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“Salvador Mundi” di Leonardo all’asta da Christie’s a New York

Si tratta dell’ultimo dipinto del maestro rinascimentale ancora in mani private, mentre tutte le altre sono conservate in musei o istituzioni.  L’opera sarà offerta con una base di partenza di 100 milioni di dollari

NEW YORK – Il prossimo 15 dicembre  sarà battuto all’asta da Christie’s a New York il  “Salvator Mundi” di Leonardo, l’ultimo dipinto del genio rinascimentale ancora in mani private, tutti gli altri sono infatti proprietà di musei o istituzioni.

Il dipinto, un olio su tavola di 66 centimetri di altezza per 46 di larghezza, raffigura Cristo con la mano destra alzata benedicente, mentre nella mano sinistra regge un globo celeste. L’opera è stata presentata al pubblico per la prima volta nel 2011 alla National Gallery di Londra, nell’ambito di una mostra dal titolo “Leonardo da Vinci: Painter at the Court of Milan”. 

L’attribuzione della tavola a Leonardo, da parte di esperti di fama internazionale, è relativamente recente.Il capolavoro era stato infatti catalogato semplicemente come un dipinto di ’’scuola milanese”, datato intorno al 1500 circa. Solo dopo la rimozione di uno strato di pittura scolorita e della vernice applicata in un precedente restauro,  si è potuti risalire alla reale paternità dell’opera, fino ad allora nota grazie solo ad un’incisione di Wenceslaus Hollar eseguita intorno al 1650.

Riguardo la precedente storia e i vari passaggi di mano del “Salvator Mundi” non si sa moltissimo se non in maniera sommaria.Inizialmente il dipinto fu registrato nelle collezioni di Carlo I e Carlo II d’Inghilterra. Successivamente sembra che l’opera  sia passata nelle mani di Sir Francis Cook, collezionista inglese del XIX secolo. L’opera venne nel tempo alterata con una serie di ridipinture e in seguito non se ne seppe più nulla fino al 1958, quando fu venduto a un’asta londinese per 45 sterline. Dopo la vendita se ne persero nuovamente le tracce, mentrenel 2005 fu acquistata da una società americana e infine, nel 2013, dal miliardario russo Dmitry Rybolovlev alla cifra di 127milioni di dollari. 

L’opera sarà offerta all’asta di Christie’s con una base di partenza di 100 milioni di dollari. Si tratta della stima più alta mai proposta dalla casa d’aste. D’altra parte come afferma Loic Gouzer, specialista di Christie’s,”Salvator Mundi è il dipinto più iconico tra gli artisti del mondo, forse il più famoso a livello mondiale. Creato circa 500 anni fa, il capolavoro arriva per la prima volta sul mercato e potrebbe segnare un record”. 

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Antinori Art Project. Stefano Arienti rilegge la “lunetta”, capolavoro di Giovanni Della Robbia

La Resurrezione di Cristo. Giovanni della Robbia. XVI Secolo. Terracotta Invetriata. PHCourtesy of Brooklyn Museum

La  lunetta, proprietà del Museo di Brooklyn, dopo 500 anni torna al Museo Nazionale del Bargello a Firenze, dal 9 novembre 2017 all’8 aprile 2018, a seguito di un importante restauro sostenuto negli Stati Uniti dalla famiglia Antinori

FIRENZE – Nell’ambito di Antinori Art Project, la famiglia Antinori, che da oltre seicento anni lega il proprio nome all’eccellenza nell’arte del vino e alla migliore tradizione mecenatistica, ha commissionato all’artista Stefano Arienti (Asola, 1961), tra i più apprezzati a livello internazionale, un nuovo progetto, a cura di Ilaria Bonacossa, che consiste nella rilettura di un capolavoro dell’arte rinascimentale: la lunetta raffigurante La resurrezione di Cristo realizzata agli inizi del XVI secolo da Giovanni Della Robbia (Firenze, 1469 – 1529/30), su commissione di Nicolò di Tommaso Antinori.

La  “lunetta Antinori”, oggi proprietà del Museo di Brooklyn, dopo 500 anni torna a essere presentata al pubblico al Museo Nazionale del Bargello a Firenze, dal 9 novembre 2017 all’8 aprile 2018, a seguito di un importante restauro sostenuto negli Stati Uniti dalla famiglia Antinori. Stefano Arienti per questo progetto realizzerà due opere distinte ma allo stesso tempo complementari, che saranno messe a confronto con la celebre lunetta. 

Al Bargello, in una sala attigua a quella della lunetta, sarà installata l’opera dal titolo “Scena Fissa” creando quindi un dialogo diretto tra arte rinascimentale e contemporanea, nella mostra “Da Brooklyn al Bargello: Giovanni della Robbia, la lunetta Antinori e Stefano Arienti”.

In contemporanea, presso l’avveniristica cantina Antinori nel Chianti Classico sarà esposta una nuova installazione site-specific di Arienti, “Altorilievo”, che entrerà a far parte della collezione di famiglia, attualizzando e rendendo visibile il forte legame con la storia e la tradizione mecenatistica.

Nel doppio intervento di Arienti gli elementi compositivi di questa lunetta verranno isolati e distribuiti nello spazio, per acquisire un’indipendenza formale e una nuova narrativa.

Arienti è partito dallo studio del risultato del restauro della Lunetta, dove le varie parti che formano la composizione non sono state saldate o incollate insieme come erano originariamente ma lasciate volutamente separate: i 46 elementi sono in vista e mantengono una loro forte identità nella rappresentazione finale con giochi di scala e prospettive inaspettate.

Il lavoro presso il Museo del Bargello sarà realizzato su supporto bidimensionale, una pittura ad inchiostro metallico, oro o rame, su telo antipolvere bianco da cantiere, raffigurerà i personaggi che compaiono nella Lunetta ma aumentati leggermente in dimensione sino ad arrivare ad una scala quasi reale, 1:1.

L’allestimento che occuperà le tre pareti della stanza dedicata a Stefano Arienti, avrà caratteristiche simili a quelle della sala in cui sarà esposta la Lunetta, comunicante con essa, in modo da non modificare la percezione dello spettatore che passando da una stanza all’altra potrà facilmente leggere i tratti di continuità delle due opere e di traduzione di una nell’altra.

Queste sinopie strappate mostrano la modernità compositiva e formale del capolavoro tardo rinascimentale, la bicromia così come la bidimensionalità delle figure portano la linea del disegno ad emergere.

“Altorilievo”, nato per la Vinsataia della cantina Antinori nel Chianti Classico, si articola come la scomposizione di un alto-rilievo scultoreo, in cui le figure della lunetta, sempre monocrome, vengono riproposte nelle 46 campiture strutturali del capolavoro di della Robbia, in una rinnovata distribuzione spaziale delle figure, capace di trasformare l’impianto narrativo della lunetta e ponendo l’osservatore all’interno della scena e assegnandogli un ruolo attivo nella fruizione dell’opera.

L’opera, disegnata sempre su teli antipolvere, assumerà una tridimensionalità quasi marmorea, che permetterà all’artista di ricreare uno spessore simile a quella dell’opera originale realizzata in terracotta invetriata, liberando i personaggi dalla posizione impostagli dalla storia e tessendo così una nuova trama.

L’allestimento spinge il pubblico ad una lettura più dinamica e personale del capolavoro restaurato, offrendo la possibilità di un percorso di ricerca in cui le immagini sono sottoposte a infinite variazioni, e dove lo spettatore è coinvolto in un processo mentale indipendente, critico e consapevole.

Vademecum

Museo Nazionale del Bargello, Firenze                       
9 novembre 2017– 8 aprile 2018                                             
Antinori nel Chianti Classico, Bargino 
dal 9 novembre collezione permanente
http://www.antinoriartproject.it

 

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Tutto pronto per ArtVerona

Tutto pronto per ArtVerona

La tredicesima edizione della fiera si tiene dal 13 al 16 ottobre 2017 sotto la nuova direzione artistica di Adriana Polveroni, alla sua guida per il prossimo triennio

VERONA – Conto alla rovescia per la fiera d’arte moderna e contemporanea di Verona che trova nella promozione del sistema dell’arte italiano il suo tratto distintivo.

Negli ultimi anni ArtVerona ha infatti delineato con chiarezza il proprio profilo accreditandosi sempre di più come meta privilegiata di espositori e collezionisti che cercano cura e qualità delle proposte.

Il fil rouge di questa tredicesima edizione è “Viaggio in Italia #BacktoItaly”. Sono 140 le gallerie selezionate, 35 partecipano per la prima volta alla manifestazione, 14 sono le nuove realtà indipendenti, 20 nel settore editoria, 480 coppie di collezionisti vip italiani e stranieri ospitati in città, 30 in più rispetto al 2016.

Romano Artoni, consigliere di amministrazione di Veronafiere, ha spiegato: “ArtVerona sta puntando sempre più sul connubio tra arte e impresa, sensibilizzando una specifica tipologia di pubblico verso questa forma di investimento. Come Veronafiere abbiano aderito al Premio nazionale Cultura+Impresa e le nostre rassegne internazionali come Vinitaly, Marmomac, Fieracavalli, Fieragricola e Samoter, grazie alla capacità di attrarre imprenditori da tutto il mondo, possono rappresentare nuovi contesti di sviluppo per ArtVerona. Non dimentichiamo inoltre il valore aggiunto del nostro territorio con cui la manifestazione ha uno stretto rapporto, coinvolgendone il tessuto economico, sociale e culturale”. 

Le sezioni espositive sono 5: Grand Tour e Scouting, novità di quest’anno, Main Section, Raw Zone e 8-spazi indipendenti. “Spero e intendo impegnarmi affinché ArtVerona possa dare, attraverso l’arte di cui è portatrice, un contributo di visione e fattivo per un maggiore collaborazione con le attività di Veronafiere. – ha detto Adriana Polveroni –  In questo senso la fiera va distribuita con alcune iniziative sull’anno anche per costruire in pubblico più attento. Ma per ora concentriamoci sulle novità di questa edizione, che vede rafforzata la spinta alla ricerca, rappresentata dalle due nuove sezioni: Grand Tour e Scouting. Senza dimenticare di impegnarci nel sostegno della nostra arte – da qui il titolo #backtoitaly – non in una prospettiva “local”, ma mettendo in dialogo il meglio della produzione artistica italiana con il meglio della giovane produzione internazionale”.

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Gauguin, il pittore alchimista al Grand Palais di Parigi

Paul Gauguin, Mahana no atua (Il giorno di Dio)

Una grande mostra, frutto della collaborazione tra l’Art Institute di Chicago e il Museo d’Orsay, riunisce oltre 200 opere dell’artista, presentando la produzione e le sperimentazioni dell’artista in tutta la loro varietà

PARIGI – Si intitola “Gauguin l’alchimiste” (Gauguin l’alchimista) la grande esposizione allestita al Grand Palais di Parigi, dall’11 ottobre 2017 al 22 gennaio 2018. Gauguin artista, intellettuale, libero pensatore ma anche alchimista in quella sua insaziabile smania di sperimentazione, di assemblaggio di materiali e tecniche differenti, alla ricerca di una nuova espressività e di un’altra arte, è qui indagato in tutte le sue sfaccetatture.

La monografica parigina, attraverso più di 200 opere, offre infatti una visione completa, esaustiva e approfondita del percorso creativo, ma anche esistenziale del grande artista, che appunto nell’arte ha cercato una ragione non solo estetica. 

Oltre alle circa 55 pitture sono presenti  30 ceramiche, 30 sculture e oggetti in legno, 15 incisioni su legno, 60 stampe e 35 disegni, a testimonianza di questa instancabile capacità di assorbire e sperimentare nuovi linguaggi espressivi.

La rassegna è articolata in sezioni, si parte dagli esordi, introdotti da ”La fabrique des images” (La fabbrica delle immagini),  per passare a “Mythes et réinventions” (Miti e reinvenzioni), che mette in luce l’ampliarsi della dimensione mistica nella sua opera nel periodo di Tahiti, fino all’ultima sezione “En son décor” (Nel suo ambiente), incentrata sull’ossessione dell’ultimo Gauguin per le ricerche decorative.

Il percorso, che  propone anche una sala dedicata al manoscritto di Noa Noa, presentato al pubblico molto di rado, si chiude con la rappresentazione digitale in forma di ologramma della Maison du Jouir, l’ultima casa-atelier di Gauguin, la realizzazione di un sogno,  presentata per la prima volta con le sculture che ne ornavano l’ingresso. 

La mostra è frutto della collaborazione tra l’Art Institute di Chicago, che possiede un significativo corpus di opere pittoriche e grafiche di Gauguin, e il Museo d’Orsay, la cui collezione di pitture, ceramiche e sculture in legno è una delle più importanti al mondo. 

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Christie’s Londra, all’asta a dicembre un bozzetto de “La Libertà che guida il popolo” di Delacroix

Christie's Londra, all'asta a dicembre un bozzetto de

Uno schizzo ad olio realizzato dall’artista nel 1830, dal titolo “Le 28 juillet – La Liberté guidant le peuple”, sarà battuto durante la “Classic Week 19th Century European & Orientalist Art Auction” con una stima tra 700mila e un milione di sterline 

LONDRA – Sarà battuto all’asta da Christie’s a Londra, il prossimo 14 dicembre, uno schizzo ad olio di uno dei massimo capolavori del Romanticismo, oltre che opera più celebre del pittore francese Eugène Delacroix (1798-1863), “La Libertà che guida il popolo”. 

Si tratta di un abbozzo realizzato ad olio dall’artista nel 1830, dal titolo “Le 28 juillet – La Liberté guidant le peuple”. 

L’opera verrà messa all’incanto durante la Classic Week 19th Century European & Orientalist Art Auction, con una stima che si aggira tra le 700mila e un milione di sterline. 

Il disegno autografo, pur nella forma di schizzo, costituisce una rara ma preziosa testimonianza del processo creativo di Delacroix. La figura dominante, che rappresenta appunto la Libertà piuttosto ben delineata, sembra già prendere forma al centro dell’opera, circondata da un gruppo di uomini caduti intorno, poco più che abbozzati. 

Il grande dipinto, che celebra “les trois glorieuses”, ovvero le giornate durante le quali l’insurrezione popolare destituisce Carlo X in favore della reggenza di Luigi Filippo, venne realizzato da Delacroix in soli tre mesi. La tela è una testimonianza della presa di posizione dell’artista, che non aveva mai partecipato attivamente ai moti rivoluzionari. Nell’ottobre del 1830 Delacroix scriveva al fratello Henry: “Ho intrapreso un soggetto moderno, una barricata, e se non ho mai vinto per la patria, almeno avrò dipinto per lei…” . 

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Christie’s Londra, all’asta a dicembre un bozzetto de “La Libertà che guida il popolo” di Delacroix

Christie's Londra, all'asta a dicembre un bozzetto de

Uno schizzo ad olio realizzato dall’artista nel 1830, dal titolo “Le 28 juillet – La Liberté guidant le peuple”, sarà battuto durante la “Classic Week 19th Century European & Orientalist Art Auction” con una stima tra 700mila e un milione di sterline 

LONDRA – Sarà battuto all’asta da Christie’s a Londra, il prossimo 14 dicembre, uno schizzo ad olio di uno dei massimo capolavori del Romanticismo, oltre che opera più celebre del pittore francese Eugène Delacroix (1798-1863), “La Libertà che guida il popolo”. 

Si tratta di un abbozzo realizzato ad olio dall’artista nel 1830, dal titolo “Le 28 juillet – La Liberté guidant le peuple”. 

L’opera verrà messa all’incanto durante la Classic Week 19th Century European & Orientalist Art Auction, con una stima che si aggira tra le 700mila e un milione di sterline. 

Il disegno autografo, pur nella forma di schizzo, costituisce una rara ma preziosa testimonianza del processo creativo di Delacroix. La figura dominante, che rappresenta appunto la Libertà piuttosto ben delineata, sembra già prendere forma al centro dell’opera, circondata da un gruppo di uomini caduti intorno, poco più che abbozzati. 

Il grande dipinto, che celebra “les trois glorieuses”, ovvero le giornate durante le quali l’insurrezione popolare destituisce Carlo X in favore della reggenza di Luigi Filippo, venne realizzato da Delacroix in soli tre mesi. La tela è una testimonianza della presa di posizione dell’artista, che non aveva mai partecipato attivamente ai moti rivoluzionari. Nell’ottobre del 1830 Delacroix scriveva al fratello Henry: “Ho intrapreso un soggetto moderno, una barricata, e se non ho mai vinto per la patria, almeno avrò dipinto per lei…” . 

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Il Che Vive! Ernesto Guevara e l’America Latina nel patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Guerrillero Heroico, 1960 ©Alberto Korda

A cinquant’anni dalla scomparsa il percorso di visita offre la possibilità di misurarsi con le vicende biografiche di Ernesto Guevara e con il suo rapporto con il contesto e i problemi della realtà latino-americana del Novecento

MILANO –  Il 9 ottobre 1967 moriva Ernesto Guevara, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli propone la mostra Il Che Vive! Ernesto Guevara e l’America Latina nel patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, un viaggio nel pensiero e nell’attivismo politico che hanno guidato la vita di uno dei protagonisti del ventesimo secolo.

La mostra, allestita nella Sala Polifunzionale del centro culturale di viale Pasubio 5 a Milano con ingresso gratuito, propone oltre 50 documenti esposti fra rare fotografie che ritraggono Ernesto Guevara nei primi anni di vita insieme alla famiglia e in momenti di vita quotidiana, immagini, periodici, manifesti e monografie tratti dal patrimonio della Fondazione stessa. Nel percorso espositivo anche il ritratto di Ernesto Guevara di Alberto Korda proveniente dalla Collezione Composti in prestito per tutta la durata della mostra.

La curatela di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha visto anche la partecipazione di Guillermo Gracia Santos, ricercatore dell’Università di Santiago de Compostela, che afferma: «I viaggi che Ernesto Guevara fa prima di arrivare a Cuba sono stati fondamentali per capire la realtà latino-americana che egli ancora non conosceva. Dopo il trionfo della rivoluzione cubana, Guevara diventa una figura pubblica, uno dei grandi referenti della rivoluzione dell’isola caraibica pur essendo argentino. La mostra cerca di rompere con l’idea romantica o idilliaca dell’immagine di Korda, cercando di capire l’America Latina di quegli anni: a partire da un’unica persona si può comprendere un intero continente».

La mostra è arricchita da un catalogo che costituisce un’opportunità di approfondimento sui temi del percorso di visita. La pubblicazione verrà presentata al pubblico mercoledì 11 ottobre alle ore 18.30 nella Sala Polifunzionale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

Sono previste inoltre alcune attività correlate all’esposizione:

Sabato 14 ottobre 

Ore 19.00 Federico Rossin, storico e critico del cinema, introduce gli spettatori alla storia, alla metamorfosi, e all’uso pubblico della fotografia di Alberto Korda e alla filmografia sviluppata attorno alla figura di Che Guevara.

Ore 20.30 Proiezione di Ernesto Che Guevara, le journal de Bolivia (1994) di Richard Dindo. Un documentario sugli ultimi venti giorni di Ernesto Guevara, partendo dal resoconto dettagliato e personale del suo diario, fino al giorno della sua morte il 9 ottobre 1967. Durata 92 minuti, versione originale con sottotitoli in italiano.

Domenica 15 ottobre 

19.00 Proiezione del film Mi hijo el Che (1985) di Fernando Birri. L’Avana. Intervista a Ernesto Guevara Lynch, padre del Che, con immagini di repertorio sulla sua infanzia, Durante 71 minuti, versione originale con sottotitoli in italiano.

Le proiezioni sono in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana.

Vademecum

Il Che Vive! Ernesto Guevara e l’America Latina nel patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
viale Pasubio 5 a Milano
Dal 10 Ottobre 2017 al 03 Novembre 2017
 ingresso gratuito
www.fondazionefeltrinelli.it
Orari
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 – Gli orari di apertura e chiusura potrebbero subire variazioni

 

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Londra. Niente record per il “papa rosso” di Bacon all’asta da Christie’s

Londra. Niente record per il “papa rosso” di Bacon all'asta da Christie's

La vendita di sabato si è fermata a 58 milioni di sterline, non rispettando le previsioni ottimistiche dei giorni precedenti l’asta. Il record per un’opera di Bacon rimane quello stabilito nel 2013 da un trittico che raffigura il suo amico e pittore britannico Lucian Freud, venduto all’asta per 89 milioni di sterline

LONDRA – Si pensava avrebbe conquistato un nuovo primato il capolavoro “Study of Red Pope 1962. 2nd version 1971” di Francis Bacon, messo all’asta da Christie’s a Londra il 7 ottobre con la stima di 60 milioni di sterline, invece così non è stato.  Nessuna vendita da record dunque per il dipinto ispirato alla nuova epoca di Papa Giovanni XXIII, uno dei più celebri dipinti della famosa serie di ritratti papali del pittore irlandese.Per questo dipinto Bacon rivisitò la serie “Study of Red Pope 1962”, ispirandosi al capolavoro del pittore spagnolo Diego Velázquez “Ritratto di Papa Innocenzo X” (1650) ma anche alla figura di George Dyer, il suo amante. 

La vendita di sabato si è fermata a 58 milioni di sterline non trovando compratori disposti a superare la stima di 60 milioni di sterline. Il record per un’opera di Bacon rimane quello del 2013, stabilito da un trittico che raffigura il suo amico e pittore britannico Lucian Freud, venduto all’asta per 142 milioni di dollari (89 milioni di sterline).

“Study of Red Pope 1962. 2nd version 1971”  fu esposto per la prima volta a Parigi nel 1971, sei mesi dopo essere stato terminato, successivamente venne mostrato a Dusseldorf per poi “svanire” dal mercato. Dopo aver fatto parte di una collezione privata il dipinto non è mai più stato presentato in pubblico dal 1973. 

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Enzo Cucchi dalle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

 Enzo Cucchi, Coraggio (Courage), 1998-99 Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Donazione Bruno Bischofberger, Zurigo

Un’occasione di incontro con la Transavanguardia, una delle tendenze espressive più tipiche degli anni Ottanta, a cura di Stefano Collicelli Cagol

TORINO – Inaugura domenica 8 ottobre, presso la Chiesa di San Giuseppe ad Alba, la mostra  Enzo Cucchi dalle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, a cura di Stefano Collicelli Cagol, promossa dalla Fondazione CRC in occasione dei 25 anni dalla nascita. 

In esposizione due importanti opere dell’artista, dal titolo Coraggio (Courage), 1998-99, e Piogge Sante (Holy Rain), 1987, provenienti dalle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, che costituiscono una occasione per il pubblico di avvicinarsi alla Transavanguardia, una delle tendenze espressive più tipiche degli anni Ottanta che ponevano come loro specifico contributo il recupero degli strumenti tradizionali del fare arte, la pittura e la scultura. 

Spiega il curatore: “La mostra costituisce una felice occasione di dialogo tra presente e passato. Il palinsesto architettonico che compone la Chiesa di San Giuseppe, eretta sulle fondamenta di una casa privata, costruita a sua volta su persistenze romane (la cavea di un teatro) e medievali richiama la complessità e la ricchezza di riferimenti iconografici della ricerca di Enzo Cucchi, uno dei protagonisti del movimento artistico italiano della Transavanguardia, mentre la tradizione barocca della chiesa dialoga con la manipolazione spazio-temporale delle tele dell’artista. Le colline marchigiane, dove Cucchi è cresciuto, e i declivi delle Langhe sembrano unirsi in Coraggio, in un’atmosfera spirituale conturbante, con echi dalla Genesi (la creazione della donna) e dai Vangeli (la parabola del buon samaritano). Ferro, neon, legno e olio su tela compongono invece Piogge Sante, la cui iconografia rievoca una meridiana. I titoli delle opere creano cortocircuiti con le immagini, sprigionandone ulteriormente energie e potenzialità interpretative”.

La mostra, visitabile fino al 3 dicembre, rappresenta l’avvio di una serie di collaborazioni con il Castello di Rivoli destinate a promuovere nel territorio cuneese i capolavori della collezione del Museo. 

Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC, commenta: “Questo evento inaugura la collaborazione con il Castello di Rivoli. Si tratta di una delle partnership con riconosciute istituzioni museali che la Fondazione CRC sta sviluppando per promuovere anche in provincia di Cuneo eventi di fruizione culturale, occasioni di arricchimento per tutti i nostri concittadini ed efficace volano di promozione turistica e valorizzazione territoriale”.

L’iniziativa, inoltre, in concomitanza dell’87a edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, oltre a testimoniare la grande vitalità dell’istituzione, intende promuovere la comprensione della nostra epoca attraverso l’arte e la cultura, coinvolgendo il pubblico locale per favorire la crescita sociale e civile del territorio.

Vademecum

Chiesa di San Giuseppe – Piazzetta Vernazza 6, Alba (CN)
8 ottobre – 3 dicembre 2017
Inaugurazione: domenica 8 ottobre 2017, ore 11.00
Orari:
lunedì – venerdì: 10.30 – 17.00 | sabato – domenica: 10.30 – 18.30
Ingresso libero. Info: www.fondazionecrc.it – tel. 0173.293163

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Florence Biennale, 460 artisti in mostra alla Fortezza

Florence Biennale, 460 artisti in mostra alla Fortezza

Una vetrina d’eccellenza per la produzione artistica contemporanea a livello internazionale che vede la partecipazione di artisti provenienti da 72 paesi di tutti e cinque i continenti

FIRENZE –  Apre a Firenze, dal 6 al 15 ottobre,l’XI edizione di “Florence Biennale – Mostra internazionale di arte contemporanea”, diretta da Jacopo Celona con la curatela di Melanie Zefferino. Protagonisti della kermesse saranno ben 462 artisti provenienti da 72 paesi di tutti e cinque i continenti. Il paese più rappresentato è l’Italia con 65 artisti partecipanti, seguito dalla Cina che ne propone 60. 

Si tratta di una vetrina d’eccellenza per la produzione artistica contemporanea a livello internazionale confermando così la manifestazione come “piattaforma” indipendente, libera, inclusiva e innovativa per artisti che a diversi stadi di carriera sperimentano tecniche antiche e nuove con materiali disparati e che accoglie le principali forme di espressione artistica. 

La manifestazione, che quest’anno ruota attorno al tema “eARTh: creatività e sostenibilità”, si propone di contribuire a delineare una visione del futuro in cui creatività e sostenibilità siano principi fondanti di un “ecosistema” d’arte e cultura ove prevalga il rispetto della natura e di tutte le forme di vita sulla Terra. 

Tra le curiosità di questa edizione in concorso troviamo, tra gli altri, un artista argentino che propone istallazioni con i mattoncini di Lego e una artista danese che, essendo portatrice di handicap sin dalla nascita, dipinge con la bocca; e poi c’è lo svizzero che, oltre a dipingere, è una star di latin pop, così come un fotografo israeliano presenta una serie di scatti sul tema della pace. In lizza ci sono anche un fiorentino di 23 anni, atleta nazionale di nuoto con la passione della pittura realista, un russo di 18 anni (il più giovane di “Florence Biennale 2017”) studente all’Accademia di San Pietroburgo che presenterà istallazioni con tanti piccoli T.Rex, e un’artista indigena proveniente dall’Amazzonia, che mostra le sue opere per la prima volta in Europa. 

Nel corso di ogni edizione della Florence Biennale, gli artisti distintisi nelle categorie artistiche di riferimento ricevono, quali vincitori individuati tra i finalisti per le opere in concorso, il Premio Internazionale “Lorenzo il Magnifico” (opera dell’artista fiorentino di adozione Mario Pachioli), assegnato da una giuria internazionale costituita da personalità di rilievo del mondo dell’arte e della cultura. La XI edizione di “Florence Biennale” annovera in concorso le seguenti categorie artistiche: disegno, arte grafica e calligrafia, pittura, tecnica mista, scultura, arte ceramica, arte tessile, gioiello d’arte, fotografia, arte digitale, video arte, installazione d’arte e performance. Il premio è un traguardo importante per i vincitori e i classificati di merito, ma anche una distinzione che per molti di loro ha segnato un avanzamento nella carriera artistica sulla scena contemporanea.

La Florence Biennale conferisce inoltre il Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera a persone e istituzioni che si siano distinte per meriti artistici o per il loro contributo alla cultura. Nel corso dei suoi vent’anni di attività la manifestazione ha ospitato artisti d’eccezione riconosciuti a livello internazionale, fra i quali Marina Abramovic, Anish Kapoor, Marta Minujin, David Hockney, Chen Cheng-Hsiung, Christo e Jeanne-Claude, Gilbert & George, Shu Yong, José Luis Cuevas, Agatha Ruiz de la Prada e gli italiani Mario Carbone, Franco Mussida e Giampaolo Talani. 

Il premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera sarà tributato all’artista ghanese El Anatsui con cerimonia che si svolgerà venerdì 13 ottobre, preceduta – giovedì 12 ottobre – dalla premiazione dell’architetto giapponese Arata Isozaki; quest’ultimo non potrà esser presente per problemi di salute, ma sarà proiettato un videomessaggio di ringraziamento da parte dello stesso Isozaki.

Domenica 8 ottobre sarà invece conferito il premio alla carriera (in memoriam) allo scultore Sauro Cavallini; infine domenica 15, dalle 10 alle 12, si svolgerà la cerimonia di premiazione degli artisti in concorso.

L’XI edizione di “Florence Biennale” si svolge con il patrocinio di autorità pubbliche italiane, sia governative sia locali quali il MiBACT, la Regione Toscana, la Provincia e la Città di Firenze, l’Università di Siena, l’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo e ICOMOS; quest’ultima organizzazione terrà il suo convegno annuale al Teatrino Lorenese della Fortezza da Basso sabato 14 ottobre, proprio durante “Florence Biennale”.

Così come dal 2013 “Florence Biennale” è parte integrante dell’International Biennial Association, che riunisce le manifestazioni biennali più prestigiose del mondo, in questa speciale edizione del ventennale, la mostra ha ottenuto anche il patrocinio della commissione nazionale italiana per l’Unesco.

Vademecum

XI Florence Biennale – Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea di Firenze
6 – 15 ottobre 2017
Fortezza da Basso, Viale Filippo Strozzi 1 – 50129 Firenze
info@florencebiennale.org 
www.florencebiennale.org 
Tel +39 055 3249173
Orari mostra: 10.00 – 20.00
Biglietto intero: intero € 8
Biglietto ridotto: intero € 5 per:
• studenti universitari;
• soci UniCoop Firenze;
• soci Touring Club;
• soci Icomos;
• utenti ATAF&LI-NEA e BusItalia con abbonamento o titolo di viaggio obliterato in giornata;
• dipendenti AMV Scarl o ACV Scarl;
• dipendenti Publiacqua;
• dipendenti Università di Siena;
• possessori di abbonamento Teatro del Maggio Fiorentino;
• soci AMFI – Associazione medici fotografi italiani;
• soci Confcommercio/Federalberghi;
• promozione “2×1” che consente ai soci del programma Cartafreccia di Trenitalia in possesso di un biglietto di viaggio valido sui treni Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca ed Intercity di Trenitalia con data di viaggio compresa all’interno del periodo di svolgimento della mostra di acquistare due biglietti interi di ingresso al prezzo di uno;
• clienti “Acqua dell’Elba” con scontrino attestante l’acquisto di prodotti effettuato durante i giorni della mostra;
• over 65 anni;
• diversamente abili con accompagnatore gratuito.

Ingresso gratuito per minori di 10 anni accompagnati.
Acquisto Catalogo della mostra: sconto del 10% sul prezzo di vendita presso il bookshop della mostra riservato a soci UniCoop Firenze, utenti ATAF&LI-NEA e BusItalia con abbonamento o titolo di viaggio obliterato in giornata, AMV Scarl o ACV Scarl.
Per ulteriori informazioni visitare il sito internet www.florencebiennale.org alla sezione INFO.

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