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I cento nerissimi corvi di Vanni Cuoghi

Scrive Ovidio che il corvo fosse in origine candido come la neve ma che Apollo, furioso per una sua odiosa delazione, lo abbia tinto del nero più nero che esista in natura. Da allora la simbologia prevalente che lo accompagna è quella, nefasta, di portatore di sventura.Cento grandi lavori su carta inediti, realizzati a china e acquarello da Vanni Cuoghi (Genova 1966) e raffiguranti altrettanti, nerissimi corvi, invadono dal 15 dicembre al 21 gennaio prossimo la navata della chiesa sconsacrata di San Sisto a Milano, diventata nel 1974 lo Studio Museo dello scultore Francesco Messina (1900-1995), dove si conservano un’ottantina di sue sculture e una trentina di lavori su carta.I cento impressionanti fogli (70 per 100 centimetri) protagonisti della mostra «The Invisible Sun. La terza dimensione del disegno», sono accompagnati da un’installazione site specific dell’identico soggetto, che occupa la vetrata absidale, mentre nel sotterraneo sfilano sei diorami fatti di stratificazioni di carte poste in un cannocchiale prospettico (a imitazione dei «cartelami», gli antichi presepi liguri allestiti nelle chiese) che, occupando le tre dimensioni, si propongono come «sculture» di carta.Anche i corvi dipinti, del resto, acquisiscono una plasticità quasi scultorea nel gioco magistrale dei neri e dei blu del loro piumaggio e, grazie alla convinta fedeltà al vero, entrano in dialogo con le sculture, altrettanto fieramente figurative, di Francesco Messina.La mostra, curata da Nicoletta Castellaneta e Giancarlo Lacchin, è accompagnata da appuntamenti di didattica per le scuole e, per gli adulti, da riflessioni sull’essenza del disegno e da incontri con artisti e musicisti.FONDAZIONE MESSINAVANNI CUOGHI ...

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