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La street art in Tunisia e il progetto “Djerbahood”

La street art ha recentemente conosciuto un vero e proprio boom in Tunisia e si è diffusa nella periferia, nei quartieri del centro e nella vecchia medina delle città, come testimoniato dalle numerose opere che si possono trovare nella capitale TUNISI - La Street art in Tunisia è un fenomeno relativamente recente. In quest’ultimo periodo molte persone sono state portate ad esprimere sentimenti, opinioni, paure e speranze in maniera innovativa, attraverso forme artistiche come la street art, una modalità espressivan grado di arrivare direttamente al pubblico senza filtri. Gli artisti hanno comincaito a  riappropriarsi degli spazi comuni (in particolare dei muri) e ciò ha indubbiamente avviato un processo spontaneo di rinascita culturale. Le strade tunisine si sono trasformate in luoghi dove le nuove generazioni si esprimono attraverso un linguaggio per immagini, come il gruppo Ahl El Kahf (La gente della caverna), composto da giovani artisti diplomati alla Scuola di belle arti di Tunisi. Proprio a Tunisi,il cavalcavia vicino alla piazza del Monguela, ospita un museo a cielo aperto con graffiti di varia natura, dove ogni settimana c’è un ricambio di graffiti: gli unici a rimanere intatti sono quelli che commemorano eventi importanti. I graffiti sono quindi usciti dal circuito underground e sono entrati a far parte anche di luoghi religiosi, come testimoniato dall’opera dell’artista El Seed sulla facciata della moschea di Gabes. Questo artista franco-tunisino nato nel 1981 è uno dei più famosi a livello mondiale grazie all’inclusione nei suoi graffiti di elementi della tradizione calligrafica araba, esitati in uno stile da lui definito “calligraffiti”. “Djerbahood” in particolare  è il progetto di street art realizzato da 150 artisti di strada provenienti da 30 paesi che, nei mesi di luglio e agosto 2014, hanno trasformato l’autentico villaggio tradizionale di Erriadh – uno dei più antichi villaggi della Tunisia situato sull’isola di Djerba, conosciuta come “l’isola dei sogni”. Con un centinaio di diverse espressioni artistiche hanno reso questo villaggio “un museo a cielo aperto”. Le tradizionali mura e i labirintici vicoli di Erriadh sono ancora pieni di murales che esplorano l’identità culturale, spaziando dal capriccioso al giocoso, dal cupo al provocatorio. Come ha spiegato il curatore franco-tunisino Mehdi Ben Cheikh in un’intervista del New York Times: “L’arte di strada è il movimento artistico più grande e unico della storia per il suo impatto globale e per la mancanza di dipendenza dalle istituzioni convenzionali”. “Il mio ruolo è quello di aiutarlo a sviluppare e superare i confini”. www.djerbahood.com ...

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