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La fragilità del reale

Roma. Tradendo la storica sede della Pelanda di Macro Testaccio, Digitalife approda per questa ottava edizione al Palazzo delle Esposizioni (dal 7 ottobre al 7 gennaio), con un vivace parterre di artisti, collettivi e appuntamenti vari.Partita nel 2010 da un’idea di Monique Veaute, creatrice e presidente del Romaeuropa Festival, la rassegna ne rappresenta il braccio tecnologico orientato ai linguaggi della creatività digitale, ovvero al sodalizio tra arte e le tecnologie più avanzate e manifestamente visionarie, che spesso ne allargano a dismisura la dimensione polisensoriale.Ancora una volta il curatore è Richard Castelli, che ha chiamato a esporre i francesi Jean Michel Bruyère/LFKs, che portano in prima assoluta la quinta versione del loro lavoro «La Dispersion du Fils» già proposto nel 2010 a Digitalife, il collettivo giapponese Dumb Type, la croata Ivana Franke e gli austriaci Granular Synthesis, con la loro nuova opera «360» che ingloba il pubblico in un universo in 3D di luci e suoni all’interno di un teatro virtuale cilindrico.La rassegna prosegue col collettivo russo AES+F (vincitore del Premio Pino Pascali 2015), la cui «Allegoria sacra» presenta la terza parte del progetto «The Liminal Space Trilogy», e il berlinese Robert Henke con «Phosphor», un’altra prima assoluta creata specificatamente per Palazzo delle Esposizioni, e «Lumière III», sorta di concerto-performance di laser e suoni che il 4 ottobre anticipa Digitalife al Teatro Argentina.A completare, una scelta dalla «Biennale de l’Image en Mouvement: da Ginevra a Roma», a cura di Andrea Bellini, Cecilia Alemani, Caroline Bourgeois, Elvira Dyangani Ose per la Fondazione Giuliani, e le sei installazioni di KizArt pensate per accostare l’arte contemporanea ai bambini, a cura di Raffaella Frascarelli per la Nomas Foundation.Il 2 dicembre, per la chiusura del Romaeuropa Festival, ci sarà un’intera giornata dedicata a Digitalife, con talk, performance e live music. La spinta di far incontrare arte e scienza a Palazzo delle Esposizioni, voluta dall’assessore Bergamo e appoggiata dal commissario Innocenzo Cipolletta, in questo caso è centrata in pieno.Articoli correlati:Monique Veaute e il confine tra arte e scienza: «Stiamo affidando il nostro immaginario alle macchine» ...

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