Archeologia. Scoperto a Bologna il più grande cimitero ebraico medievale

Archeologia. Scoperto a Bologna il più grande cimitero ebraico medievale

Il ritrovamento rappresenta un’opportunità unica di studio e ricerca. Sono state infatti scavate 408 sepolture di donne, uomini e bambini, alcune delle quali hanno restituito elementi d’ornamento personale in oro, argento, bronzo, pietre dure e ambra

BOLOGNA – L’Università di Bologna ha annunciato il ritrovamento di quello che può essere considerato il più grande cimitero ebraico medievale in Italia. La scoperta è avvenuta nel corso degli scavi archeologici iniziati nel 2012 da un team composto da Soprintendenza di Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna, Università, comunità ebraica e ricercatori indipendenti, con il supporto del Comune. 

Il cimitero, scoperto in via Orfeo, per 176 anni è stato il principale luogo di sepoltura degli ebrei bolognesi. Le fonti d’archivio riportano che quest’area fu acquistata nel 1393 da un membro della famiglia ebraica dei Da Orvieto per poi essere lasciata in uso agli Ebrei bolognesi.

Dopo le bolle papali della seconda metà del Cinquecento, che autorizzarono la distruzione dei cimiteri ebraici della città, il cimitero sopravvisse per secoli solo nel toponimo di “Orto degli Ebrei”.  Lo scavo archeologico ha riportato in luce gli sconvolgenti effetti del provvedimento papale: circa 150 tombe volontariamente manomesse per profanare la sacralità delle sepolture e nessuna traccia delle lapidi che dovevano indicare il nome dei defunti, forse vendute o riutilizzate. 

Il ritrovamento rappresenta quindi un’opportunità unica di studio e ricerca. Sono state infatti scavate 408 sepolture di donne, uomini e bambini, alcune delle quali hanno restituito elementi d’ornamento personale in oro, argento, bronzo, pietre dure e ambra.

Gli studi archeologici analizzeranno ora sia le sequenze stratigrafiche, che attestano una frequentazione dell’area dall’Età del Rame all’età moderna, sia i materiali recuperati nello scavo, avvalendosi anche del confronto con alcuni contesti cimiteriali ebraici scavati in Inghilterra, Francia e Spagna.  Tra gli oggetti rinvenuti negli scavi, un approfondimento sarà dedicato ai numerosi gioielli medievali, di cui verranno studiate caratteristiche stilistiche, tecniche di realizzazione e significati delle incisioni presenti. L’approccio interdisciplinare, con l’integrazione delle metodologie di studio archeologico, antropologico e demo-etno-antropologico, permetterà di fare luce sulle dinamiche storiche e sociali della comunità bolognese, rileggendo il patrimonio culturale ebraico come esperienza di vita della collettività ebraica dal Medioevo a oggi e come elemento costitutivo dei Beni Culturali della città. 

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Archeologia. Torna alla luce il “tempio perduto” di Ramses II

Archeologia. Torna alla luce il

La scoperta si deve a un team di archeologi egiziani e cechi del Czech Institute of Egyptology, che stanno compiendo una campagna di scavo dal 2012. I resti dell’edificio sono stati rinvenuti nei pressi della necropoli di Abusir a Giza, a una ventina di chilometri dal Cairo

IL CAIRO – E’ notizia di qualche giorno fa il ritrovamento del “tempio perduto” di Ramses II, un imponente complesso costruito, secondo gli archeologi tra il 1213 e il 1279 a.C.,  durante il lungo regno del terzo faraone della XIX dinastia. 

Il tempio, di circa 32 metri di larghezza per 52 metri di lunghezza,  è composto da un muro di mattoni di terra e da una corte che conduce ai pilastri dell’ingresso principale, riporta inoltre sulle mura numerose epigrafi con incisi i diversi titoli del faraone, insieme a iscrizioni di divinità del sole. Nel tempio sono stati rinvenuti anche frammenti di pitture policrome e pietre di colore blu. 

Secondo gli archeologi doveva essere il luogo dell’adorazione del dio sole Ra, venerato in particolare da Ramses. 

Ramses II è stato uno dei più grandi sovrani della storia dell’antico Egitto, forse il più grande di tutti e sicuramente il più conosciuto. Il suo regno, durato  sessantasette anni, fu caratterizzato nel suo corso sia da eventi politici eccezionali, sia da uno stile ben definito nelle arti e nei monumenti. Alla fine del suo regno lasciò un Egitto ricco e potente. 


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A Palazzo Reale “Caravaggio e luce dipinta”, percorso didattico per bambini e ragazzi

A Palazzo Reale

Quattro appuntamenti speciali: 13 novembre, 27 novembre, 11 dicembre e 15 gennaio alle ore 17

MILANO –  Caravaggio e luce dipinta” è il titolo dell’originale percorso elaborato dalla Sezione Didattica di Palazzo Reale per accompagnare i visitatori più giovani a scoprire il pittore nell’ambito della mostra “Dentro Caravaggio”, a cura di Rossella Vodret, inaugurata lo scorso 29 settembre.

Pensato e realizzato per le scuole dalle educatrici del Comune di Milano, il percorso didattico sarà disponibile anche per bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni accompagnati dalle loro famiglie in quattro appuntamenti speciali: 13 novembre, 27 novembre, 11 dicembre e 15 gennaio alle ore 17.

In una nota la vice sindaca e assessora all’Educazione, Anna Scavuzzo, spiega: “L’eccezionale lavoro di promozione artistica e di innovazione educativa delle sezioni didattiche del Comune di Milano è rivolto innanzitutto agli alunni delle scuole, ma è importante che la qualità dei percorsi pensati per le classi sia accessibile a tutta la città e i più giovani possano così viverne l’esperienza in compagnia delle proprie famiglie”. 

Al termine del percorso didattico verrà donata la guida in mostra e un piccolo catalogo d’Arte con le opere selezionate. Per partecipare è necessaria la prenotazione telefonica al numero 02.88448046. L’attività didattica è gratuita e l’ingresso alla mostra costa 6 euro per i bambini dai 6 anni in su, con tariffa ridotta per l’accompagnatore adulto.

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Capolavori italiani sottratti da Goering ed “esiliati” in Serbia, Pm Bologna: esportazione illecita 

Capolavori italiani sottratti da Goering ed

Secondo la Procura bolognese è “incontrovertibile” che i quadri  non furono un indennizzo di guerra. Vanno quindi restituiti all’Italia

BOLOGNA – Continua il giallo internazionale sulla questione relativa agli otto dipinti di grandi artisti italiani tra cui Tiziano, Tintoretto e Carpaccio, “prigionieri di guerra” conservati oggi al Museo Nazionale di Belgrado. Si tratta di capolavori italiani finiti in Serbia in seguito a compravendite milionarie mediate da mercanti per conto del Maresciallo del Reich, Hermann Goering. Dopo il conflitto queste opere sembra furono acquistate a Monaco di Baviera da un antiquario jugoslavo, Ante Topic Mimara e, successivamente, trasferite al Museo nazionale di Belgrado nel 1949. 

La questione è stata oggetto di una indagine partita dalla Procura di Bologna. E’ di questi giorni la notizia che, secondo la Procura bolognese, è “incontrovertibile” che gli otto dipinti furono illecitamente esportati dal Reich a partire dal 1941. 

A sostenerlo è l’atto inoltrato dal Pm Roberto Ceroni alla Corte superiore di Belgrado. Gli inquirenti, che puntano al recupero delle tele, hanno replicato alle obiezioni della Serbia, che un anno fa aveva respinto una prima istanza di sequestro, con nuove acquisizioni investigative e la richiesta di sviluppare ulteriori indagini. I Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze hanno  accertato che tutte otto le opere furono esportate illecitamente dai tedeschi. Secondo il Pm le opere  “furono prelevate direttamente da Goering” per poi essere portate su un treno speciale dirette a Berlino. La sussistenza del reato consente di chiedere la confisca “per il recupero all’estero del bene e il ripristino del patrimonio culturale-economico della collettività. 

La Procura bolognese ha chiesto a Belgrado di procedere con alcune indagini mirante a ricostruire come le opere siano arrivate in Serbia. Si ritiene infatti che ci fu un’appropriazione indebita da parte di Ante Topic Mimara e Wiltrud Mersman. Il primo fu antiquario e falsario d’arte, amico di Goering, la seconda invece una donna che lavorava al Collecting Point di Monaco (dove gli Alleati facevano confluire le opere d’arte trafugate dai nazisti) e che che anni dopo divenne la moglie dello stesso Topic.

Secondo il Pm le opere non furono indennizzi di guerra, come indicato invece dal museo quando furono esposte in Italia nel 2004/2005. 

Afferma  quindi il Pm “In base al diritto allora vigente, l’eventuale consegna alla Jugoslavia, a scopo risarcitorio, delle otto opere d’arte italiane, non sarebbe stata consentitané dalla prassi seguita al Punto di raccolta, né dalle convenzioni internazionali. Né si può sostenere, come invece fa l’Autorità Serba, che l’acquisto avvenne per usucapione”. 

 

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Pirelli HangarBicocca. Al via il Public Program sulla mostra “Ambienti/Environments” di Lucio Fontana

Pirelli HangarBicocca. Al via il Public Program sulla mostra

Giovedì 9 novembre alle 20.30 il primo appuntamento con la conferenza di Paolo Campiglio 

MILANO – Il Public Program | Lucio Fontana, presentato da Pirelli HangarBicocca, è un ricco programma di conferenze, conversazioni e concerti, dedicato alla mostra “Ambienti/Environments” di Lucio Fontana.

Il primo appuntamento sarà giovedì 9 novembre con la conferenza di Paolo Campiglio dal titolo “Lo Spazio come utopia: Fontana e l’architettura a Milano”                                                                                                                                                                                          

Paolo Campiglio, studioso del lavoro di Lucio Fontana, accompagna il pubblico alla scoperta dei progetti realizzati dall’artista in collaborazione con i maggiori architetti del suo tempo, negli atrii dei condomini, nei cinema, nei luoghi pubblici e privati di Milano. Opere ancora visibili o ormai scomparse, che sono la premessa degli ambienti presentati nella mostra “Ambienti/Environments”.

Fin dagli anni giovanili le collaborazioni di Fontana con i maggiori esponenti dell’avanguardia architettonica italiana, dai BBPR a Luciano Baldessari, svilupparono nell’artista la consapevolezza dello spazio come utopia. Dal 1951, con l’elaborazione del Manifesto tecnico (1951) esposto al I Congresso delle Proporzioni alla IX Triennale di Milano, si chiarisce in lui come questa utopia sia realizzabile in rapporto allo spazio architettonico vissuto; la collaborazione con gli architetti assolve perciò negli anni Cinquanta alla mancata possibilità di creare degli ambienti in autonomia, come dimostrano i reiterati dinieghi della Biennale di Venezia (1950 e 1952) alle proposte ambientali dell’artista. L’analisi di alcuni esempi di architetture milanesi che ancora oggi presentano interventi di Fontana pone in evidenza come le numerose collaborazioni nell’architettura costituiscano una sorta di prova generale per la più consapevole e autonoma elaborazione degli ambienti spaziali negli anni Sessanta.

Vademecum

Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Prenotazione riservata ai Member Pirelli HangarBicocca
Per maggiori informazioni:
http://www.hangarbicocca.org/evento/lo-spazio-utopia-fontana-larchitettura-milano/
press@hangarbicocca.org

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Teatrino di Palazzo Grassi. Incontro con l’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi

Valerio Massimo Manfredi

Giovedì 9 novembre una nuova iniziativa per approfondire i contenuti della mostra di Damien Hirst

ROMA – Giovedì 9 novembre, Palazzo Grassi – Punta della Dogana propone un doppio appuntamento con l’archeologo, storico e divulgatore Valerio Massimo Manfredi. Protagonisti con lui: Cerbero, Andromeda, il Ciclope, l’unicorno e tutti gli altri personaggi mitologici riemersi dagli abissi, a bordo dell’Unbelievable.

Alle ore 17.00, i Members di Palazzo Grassi potranno partecipare a un’esclusiva visita della mostra a Palazzo Grassi, in compagnia di tre guide d’eccezione: Valerio Massimo Manfredi, Monica Centanni, docente di Lingua e Letteratura Greca all’Università IUAV di Venezia e l’architetto Alberto Anselmi.

Alle ore 18.00, Valerio Massimo Manfredi sarà al Teatrino di Palazzo Grassi insieme a Monica Centanni, per un incontro aperto al pubblico dal titolo Naufragi della memoria. Viaggi immaginari ai confini del mondo, modera e presenta Alberto Anselmi.

L’autore delle trilogie dedicate ad Alessandro Magno e al genio di Ulisse, con la sua consueta capacità di raccontare le vicende storiche con lo spirito coinvolgente del romanzo e il rigore scientifico della trattazione storiografica, proporrà un percorso attraverso le raffigurazioni mitologiche. A partire dai manoscritti conservati presso la Biblioteca Marciana, la Biblioteca dell’Istituto Ellenico, la Biblioteca del Museo Correr e la Biblioteca del Monastero Mechitarista di San Lazzaro degli Armeni, fino alle opere di Damien Hirst in mostra a Palazzo Grassi e Punta della Dogana, i due studiosi spiegheranno le origini e le motivazioni che nella storia hanno spinto il desiderio umano di conoscenza a dare forma mostruosa a concetti e idee lontani dalla realtà quotidiana. 

Il calendario completo della stagione culturale è disponibile sul sito di Palazzo Grassi, alla pagina “calendario”.  www.palazzograssi.it

Vademecum

TEATRINO DI PALAZZO GRASSI
Palazzo Grassi, Campo San Samuele, 3231, 30124 Venezia
Ore 17.00 > Un viaggio attraverso la mostra
Visita della mostra a Palazzo Grassi, in compagnia di Valerio Massimo Manfredi, Monica Centanni  e Alberto Anselmi
Per iscriversi: membership@palazzograssi.it / 041 2401 347
Per informazioni sulla Membership card di Palazzo Grassi, consultare il sito: www.palazzograssi.it/membership/
Ore 18.00 > Naufragi della memoria. Viaggi immaginari ai confini del mondo.
Incontro aperto al pubblico del Teatrino di Palazzo Grassi con Valerio Massimo Manfredi, Monica Centanni, Alberto Anselmi.
Ingresso libero sino a esaurimento posti.
Il calendario completo della stagione culturale è disponibile sul sito di Palazzo Grassi, alla pagina “calendario”.  www.palazzograssi.it 
 

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Paolo Gotti racconta 40 anni di fotografia di viaggio

Paolo Gotti racconta 40 anni di fotografia di viaggio

L’esposizione, dal titolo emblematico ATLAS OF PHOTOGRAPHY, raccoglie alcune decine tra gli scatti più rappresentativi del fotografo bolognese, realizzati durante il suo instancabile girovagare per il mondo

BOLOGNA – La temporary gallery di via Santo Stefano 91/a a Bologna presenta dal 10 novembre al 10 dicembre 2017 la mostra di Paolo Gotti dal titolo ATLAS OF PHOTOGRAPHY, che celebra anche i quarant’anni di attività del fotografo. 

Paolo Gotti nasce a Bologna e si laurea in architettura a Firenze, dove frequenta il Centro di studi tecnico cinematografici. Nel 1974 sceglie l’Africa come meta del suo primo grande viaggio. In seguito a questa avventura che lo segna profondamente, inizia a dedicarsi al reportage, visitando oltre 70 paesi nei cinque paesi.

Ancora oggi Gotti gira il mondo per immortalare persone, paesaggi e situazioni che archivia accuratamente in un gigantesco atlante visivo che conta oggi oltre 10.000 immagini, da cui nascono i calendari tematici che realizza da circa vent’anni.

Vademecum


ATLAS OF PHOTOGRAPHY
Paolo Gotti racconta 40 anni di fotografia di viaggio 
10 novembre – 10 dicembre 2017
via Santo Stefano 91/a, Bologna
www.paologotti.com – tel. 329 2343305
 

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Teatrino di Palazzo Grassi. Il suono è protagonista con il festival “Helicotrema”

ph. Matteo De Fina

Lunedì 20 e martedì 21 novembre il festival sarà dedicato ai temi della mostra “Treasures from the Wreck of the Unbelievable”

VENEZIA – Sarà il suono lo spunto di riflessione sui contenuti della grande mostra di Damien Hirst, Treasures from the Wreck of the Unbelievable, ancora in corso a Palazzo Grassi e Punta della Dogana sino al 3 dicembre 2017.

Lunedì 20 e martedì 21 novembre il Teatrino di Palazzo Grassi propone due appuntamenti con il festival di brani audio registrati “Helicotrema”.

Giunto alla sua sesta edizione, Helicotrema torna per il terzo anno consecutivo a Palazzo Grassi – Punta della Dogana. Il festival si ispira alle esperienze di ascolto condiviso tipiche del secolo scorso, quando le persone si riunivano attorno alla radio per seguirne la programmazione. Artisti e compositori, italiani e internazionali, sono oggi i protagonisti di queste emissioni sonore, organizzate lungo nuclei tematici specifici.

Lunedì 20 novembre alle ore 18.00 e alle ore 19.30 sono in programma due sessioni di ascolto a cura di Blauer Hase e Giulia Morucchio, dedicata al mondo marino e alle sue “lingue sommerse”.

Alle 21.30 il foyer del Teatrino vedrà come protagonista la compositrice e sound ecologist canadese Hildegard Westerkamp

Martedì 21 novembre, alle ore 18.00 e alle ore 19.30, tornano gli ascolti guidati da Blauer Hase e Giulia Morucchio con una selezione di suoni e racconti che esplora il confine tra realtà e finzione sul cui labile margine si sviluppa l’intero progetto espositivo di Damien Hirst.
A seguire, alle ore 21.30, sarà la volta della performance del sudafricano James Webb.

Con i contributi sonori di: Monira Al Qadiri, Mohamed Bourouissa, Angus Carlyle, Francesco Cavaliere, Michele Ciacciofera, Caroline Claus, Enrico Coniglio, Viv Corringham, Pauline Curnier Jardin, Nicola Di Croce, Donato Epiro, Gaia Formenti, Rene Gabri + Ayreen Anastas, Nana April Jun, Marcos Lutyens, Maurizio Nannucci, Anna Raimondo, Simon Ripoll-Hurier, Lina Selander, Enrico Vezzi, Giulia Vismara, James Webb, Hildegard Westerkamp, Samson Young.

Selezionati tramite open call: John F. Barber, Benoit, Federico Chiari, Stijn Demeulenaere, Dashes, Erica van Loon, Matteo Polato.

Vademecum

TEATRINO DI PALAZZO GRASSI
Palazzo Grassi, Campo San Samuele, 3231, 30124 Venezia
Tutti gli appuntamenti del Teatrino sono comunicati e costantemente aggiornati sul sito di Palazzo Grassi alla voce “calendario”. www.palazzograssi.it
 

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Arezzo. Sito archeologico di San Donato in Cremona scannerizzato e restituito in 3D

Arezzo. Sito archeologico di San Donato in Cremona scannerizzato e restituito in 3D

Una serie di indagini archeologiche sull’area e alcuni lavori di messa in sicurezza sono stati finanziati dall’Amministrazione comunale per l’importo complessivo di 123mila euro. Il vicesindaco: “E’ stato effettuato un rilievo computerizzato con laser scanner e restituzione in 3D

AREZZO – Si sono concluse nel sito archeologico della chiesa di San Donato in Cremona, presso la Fortezza medicea ad Arezzo, una serie di ulteriori indagini archeologiche sull’area e alcuni lavori di messa in sicurezza, finanziati dall’Amministrazione comunale per l’importo complessivo di 123mila euro. I primi scavi in questo sito risalgono al dicembre 2012, dopo alcuni saggi esplorativi intraprese nel 2008. 

I lavori sono stati seguiti e coordinati dall’archeologa Silvia Vilucchi, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, la quale ha spiegato che gli ultimi lavori hanno interessato la cripta e l’area delle navate della chiesa. “Abbiamo proceduto in profondità rinvenendo anche cinque sepolture del Duecento” ha sottolineato l’archeologa.

A spiegare gli interventi realizzati sul sito, è stato il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini. “E’ stato effettuato un rilievo computerizzato con laser scanner e restituzione in 3D, – ha detto il vicesindaco – in parte realizzato con droni, al fine di meglio raffigurare e comprendere quanto è stato rinvenuto e messo in luce che, unitamente ai reperti rinvenuti e ai rilievi quotidianamente realizzati da parte degli archeologi, cercherà di fornire le risposte necessarie per ricostruire con metodo scientifico l’origine e lo sviluppo del sito”. 

I rilievi sono stati affidati a una società specializzata in questo tipo di indagini.

“In ambito archeologico rappresenta un’innovazione che i tecnici dell’amministrazione comunale hanno ritenuto di sperimentare – ha spiegato ancora Gamurrini – Siamo dunque arrivati a un punto fermo delle indagini archeologiche di questi anni: adesso è il momento di catalogare i reperti e della lettura delle stratigrafie, operazioni che ci consentiranno di capire quali interventi di conservazione e valorizzazione del sito effettuare in futuro. Nel frattempo, provvederemo a mettere in sicurezza gli scavi”. 

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