otto metri (una barca da canottaggio), mai esposto prima d’ora, che si modifica attraverso il segno nomadico dell’artista” – spiega una nota. 

La rassegna spazia dunque dall’arte al cinema, dai cartoon televisivi alla logica matematica sino al teatro. Uno  spazio  specifico della mostra è  inoltre dedicato  alle  differenti  forme d’indagine audiovisiva partendo dal cinema sperimentale e dai cortometraggi degli anni sessanta dove compaiono tra i protagonisti Lucio Fontana, Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Enrico Baj, per giungere sino a Yo Yo, la serie di cartoni animati in 52 episodi realizzata nel 2016 per Rai Yo Yo che ha vinto il primo premio nella sezione Series Preschool a Cartoons on the Bay in occasione della 21° edizione del Festival Internazionale dell’Animazione 2017.

Un’attenzione specifica è, poi, dedicata ai numeri che prendono spunto dagli studi sulla sezione aurea (nel 2010 ha pubblicato un libro d’artista sul Numero d’Oro per la Utet). Da qui le infinite relazioni indagate dall’artista in uno spazio che contempla sculture  tattili e dipinti  storici  di  grande  impatto  visivo.

Al Centro Saint-Bénin, infine, non poteva mancare il teatro che dagli anni Ottanta affianca l’attività di Nespolo. Così, sono esposte maquettes degli spettacoli più importanti, disegni e costumi che spaziano dall’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti a Madama Butterfly di Giacomo Puccini sino a Veremonda, l’Amazzone di Aragona di Francesco Cavalli che non veniva rappresentato dal 1653.

Spiega Alberto Fiz: “Con uno slogan futurista si potrebbe dire che ad Aosta l’arte invade la vita.  Nespolo,  come  Fregoli,  appare  sempre  se  stesso  nei  suoi  infiniti travestimenti e nei suoi ricorrenti camouflages linguistici e metalinguistici dove tutto è troppo serio per non essere preso con ironia.” 

La mostra, visitabile fino all’8 aprile 2018,  è accompagnata da un catalogo, in italiano e francese edito da Magonza, con la pubblicazione oltre che di tutte le opere esposte, anche dei saggi di Maurizio Ferraris, Alberto Fiz, Daria Jorioz e di un’intervista di Nespolo con Pietro Bellasi. Contiene inoltre una serie di scritti dell’artista e testimonianze, tra gli altri, di Renato Barilli, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Gianni Rondolino, Francesco Poli e Tommaso Trini.

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