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Elizabeth e Camille vis à vis a Villa Medici

Roma. Terzo appuntamento per il ciclo di mostre «Une», ideato da Muriel Mayette-Holtz, direttrice dell’Accademia di Francia, e curato da Chiara Parisi. Dopo l’insolito ma convincente confronto tra Yoko Ono e Claire Tabouret chiuso il 2 luglio, dal 13 ottobre al 7 gennaio le Grandes Galeries e l’Atelier di Balthus di Villa Medici si ripopolano dei lavori di una nuova coppia di personalità forti e fuori dal mainstream, stavolta composta dall’artista statunitense di grande successo Elizabeth Peyton e dalla scultrice francese a cavallo tra Otto e Novecento Camille Claudel (che passò, per volere della madre, gli ultimi 30 anni di vita in manicomio). La Peyton, diventata famosa a New York alla metà degli anni Novanta soprattutto grazie ai suoi ritratti di amici, celebrità pop e personaggi storici, espone qui dipinti, disegni e stampe, alcuni ispirati alle sculture della Claudel e di Auguste Rodin, il cui «Éternelle Idole» è preso a titolo della mostra. Un secolo prima di lei, nel 1864, nasceva Camille Claudel, allieva e poi anche amante, modella, musa del grande scultore francese, come rivelano le opere dello stesso Rodin esposte per l’occasione: «L’Eternel Printemps» del 1898, due ritratti in gesso di Claudel del 1884 e il marmo «La mort d’Adonis» del 1891. Quindi le opere della Peyton, di piccolo formato ma estremamente potenti, con Bowie, Di Caprio, Hockney, gli amici e i colleghi artisti, ma anche Napoleone ed Elisabetta II, oltre a una serie di nuovi lavori realizzati appositamente per Villa Medici e a un «sipario» d’artista a coprire interamente la facciata principale ora in restauro. E tra questi lavori una scelta di sculture in gesso, marmo e bronzo della Claudel, la cui opera è poco nota in Italia: «L’Abandon» (1886-1905), «Etude pour Sakountala» (1886), «Portrait de Rodin» (1888-89), fino al «Persée et la Gorgonne» (1899), dove l’artista si autoritrasse nella testa di Medusa. «La Peyton, spiega Chiara Parisi, piuttosto che presentare una testimonianza storica o un omaggio, ha voluto riflettere sui modi in cui gli artisti si relazionano l’uno all’altro nel tempo: non una mostra tradizionale sulla Claudel e Rodin e la loro influenza, piuttosto il resoconto di motivazioni e desideri reciproci, attraverso i secoli». Catalogo Electa. ...

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