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Furto della Natività di Caravaggio, la procura di Palermo riapre l’inchiesta

Sulla base di elementi nuovi, i pm hanno deciso di recuperare gli accertamenti fin qui svolti e che avevano sempre portato ad archiviazioni  PALERMO - La Procura di Palermo ha riaperto l'inchiesta sul furto della Natività del Caravaggio, trafugata il 17 ottobre del 1969 dall'Oratorio di San Lorenzo, nel cuore del centro storico del capoluogo siciliano. La decisione è stata presa sulla base di nuovi elementi investigativi della Commissione parlamentare Antimafia della scorsa legislatura, presieduta da Rosy Bindi, che alcune settimane fa aveva presentato una serie di risultati.  Bindi aveva detto in quell'occasione:"Nella nostra inchiesta offriamo elementi interessanti anche all'autorità giudiziaria. Secondo noi quest'opera non è andata distrutta come si è pensato fino a un certo momento". Il capolavoro, secondo l'organismo parlamentare, dopo il furto finì nelle mani di Cosa nostra per poi essere trasferito in Svizzera, e venduto dai trafficanti di opere d'arte, dopo essere stato fatto in quattro pezzi. La Commissione ha raccolto la testimonianza del collaboratore di giustizia Gaetano Grado che avrebbe consegnato personalmente la tela rubata al boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, il quale avrebbe contattato un mercato d’arte svizzero, che decise di dividere l’opera.  Intera, infatti, avrebbe avuto un valore troppo alto per chiunque. Sempre Bindi aveva specificato: "La mafia ne ha ricavato un consistente guadagno. Speriamo di trovarne almeno un frammento. La nostra inchiesta è arrivata fino a questi risultati, sufficienti per riaprire, però, un'inchiesta giudiziaria".  Intanto gli inquirenti, pur non essendoci indagati, hanno deciso di riascoltare un mercante d'arte pugliese.  ...

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