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Pisa, Keith Haring e la polemica sul murale “Tuttomondo”

Nei giorni scorsi il giudizio del neo assessore alla Cultura di Pisa, Andrea Buscemi, sul murale realizzato dall'artista statunitense nel 1989, liquidato come “modestissimo” e “banalissimo" ha scatenato non poche polemiche   PISA - Tra i tanti capolavori che la città di Pisa custodisce ce n’è uno di arte contemporanea, firmato Keith Haring. Si tratta di Tuttomondo un murale che decora la facciata esterna della canonica della Chiesa di Sant’Antonio abate, in un perfetto dialogo tra antico e contemporaneo. L’artista statunitense realizzò l'opera nel 1989 in soli quattro giorni. Haring produsse Tuttomondo con il benestare del Comune di Pisa, del parroco e con il coinvolgimento degli studenti e degli artigiani locali. Tuttomondo rappresenta  30 figure immagini simboliche colorate, tra cui un angelo, un uomo televisore e una figura che forma al centro la croce pisana.  E’ il più grande graffito realizzato in Europa dall’artista (10 metri di altezza, 18 di larghezza) ed è l’unica opera pubblica pensata per essere permanente. Perché stiamo parlando di quest’opera? Perché in questi giorni è stata oggetto di una polemica scatenata dal neo assessore alla Cultura di Pisa, Andrea Buscemi, esponente della Lega. L’assessore ha infatti scritto un libro dal titolo “Rivoglio Pisa. Istruzioni d'uso per un Sindaco" (Eclettica Edizioni, 2018), nel quale si legge: "A Pisa si dà risalto in tutti i modi (si stampano cartoline e manifesti, magliette e souvenir di ogni tipo, perfino tazzine, piatti e bicchieri) per pubblicizzare quel modestissimo e banalissimo murale di ispirazione metropolitana che è Tuttomondo del newyorkese Keith Haring, che qualche mente perversa (e profondamente, grottescamente radical chic) autorizzò una trentina di anni fa ad essere realizzato su un muro del convento di Sant'Antonio". Un’uscita quella dell’assessore che ovviamente non è passata inosservata, gli aggettivi “modestissimo” e “banalissimo“ per definire l’opera di Haring, hanno scatenato non poche polemiche e indignazione, a fronte di un giudizio piuttosto sommario e non supportato da alcuna analisi critica, quasi frutto di una sorta di insofferenza del tutto personale all’opera e al suo autore. E’ bene invece ricordare che il murale ha ottenuto il vincolo della Soprintendenza in quanto opera d'interesse storico-artistico particolarmente importante. Non solo. I proventi dalle vendite dei gadget ci cui parla Buscemi, vengono destinati alla Fondazione Haring per la ricerca sull'AIDS.  Dopo le polemiche che si sono innescate Buscemi ha messo una “toppa” affidandosi a Facebook, dove si legge: “FRA LE TANTE INSENSATEZZE che leggo in questi giorni, ne circola una particolarmente stupida: secondo qualcuno vorrei far cancellare l'opera di Keith Haring TUTTOMONDO che si trova sul muro del convento di Sant'Antonio. Il delirio nasce da una considerazione che ho scritto nel libro RIVOGLIO PISA, dove in sostanza mi chiedo perché, oltre al merchandising che viene fatto per quel murale, Pisa non ne fa anche per grandi sue opere straordinarie come il Trionfo della Morte del Camposanto Vecchio o un Crocefisso di Giunta Pisano conservato in San Matteo (che io reputo superiori e, soprattutto, reali esempi di Arte pisana: e qui, se volete, aprite il dibattito)”.  E il dibattito infatti si è aperto. Per cui Buscemi è nuovamente intervenuto sul social con un post "chiarificatore", scrivendo: “mi fa piacere (al netto degli insulti contro di me: ma si sa, i cafoni e gli ottusi sono poco gestibili). Ne e' nato un piccolo dibattito sull'arte, inaspettato e ricco di spunti. Ci fa capire che, all'occorrenza, in una città che sembra distratta e appagata, l'arte mantiene il proprio ruolo. Meglio così, viva il murale di Haring!  Adesso invito i suoi sostenitori ( a cui mi associo anch'io senza riserve) a visitare anche lo splendido affresco sul Trionfo della Morte di Buffalmacco tornato recentemente in Camposanto Vecchio dopo un restauro durato decenni. Un' esperienza emozionante e impagabile. EVVIVA TUTTA L' ARTE!!!”. ...

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