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Fondazione Torino Musei. Crowd-funding per 20 miniature da restaurare

Henry Bone, Lady Anne Beechey e sua figlia Anna - Antonio Masutti, Ritratto di Camillo Benso

Online la pagina web per il nuovo progetto di raccolta fondi dedicato al restauro di miniature appartenenti alle collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama

TORINO – Si chiama “L’amore è nelle piccole cose” la nuova raccolta di fondi per restaurare 20 miniature appartenenti alle collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama.

La pagina web dedicata al crowd-funding è già online  http://sostieni.fondazionetorinomusei.it . L’obiettivo è raccogliere,  20.000 euro per consentire il restauro degli esemplari più bisognosi. La campagna, che proseguirà per tutte le festività natalizie,  può contare su una base di partenza di 1.500 euro, quota complessiva destinata al restauro della collezione di ritratti da parte degli iscritti al nuovo corso di storia dell’arte di Palazzo Madama, quest’anno dedicato allo studio dei materiali e delle tecniche artistiche.

Le miniature in oggetto fanno parte di una donazione ricevuta nel 2005 comprendente 130 ritratti miniati, datati tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. La collezione, di grande valore storico ed affettivo, raccoglie le principali scuole europee tra cui Jean-Baptiste-Jacques Augustin per la Francia, George Engleheart, Andrew Plimer e Charles William Ross per l’Inghilterra, Giambattista Gigola per l’Italia.

Si tratta di vere e proprie opere prodigio della tecnica del dettaglio, dipinte su avorio, carta, ceramica o metallo, che stupiscono ancora oggi per la cura dei particolari e per il formato ridotto. Questi capolavori sono minacciati dall’azione del tempo e per questo la Fondazione Torino Musei chiama oggi a raccolta gli amanti dell’arte e della cultura per consentirne il restauro.

Insieme alla raccolta fondi Palazzo Madama lancia anche una iniziativa sui propri canali social. Il museo invita i propri sostenitori a scattarsi dei selfie e a condividerli sul profilo Instagram del museo @palazzomadama con l’hashtag #fattiavanti.

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Artissima 2017, online il catalogo digitale

Artissima 2017, online il catalogo digitale

A due settimane dall’inaugurazione dell’evento viene lanciata la piattaforma digitale artissima.art dove si potranno esplorare in anteprima le gallerie, gli artisti e le opere della fiera

TORINO – Fedele alla sua identità sperimentale, ricercata e innovativa, Artissima, Internazionale d’Arte Contemporanea, che apre la sua 24esima edizione a Torino dal 3 al 5 novembre 2017, lancia la piattaforma Artissima Digital, un progetto sviluppato con il sostegno di Compagnia di San Paolo, per trasformare la fiera in un ecosistema digitale, vivo e partecipato anche dopo l’evento.

Grazie al catalogo digitale ogni visitatore potrà esplorare la fiera virtualmente e studiarne i contenuti. Registrandosi poi potrà attivare una propria area dedicata in cui salvare le opere, le gallerie e gli artisti che più lo affascinano, creando così la sua personale ‘collezione virtuale’.  L’iniziativa è inoltre arricchita anche da un’ agenda online che, interagendo con la wishlist, consente agli utenti registrati di archiviare gli eventi favoriti: talk, visite guidate, premiazioni e incontri. 

Artissima Digital offre inoltre alla fiera la possibilità di dialogare e coinvolgere audience diverse attraverso rubriche social che accompagneranno il pubblico tutto l’anno (#ArtissimaRewind). Il blog della fiera ospita invece i contributi della redazione di #ArtissimaLive, una piattaforma condivisa dove riviste on-line, blogger, siti web di settore collaborano alla creazione di contenuti prodotti in diretta nei giorni dell’evento. Quest’anno la rosa dei partecipanti – coordinati da Elena Bordignon – comprende: ATPdiary (Milano); Art Dependence (Anversa); Aujourd’hui Magazine (Lisbona); Fruit of the forest (Miami e Milano); Kabul Magazine (Milano); The Exhibitionist (USA).

Artissima infine introduce per la prima volta anche la #SocialRoom, spazio fisico in cui il pubblico digitale della fiera potrà ricaricare i propri dispositivi, trovando un ambiente ricco di stimoli e suggestioni.

Vademecum

ARTISSIMA 2017 Internazionale d’Arte Contemporanea
3-4-5 novembre 2017
OVAL – Lingotto Fiere
T +39 011 19744106
www.artissima.it | info@artissima.it
Facebook: Artissima Fair
Twitter: @ArtissimaFair
Instagram: ARTISSIMAFAIR
Pinterest: Artissima
Youtube: Artissima Fair

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Laurea honoris causa a Christo dall’Università di Torino

Laurea honoris causa a Christo dall'Università di Torino

Il rettore Gianmaria Ajani:  “L’arte contemporanea condivide con la scienza visione, pensiero critico, prospettiva. Gli artisti che parlano al mondo hanno una visione simile a quella dell’università: guardare oltre”

TORINO – L’Università di Torino ha conferito la laurea honoris causa in “Storia dell’arte” all’artista bulgaro Christo, con la seguente motivazione: “per avere ampliato con le sue opere la concezione dell’arte e modificato la nostra percezione della realtà; per avere offerto con la sua vita un continuo esempio di libertà e indipendenza; per avere condiviso con il pubblico più vasto l’esperienza del suo lavoro, che si annovera fare prove più luminose della creatività umana”. Il riconoscimento è stato assegnato con il saluto del rettore Gianmaria Ajani che ha affermato: “L’arte contemporanea condivide con la scienza visione, pensiero critico, prospettiva. Gli artisti che parlano al mondo hanno una visione simile a quella dell’università: guardare oltre”. 

Christo ha un legame forte con la città di Torino dove ha lavorato negli anni ’60 con il gallerista, Gian Enzo Sperone. 

Attualmente l’artista sta lavorando ad una installazione permanente, la prima. Si tratta di Mastaba che sorgerà fra le sabbie di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi. Un progetto colossale che ha avuto il suo embrione nel 1979 e che verrà realizzato con barili di petrolio. Mastaba – ha spiegato Christo –  “E’ un’opera di ingegneria molto sofisticata che riguarda un’area di 16 kmq”.

L’artista ha realizzato 23 progetti negli ultimi 50 anni, mentre 36 son ancora in fase di approvazione. 

“L’arte realizza una moltitudine di cose diverse – ha detto Christo –  Le nostre opere sono assolutamente inutili ma a me interessa farle accadere in un mondo reale perché questo rispecchia la nostra esistenza, la nostra scelta personale”

L’artista ha poi raccontato che non guida, non usa il computer, non ama telefonare, “ma mi piace fare queste esperienze nel mondo reale”. “Io vivo nel mondo di qui, non sono un credente, amo le cose reali, il caldo, il freddo, il secco e l’umido perché sono ancora vivo. E tutto questo si ripercuote nelle mie opere che, per me, sono solo fisicità”.

Infine ha ricordato la moglie scomparsa, Jeanne-Claude: “Mi ha detto di lavorare molto ed è quello che sto facendo”. “Gli artisti – ha sottolineato ancora Christo – non vanno mai in pensione”.

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ArtVerona 2017, raggiunti i 23mila visitatori

ArtVerona 2017, raggiunti i 23mila visitatori

Adriana Polveroni, che ha esordito come direttrice artistica in questa 13esima edizione, si dichiara “molto soddisfatta di questa mia prima edizione che si è posta in continuità con i risultati ottenuti negli ultimi anni rilanciando sulla ricerca contemporanea”

VERONA –  L’edizione 2017 di ArtVerona si è appena conclusa e il primo bilancio a caldo sembra essere molto positivo, confermato anche dai numeri.  Innanzi tutto sono stati raggiunti 23mila visitatori. Sale a 221mila euro il valore delle opere acquisite in fiera, grazie ai premi e ai fondi d’acquisto, crescono le vendite da parte delle gallerie e aumenta ancora la qualità dei 23 mila visitatori totali, con un incremento degli ingressi pari al 26% nella giornata inaugurale dedicata ai collezionisti.Sempre maggiore il coinvolgimento del territorio, con una fiera sempre più diffusa, grazie agli otto eventi ArtVerona Off presentati in città, in collaborazione con istituzioni museali, Comune di Verona, Soprintendenza, Università ed ESU. 

Romano Artoni, consigliere di amministrazione di Veronafiere Spa commenta: «ArtVerona 2017 ha confermato di essere appuntamento di riferimento per la valorizzazione del mercato dell’arte italiana. Questo grazie a innovatività e qualità delle proposte, frutto di un lavoro di ricerca e sperimentazione in ogni ambito. Al centro del progetto resta sempre la figura del collezionista come confermato anche in questa edizione dall’aumento delle presenze in questo campo, anche tra i più giovani. Stiamo continuando, inoltre, a lavorare per approfondire i punti di contatto tra mondo dell’arte e quello dell’impresa, vera chiave di sviluppo per ArtVerona”.

Nel 2017 è salito a nove il numero dei riconoscimenti realizzati da ArtVerona in collaborazione con diverse realtà del mondo dell’arte territoriali e nazionali, per i quali è stato stanziato un plafond complessivo di 221mila euro (31mila in più rispetto all’edizione 2016), grazie ai premi e ai fondi d’acquisto quali Gruppo Privato d’Acquisto, Concorso Icona (la cui opera vincitrice diventa protagonista dell’immagine di ArtVerona 2018), OTTELLA for GAM, Premio Display, Premio Rotary, Premio fotografia under 40 e Premio i8-spazi indipendenti.

Alla cifra totale ha contribuito Fondazione Cariverona che ha acquisito per la sua collezione un importante olio su tela di Emilio Scanavino (Nascita di una forma, del 1960, dalla galleria De Primi Fine Art di Lugano).

Adriana Polveroni, nuova direttrice artistica della manifestazione si dichiara «molto soddisfatta di questa mia prima edizione che si è posta in continuità con i risultati ottenuti negli ultimi anni rilanciando sulla ricerca contemporanea. Un ringraziamento particolare al team di ArtVerona e alla struttura organizzativa di Veronafiere che ha permesso questa crescita, alle istituzioni cittadine che ci hanno affiancato come mai prima e soprattutto un ringraziamento alle gallerie che hanno creduto nel nostro progetto, realizzando stand di grande impatto visivo e portando opere importanti. Quello che ho più apprezzato è stato il clima, l’entusiasmo dei galleristi e dei tanti collezionisti presenti, molti dei quali alla loro prima esperienza veronese. Il progetto “Viaggio in Italia” ha trovato un riscontro concreto anche nelle vendite, segno di un mercato in ripresa e di un pubblico attento, perché sono stati acquisiti soprattutto artisti, italiani giovani mid-career e anche grandi Maestri».

L’appuntamento dunque con ArtVerona | Art Project Fair è per il prossimo anno dal 12 al 15 ottobre 2018. 

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WOPART – Work on Paper Art Fair 2017, grande successo di pubblico e critica

WOPART - Work on Paper Art Fair 2017, grande successo di pubblico e critica

Dal 30 ottobre 2017 saranno aperte le application per WOPART 2018. Molte sono le gallerie che hanno già confermato la presenza per la prossima edizione

LUGANO – La seconda edizione di WOPART, la fiera internazionale d’arte dedicata esclusivamente alle opere su carta, che si è svolta dal 15 al 17 settembre 2017 al Centro Esposizioni di Lugano, si è conclusa registrando un grande successo di pubblico e critica confermato dai numeri.

75 gallerie internazionali (il doppio rispetto all’edizione precedente), provenienti da 14 paesi, sono state visitate nei giorni di apertura al pubblico (compresa la preview a inviti) da circa 10.000 visitatori, che hanno letteralmente affollato gli stand, segnando una crescita dal 105% rispetto al 2016. Importante e numerosa anche la presenza di collezionisti internazionali e curatori museali provenienti da tutto il mondo. Ottime le vendite per le gallerie presenti: la parte del leone nelle transazioni l’ha avuta la fotografia, in particolare quella con prezzi tra dai 2 ai 20 mila franchi; successo anche per le stampe rare di celebri maestri contemporanei, da Andy Warhol a Banksy (con valori da 12 ai 75 mila franchi), seguite da disegni e opere su carta di autori storici sia del Novecento che contemporanei.

La londinese Richard Saltoun Gallery ha venduto opere di Francis Picabia, una carta di Giovanni Penone intorno a 180 mila franchi, un grande disegno di Anselmo degli anni Sessanta a circa 10 mila franchi e un lavoro dell’artista cubana Ana Mendieta. La Galleria Vitart di Lugano ha ceduto un’opera di Christo del 1968 e ha trattative aperte su una magnifica grande carta dei primi anni Settanta di Joan Mirò. Lo stand del gallerista newyorchese Borghi, che esponeva capolavori di Willem de Kooning, Lee Krasner ed Helen Frankenthaler, ha trattative aperte su due disegni di de Kooning (a 60 mila franchi) e su un Frank Stella a 40 mila franchi. La galleria Bruno Grossetti ha venduto opere di Rodolfo Aricò, Giuseppe Spagnulo e Raimun Girke a prezzi compresi tra 7 e 20 mila franchi. Andrea Ingenito Contemporary Art ha venduto Murakami e un Robert Indiana. La Galleria Il Castello, di Milano, una carta di Keith Haring a 70 mila franchi. La Galleria De Chirico di Torino un esemplare del libro La Lune en rodage (con opere uniche di artisti vari tra cui Lucio Fontana e Piero Manzoni). La galleria Carzaniga di Basilea ha venduto delle opere su carta di Mark Tobey, mentre la Galleria Matteotti di Torino ha aperto interessanti trattative su un Filippo De Pisis del 1916, su due carte di Depero e un pastello di Zandomeneghi. NDF Gallery di Friburgo ha venduto carte di Cassandra Wainhouse; la galleria Mac di Miami tutte le litografie esposte, degli anni Ottanta, di Bruno Munari e diversi lavori di artisti contemporanei, con valori compresi tra 2 e 15 mila franchi. Mentre Lorenza Salamon ha venduto alcune opere su carta degli artisti emergenti Silvia De Bastiani e Giorgia Oldano e un’opera di Marzio Tamer a 10 mila franchi.

Forte interesse suscitato anche dai tanti talk organizzati nelle giornate della fiera, in particolare dagli incontri dedicati agli artisti presenti: Paolo Canevari, Emilio Isgrò e Joseph Kosuth.

Grande soddisfazione per questo successo è stata espressa dal Direttore di WOPART, Luigi Belluzzi, e dal comitato scientifico presieduto da Giandomenico Di Marzio, giornalista, critico e curatore d’arte contemporanea e da Paolo Manazza, pittore e giornalista specializzato in economia dell’arte. 

 www.wopart.eu

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Aste. A dicembre alla Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art di Copenhagen un raro “Achrome” di Piero Manzoni

Cortesia HEART Herning Museum of Contemporary Art. Foto: @ Ole Bagger

L’opera, realizzata durante il periodo trascorso dall’artista italiano in Danimarca, non è mai stata messa in vendita.  La stima è compresa tra i 200mila e i 270mila euro

ROMA – Il prossimo 5 dicembre andrà all’asta, presso la Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art di Copenhagen, un raro “Achrome” di Piero Manzoni, realizzato dall’artista proprio in Danimarca nel 1961.

Manzoni, infatti, scomparso prematuramente a soli 29 anni per un infarto e considerato come uno dei più rappresentativi esponenti dell’Arte concettuale degli anni Sessanta, arrivò in Danimarca verso la fine degli anni ’50, per esporre nella Galerie Koepcke di Copenhagen, ma anche per sperimentare alcune fibre naturali e artificiali nella fabbrica di camicie di Aage Damgaard, imprenditore tessile e mecenate. 

Il rapporto di  Manzoni con la Danimarca si deve soprattutto a tre persone: un gallerista, un imprenditore e un artista. Il primo è Arthur (Addi) Köpcke che ha gestito la Galerie Köpcke a Copenhagen fra il 1958 e il 1963, dove Manzoni ha esposto alcune delle sue opere riscuotendo grande successo fra il pubblico; il secondo è Aage Damgaard che, a partire dagli anni Cinquanta, si è affidato a una serie di artisti perché esprimessero sulle pareti della sua azienda il proprio estro creativo; il terzo è Paul Gadegaard, impiegato in maniera stabile da Damgaard per dipingere la sua fabbrica a Herning, che fece da tramite fra il suo illuminato committente e il giovane artista italiano.

Come racconta Niels Raben, direttore del dipartimento di Arte Moderna alla Bruun Rasmussen: La particolare collaborazione con il produttore di camicie e mecenate Aage Damgaard di Herning è stata di grande importanza per il lavoro di Manzoni negli anni immediatamente precedenti la sua prematura scomparsa nel 1963, in quanto Damgaard lasciava che l’artista italiano si esprimesse in totale autonomia, plasmando spontaneamente il suo grande talento”. 

Piero Manzoni è stato presente alla Galerie Köpcke di Copenhagen nel mese di giugno del 1960, esponendo “Corpi d’Aria”, palloncini contenenti il suo stesso fiato, “Achrome”, una serie di opere monocromatiche bianche realizzati con gesso e caolino prima, con fibre naturali e artificiali dopo, “Linea”, costituita da una linea tracciata su un foglio di carta arrotolato e posta all’interno di contenitori sigillati, “Uova Scultura”, uova bollite con l’impronta digitale dell’artista sull’albume sodo. In una lettera del tempo, Manzoni riflette sulla propria esperienza a Herning: «(…) A Copenhagen ho avuto un successo che mi ha stupefatto. Galleria piena, articoli su tutti i giornali, su 3-4 colonne da capo a fondo pagina, ecc. Incredibile poi, sono stato ingaggiato da una fabbrica di camicie (vitto e alloggio gratuiti più L. 11.000 al giorno e un assistente-aiutante con macchina) per un mese, con a disposizione tutti i tecnici della fabbrica perché faccia liberamente tutte le ricerche tecnico-artistiche che voglio.» (Celant G. Manzoni, Skira Editore, Milano, 2004, p. 652). Dopo la mostra alla Galerie Köpcke, Manzoni si recò a Herning, dove trascorse il mese di luglio creando la sua famosa “Linea” lunga 7.200 metri e in generale sperimentando l’uso di tutti i materiali che la fabbrica tessile poteva mettere a sua disposizione. Dopo un’ulteriore mostra alla Köpcke nell’ottobre del 1961, dove presentò al pubblico la sua famosa “Merda d’Artista”, la scatoletta di latta contenente le proprie feci, Manzoni ritornò a Herning: «(…) In questo periodo –scrive Celant– vanno collocati i ‘quadri pelosi’, così Manzoni chiama gli Achrome che vedono fissato al supporto fibre naturali e sintetiche, come il nylon, signore e padrone della produzione tessile di quegli anni.» (Celant G. Manzoni, op. cit., p. 621).

“Achrome”, prima di essere battuta all’asta, è stata esposta a Parigi, il 21-22 settembre, mentre sarà in mostra a Londra, presso la Shapero Modern dal 5 all’8 novembre. Poi, fra il 23 e il 27 novembre, Bruun Rasmussen organizzerà una presentazione in anteprima. Seguirà quindi l’asta, in programma per il 5 dicembre. 

Curiosità sull’opera. Il pezzo destinato all’asta è appartenuto a un assistente di galleria che ha avuto l’opera nel 1962 grazie al suo datore di lavoro presso la Galerie Köpcke. Nel 1989 è stata mostrata a Freddy Battino, art director della Galleria Blu di Milano, in occasione della presentazione del catalogo ragionato nel quale è inclusa.

PROGRAMMA

“ACHROME” IN MOSTRA A LONDRA

Dal 5 all’8 novembre 2017. Orario: domenica dalle 12 alle 17, lunedì dalle 10 alle 21, martedì dalle 10 alle 17, mercoledì dalle 10 alle 17.

Shapero Modern, 32 St George Street

Londra W1S 2EA

“ACHROME” ALL’ASTA A COPENHAGEN

5 dicembre 2017 alle ore 16. Anteprima dal 23 al 27 novembre: giovedì dalle 15 alle 18, venerdì, dalle 11 alle 17, sabato e domenica dalle 11 alle 16, lunedì dalle 11 alle 17.

Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art

Bredgade 33

1260 Copenhagen

 

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ArtVerona 2017, ecco i premiati

Flavio Favelli, Extra Profondo Oro, 2017, collage di carte di cioccolatini su pannello, cm 120 x 190

Assegnati i riconoscimenti per le varie sezioni della Fiera, il cui tema per questa edizione diretta da Adraina Polveroni era “Viaggio in Italia #backtoitaly” 

VERONA –  E’ stato l’artista Flavio Favelli a vincere il Concorso Icona ArtVerona 2017.  Con ICONA, quest’anno alla sua dodicesima edizione, si intende dare riconoscimento alle Gallerie che di anno in anno partecipano alla manifestazione, essendo queste ultime l’anima e l’espressione della fiera stessa, attraverso l’acquisto, da parte di un’azienda, dell’opera che diventerà l’immagine della campagna di comunicazione di ArtVerona dell’anno successivo. La Commissione riunita ha decretato vincitrice l’opera di Flavio Favelli, Extra Profondo Oro, 2017, collage di carte di cioccolatini su pannello, cm 120 x 190, presentata in fiera dalla galleria Studio Sales di Norberto Ruggeri, Roma,  per la riconosciuta capacità dell’artista di lavorare con l’immaginario e con la memoria del nostro paese riuscendo a sintetizzare con diversi registri, felici o drammatici, suggestioni personali e collettive. L’opera scelta diventerà dunque l’immagine della prossima edizione di ArtVerona. 

Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi sono i vincitori dello Sustainable Art Prize, il premio dell’Università Ca’ Foscari ad ArtVerona 2017. Presentati ad ArtVerona dalla galleria aA29 Project Room, con sedi a Caserta, Milano e Praga. Vinci/Galesi hanno convinto per la dedizione a dir poco genetica con cui affrontano i temi della sostenibilità ambientale, sociale e politica. Ha colpito, inoltre, la loro capacità di tradurre tale impegno in progetti esteticamente risolti e particolarmente efficaci dal punto di vista comunicativo. Si è apprezzata, infine, l’onesta e disponibilità di Vinci/Galesi al coinvolgimento del territorio e delle comunità, che emerge quale cifra caratteristica dei propri interventi. 

L’opera vincitrice del Premio Fotografia under 40 ad ArtVerona 2017,  nato quest’anno da un’idea di Adriana Polveroni, direttrice artistica di ArtVerona, è The Cool Couple, Meditation Rocks®, 4 Elements, Fire/Air/Water/Earth, dalla serie Karma Fail, 2017, Diasec 4+3mm, cm 100×70 presentato dalla galleria MLZ Art Dep di Trieste. All’unanimità la commissione ha selezionato un lavoro di una coppia di artisti italiani in linea con il focus sull’italianità dell’edizione di quest’anno di ArtVerona, ispirato al concetto di sortilegio e immaginazione che scava l’attualità nelle sue contraddizioni. Una menzione speciale va ai due lavori dell’artista Marco Ceroni Senza titolo, 2016, stampa inkjet su carta baritata, cornice, cm 43×43 e Strong belief, 2016, stampa inkjet su carta baritata, cornice, cm 64×43 presentati in fiera dalla Gallleriapiù di Bologna.

I vincitori del Premio OTTELLA for GAM, che approda alla sua seconda edizione ed ha tra i suoi obiettivi più rilevanti la divulgazione della conoscenza dell’arte contemporanea, sono bianco di Julia Bornefeld (Galleria Antonella Cattani, Bolzano) e Notes for a book “Dear Michael” di Antonio Rovaldi (Galleria Michela Rizzo, Venezia).  Julia Bornefeld: Una nuvola bianca si alza sempre più e si espande, ma lasciando alle sue spalle un cielo nero e tutto intorno una cornice bruciata.  Quindi “bianca” come dice il titolo è il risultato di un sacrificio di tutto ciò che la circonda e l’ha generata. L’opera fa riflettere sulla facilità del consumo umano.  Antonio Rovaldi: L’esplorazione nel perimetro di Manhattan racconta di una periferia universale, come percezione intima di una esplorazione in walking artist pertinente a mille e una città.

MORE – a museum of refused and unrealised project vince il Concorso di ArtVerona | Art Project Fair, dedicato agli spazi indipendenti, i8, con la seguente motivazione espressa della Giuria: “Il Premio quest’anno va a MORE per il rigore scientifico della ricerca accademica, la sua accessibilità, per la sua prospettiva di crescita contenutistica e di sostenibilità”.

Il Premio Display, alla sua terza edizione, riconoscimento che ArtVerona assegna agli spazi che perseguono un criterio progettuale, per qualificare ulteriormente la presenza dell’offerta nei padiglioni, è stato vinto da 10 A. M. Art di Milano Z2O Sara Zanin Gallery di Roma per i migliori progetti allestitivi. 

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Roma. Iniziata la demolizione del villino nello storico quartiere Coppedé

Roma. Iniziata la demolizione del villino nello storico quartiere Coppedé

Il Presidente di Italia Nostra, Oreste Rutigliano, aveva inviato una lettera a MiBact, alla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma per chiedere di bloccare l’abbattimento dell’immobile

ROMA – A poco è valso l’appello di residenti e associazioni per fermare la demolizione del villino nel quartiere Coppedè a Roma. La demolizione dello storico edificio di via Ticino 3 è, infatti, cominciata dalle prime ore del mattino del 16 ottobre, tra le proteste. Proprio qualche giorno fa il Presidente di Italia Nostra, Oreste Rutigliano, aveva inviato una lettera a MiBact, alla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma per chiedere di bloccare l’abbattimento dell’immobile, il cui posto verrebbe preso da un moderno condominio, progettato da Alessandro Ridolfi, presidente degli architetti di Roma. All’appello si era unito anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi: “Non sarebbe meglio restaurare la palazzina che già c’è? Questo deve fare un sindaco, questo deve fare un sovrintendente”.

Italia Nostra in una nota affermava: “Confinante con i villini storici del quartiere Coppedè, il palazzo presenta elementi di decoro e riferimenti formali tipici dell’architettura degli anni ’30 del secolo scorso, ed è stato oggetto poi di un successivo intervento di sopraelevazione. Appartenuto alla congregazione di suore ‘le Ancelle Concezioniste del Divin Cuore’, oggi l’immobile è di proprietà dalla società ‘NS costruzioni’ S.r.L. che, nel progetto presentato in Conferenza dei servizi, intende demolirlo e sostituirlo con una palazzina residenziale di moderna concezione”.  “La demolizione dell’edificio – continuava il comunicato –  avrà l’effetto di alterare irreversibilmente la visione e la percezione unitaria e di insieme del contesto nel quale l’immobile è collocato, contesto di indiscutibile pregio storico e architettonico”. 

Italia Nostra chiedeva dunque al MiBact di svolgere ogni azione utile, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 12 e ss. del Codice dei beniculturali e del paesaggio, al fine di assicurare la piena e più opportuna tutela al bene immobile in questione e salvaguardare il contesto storico e architettonico nel quale è inserito. 

Le proteste non hanno sortito effetto e attualmente dell’edificio rimane poco più che lo scheletro. “A questo punto prima finiscono i lavori e meglio è” – ha commentato qualche residente. 

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“L’Anno di Magritte”, le iniziative per celebrare il grande artista

MAGRITTE and BROODTHAERS picture by Maria Gilissen Broodthaers

Cinquanta anni fa, il 15 agosto 1967, il maggior esponente del surrealismo belga, moriva nella sua casa di Bruxelles. L’omaggio al grande artista prende il via in una piccola località di villeggiatura del Mare del Nord, Knokke-Heist, luogo in cui il surrealismo di Magritte divenne noto al mondo

BRUXELLES – In occasione dei cinquant’anni dalla morte di René Magritte  i Musei Reali delle Belle Arti del Belgio, La Fondazione Magritte, le Edizioni WPG Belgio, la cittadina di Knokke-Heist e il monumento simbolo di Bruxelles, l’Atomium, hanno creato un marchio comune, “l’Anno di Magritte”, sotto il quale convogliare una serie di eventi per celebrare il maggior esponente del surrealismo belga. 

L’omaggio al grande artista prevede una serie di iniziative e mostre in alcuni luoghi simbolo della sua esistenza. 

A Knokke-Heist, piccola località di villeggiatura che affaccia sul Mare del Nord, dove l’artista affrescò una parete di 70 metri di lunghezza e 4 di altezza all’interno del Casinò del collezionista Gustave Nellens,dal 20 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018, si terrà  la mostra  intitolata “Magritte e il mare”, che racconterà la storia di Magritte artista, ma anche quella di René, dell’uomo e del suo elemento, il mare, così importante nella sua pittura.

A Bruxelles e più precisamente all’Atomium, dallo scorso 21 settembre 2017 e fino al 10 settembre 2018, è stato allestito il percorso dal titolo L’Atomium incontra il Surrealismo.  Zigzagando in 3D tra bombette, nuvole ed uccelli fluttuanti, il visitatore, protagonista nello spettacolo, avrà accesso completo – visivo, tattile e uditivo – all’universo concettuale del pittore. Selezionate per l’occasione, le opere che incarnano alla perfezione l’iconografia di Magritte: Gli amanti (1928), Doppio segreto (1927) e Il figlio dell’uomo (1964). 

Il 13 ottobre  i Musei Reali delle Belle Arti del Belgio in collaborazione con il Musée Magritte Museum hanno presentato due mostre. La prima si intitola Magritte, Broodthaers & Contemporary Art: partendo dal debito concettuale e di stile che Marcel Broodthaers aveva nei confronti di Magritte, la mostra riunisce alcuni artisti che si sono lasciati ispirare da “La période vache”. Una fase questa che lascia presto spazio a un nuovo orizzonte artistico: è il celebre periodo “vache” che si apre a Parigi nel 1948 con l’esposizione dell’omonima serie. Da George Condo a Gavin Turk, da Sean Landers a David Altmedj, sono molti gli artisti che si lasciano ispirare a partire dal 1980 questa fase del surrealista. 

La seconda invece, Marcel Lecomte. The Secret Chambers of Surrealism, si sofferma e affronta il rapporto di stima e amicizia che Magritte intrecciò con il poeta surrealista Marcel Lecomte, attraverso lettere, materiali d’archivio per la prima volta esposti. Le due mostre resteranno aperte al pubblico fino al  18 febbraio 2018.  Durante questo lasso di tempo il Musée Magritte Museum rimarrà aperto 7 giorni su 7: uno dei pochi musei di Bruxelles aperto anche il lunedì (10 alle 17h). 

Parte integrante dell’esperienza magrittiana a Bruxelles è anche l’affresco per il soffitto a cupola del Théâtre Royal des Galeries, nelle Galeries Royales Saint-Hubert. Realizzato nel 1951 nel corso dei lavori di ricostruzione dell’edificio, l’affresco raffigura un cielo di un azzurro irrealistico punteggiato da gonfie nuvole bianche. Il progetto iniziale, così come riportato nei disegni preparatori, prevedeva un cielo costellato di fluttuanti campane. I disegni preparatori saranno visibili al Musée Magritte Museum durante l’anno di celebrazioni.

Ma non è tutto. Il Museo di Magritte, infatti, in collaborazione con la Brasserie de la Senne, ha ideato una birra 100% surrealista, in cui le caratteristiche del colore, della luminosità, della schiuma e del “naso” sono state create per far emergere lo spirito della pittura di Magritte. Prodotta in edizione limitata (33 cl), la “birra Magritte” è disponibile esclusivamente presso il Museum Café e i negozi dei Musei Reali delle Belle arti del Belgio a partire da settembre 2017

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“L’Anno di Magritte”, le iniziative per celebrare il grande artista

MAGRITTE and BROODTHAERS picture by Maria Gilissen Broodthaers

Cinquanta anni fa, il 15 agosto 1967, il maggior esponente del surrealismo belga, moriva nella sua casa di Bruxelles. L’omaggio al grande artista prende il via in una piccola località di villeggiatura del Mare del Nord, Knokke-Heist, luogo in cui il surrealismo di Magritte divenne noto al mondo

BRUXELLES – In occasione dei cinquant’anni dalla morte di René Magritte  i Musei Reali delle Belle Arti del Belgio, La Fondazione Magritte, le Edizioni WPG Belgio, la cittadina di Knokke-Heist e il monumento simbolo di Bruxelles, l’Atomium, hanno creato un marchio comune, “l’Anno di Magritte”, sotto il quale convogliare una serie di eventi per celebrare il maggior esponente del surrealismo belga. 

L’omaggio al grande artista prevede una serie di iniziative e mostre in alcuni luoghi simbolo della sua esistenza. 

A Knokke-Heist, piccola località di villeggiatura che affaccia sul Mare del Nord, dove l’artista affrescò una parete di 70 metri di lunghezza e 4 di altezza all’interno del Casinò del collezionista Gustave Nellens,dal 20 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018, si terrà  la mostra  intitolata “Magritte e il mare”, che racconterà la storia di Magritte artista, ma anche quella di René, dell’uomo e del suo elemento, il mare, così importante nella sua pittura.

A Bruxelles e più precisamente all’Atomium, dallo scorso 21 settembre 2017 e fino al 10 settembre 2018, è stato allestito il percorso dal titolo L’Atomium incontra il Surrealismo.  Zigzagando in 3D tra bombette, nuvole ed uccelli fluttuanti, il visitatore, protagonista nello spettacolo, avrà accesso completo – visivo, tattile e uditivo – all’universo concettuale del pittore. Selezionate per l’occasione, le opere che incarnano alla perfezione l’iconografia di Magritte: Gli amanti (1928), Doppio segreto (1927) e Il figlio dell’uomo (1964). 

Il 13 ottobre  i Musei Reali delle Belle Arti del Belgio in collaborazione con il Musée Magritte Museum hanno presentato due mostre. La prima si intitola Magritte, Broodthaers & Contemporary Art: partendo dal debito concettuale e di stile che Marcel Broodthaers aveva nei confronti di Magritte, la mostra riunisce alcuni artisti che si sono lasciati ispirare da “La période vache”. Una fase questa che lascia presto spazio a un nuovo orizzonte artistico: è il celebre periodo “vache” che si apre a Parigi nel 1948 con l’esposizione dell’omonima serie. Da George Condo a Gavin Turk, da Sean Landers a David Altmedj, sono molti gli artisti che si lasciano ispirare a partire dal 1980 questa fase del surrealista. 

La seconda invece, Marcel Lecomte. The Secret Chambers of Surrealism, si sofferma e affronta il rapporto di stima e amicizia che Magritte intrecciò con il poeta surrealista Marcel Lecomte, attraverso lettere, materiali d’archivio per la prima volta esposti. Le due mostre resteranno aperte al pubblico fino al  18 febbraio 2018.  Durante questo lasso di tempo il Musée Magritte Museum rimarrà aperto 7 giorni su 7: uno dei pochi musei di Bruxelles aperto anche il lunedì (10 alle 17h). 

Parte integrante dell’esperienza magrittiana a Bruxelles è anche l’affresco per il soffitto a cupola del Théâtre Royal des Galeries, nelle Galeries Royales Saint-Hubert. Realizzato nel 1951 nel corso dei lavori di ricostruzione dell’edificio, l’affresco raffigura un cielo di un azzurro irrealistico punteggiato da gonfie nuvole bianche. Il progetto iniziale, così come riportato nei disegni preparatori, prevedeva un cielo costellato di fluttuanti campane. I disegni preparatori saranno visibili al Musée Magritte Museum durante l’anno di celebrazioni.

Ma non è tutto. Il Museo di Magritte, infatti, in collaborazione con la Brasserie de la Senne, ha ideato una birra 100% surrealista, in cui le caratteristiche del colore, della luminosità, della schiuma e del “naso” sono state create per far emergere lo spirito della pittura di Magritte. Prodotta in edizione limitata (33 cl), la “birra Magritte” è disponibile esclusivamente presso il Museum Café e i negozi dei Musei Reali delle Belle arti del Belgio a partire da settembre 2017

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