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Morto Mario Perniola, filosofo e teorico dell’arte contemporanea

E’ stato uno dei maggiori protagonisti del rinnovamento degli studi di estetica. Autore di numerosi saggi è stato professore ordinario all'Università degli studi di Roma Tor Vergata, ha fondato il Centro studi e documentazione Linguaggio e Pensiero e la rivista di studi culturali e di estetica "Ágalma"  ROMA - Si è spento all’età di 76 anni, nella sua casa romana il filosofo Mario Perniola, tra i maggiori protagonisti del rinnovamento degli studi di estetica e della teoria dell'arte contemporanea. Nato ad Asti nel 1941, Perniola si forma filosoficamente sotto la guida di Luigi Pareyson, all’Università di Torino dove viene a contatto con Gianni Vattimo e Umberto Eco. Tra il 1966 al 1969 partecipa al movimento d'avanguardia "Internazionale Situazionista", fondato dal francese Guy Debord con il quale intrattiene un lungo legame di amicizia e di confronto teorico. Si trasferisce a Roma nel 1968. Diviene professore all'Università di Salerno dal 1970 al 1983 e successivamente titolare della stessa cattedra all'Università di Roma "Tor Vergata". Perniola è stato autore di numerosi saggi, tra i primi figura "Il Metaromanzo" (Silva 1966), nel quale studia il fenomeno dell'autoreferenzialità in molti scrittori del Novecento. Fondamentale poi il suo contributo alla teoria dell’arte contemporanea. Dal 1966 partecipa alle prime manifestazioni della contestazione studentesca in Europa, e prende parte a convegni in atenei francesi in cui critica l'arte del Surrealismo. Successivamente si avvicina al Situazionismo, di cui scrive la storia nel volume "I situazionisti"  del 1972, ripubblicato successivamente da Castelvecchi nel 1998 e nel 2005. Opera principale di questa fase del suo pensiero è sicuramente ”L’alienazione artistica" (Mursia, 1971), in cui affronta il rapporto tra arte ed economia nell'Antica Grecia e nel Rinascimento, individuando in questi momenti le origini dell'alienazione della creatività che caratterizza la società borghese e capitalistica. A partire dal 1990 Perniola estende la sua ricerca a nuovi campi del sapere. Nel 1994 pubblica "Il sex appeal dell'inorganico", un volume nel quale collega la filosofia con la sessualità. La sensibilità contemporanea, teorizza il filosofo ha trasformato le relazioni tra cose ed uomini. L'esperienza sessuale travalica dunque l'atto sessuale e introduce in una nuova percezione del corpo. Infine la sessualità organica è rimpiazzata da una sessualità inorganica, neutra e artificiale indifferente alla bellezza, all'età e alla forma.  Del 2000 è invece il saggio "L'Arte e la sua ombra" nel quale Perniola critica aspramente le istituzioni artistiche, dominate da interessi mercantili. Oggetto di riflessione del saggio sono artisti come Andy Warhol, Joseph Kosuth, registi quali Wim Wenders, Derek Jarman, cineasti Guy Debord, e psicoanalisti Nicolas Abraham, Maria Torok. Nel saggio "L'arte espansa" del 2015 teorizza l'ampliamento dei confini dell'arte. Qualunque cosa può trasformarsi in arte, il che comporta molti pericoli, ma offre al contempo nuove opportunità per chi voglia avventurarsi su questo terreno.  Parte del suo lavoro riguarda poi l'estetica e la storia dell'estetica, è del 1990 il saggio "Enigmi. Il momento egizio nella società e nell'arte", nel quale sottolinea il carattere enigmatico dell'arte, rivalutando l'arte simbolica e decorativa.  Perniola sin dal 1968 si interesa anche ai mezzi di comunicazione di massa. Nel saggio Contro la comunicazione del 2004 analizza i loro meccanismi e la dinamica che sta alla base del loro uso, sottolineandone gli aspetti degeneri. In Miracoli e traumi della comunicazione (2009) il problema è affrontato da un punto di vista storico: vengono individuati i quattro eventi-matrice di carattere globale, che hanno che hanno segnato gli ultimi decenni del XX secolo e l'avvento del nuovo millennio. Tra le ultime pubblicazioni troviamo "Del terrorismo come una delle belle arti" del 2016, un libro di racconti edito da Mimesis edizioni, un intreccio divicende comiche e grottesche che vanno da quella di un militante trotskista argentino, condannato a morte dai suoi ex compagni di partito, con sentenza “da eseguirsi il giorno della rivoluzione”, all’avventura politica, esistenziale e nichilista dei membri dell’armata rossa giapponese, fino alle vicende della surreale compagnia di anarchici, bohémiens e filibustieri che si ritrova, negli anni Settanta, intorno alla redazione della rivista “Agaragar”, ideata e diretta dallo stesso Perniola dal 1971 al 1973. ...

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