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Al MAXXI la prima personale in Italia di Kemang Wa Lehulere

“Bird Song”  è il titolo della mostra presentata dal MAXXI con Deutsche Bank di uno degli artisti sudafricani più interessanti della nuova generazione, vincitore del premio Deutsche Bank’s “Artist of the Year” 2017  ROMA -  Si chiama “Bird Song” la prima personale in Italia dell’artista sudafricano Kemang Wa Lehulere, vincitore del premio Deutsche Bank’s Artist of the Year 2017, ospitata dal 27 settembre al  26 novembre 2017 al MAXXI di Roma e curata da Britta Färber, capo curatrice del dipartimento di Arte, Cultura e Sport di Deutsche Bank e Anne Palopoli curatrice del MAXXI. Si tratta di un progetto incentrato sul dialogo tra le sue opere e quelle di Gladys Mgudlandlu (1917-1979) un’artista autodidatta le cui opere erano incentrate soprattutto su paesaggi e uccelli, che le valsero il soprannome di Bird Lady.  L’incontro di Wa Lehulere con l’arte di Mgudlandlu è puramente casuale. L’artista, infatti, cresciuto a Gugulethu, una township di Città del Capo, nello stesso quartiere della Mgudlandlu, scopre che sua zia Sophia Lehulere aveva visitato la casa della pittrice e conservava ancora il ricordo dei suoi murales: insieme a lei inizia dunque una ricerca sulle tracce di quei dipinti, riportandone alla luce alcuni che hanno ispirato questo progetto.  Nella mostra romana sono quindi esposti una serie di lavori dal titolo Does this mirror have memory (2015) composti da dipinti della Mgudlandlu, ed elaborazioni disegnate con il gesso su lavagne nere, realizzate dall’artista insieme alla zia Sophia. Scopo del progetto non è tuttavia quello di riabilitare la memoria di un’artista dimenticata, quanto quello di creare un dialogo tra il presente e il passato del Sud Africa. L’arte di Wa Lehulere esprime un profondo radicamento con la terra di origine e con la propria storia personale. La forza del suo lavoro risiede inoltre nelle questioni che solleva, relative alla scrittura della storia, alla fallibilità della memoria e l’impossibilità di un tempo che sia lineare. Nell’analisi della propria storia, di quella delle persone che lo circondano e di intere nazioni, le opere dell’artista ci interrogano su quale sia il terreno comune tra memoria personale e storia autorizzata. La mostra, che si inserisce nell’ambito di Expanding The Horizon, l’iniziativa promossa dal MAXXI per sviluppare ambizioni globali e collaborazioni tra il museo, e altri istituti e collezioni private, presenta circa venti opere, tra cui anche due grandi installazioni. La prima è My Apologies to Time (2017) che dialoga con alcuni acquerelli di Gladys Mgudlandlu che rappresentano paesaggi al limite dell’astrazione, interpretabili come inno alla libertà, ma anche come denuncia delle deportazioni cui la popolazione nera venne costretta durante l’Apartheid.  La seconda Broken Wing (2017) attraverso la quale l’artista esprime la sua denuncia nei confronti delle passate condizioni coloniali. Il titolo dell’esposizione, BIRD SONG, è ripreso da una canzone jazz scritta per Miriam Makeba. Il jazz è parte integrante della vita e dell’opera di Wa Lehulere. In edizione esclusiva per la mostra, l’artista ha composto e registrato un album con il musicista Mandla Mlangeni, il cui spartito fa parte dell’opera Lefu la ntate (2017) realizzata con un pentagramma di capelli neri, un omaggio alla musica, all’identità nera, alla resistenza e alla lotta per la libertà e l’uguaglianza, rappresentati dallo stile delle acconciature afro. {igallery id=5482|cid=703|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} www.maxxi.art  | http://art.db.com | www.db.com/italia   ...

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